LA VERA FORZA DEL DRAGONE
Hades, il nuovo nemico di Athena, muoveva le sue prime pedine. Al
Grande Tempio i cavalieri d’oro da lui
“resuscitati”, Death Mask del Cancro, Aphrodite dei
Pesci e un terzo ancora mascherato, avrebbero dovuto uccidere Athena ma
si trovarono davanti a due avversari formidabili come Mu
dell’Ariete e il sopraggiunto Seiya. Il primo scontro tra le
forze del bene e quelle del male era iniziato mentre dei cavalieri
d’argento, Argor di Perseo, Capella dell’Auriga e
Dante di Cerbero, anch’essi resuscitati, raggiunsero i Cinque
Picchi per una missione altrettanto importante. In quel luogo vicino al
monte Lu, i tre cavalieri d’argento tentarono di aggredire la
giovane Shunrei, salvata dall’intervento tempestivo di
Shiryu. Sconfitti i nemici, il “dragone” si
avvicinò alla ragazza.
«Stai bene, Shunrei?»
«Sì, ho avuto paura per pochi istanti, ma sapevo
che mi avresti salvato».
«Hanno detto cosa volevano e perché sono arrivati
fino a qui?»
«La loro intenzione era di uccidere il Maestro, ma lui non
è qui».
«L’attacco di questi “Specter”
non può essere un’azione isolata; molto
probabilmente Hades ha già mandato qualcuno al Grande
Tempio. Il Maestro difficilmente si muove dai Cinque Picchi quindi
presumo che sia già andato al Santuario per essere di aiuto
ai cavalieri d’oro rimasti».
Shunrei non rispose ma per Shiryu era facile leggere negli occhi della
ragazza così capì subito che la sua intuizione
era giusta.
«Devo raggiungerlo» disse Shiryu sistemandosi
l’armatura.
«Il Maestro è stato categorico; nessun cavaliere
di bronzo deve andare al Grande Tempio per espresso ordine di
Athena» rispose Shunrei senza esitazione.
«Se Athena è in pericolo, è un mio
dovere raggiungere i cavalieri d’oro, mettermi a disposizione
di Saori, anche se lei vuole proteggerci, ed eliminare al
più presto questa nuova minaccia proveniente dal dio degli
inferi».
«Sei ancora debilitato, le tue ferite dell’ultima
battaglia non sono ancora guarite del tutto e
potresti…»
Shunrei smise di parlare, sapeva che non sarebbe mai riuscita a
distogliere Shiryu dai suoi propositi, ma ugualmente tentò
un’ultima carta. «Potresti non tornare ed io non
voglio perderti perché ti…»
Shiryu la interruppe. «Mia dolce Shunrei. Da quando il
Maestro ci ha fatto conoscere sei diventata la mia più
grande amica, mi hai aiutato nei momenti difficili durante il mio
addestramento e mi sei rimasta accanto curandomi le ferite. Anche se
non l’ho mai detto apertamente, provo anch’io i
tuoi stessi sentimenti ed è proprio per questo motivo che
devo andare al Grande Tempio. Se rinunciassi per stare qui con te non
riuscirei più a guardarti negli occhi perché mi
sentirei un codardo scegliendo di nascondermi nel momento del bisogno.
Devo proteggere la dea Athena non solo per il "dovere" di un cavaliere,
ma anche perché sconfiggendo il nuovo nemico, salveremo il
mondo e, nello stesso momento, io salverò te. Ti prometto
sul mio onore che ritornerò da te in modo che i nostri
sentimenti, già uniti, ci possano far vivere un futuro
radioso e felice insieme».
Shiryu strinse a sé Shunrei e si allontanò
velocemente senza dire altre parole mentre la ragazza iniziò
a pregare per il ritorno del suo amato.
Il viaggio per raggiungere il Grande Tempo per Shiryu, come
prevedibile, non fu semplice e durante il suo percorso svariati
Skeleton, gli adepti di minor livello mandati da Hades, tentarono in
ogni modo di fermarlo, ma nessuno di loro poteva competere contro
l’uomo del Dragone. Shiryu non era il più forte
tra i cavalieri di bronzo ma pochi di loro potevano avvicinarsi al
significato profondo con cui lui definiva la parola
“onore” che, nella sua vita da cavaliere di bronzo,
aveva mostrato in ogni occasione senza temerne le ripercussioni.
Salvato da Seiya dopo la loro sfida alla “Galaxian
War”, non solo per gratitudine, aveva scelto di raggiungere
la regione dello Jamir dove aveva donato il suo sangue, mettendo a
rischio la propria vita, in modo che Mu, cavaliere d’oro
dell’Ariete, potesse riparare le armature di Pegasus e del
Dragone, così come non aveva esitato a togliersi la vista
per sconfiggere il cavaliere d’argento, Argor di Perseo, che
teneva imprigionati nella roccia i suoi amici. Shiryu, un uomo guidato
dall’onore, ma anche dall’amicizia e, senza esserne
pienamente cosciente, anche dall’amore; sentimento che lo
aveva spinto a superare i propri limiti così da ottenere il
“settimo senso” durante la lotta contro Death Mask,
cavaliere d’oro del Cancro, reo di avere attaccato la giovane
Shunrei. Lo stesso “onore” che spinse Shiryu a
immolarsi durante lo scontro con Shura, cavaliere d’oro del
Capricorno, custode della Decima Casa.
Onore e sacrificio in battaglia, amicizia e amore nei confronti delle
persone; Shiryu possedeva tutte le qualità necessarie per
distinguere il bene e il male ed era stato normale, per i suoi
compagni, vederlo indossare le vestigia d’oro della Bilancia
per liberare Hyoga dalla prigione di “ghiaccio
eterno” in cui Camus, cavaliere d’oro
dell’Acquario, lo aveva imprigionato nella Settima Casa del
santuario.
Finalmente Shiryu raggiunse il santuario e lì
trovò Ikki con il quale discusse animatamente per la scelta
di Phoenix di non combattere e di rimanere spettatore, proprio come
Athena aveva richiesto, ma subito dopo incontrò Seiya. I due
amici, certi che gli altri cavalieri di bronzo li avrebbero raggiunti,
non persero altro tempo e si diressero alla Prima Casa, dove stava
infuriando la battaglia tra il Vecchio Maestro e Shion, l’ex
Grande Sacerdote, e possessore dell’armatura d’oro
dell’Ariete durante la prima grande guerra contro Hades,
ucciso anni prima da Saga dei Gemelli, e resuscitato dal dio degli
inferi per eliminare Athena.
Shiryu era pronto a mostrare la vera forza del Dragone!
N.d.A.
- Ringrazio EleCorti e Nuel che mi hanno dato
l’opportunità di sistemare, a livello
grammaticale, questa storia.
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