Maeva & Frida

di fa_ty
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ELENA
 
Guardo fuori dalla finestra la neve ha ripreso a cadere, mi fa male ogni singola molecola del mio corpo, vorrei riuscire a dormire almeno un po’, ma a quanto pare è una sensazione comune in questo corridoio. Sonno è l’unica richiesta che abbiamo. Negata per cause di forza maggiore.
L’infermiera mi guarda cercando di capire di cosa io abbia bisogno. Indico che mi fa male la testa, mi mette due gocce nel bicchiere intimandomi di bere e poi se ne va.
La testa si fa pesante e prendo sonno.
 
 
Qualche ora dopo….
 
Risate 
Passi di bambino.
Apro gli occhi e ci sono due occhioni blu ridenti che mi fissano.
I miei occhi blu preferiti. 
Mi stampa un bacio umido sulla guancia.
Chiudo gli occhi un istante e sento una mano che mi accarezza la testa. Non li apro, pregando che quell’istante duri in eterno. Eva. 
Li riapro, solo per farli incontrare con i suoi. Sorride.
<< Come stai Frele?>> 
Era una vita che non sentivo pronunciare quel nomignolo.
 
<< Ni>> 
<< mi hai fatto prendere un cazzo di colpo cogliona lo sai?>> 
<< scusa, io…>> 
<< vaffanculo Elena>>
<< la bambina, Maeva >> ci stuzzichiamo, sapendolo di farlo.
<< la bambina non sente, Elena>>
<< da quando mi chiami Elena>> 
<< da quando ti scopi gli uomini e ti fai mettere incinta dal primo stronzo che passa, solo perché ti a dedicato una canzone? che se vogliamo dirla tutta fa anche molto cagare>>
 
Maledetta Bea. 
 
<< da quando non rispondi al telefono ?>> cerco di incalzarla, sperando di fregarla.
<< da quando ti amo, cioè da sempre>>.
Colpita e affondata.
 
<< non potevo rincorrerti>> 
<< non volevo fermarti>>
Il silenzio.
 
Sento rumore di ruote.
Il tempo che si fa veloce e io che non riesco ad afferrarlo, in meno che non si dica  di fronte a me mi ritrovo l’opera d’arte più splendente della Storia. Un sogno ad occhi aperti.
Le mani di Eva tremano un po’per l’emozione. 
L’espressione di Stupore di Frida. Lo sguardo concentrato.
Eva mi guarda, due lacrime le rigano il volto. I suoi occhi ritornano a parlarmi, come la prima volta in quella caffetteria.
Il suo sguardo che posa nello stesso punto del mio.
Le sorelle Kahlo una tra le braccia dell’altra, per la prima volta. 
I capelli rossi di Frida.
Quelli corvino di Freya Indie.
Indie lo ha scelto Eva, avevo scritto solo Freya, Indie lo ha aggiunto lei. 
È nata in una notte di neve, su un’ambulanza, in Norvegia, tra le braccia della donna che le cantava “Troppo Forte” dei Viito mentre veniva al mondo. 
Sembrava perfetto.
Abbiamo “ Tutta la  Vita” davanti per capire cosa ci riserverà il futuro, ma stasera, va tutto bene. 
 




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