Non avere paura

di fotone
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Sono a letto, con Federico che mi abbraccia, tenendomi le braccia intorno alla vita. Sento il suo respiro contro il retro del mio collo, sento il suo cuore che batte contro di me, sento il suo corpo contro il mio. Sto piangendo, in questo momento, ma lui sta dormendo. Ad un certo punto, tra i miei singhiozzi, sento un’improvvisa discontinuità nel suo respiro, che mi fa realizzare che si è svegliato. Interrompo i miei singhiozzi, ma il mio respiro deve rimanere spezzato, umido, perché mi lascia un tenero bacio dietro il collo, per mormorarmi - con voce roca da sonno - : “Non avere paura”. Quelle tre parole, così semplici, riescono a dare tutto; così dolci, riescono a farmi sentire tranquilla, fra le sue braccia.




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