StoriaMari
A Ile,
spero tu possa superare presto questo momento buio.
Con affetto~
Gin
era mortalmente annoiato.
Dicembre si stava dimostrando di una monotonia unica, senza incarichi
da portare a termine. Non c'era neanche Vodka da tormentare, dato che
l'aveva dislocato a occuparsi di una faccenda di minore importanza.
Come se non bastasse, si avvicinava Natale, festa straniera che il
Giappone moderno aveva importato con decisamente troppo entusiasmo, a
suo parere. Camminare per la città invasa di festoni gli
suscitava un forte impulso a estrarre la pistola e utilizzarli come
bersagli.
A irritarlo più di ogni altra cosa, tuttavia, era Bourbon,
l'odioso nuovo elemento che aveva ricevuto un nome dal boss in tempi
relativamente brevi. A Gin non piaceva, aveva detestato il suo sorriso
falso fin dal primo sguardo. Il primo dicembre aveva dichiarato di
voler rallegrare un po' l'atmosfera cupa della base e si era messo a
distribuire a chiunque gli capitasse a tiro tazze fumanti di vino
caldo. Non solo vino, aveva tentato di spiegargli; era una qualche
usanza europea. “Vin brûlé”,
l'aveva chiamato:
vino speziato. Tutte sciocchezze. Ne aveva preso un sorso, solo per poi
lasciar cadere la tazza proprio sotto lo sguardo impassibile di
Bourbon. «Umore nero?» era stato l'unico commento
del
ragazzo sorridente. Gin l'aveva freddato con lo sguardo, evitando di
perderci altro tempo solo perché in quel momento era apparso
Scotch.
Erano passati tre giorni, ma girando a tempo perso – a
controllare, diceva a sé stesso e a chiunque lo chiedesse
– per la base poté constatare che Bourbon non
aveva
desistito dal suo intento. Riconosceva l'odore irritante del vino
aromatizzato in quasi tutti i laboratori.
Un rumore sordo, come il tonfo di un cadavere, attirò la sua
attenzione, distraendolo momentaneamente dai suoi pensieri irritati. Ne
individuò subito la provenienza, rimanendone leggermente
stupito. Era il laboratorio della scienziata più innocua che
avevano, probabilmente – era ancora solo una ragazzina,
seppur
dotata di un'intelligenza prodigiosa. Le avrebbe anche riconosciuto un
certo fascino, se non fosse stata una tale lagna. Quand'era
più
piccola passava ore a lamentarsi di quanto le mancasse sua sorella. Gin
si era presto stufato, delegando altri ad occuparsene, e da allora in
effetti aveva avuto ben poche occasioni di rivederla,
rifletté.
Aggrappandosi a quella possibile interruzione della monotonia, con
giusto un pizzico di curiosità raggiunse la porta e la
spalancò di scatto.
Sherry era a terra, insieme a una dozzina di pasticche non meglio
identificabili.
«Che hai combinato?» sbottò Gin,
irritato. Si
avvicinò al corpo della scienziata per tastarle il polso; se
quella ragazzina si fosse uccisa, quasi sotto i suoi occhi per di
più, avrebbe dovuto affrontare non poche seccature.
«Sola…»
Il rantolio che le sfuggì dalle labbra gli
dimostrò che
no, non era morta, per il momento. Le afferrò il polso e la
tirò bruscamente su. Sembrava illesa; aveva gli occhi
chiusi,
tuttavia. «Ahi!» protestò, una volta in
piedi.
Aprì di scatto le palpebre e lo fulminò con i
suoi occhi
celesti. Gli ricordarono il mare in tempesta. «Tu non sei
Tanaka», gli soffiò in faccia. «Hai un
volto
familiare, però».
«Che ci facevi per terra?» tagliò corto,
senza lasciarle andare il polso.
«Niente, sono inciampata» borbottò lei
accigliandosi. «Sei caldo».
Inciampata? Diede un altro sguardo alle pillole sparse disordinatamente
a terra, notando stavolta anche la scatolina che, probabilmente, le
aveva contenute. Poteva essere.
Le lasciò il polso. «Sta' più attenta.
Dov'è il tuo supervisore, piuttosto?»
«È andato via prima, oggi. Dalla famiglia,
probabilmente.
Ce l'hanno tutti, qui, tranne me. Persino a dicembre».
«Ti ha lasciata sola?» volle accertarsene,
inarcando un sopracciglio.
Sherry gli sorrise sprezzante. «Come se potessi andare da
qualche
parte!» sbottò. «Se me ne andassi mi
togliereste
Akemi!»
Giusto, la sorella. Certo, non poteva andare da nessuna parte, ma si
sarebbe comunque assicurato di far passare un brutto quarto d'ora a
chiunque avesse ritenuto saggio lasciarla senza sorveglianza, si
ripromise osservandola.
Quant'era passato dall'ultima volta che l'aveva vista? Era proprio
cresciuta.
C'era qualcosa di strano, però. Il suo alito…
Colto da un sospetto, si voltò di colpo verso la scrivania.
"Bourbon, ti troverò e ti soffocherò
con la tua dannata bevanda".
Accanto al computer di Sherry c'era non una, ma ben tre
tazze.
«Bourbon è un idiota»,
sentenziò secco.
«Ma davvero basta così poco a metterti fuori
gioco? Ne hai
di strada da fare, ancora, Sherry».
«Sherry» ripeté lei, come in trance.
«Odio questo nome. Cos'ha Shiho che non va?»
«Va bene, basta così» decise.
«Se ti lasciassi
qui faresti solo casini, al momento. Ti riporto in stanza».
Sherry lo fissò con occhi vitrei. «Che differenza
fa? Qui, lì… sarò sempre sola,
tanto».
«Non ho chiesto il tuo parere».
Sherry sbuffò. «A Natale si fanno i regali,
vero?»
«Muoviti». La trascinò nella sua stanza,
senza dar retta agli sproloqui che lei produsse nel frattempo.
«Non è giusto», protestò lei
sulla soglia. «Voglio il mio regalo. Mi farai un
regalo?»
«No» rispose secco Gin, fissandola dritto negli
occhi. «Non ti farò alcun-»
Non poté terminare la frase. Sherry glielo
impedì,
baciandolo con un'audacia di cui non l'avrebbe ritenuta capace, nemmeno
da brilla. Assaporò quelle labbra sorprendentemente fredde,
eppure buone, bruciandole con le sue – iniziava quasi ad
apprezzare il vin brûlé.
«E questo?» domandò quando, finalmente,
lei si staccò.
«Mi sono presa un regalo» rispose lei, sussurrando.
Arretrò nella stanza, come colta da un pensiero.
«Ci ho ripensato» affermò Gin,
ghignando. «Forse ti farò un regalo».
Angolino Autrice
Prima di tutto,
devo ringraziare di cuore Harriet
Strimell:
sei un vero tesoro ❤️ Senza di lei non avrei potuto pubblicare prima di
domani, probabilmente.
Ringrazio anche Aris, che ha fornito il
prompt [bacio al sapore di vin brulé] che mi ha dato lo
spunto giusto per scrivere finalmente
una
GinShiho. L'avevo promesso da ormai troppo tempo a wIly, e sono felice di essere
riuscita a mantenere l'impegno :3
Dunque, un paio
di note sulla storia: Rei è più "spensierato" qui
perché Scotch ancora non è morto, tanto per
cominciare, ma a parte questo la distribuzione di vin brulé
è probabilmente parte di un suo qualche piano assurdamente
contorto che lo porterà ad avvicinare ulteriormente il boss.
Sicuramente.
Shiho appare qui
molto diversa dal solito, ma alla fine abbiamo solo pochissimi indizi
su come fosse realmente quand'era nell'organizzazione e, sebbene
l'immagini molto più riservata già a sedici anni,
c'è da dire che qui è brilla: la gradazione del
vin brulé può arrivare anche a 14 gradi, sempre
che Rei non abbia pasticciato aumentandola, e lei è ancora
piccola e, mia headcanon, non regge bene l'alcool. Non qui, almeno.
Quiiindi, niente, per stavolta fatemela passare (?). Ah, il fatto che
dica a Gin "Sei caldo" non è casuale: sempre nella mia
testa, se Shiho ha avuto una relazione con Gin ai tempi è
proprio perché avvertiva il bisogno quasi disperato di una
relazione, di un po' di calore, sia pure quello di Gin.
(Gin me lo
immagino non troppo più grande di lei - non è un
pedofilo, spero, o non così tanto.)
Mi eclisso. Spero
la lettura vi abbia strappato un sorriso! ^-^
Mari~
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