Senti chi parla

di ONLYKORINE
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SENTI CHI PARLA

Mi sedetti in poltrona sospirando. Ero riuscita a mandare fuori casa marito e  figli per godermi l’ultimo libro della mia saga. Ogni tanto ho bisogno di stare da sola. E di leggere un buon libro.

Mi coprii le gambe con il plaid e Boody, il mio fido cockerone si acciambellò sui miei piedi. Sapevo già che ogni tanto avrebbe alzato il muso per richiedere una carezza e io l’avrei accontentato. May, la nostra gattona nera, si accucciò sul bracciolo vicino al mio  braccio. “Mi raccomando bimbi, non fate casini, eh?”  “Ma sentila…” Come? Mi guardai intorno. Chi aveva parlato?

Vidi Boody alzare il testone nella mia direzione e tornare a posarlo sulle zampe, poi guardai May, ma lei era girata e mostrava il sedere. Forse mi ero fatta prendere dall’eccitazione di iniziare l’ultimo libro.

Aprii il volume e, senza volere, diedi una gomitata a May. “Ora basta!” Ancora? Adesso ero preoccupata. Vidi May stiracchiarsi e allungare le zampe, prima di sedersi e raccogliere la coda intorno a sé. Poi, come tantissime altre volte, mi guardò. E per la prima volta, mi parlò. “Dovresti lasciarmi un po’ di spazio.” Strabuzzai gli occhi. Il mio gatto… mi stava parlando? Stavo sognando?

“Non fare quella faccia. Ho sempre potuto parlare.” Cercai di assecondare quella parte di me. Dovevo essere impazzita. “E perché non l’hai mai fatto?” borbottai un po’ stizzita. “Perché adesso sono stufa. Non mi date l’attenzione che merito.” Spalancai la bocca. Cosa diceva? “Ma se fai tutto quello che vuoi!” sbottai.

Boody si alzò dalla sua posizione, preoccupato. Gli feci una carezza e lo rassicurai, mentre si avvicinava alla gatta. Guaì quando May gli soffiò. “Smettila.” May mi guardò altezzosa. “Ho delle richieste.” Risi. Delle richieste? Stetti al gioco. “E che richieste, sua maestà?” la presi in giro. Ma lei non se ne accorse. “Voglio un cuscino nuovo. E non prendere più le crocchette che mi hai dato oggi.” “Ma il commesso diceva che sono ottime!” Lei alzò una zampa e se la leccò. Quando ebbe finito disse “Digli di mangiarsele lui, allora.” “Ok.” Santo cielo! Stavo prendendo ordini dal mio gatto?

Accarezzai ancora Boddy e gli dissi “E tu non mi dici niente, tesoro?” May alzò la testa ed esclamò “Solo io parlo. Lui è un cane. È stupido.” “Non è vero!” difesi il cucciolone. Ma effettivamente era un po’ tontolone. “Dicevamo…” “E sei io non facessi ciò che chiedi?”  la gatta mi guardò e i suoi occhi divennero ipnotizzanti “Potrei raccontare un po’ di cose… Io so tutto… Della cioccolata dei mocciosi che mangi di nascosto, o del pupazzo che hai gettato dicendo che l’aveva distrutto il cane…” Ora mi stavo facendo ricattare! Assolutamente no. Ero io che aprivo le scatolette.

 “Però quando ti faccio le coccole ti piace.” Allungai la mano e iniziai a grattarla fra le orecchie. “No no, non mi piace per…” iniziò a far le fusa. Le fusa non mentono mai. Le piaceva. Chiusi il libro e continuai. A chi non piacciono le coccole?





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