Carissima Alice,
Ho ricevuto e letto con molto piacere tutte le tue lettere.
Perdonami se non ti ho mai risposto in tutti questi anni, non avrei saputo cosa
dire. Non lo so neanche adesso, dopo dieci anni. Mi piacerebbe poterti scrivere
che stasera, rientrando a casa, ritroverei Beatrice seduta su una poltrona ad
aspettarmi. Lei, con il suo sorriso furbo e gli occhi luminosi. Vorrei poterti
scrivere che la bacerei e le direi che la amo, che non glielo dico quanto
vorrei, e lei mi sorriderebbe, senza dire nulla. Perché tra noi non c'è mai
stato bisogno di troppe parole. Vorrei poterti scrivere tutto questo. Ma ti
mentirei. Ti mentirei dicendo che non mi manca e che ogni mattina non rimpiango
i sogni in cui noi due viviamo insieme e siamo felici. Sono sempre stato bravo
a dire bugie, ma questa volta voglio essere sincero. Questa è la nostra storia.
La sua storia.
Non penso di aver mai raccontato a
nessuno la nostra storia, ne eravamo molto gelosi all'inizio, ma tu sei sempre
stata come una sorella per me. Passavamo tutti i pomeriggi a giocare insieme
quando eravamo bambini, tu ed io. E, ovviamente, James.
Quel ragazzo è sempre stato una spina
nel fianco! Quando avevamo dodici anni non smetteva mai di scherzare ed
arrivava sempre in ritardo ai nostri appuntamenti. C'erano volte in cui lo
avrei strozzato. Lui e il suo sorriso che faceva sciogliere tutti ogni volta
che ne combinava una delle sue. Neanche i professori riuscivano a rimproverarlo
quando ogni mattina entrava in ritardo in aula. James sorrideva goffo e tutto
gli era perdonato.
Credo di averlo odiato all'inizio, sai.
Io sono sempre stato cupo e silenzioso anche da bambino e a lui, invece,
sembrava venire tutto naturale. Detestavo anche quando si avvicinava a noi due
e cercava di infilarsi nelle nostre conversazioni solo per fare colpo su di te.
James è sempre stato innamorato di te,
penso.
Poi, dopo il giorno che non scorderò
mai, tutto è cambiato. La sua presenza non mi appariva più fastidiosa, ma era
tranquillizzante ed anche tu hai iniziato a sorridergli di più dopo quel
giorno. Quel bastardo piano piano si era infiltrato nelle nostre giornate e
nelle nostre abitudini fino a diventare parte di esse. E adesso nessuno di noi
due potrebbe immaginare la vita senza di lui.
Ma James, almeno per questa volta, non
è il protagonista della storia che voglio raccontarti, anche se ne fa parte.
Questa è la mia storia, la storia di noi tre e di come ho conosciuto la donna
che più ho amato nella mia vita. E di come l'ho persa.
Perciò, mia amatissima Alice, siediti
comoda e perdonami se in alcuni punti non sarò preciso, ma capiscimi, ogni
volta che ripenso a lei il mio cuore manca di un battito. Come la prima volta
che l'ho vista, ormai dodici anni fa.