Il Mondo Perduto

di Sally York
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 Come tutti i giorni Amelie se ne stava nella sua stanza, seduta accanto alla finestra e osservava le persone passeggiare nelle tranquille strade del quartiere. Amilie amava osservare dalla finestra della sua stanza, perché era un po’ come stare su una piccola torre dalla quale poteva osservare tutti, ma nessuno poteva vederla. Lei viveva nella casa più bella di tutto il vicinato. Era grande a due piani, con delle grandi colonne all’entrata, una casa dallo stile classico ed elegante. Aveva un giardino grandissimo, con una piccola stradina di pietra che dalla strada principale portava fino ad un adorabile roseto sul retro della casa. L’erba era sempre verde, non importava che stagione fosse, l’erba era sempre di un brillante verde, di cui tutti rimanevano sempre affascinati. Il roseto era la sua parte preferita della casa, dopo la sua stanza. Lì aveva passato dei momenti bellissimi con suo padre e nella sua tranquilla dolce infanzia, momenti che a pensarci ora, dopo tutti questi anni, le facevano un po’ male e le facevano salire una strana malinconia che le attanagliava il cuore. La casa era grande e dallo stile un po’ rétro all’interno. l’unico difetto è che era sempre vuota. Sua madre non c’era mai e suo padre sparì molto tempo fa. Amilie aveva 7 anni quando scomparve e non ricordava più molto di lui, infondo erano passati 11 anni. Quella casa era il suo luogo, eppure spesso non la sentiva nemmeno sua. A volte pensava “che senso ha avere una casa così se non c’è mai nessuno?” , eppure una volta c’erano sempre molte persone all’intero. Era sempre piena di persone che ridevano, che ascoltavano musica con il vecchio giradischi del padre e che ballavano davanti al caldo fuoco della sala. Tutti erano sempre felici lì. Ma purtroppo, tutto questo, non è altro che un lontano ricordo del passato.




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