-Un orologio da taschino?-
Domandò un ragazzino che se ne stava in piedi sul tatami
della stanza del Maestro Fu, tenendo nella mano destra quello che sembrava
davvero uno di quegli antichi orologi da taschino di colore marrone scuro sul
cui coperchio vi era raffigurato lo stesso disegno rosso della Miracle box; per quale motivazione gli veniva dato tale
oggetto? L’adolescente squadrò a lungo Wang Fu, suo
nonno, attendendo una risposta che sembrava non arrivare mai; infatti l’uomo di
origini orientali e dall’età indefinita lanciava occhiate serafiche al nipote Rey, tenendo le mani dietro la schiena. Wayzz,
lo spirito della Tartaruga, si girava di continuo dal giovane al vecchio con
aria visibilmente preoccupata e sperava in cuor suo che quella faccenda finisse
bene e che colui a cui era stato quell’orologio accettasse ciò che lo
aspettava. Rey girava e rigirava quell’affare tra le
mani tra l’incuriosito e lo scettico e ancora non riusciva a capire perché suo
nonno seguitava a restarsene in silenzio e con quell’espressione tranquilla e
sorridente: era con lui da quando aveva solo quattro anni, lasciato dai
genitori sempre in viaggio per lavoro e i conseguenza cresciuto da lui, ma in
certi momenti ancora non riusciva a decifrarlo e quel comportamento che stava
tenendo in quel momento era uno di quelli che più lo mandava in confusione e
poi in bestia. Wang invece sapeva bene la motivazione
del suo fare così, semplicemente si divertiva a portare i livelli di pazienza
del nipote al limite e mandarlo fuori di testa: cosa credevate? Che fosse un
vecchietto così buono e gentile e innocuo? Forse con coloro esterni alla sua
ristretta cerchia famigliare, ma nei confronti di Rey,
suo futuro erede del titolo di Guardiano dell’ordine dei Guardiani dei Miraculus, era invece molto smaliziato e scherzoso, oltre
ovviamente ad essergli una guida sia nella vita normale di tutti i giorni, sia
nel compito che ormai gli spettava…
-Non un orologio qualsiasi, mio piccolo Rey.
Oltre al Miracle box e all’antico libro, i Guardiani
hanno tramandato questo oggetto da maestro ad allievo sin dall’antichità, ma
ben pochi hanno avuto le capacità d’usarlo e tu, piccolo Rey,
le hai ereditate, in poche parole sei il legittimo possessore dell’Orologio dei
Kwuami-
A quelle parole l’orologio fece un piccolo scatto e il
coperchio s’aprì mostrando il suo quadrante: esso raffigurava per filo e per
segno il contenuto della Miracle Box, solo in
proporzioni più piccole ma ben ridefinite e precise in ogni dettaglio. C’erano
tutti: dallo yin e yan
della Coccinella e del Gatto Nero, i Cinque Elementi rappresentati dalla
Tartaruga, dalla Volpe, dall’Ape, al Pavone e infine la Farfalla, sino ai
dodici segni zodiacali cinesi. Il quadrante s’illuminò dei colori d’ogni
spirito e al lato della cassa apparve un piccolo pulsante che andò ad
abbassarsi e il coperchio si richiuse all’istante con un piccolo secco rumore; Rey fece quasi cadere l’oggetto dalla sorpresa ma riuscì a
recuperarlo abbassandosi di scatto e agguantandolo subito, tirò un lungo sospiro
di sollievo e infine lo strinse di più tra le dita. Aveva come la sensazione
che si fosse appesantito ancor di più l’incarico che un giorno avrebbe dovuto
eseguire: oltre a tutto ciò che un Maestro doveva fare, ovvero trovare i
Portatori, donargli lo spirito giusto, aiutarli agli inizi del loro ruolo, e
dare poteri sempre più nuovi e forti, ora anche quell’affare. Un momento, ma a
cosa serviva esattamente?
-Aspetta, aspetta, aspetta! Orologio dei Kwuami?
Che significa?-
Domandò con fare piuttosto confuso; da quando suo nonno lo
aveva messo sotto come allievo aveva imparato cosa fosse la Miracle
box e l’antico Libro andato disperso, ma non aveva mai sentito parlare prima
d’ora d’un orologio: da dove sbucava mai? Guardò il vecchio e ritrovò il suo
sorriso calmo e abbastanza da presa in giro: brutto presentimento, anzi gran
brutto presentimento…
-E’ molto semplice. Questo orologio, che anticamente era un
ciondolo e grazie al suo potere nel tempo ha cambiato aspetto sino a ciò che
tieni in mano, è stato creato per poter far si d’essere più d’aiuto agli
Spiriti e ai loro Portatori, una specie di collegamento nei momenti più
critici. Ma non fa soltanto ciò, infatti esso può chiamare i Kwami a te, ma solo quelli che sono stati portati
all’esterno del loro mondo attraverso la Miracle Box
e solamente quelli cui non hanno ancora avuto un Portatore fisso e interagirci,
come io con Wayzz. Vero amico mio?-
Chiamato in scena, il piccolo kwami
fece cenno di si con la testa e infine andò a posarsi sopra la testa di Rey rilassandosi del tutto. Dal canto suo il nipote di Wang era sbiancato e si portò una mano in faccia e lanciò
una specie di lungo lamento disperato e
arrendevole; ormai era tutto chiaro…
-Sono fregato ancora di più, vero nonno?-
Maestro Fu scoppiò in una sonora risata e s’avvicinò
all’adolescente e gli poggiò una mano su una spalla per dargli coraggio e
conforto, ma intanto dentro di se rideva come non mai a discapito di ciò che
sarebbe spettato al nipote e di ciò che gli Spiriti erano capaci di combinare. Una
volta smesso di ridere, si ricompose e schiarendosi la voce portando una mano
chiusa a pugno innanzi alle labbra, indietreggiò di qualche passo e sul suo
volto andò a disegnarsi la serietà…
-Rey Fu, accetti il tuo compito di
futuro Maestro e Guardiano dell’ordine dei Guardiani e dei Miraculus
e il dovere di prenderti cura degli antichi Spiriti e dei loro Portatori?
Accetti di addestrare coloro che dovranno combattere per far si che il bene
trionfi sul male, e mantenere il delicato e importante equilibrio che io e i
tuoi predecessori hanno protetto e servito?-
-Io Rey Fu, accetto!-
Il patto era stato siglato con quelle semplici e poche
parole e l’adolescente si ritrovò illuminato da una luce verde tenue e calda
che lo percorse in tutto il corpo sino a sparire al centro del suo petto e
infine sulla mano destra andò a formarsi come un tatuaggio appena visibile
raffigurante lo stesso disegno della Miracle box, che
sparì quasi subito, ma che si sarebbe resa visibile al momento opportuno…
-Ora si, che sei fregato!-
Disse divertito il nonno.
Continua…