The Community - Tales of a Past History!

di PGV 2
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ATTENZIONE: QUESTA FAN FICTION CONTIENE PESANTI SPOILER SU “THE COMMUNITY – TALES OF AN UNDERWORLD” FIN DAL PRIMO CAPITOLO!!
SE DESIDERATE LEGGERLA, VI CONSIGLIO PRIMA DI ARRIVARE AL CAPITOLO 43 DELLA SUDDETTA FAN FICTION, IN MODO DA ESSERE PRONTI ALLA LETTURA QUI SOTTO SENZA RISCHIARE NULLA!! ;)

Eccomi qua come promesso con l’inizio ufficiale della Fan Fiction Prequel di “The Community – Tale of an Underworld”!!
Come vi avevo preannunciato già da Settembre all’interno della storia principale, da oggi parte ufficialmente la Fan Fiction che rappresenterà un prequel a tutti gli effetti della fic principale che è tuttora in corso sempre qui su EFP.
Essendo un prequel a tutti gli effetti di The Community, questa fic tratterà quello che è successo all’interno della Comunità molto prima che Lorenzo e Danilo ci arrivassero. Partiremo dal 1903 e, piano piano, arriveremo fino al 1943, anno in cui si svolge la storia principale.
Tranquilli, non toccherò ogni singolo anno, ci saranno anche salti temporali di cinque, sette, otto anni o giù di lì qualche volta, non preoccupatevi XD facendovi un esempio spoileroso su questo chap: si partirà nel 1903, ma a fine Capitolo saremo già nel 1910 ;).
Ciò non significa che si andrà sempre così velocemente, man mano che ci avvicineremo al 1943 gli eventi inizieranno a toccare più personaggi e più anni, fino ad arrivare a pochi anni dall’inizio effettivo della storia principale in cui un anno potrebbe dover prendere un chap intero :).
Non temete però, ho fatto un calcolo e questa fic prequel terminerà prima della fine della storia principale. L’ultimo Capitolo della mia “carriera da scrittore” sarà sempre l’ultimo Capitolo di The Community, e quando sarà il momento capirete perché ;).
Naturalmente il contenuto di questa fic è altamente spoiler per chi non ha mai letto “The Community – Tales of an Underworld” in vita sua, di conseguenza se qualcuno è interessato consiglio prima di leggere la storia principale arrivando al Capitolo 43, e solo dopo aver letto i primi 43 chap della storia principale iniziare questa ;).
Un ultima cosa e poi passo alla fic, promesso XD.
Dato che questa è una fic a parte, seppur collegata a quella principale, nell’Angolo dei Commenti di questa storia risponderò solo ai commenti che saranno inseriti nei Capitoli di questa fic, e nella storia principale risponderò solo ai commenti che verranno inseriti nel The Community originale. Ho scelto così anche per evitare confusioni con le risposte al commento, dato che altrimenti sia io che voi rischieremmo di non capirci molto in merito XD ;).
Tuttavia, se desiderate che posti comunque qui le risposte agli ultimi commenti arrivati nella fic principale, basta che me lo dite e già domani li pubblico. Ho dovuto prepararli in anticipo perché, dovendo cambiare PC durante le festività, non so quanto riuscirò ad usarlo e non volevo rimanere indietro a Gennaio quando sarebbe stato il momento di mandare avanti la pubblicazione T_T.
Di conseguenza mettiamola così: al momento nelle due fic rispondo solo ai commenti delle suddette fic senza fare un miscuglio tra le due, ma se lo desiderate, e nel caso ditemelo tramite mp o commento, modifico e pubblico le risposte ai commenti direttamente nel chap successivo, che sia esso della storia principale o del prequel ;).
Credo di aver detto abbastanza, di conseguenza passo immediatamente all’inizio di questa fic prequel di The Community, che svelerà il passato di molti personaggi, alcuni ben noti altri meno, e, soprattutto, svelerà misteri che nella fic principale non saranno trattati!!
È un modo di dire che vanno seguite entrambe per forza? Diciamo di sì, dato che sono comunque due fic collegate a doppia mano e che di conseguenza fanno parte dello stesso Universo, anche se i misteri risolti qui li rimarcherò comunque nella fic principale, tranquilli XD ;).
Ed ora, senza ulteriori indugi, ecco a voi il primo Capitolo della fic prequel di The Community. Buona lettura a tutti quanti!! :)


THE COMMUNITY!
TALES OF A PAST HISTORY!


CAPITOLO 01 – UN TUFFO NEL PASSATO!



Un'immensa battaglia sta per essere combattuta sottoterra.
Gli Illuminati, nascostisi per cento cinquant’anni, erano ormai pronti per sferrare il loro attacco definitivo, e gli abitanti della Comunità che non erano d’accordo con il loro modus operandi avevano deciso di agire.
Guidati da Lorenzo, Grim giunto dalla Superficie, stavano per attaccare gli uomini di Xehanort che avevano preso possesso del Palazzo Presidenziale, e quest’ultimo era già pronto ad accoglierli con il suo intero esercito.
Ma come si era arrivati a questo punto? Come questa battaglia si era potuta scatenare in un momento così delicato per la Superficie, il 1943?
Per scoprirlo bisogna fare un passo molto indietro nel tempo e ripercorrere passo dopo passo gli eventi che hanno cambiato le vite degli abitanti della società e dell’intera Comunità… prima che i fratelli Ferraro facessero capolino nella vita di tutti!!

Vecchia Villa, Comunità, 13 Giugno 1903:
In un epoca in cui la Comunità non era ancora stata visitata dai Grim, ben quarant’anni prima dell’arrivo di Lorenzo e Danilo nella società, le cose non erano così diverse come ci si potesse aspettare.
All’epoca la Comunità era già molto simile d’aspetto a come sarebbe stata quarant’anni dopo, e il Concilio dei Sette già esisteva come spiegato da Xehanort a Bulma… ed anche allora come oggi decideva delle sorti dell’intera società!
Quel giorno era stata programmata una riunione dei sette membri di spicco degli Illuminati dell’epoca, e verso le 15:00 erano già tutti radunati alla Vecchia Villa, nella sala dove di solito si tenevano gli incontri dell’organizzazione.
Anche allora una sola candela illuminava l’intera stanza, avvolta da una coltre di tenebra che sembrava quasi rispecchiare la situazione della mente e dei cuori dei cittadini della società, ed essa era posta al centro del tavolo di legno.
Le postazioni erano sempre sette, e sempre posizionate tre a destra, tre a sinistra ed una sola a capotavola, l’unica differenza rispetto al nuovo Concilio era che questa volta tutti i membri erano poggiati al tavolo, e di conseguenza erano ben visibili ed identificabili!!
I sette membri che facevano parte del Concilio dei Sette dell’epoca erano i seguenti: A capotavola c’era il Gran Maestro di allora, Charles Lamperouge, il nonno di Lelouch e Nunnally, il quale aveva quarantanove anni all’epoca ed indossava una divisa quasi militare comprendente di giacca rossa scura bordata di giallo con al centro un'area bianca con i lacci gialli, un lungo mantello viola con le spalline gialle che teneva sulle spalle e che era sorretto da un medaglione blu scuro che fungeva da laccio, dei pantaloni blu chiari e degli stivali neri bordati di giallo. Come aspetto aveva dei lunghi capelli bruni chiari, un pizzetto dello stesso colore e degli occhi celesti.
Alla sua sinistra c’era il Dr. Raichi, all’epoca trentenne, che era molto più giovane ed aveva dei lunghi capelli bruni che arrivavano fino alla vita, mentre erano totalmente assenti i baffi che avrebbe avuto da anziano, oltre che degli occhi color verde. Come abiti indossava un abito lungo arancione comprendente di cappuccio con una cintura marrone scura legata alla vita, una maglietta a maniche lunghe e dei pantaloni bordeaux sotto l’abito, degli stivali marroni scuri ed infine dei guanti marroni chiari la cui lunghezza arrivava fino a quasi i gomiti.
Alla sinistra di quest’ultimo sedeva Al Mualim, all’epoca ventitreenne, che aveva l’aspetto di un ragazzo essendo allora molto giovane rispetto a come si sarebbe presentato quarant’anni dopo. Gli abiti erano più o meno gli stessi, dato che indossava una tunica blu scura come quella che avrebbe avuto da vecchio, ciò che lo differenziava era, oltre al fatto che aveva la tunica aperta e gli si vedeva il petto non avendo la maglietta indosso, l’aspetto, dato che aveva dei folti capelli argentati che scendevano fino in fondo al collo e non presentava né la barba né il pizzetto essendo ancora molto giovane all’epoca.
Infine, a completare coloro che si trovavano alla sinistra del Gran Maestro, di fianco all’Assassino c’era Ichigo Kurosaki, colui che entro breve avrebbe fondato la Scuola di Hokuto. Egli aveva ventisette anni all’epoca ed aveva dei folti capelli arancioni, degli occhi color nocciola ed indossava quello che sembrava essere un kimono nero e bianco le cui maniche arrivavano fino a poco prima delle mani e la stessa cosa andava per le gambe fino ai piedi. Aveva una cintura bianca legata alla vita, delle calze bianche, una collana rossa attorno al collo e dei sandali marroni al posto delle scarpe.
Partendo invece dalla destra di Charles, si poteva vedere subito Madame Boss, la madre di Giovanni, che all’epoca aveva ventiquattro anni ed aveva dei lunghi capelli blu scuri che arrivavano fino alla vita, del rossetto sulle labbra, degli occhi azzurri ed indossava degli abiti eleganti come se fosse una donna in carriera. Difatti aveva una giacca rossa a maniche lunghe aperta sotto al collo per mostrare sotto una maglietta nera che partiva da poco sotto il seno, una collana di perle bianche attorno al collo, una minigonna che arrivava fino a poco sopra le ginocchia, delle lunghe calze blu scure che arrivavano fino alle cosce e delle scarpe con tacco rosse.
Alla destra di quest’ultima c’era Ansem, il padre di Xehanort, che aveva quarantuno anni ed aveva dei capelli biondi che scendevano fino alla fine del collo, una barba ed un pizzetto biondi che si univano e degli occhi di un insolito color arancione. Come abiti indossava un lungo camice bianco molto simile a quelli degli scienziati, un abito interamente nero subito sotto di esso comprendente di maglietta a maniche lunghe, pantaloni e scarpe, una cravatta blu scura, un paio di tasche sui lati del camice ed una sciarpa rossa scura attorno al collo.
Infine, alla destra di quest’ultimo c’era Stan Pines, un uomo di cinquantadue anni che aveva un aspetto strano, difatti aveva dei residui di barba su quasi tutta la faccia dall’insolita forma quadrata, oltre che dei grossi occhiali, delle orecchie quasi a sventola e un naso rosa scuro dalla forma ovale. Come abiti indossava un completo elegante nero sotto cui si poteva anche vedere una camicia bianca, oltre che un fiocchetto rosso scuro legato poco sotto al collo, delle scarpe marrone chiaro e reggeva in mano un bastone marrone scuro la cui punta era una palla da biliardo nera con inciso l’otto in mezzo alla parte bianca.
Tutti loro indossavano oltre ai loro abiti anche il soprabito marrone che contraddistingueva i membri del Concilio quando erano in riunione o in missione per conto degli Illuminati, e durante la riunione tutti stavano avendo un atteggiamento diverso l’uno dall’altro.
C’era chi come Ansem e Ichigo tenevano i gomiti poggiati sul tavolo e le mani unite all’altezza del volto, chi come Al Mualim ed il Dr. Raichi poggiavano entrambe le mani sul tavolo, chi come Madame Boss aveva poggiato il gomito sinistro sul tavolo e si teneva con il suddetto pugno la guancia con un sorrisino divertito, chi come Stan aveva un sorriso a trentadue denti stampato sul volto e chi come Charles, con entrambe le mani poggiate sui braccioli della sua sedia, aveva un sorrisino furbetto sul volto.
Il primo a parlare fu lo scienziato, il quale si rivolse al capotavola domandando “Come mai questa riunione organizzata in fretta e furia?”
L’unica donna presente lì rimarcò questo dettaglio, aggiungendo “Appunto. Ho degli affari da sbrigare, di conseguenza cerchiamo di darci una mossa!”
Fu presto detto, Lamperouge decise di accontentarli svelando immediatamente loro “Chiedo scusa per il poco preavviso con cui vi ho convocati qui, tuttavia è stato necessario a causa di una notizia dell'ultim'ora...”
“E di che cosa si tratta?” chiese stavolta Al Mualim, rimanendo serio.
Ancora una volta il nonno di Lelouch fu molto diretto, e spiegò in questo modo “… Una nuova famiglia ha deciso di abbandonare il Concilio. La famiglia Scarlett ha deciso di rinunciare alla sua posizione di agente e di vivere una vita normale, come tutti gli altri...”
La notizia non fu per nulla gradita dalla maggior parte dei presenti in quella stanza. Conoscevano tutti la famiglia Scarlett ed avevano già tutti capito che colui che sarebbe diventato il padre di Erza aveva approfittato della morte prematura del padre, devoto servitore degli Illuminati, per staccarsi da loro definitivamente.
Proprio per questo Stan, battendo la punta del suo bastone contro il tavolo, dichiarò arrabbiato “Quel maledetto rompiscatole. Ma chi si crede di essere a piantarci in asso in questa maniera? E per di più senza alcun preavviso!!”
Ichigo, che stava mantenendo la calma in quel momento, replicò alle parole di Pines sostenendo “Dovevamo aspettarcelo che il figlio ci avrebbe lasciati nel momento in cui il padre sarebbe morto. Ha sempre dichiarato di volersi staccare da noi, fin da quando era stato informato della nostra esistenza...”
“Ciò significa che neppure i suoi figli verranno informati del nostro passato e del nostro lascito...” intervenne invece Ansem, anche se lui stava parlando più a sé stesso che agli altri.
Il motivo? Stava pensando a suo figlio Xehanort, che non era neanche arrivato all’anno di età tanto era piccolo. Forse era meglio se anche lui non venisse informato del Concilio dei Sette e del loro passato…
Però quella era solamente un'idea che gli balenava per la mente in quel momento, sapeva bene che come membro del gruppo principale degli Illuminati era suo dovere informare il figlio di tutto quanto, anche se non era certo che fosse una buona idea…
A quel punto Madame Boss, incrociando le braccia davanti al petto ed assumendo un aria stizzita, fece notare “Non ci siamo. Questa è la quarta famiglia che ci abbandona in tre mesi, il numero di coloro che abbandonano la nostra causa sta aumentando sempre di più...”
“Ed aumenterà sempre di più nel corso del tempo!” fece notare allora Raichi, anche se non aveva ancora finito di parlare “Ora che hanno conosciuto il piacere di una vita normale, nessuno vorrà più partecipare ai nostri piani, ritenendoli futili...”
“E quindi vorrebbero lasciare stare coloro che ci hanno denigrati più di cento anni fa? Ma come ragiona il loro cervello?!” sembrava che l’uomo con gli occhiali non avesse per nulla gradito le parole del dottore.
Kurosaki intervenne immediatamente per dare ragione al collega, dichiarando “Stan, io sono fedele al Concilio e lo rimarrò per sempre… tuttavia va specificato che Raichi non ha del tutto torto...”
“Cosa vorresti dire?” domandò a quel punto Pines abbastanza irritato.
L’arancione non si fece attendere e spiegò “Noi ragioniamo in questo modo perché siamo al vertice, gli agenti vedono questa situazione sotto un altro punto di vista. Noi ordiamo, loro agiscono, ed è questo che sta iniziando a stufarli… combattere una guerra che ormai non è più tale. Non va dimenticato che la Superficie potrebbe addirittura essersi dimenticata di noi...”
“Questo lo escludo a priori!” ci tenne a precisare tuttavia Al Mualim, che aggiunse pure “Il Principe di Baviera e la Chiesa ci avranno fatto passare per dei criminali per più di un secolo. Non escludo che tutti in Superficie pensino che noi siamo il male assoluto e che intendiamo dominare il mondo da dietro le quinte...”
“Beh, non è neanche del tutto sbagliato se ci pensi. In fondo è quello che facciamo noi continuamente...” ci tenne a sottolineare la madre di Giovanni, il quale all’epoca aveva solo cinque anni, con un sorrisino furbetto sul volto.
In fondo la donna non aveva del tutto torto. Erano decenni che da dietro quella scrivania decidevano le sorti dell’intera Comunità da dietro le quinte, usando il Gran Maestro come Presidente in modo che diffondesse la loro voce anziché quella del popolo.
E forse era proprio questo che i loro agenti iniziavano a non digerire più, volevano che quella storia finisse una volta per tutte e che il Concilio si adattasse alla loro nuova vita, decidendo di rimanere là sotto per sempre.
I sette membri più importanti degli Illuminati continuavano a diffondere la voce tra i loro uomini che un giorno sarebbero tornati in Superficie e quella storia sarebbe stata solo un orrendo incubo, ma chi li aveva abbandonati la pensava diversamente.
Ritenevano che ormai quella era la loro vita, e dovevano decidere di mettere da parte il loro odio ed il loro sogno di rivedere un giorno il cielo per poter vivere tranquillamente nella Comunità, anche per il bene delle generazioni future.
Illuderle che avrebbero rivisto la luce del Sole e l’oceano incontrastato significava far credere loro che un giorno sarebbe stato possibile… ma ormai si stava arrivando ad un punto in cui persino i membri del Concilio iniziavano a dubitarne…
O almeno due di loro, ossia Ansem e lo stesso Gran Maestro.
Però c’era una grossa differenza tra i due, se il secondo ci stava pensando solo come forma di disillusione sul sogno di rivedere la luce senza dover per forza abbandonare le loro tradizioni, il secondo credeva veramente che la possibilità di un cambiamento fosse quasi necessaria.
Era passato più di un secolo da quando si erano trasferiti sottoterra, e ad avere avuto spirito d’iniziativa erano stati gli agenti che loro comandavano, quando dovevano essere loro i primi a farsi avanti a proporre quella diversificazione.
Si erano fermati troppo a lungo sulla vendetta, forse un momento di rassegnazione era ciò di cui avevano bisogno per poter andare avanti. In fondo vivevano bene sottoterra e la gente era felice, cos’altro potevano volere di più?
“Beh credo che a questo punto i discorsi siano futili!” decise di intervenire a quel punto Raichi “La Comunità sta cambiando, di conseguenza se vogliamo restare al passo dobbiamo adeguarci anche noi, e venire incontro al volere dei nostri agenti…”
“Questa però potrebbe essere un'arma a doppio taglio!” specificò tuttavia Ichigo, il quale andò avanti sostenendo “Non rischiamo di perdere il consenso degli agenti che ci sono rimasti fedeli se dovessimo cambiare registro proprio adesso?”
“… E se fosse necessario?”
Improvvisamente Ansem se ne uscì con queste parole, finendo naturalmente per attirare tutta l’attenzione su sé stesso, anche perché molti si stavano domandando che cosa stesse cercando di dire con quelle parole.
“Che cosa vorresti insinuare?” domandò difatti Stan, che sembrava il più perplesso di tutti.
Il diretto interessato non se lo fece ripetere due volte, ed alla fine, mantenendo entrambe le mani unite davanti al volto, spiegò quello che era il suo punto di vista e ciò che era quasi sicuro avrebbero dovuto fare per evitare di cadere in disgrazia.
“Sto solo dicendo che, arrivati a questo punto, un cambiamento potrebbe essere l’unica soluzione per far trovare la pace ai nostri antenati!” dopo qualche secondo di silenzio, il padre di Xehanort proseguì sostenendo “Per oltre cento anni abbiamo vissuto sottoterra, aspettando il momento in cui saremmo riusciti a tornare in Superficie, però rimanendo da questa parte della scrivania non abbiamo potuto vedere quello che i nostri agenti hanno notato prima di noi… che non possiamo continuare a sognare qualcosa che non vedremo mai più!”
Dopo quelle parole l’uomo decise di fare qualche secondo di silenzio, e questo ebbe modo di fargli notare che, mentre alcuni sembravano interessati a quanto stesse esclamando, altri lo stavano guardando quasi come se stesse delirando.
Questo però non lo fermò, dato che andò avanti dichiarando “Ormai non apparteniamo più alla Superficie, vivere di un sogno irrealizzabile finirà solo per distruggere noi e le future generazioni, che guarderanno verso l’alto con l’odio, con la consapevolezza che non potranno mai aspirare a qualcosa di più grande. Se rimaniamo con i piedi per terra e ci accontentiamo della vita che stiamo sostenendo qui, forse riusciremo a rinsaldare il nostro popolo, a farlo tornare ai fasti di una volta prima che fossimo tutti bollati come criminali e cacciati su in Superficie. Forse accettare la nostra nuova condizione ci permetterà di trovare la pace che tanto bramiamo...”
Nonostante la sua sembrasse una frase che dovesse continuare, in verità il suo discorso era ormai concluso, e per questo aveva chiuso gli occhi, in attesa dell’opinione che i suoi colleghi avevano della sua teoria, anche se sapeva perfettamente quali sarebbero stati i pareri generali…
E sfortunatamente sembrò avere ragione quando Madame Boss dichiarò senza tanti giri di parole “Ma che assurde ridicolaggini!!”
“Caro Ansem, mi sa che ultimamente ti è partito il cervello!” aggiunse pure Stan.
Tra tutti sembrava che loro due fossero quelli che più di ogni altro fossero contrari alla proposta che aveva appena avanzato, al punto che quasi erano scoppiati a ridere davanti a quella che ritenevano una grossa cavolata.
Ichigo invece sembrava abbastanza riluttante, dato che abbassando le mani fino a toccare il tavolo che aveva di fronte esclamò “Uhm non lo so, quanto ha detto non è del tutto sbagliato se volessimo vedere il quadro completo...”
“Non mi dirai che ti sei fatto incantare dalle sue parole? Proprio tu, che sei il guerriero più forte del Concilio e dovresti essere di conseguenza il più duro tra tutti!” sostenne tuttavia Pines, quasi a voler specificare anche i meriti dell’arancione.
Quest’ultimo, rimanendo parecchio severo, sostenne “Non sto dicendo che ha detto cose giuste, non travisare le mie parole. Ho solo detto che non ha tutti i torti, seppur abbandonare tutto sarebbe l’ultima cosa che vorrei fare...”
“Ma forse arrivati a questo punto è quasi inevitabile!” esclamò allora Raichi, decidendo di approfittare del momento per introdursi nella discussione.
Colei che stava gestendo le Rocket Foundation non sembrava tuttavia d’accordo con il loro punto di vista, al punto che quasi incavolata iniziò a dire “Ma volete scherzare? Dopo tutto quello che ho fatto per il Concilio, volete che faccia vivere mio figlio Giovanni in un mondo senza la luce del Sole?!”
“Tuo figlio ha cinque anni!” intervenne allora Ansem, cercando di chiarire il suo punto di vista “Non escludo che un giorno potremo davvero tornare in Superficie, ma se ciò non dovesse avvenire? È meglio illuderlo inutilmente che un giorno vedrà la Superficie… oppure fargli capire che le possibilità sono remote per quanto possibili?”
La donna non sembrava sapere come rispondere, forse perché sotto sotto era consapevole che non aveva del tutto torto considerato che la delusione negli occhi di suo figlio poteva essere enorme se non avesse mai potuto vedere la Superficie…
Tuttavia sembrava ancora convinta di quanto stava dicendo, al punto che, poggiandosi alla sedia ed allontanandosi di conseguenza dalla candela che non la illuminava più, affermò senza mezzi termini “Tsk fate pure quello che volete, ma per quanto mi riguardava fino a quando le Rocket Foundation continueranno a proliferare e mio figlio non ne prenderà il controllo, non smetterò mai di credere nella possibilità di tornare in Superficie!”
“Ben detto!” pareva che Stan fosse d’accordo con lei.
Anche se, a differenza di Madame Boss, specificò un altra cosa “Tuttavia devo riconoscere che anche rimanere qui non sarebbe male. Come capo della malavita della Comunità, vivrei come un nababbo fino alla fine dei miei giorni...”
“Non cambierebbe niente se ci trasferissimo in Superficie, visto che gestiresti comunque tu la criminalità in qualunque caso...” intervenne Kurosaki, mantenendo comunque il tono serio che aveva avuto fino a quel momento.
Colui che comandava la criminalità della società prima di Doflamingo si rivolse all’arancione puntandogli contro la mano sinistra, con cui adesso reggeva il suo bastone, esclamando “Al contrario di me però tu perderesti la tua preziosa Scuola di Hokuto, e so perfettamente che ci hai speso tante risorse ed energie per riuscire ad aprirla...”
“Naturale!” dichiarò Ichigo con un’aria molto severa “La Scuola di Hokuto sarà il luogo dove addestreremo i nostri futuri migliori guerrieri, grazie allo Stile di Hokuto creeremo dei combattenti invincibili che sbaraglieranno tutti i nostri nemici...”
“Cerca di tornare con i piedi per terra!” lo ammonì tuttavia Al Mualim “Inaugurerai la Scuola di Hokuto solo oggi, devi ancora trovarli i tuoi guerrieri...”
Fino a quel momento l’Assassino non aveva detto una parola in quanto, essendo l’ultimo arrivato lì in mezzo, sentiva che non era suo compito dire la sua opinione su un argomento tanto delicato e che stava quasi spaccando in due il Concilio dei Sette…
Al tempo stesso però preferiva che i suoi colleghi non si vantassero troppo, considerando che un loro esercito ce l’avevano già sotto un certo punto di vista, ossia gli Assassini stessi, ma per qualche strana ragione nessuno di loro a parte lui stesso erano stati inclusi tra gli agenti…
L’uomo ribatté dichiarando “Lo so bene, ma sono certo che non faticherò troppo a trovare qualcuno di promettente per la Scuola di Hokuto...”
“Cercate però di non cambiare argomento. La questione è davvero molto seria...”
Sembrava che Raichi avesse preso molto a cuore quanto aveva appena dichiarato Ansem, forse perché anche lui era della sua stessa opinione e credeva che fosse giunto il momento di mettere un freno alle ambizioni degli Illuminati per poter vivere la vita che la loro gente meritava…
Però pareva che il Gran Maestro stesso non fosse della stessa opinione, dato che intervenne affermando “Non è necessario tornarci!”
In questo modo Charles aveva catturato l’attenzione di tutti i presenti su di sé, ed in questo modo poté annunciare “Valuterò personalmente la possibilità di abbandonare i nostri propositi come stanno facendo i nostri agenti, per il momento direi che possiamo interromperci qui. La riunione di oggi è finita, potete andare!”
Con questo annuncio, tutti tirarono un sospiro di sollievo, forse perché non vedevano l’ora di tornare alle loro attività dato che c’era chi doveva gestire una società o un'organizzazione, chi doveva preparare un'inaugurazione e chi doveva tornare ai propri esperimenti.
Tuttavia, nonostante di facciata avesse dichiarato che avrebbe valutato personalmente la possibilità, nella sua testa sembrava ancora fortemente combattuto e, almeno momentaneamente, la mente del nonno di Lelouch era spaccata a metà.
Da una parte il suo desiderio di essere il Gran Maestro che avrebbe rivoluzionato gli Illuminati era forte, in questo modo sarebbe stato ricordato sempre come colui che aveva fatto il cambiamento e non come un “Gran Maestro passeggero”…
Ma dall’altra era consapevole che molti avrebbero potuto vedere malamente quell’idea di abbandono, ed inoltre lui stesso non sembrava tanto convinto di voler effettivamente chiudere quel capitolo della loro vita per sempre.
La Comunità era stata creata dal primo Concilio mai esistito proprio come residenza temporanea in attesa di poter tornare in Superficie, se avessero abbandonato tutto rinunciando così a tornare lassù non sarebbe stato come sputare in faccia a ciò in cui credevano i loro antenati?
Doveva ammettere che gli piaceva la vita che faceva lì, era il Presidente e comandava su tutto e su tutti, e di conseguenza continuare a perseguire l’obiettivo originale poteva dimostrarsi controproducente se gli uomini non bastavano…
Non era una decisione facile da prendere, ed anche se era fortemente attaccato alle tradizioni degli Illuminati voleva comunque prendere in considerazione l’idea di Ansem di dare un taglio drastico a tutto per il bene della società.
Anche perché, ad essere onesti, era da un po’ che stava tenendo d’occhio il padre di Xehanort, e quell’uomo oltre che saggio era anche preparato e ogni sua decisione come membro del Concilio dei Sette aveva sempre portato loro bene.
Era da un paio di anni che stava pensando ad un suo probabile sostituto per quando non ce l’avrebbe più fatta, e lui sembrava il candidato ideale…

Circa due ore dopo la fine di quella riunione, alle 17:00, l’evento della giornata stava per concretizzarsi… l’apertura della Scuola di Hokuto!!
Era un'occasione più unica che rara in quanto era la prima volta nella storia della Comunità che veniva aperto un edificio per addestrare dei guerrieri, visto che fino a quel momento la maggior parte dei suoi abitanti erano pacifici, e l’altra erano agenti sotto copertura che però erano addestrati segretamente.
C’erano gli Assassini, vero, ma loro erano considerati quasi estranei alla società, dato che vivevano in un luogo sconosciuto, che poteva anche essere esterno ai confini della Comunità, e non si facevano mai vedere da nessuno se non per assassinare la vittima.
Per l’occasione molti degli abitanti di Fantacity si erano radunati nel luogo dove stava per essere inaugurato il dojo, che era nello stesso punto dove quarant’anni dopo l’avrebbero visto Lorenzo e Danilo e con la struttura identica.
Difatti, come si poteva evincere dal kimono nero e bianco che indossava costantemente Ichigo, quest’ultimo era molto attaccato alle tradizioni dei suoi antenati giapponesi e, per evitare di rivelare le sue vere origini, aveva rivelato che gli abiti e le sue tradizioni tipiche provenivano da antenati della Comunità, anche per salvare le apparenze.
L’edificio non era ancora stato aperto del tutto e tutti si trovavano all’esterno della struttura, per la precisione erano ammassati davanti al cancello che conduceva all’interno e, proprio davanti ad esso a dargli le spalle, c’era Kurosaki.
Si trovavano lì diverse squadre di polizia, per assicurarsi che tutto procedesse senza problemi, e c’erano anche tanti giornalisti che volevano riprendere l’evento per poi trasmetterlo sulla propria emittente quella sera stessa…
Ed infine c’erano anche i civili, che erano i più contenti della notizia perché molti di loro intendevano svolgere i test d’ammissione fin da subito… almeno coloro che non sapevano nulla del Concilio dei Sette ovviamente.
Gli altri, soprattutto coloro che sapevano ma l’avevano abbandonato recentemente o in passato, erano convinti che fosse una mossa commerciale del Concilio per spingere i suoi vecchi affiliati a tornare da loro…
Ma era tutto inutile, di sicuro non sarebbe stata l’apertura di una scuola a fargli cambiare idea, e di questo ne erano assolutamente certo, anche se alcuni avevano deciso comunque di presenziare all’apertura giusto per curiosità.
In quel momento si trovava alla destra di Ichigo il Presidente Charles in persona, essendo la prima scuola di lotta che veniva aperta nella Comunità aveva ritenuto giusto che il capo della società presenziasse alla cerimonia.
Fu proprio quest’ultimo a prendere la parola, iniziando a dire “Ringrazio tutti per essersi radunati qui ad assistere ad un evento storico come questo!”
Inutile dire che furono tutti felici di sentire parlare il Lamperouge, egli era un capo di Stato molto amato tra i cittadini in quanto era conosciuto per perdonare chiunque si mettesse nei guai, certe volte risparmiava persino i criminali se davvero pentiti delle loro malefatte.
Questo gli aveva fatto guadagnare l’approvazione del popolo, e gli avevano fatto guadagnare il soprannome di Charles il Misericordioso!
Naturalmente non aveva ancora finito il bruno, dato che proseguì subito dopo sostenendo “Per anni l’idea di una scuola che insegnasse le arti marziali ha attraversato la mente dei miei predecessori, nessuno però ha mai avuto l’opportunità di farla aprire perché non ha mai ricevuto il progetto giusto… fino ad oggi!!”
Prima di andare avanti, l’uomo si voltò ad osservare l’arancione “Quando un paio di anni fa il qui presente Ichigo Kurosaki è venuto da me con la proposta di una scuola di lotta che rispecchiasse le tradizioni di alcuni dei nostri antenati ed al tempo stesso desse l’opportunità agli altri di imparare lo Stile di Hokuto, la tecnica di lotta che il qui presente ha inventato e perfezionato nel corso degli anni, non ho potuto rifiutare!”
Tornando ad osservare il pubblico, egli affermò “Nessuna conoscenza è proibita qui nella Comunità per chi ne è degno, e per questo ho appoggiato l’idea del Signor Ichigo di aprire una scuola per insegnare ai più meritevoli l’arte marziale che contraddistingue la nostra società. Posso solo sperare che vi iscriverete in tanti, ed appoggerete questo progetto così come ho fatto io!”
A quel punto però fu l’altro membro del Concilio dei Sette a prendere la parola, esclamando “Tenere quanto ho inventato per me sarebbe stato egoistico, per questo chiunque si rivelerà degno di imparare l’arte marziale definitiva, come piace definirla a me, avrà l’opportunità di ottenere uno stile di lotta che gli permetterà di aiutare i più deboli, amplificare le sue conoscenze e migliorare la propria concentrazione!”
Alla fine del discorso, Kurosaki decise di chiudere del tutto l’inaugurazione annunciando a gran voce dopo aver esteso entrambe le braccia lateralmente con i palmi rivolti verso l’alto “Da adesso, la Scuola di Hokuto è ufficialmente aperta al pubblico!!”
Alle parole dell’arancione seguì un boato immediato del pubblico, o almeno della maggior parte. Tutti desideravano il momento in cui una scuola che insegnasse le arti marziali venisse aperta, e finalmente quel sogno si era realizzato.
Essendo una società pacifica la loro, nessuno aveva mai avuto il desiderio di addestrarsi, seppur molti avessero espresso il desiderio fin dall’inizio, e di conseguenza quell’inaugurazione era stato un grosso passo in avanti per tutti loro.
Con dei guerrieri in circolazione si sarebbero tutti sentiti più sicuri, e ben sapendo che chiunque poteva diventare un bersaglio della gilda di Masyaf, visto che il modo in cui selezionavano le vittime era sconosciuto ai più, era sempre un bene...
Tuttavia c’era un appunto che andava fatto e che tutti coloro che si trovavano lì avevano il diritto di sapere, proprio per questo uno dei giornalisti presenti pose il dubbio all’arancione “Mi scusi Signor Ichigo, avrei un dubbio riguardo l’iscrizione alla scuola...”
Quest’ultimo, senza alcun problema, si limitò a rispondere “Prego, chieda pure!”
E così il diretto interessato non ci pensò due volte a chiedere “Ha specificato che insegnerà lo Stile di Hokuto a chiunque riterrà degno di poterlo imparare, con quale criterio deciderà chi potrà apprenderle e chi no?”
In effetti quella era una bella domanda, dato che né lui né tanto meno Charles avevano accennato alla prova che tutti avrebbero dovuto sostenere se volevano entrare nella Scuola di Hokuto, e proprio per questo decise di spiegarlo immediatamente “Chiunque si iscriverà alla scuola dovrà sostenere un test d’ingresso che consiste nel combattere contro di me per un determinato lasso di tempo. Sarà in quei preziosi minuti che valuterò le capacità di chi ho di fronte per capire se posso ammetterlo o meno alla Scuola di Hokuto. Ma badate bene, non bisogna per forza vincere per passare, così come non si deve dare per scontata l’eliminazione qualora doveste perdere la sfida. Saranno altri fattori a determinare chi potrà diventare mio apprendista...”
“E non abbiamo ancora detto la parte migliore!”
Ad intervenire fu Lamperouge, che in questo modo attirò l’attenzione su di sé non solo del giornalista ma anche di tutti gli altri presenti, ad eccezione di Kurosaki che sapeva perfettamente cosa stava per dire.
“Tutti i membri della Scuola di Hokuto, il Signor Ichigo compreso, potranno essere assunti da chiunque per svolgere un lavoro di protezione. Potranno diventare le guardie del corpo di chiunque di voi per un determinato lasso di tempo qualora vi sentiste minacciati, e di conseguenza chiunque vorrà iscriversi dovrà essere ben consapevole che dovrà anteporre il bene della Comunità e di ogni singolo cittadino al proprio!”
“Non avrei saputo dirlo meglio, Signor Presidente!” naturalmente l’arancione non ebbe nulla da ridire, e per questo si limitò a rispondere in questo modo sorridendo a sua volta.
Alla fin fine il giornalista si ritenne soddisfatto di quanto gli era stato appena detto, e per questo si limitò a sorridere e ad annuire convinto, mentre tutti gli altri iniziarono a tempestare di altre domande i due uomini che erano davanti a tutti.
Erano per lo più domande futili, ma i due membri del Concilio erano comunque contenti di rispondere ad ognuna di loro… facendo bene a mente di tenere tutti all’oscuro del vero scopo della Scuola di Hokuto.
Con la mancanza di personale che avevano provocato i vari abbandoni degli agenti, avevano bisogno di nuovi collaboratori ed il dojo era il sistema migliore per trovare nuovi guerrieri che fossero all’altezza dei compiti che sarebbero stati assegnati loro.
Solamente gli Illuminati ed i loro uomini erano al corrente del fatto che la scuola servisse a questo scopo, e tutti gli altri dovevano rimanerne all’oscuro… e sembrava che fino a quel momento stesse funzionando molto bene il loro piano.
La gente era letteralmente entusiasta di quello che stava vedendo, molti stavano anche pensando di tentare l’iscrizione appena Ichigo avesse dato il via alle selezioni, altri invece erano solamente felici e basta.
Tra il pubblico c’erano tanti abitanti di Fantacity come già specificato, però anche abitanti di altre città della Comunità avevano deciso di spingersi fino a lì non solo per l’inaugurazione, ma anche per poter vedere il Presidente di persona, dato che difficilmente si spostava oltre la sua abitazione ed il Palazzo Presidenziale.
Tra il pubblico c’erano anche individui ben conosciuti che all’epoca erano ancora dei bambini e di conseguenza non erano propriamente consapevoli del mondo che li circondava, anche se sapevano che cosa stava succedendo quel giorno.
In mezzo a loro c’era anche una piccola Bulma, che all’epoca aveva unicamente cinque anni, che stava assistendo a tutto con un dolce sorriso sulle labbra, insieme ai suoi genitori che la tenevano per entrambe le manine, la madre a sinistra ed il padre a destra.
A quell’età Bulma aveva dei corti capelli azzurri raccolti in due piccole code di cavallo, una a destra ed una a sinistra, che erano tenute da due nastri fatti di perline rosse, inoltre aveva degli occhioni più grandi rispetto a come li avrebbe avuti da adulti ed indossava una maglietta senza maniche verde scura, una gonnella color viola e delle scarpine rosse con dei calzini neri.
Era davvero molto felice di quello che stava vedendo, aveva difatti la bocca aperta mentre ancora per poco saltava sul posto, con i genitori che quasi facevano fatica a tenerla, anche se erano ben consapevoli del carattere della figlia.
“Che bello. Hanno aperto una scuola di lotta, che bello!!” fu quello che disse la bambina.
Per lei era una bella notizia perché aveva sempre desiderato potersi allenare per “pestare i cattivi”, anche se era consapevole che suo padre e sua madre difficilmente avrebbero accettato che si dedicasse alle arti marziali.
Anche se erano brave persone, lei era un avvocato e lui un ingegnere di successo ed entrambi desideravano che la figlia si dedicasse a carriere professionali, cosa che sarebbe stata impossibile se avesse deciso di iscriversi alla Scuola di Hokuto e fosse stata accettata.
Ma per la piccola non era di certo un problema, forse le sarebbe dispiaciuto non poter percorrere la via del guerriero, però al tempo stesso desiderava diventare una brava persona che potesse aiutare il prossimo, e si sarebbe concentrata soprattutto su questo.
Anche colui che sarebbe diventato il suo futuro marito era presente tra il pubblico. Il piccolo Vegeta all’epoca aveva quattro anni e, a differenza di Brief, era andato all’inaugurazione da solo e senza i suoi genitori.
Si poteva forse ritenere un comportamento inappropriato, però i suoi genitori lavoravano ogni giorno perché erano una famiglia molto povera e lui era abituato ad andare in giro da solo, inoltre la criminalità era davvero ridotta, anche se comunque presente, e quindi non rischiava nulla ogni volta che usciva di casa.
Vegeta aveva dei lunghi capelli neri che si estendevano verso l’alto a formare quasi una punta con delle ciocche che uscivano comunque dal “mucchio”, dei ciuffi che scendevano dalla fronte, degli occhi color nero ed uno sguardo abbastanza truce. Indossava una maglietta senza maniche bianca con il centro color bordeaux, una piccola cintura marrone attorno alla vita, dei lunghi pantaloni blu chiari e delle scarpe bianche.
Quale era la sua opinione in merito alla Scuola di Hokuto? Si poteva dire neutrale.
A lui non cambiava niente, dato che sapeva difendersi da solo e l’allenarsi era l’ultimo dei suoi problemi. In quel momento voleva pensare soprattutto a sopravvivere, date le condizioni precarie in cui viveva.
“Una scuola di arti marziali? Tsk, è qualcosa da ricchi, non certo adatta a me...” disse il bambino senza tanti giri di parole ed entrambe le braccia incrociate.
Nonostante l’età era già maturato abbastanza a causa della situazione in cui viveva, si poteva dire che la sua infanzia non se la stava godendo perché stava cercando di tirare avanti più che poteva, non aveva tempo per i divertimenti come sosteneva lui.
Anche la madre di Naruto era presente alla cerimonia, anche lei come il futuro marito di Bulma aveva quattro anni e, così come Brief, era molto eccitata per l’apertura del dojo… ma per motivi diversi rispetto all’azzurra.
Lei infatti era già abbastanza aggressiva a quell’età, non attaccava briga con nessuno e cercava sempre di dare una mano per il limite del possibile, però se qualcuno la importunava non esitava a rispondere a tono e con cattiveria quasi.
Non era mai arrivata alle mani perché quando si arrabbiava faceva paura a tutti i bambini, però un paio di volte c’era andata abbastanza vicino… e proprio per questo riteneva davvero entusiasmante una scuola di arti marziali.
All’epoca Kushina aveva dei corti capelli rossi che arrivavano fino a poco sopra le spalle, un paio di ciocche che scendevano sulle guance fino a posarsi sul mento e degli occhi celesti molto più duri rispetto a quando sarebbe diventata la madre di Uzumaki. Invece come abito ne indossava uno lungo senza maniche di colore giallo che arrivava fino alle cosce, con sotto una maglietta a maniche corte blu a quadretti grigi, una fascia verde scura attorno alla vita e delle scarpe marroni con le punte aperte.
Il suo pensiero in quel momento era solamente “Questa sì che è una bella notizia!!” affermò difatti sollevando il pugno sinistro fino a portarlo davanti al volto ed assumendo anche uno sguardo determinato, oltre che un sorrisino beffardo.
Ma non aveva ancora finito, dato che proseguì sostenendo “Potrebbe essere la volta buona che quelle persone cattive spariscano dalla Comunità, dato che la polizia ha problemi a tenerli buoni tutti quanti!”
Anche se era solo una bambina, era già perfettamente consapevole di come funzionava la società in cui viveva, dato che i suoi genitori erano lui uno storico e lei praticamente la segretaria di Charles che si occupava delle sue mansioni.
Proprio per questo era convinta che avere dei combattenti allenati da Ichigo che potessero essere assunti da chiunque ne avesse bisogno potesse essere una manna per sbarazzarsi della criminalità una volta per tutte, dato che anche se era ridotta esisteva comunque.
Infine tra il pubblico c’era un ultimo ragazzo, un giovane di sedici anni che, separato dal resto della folla e posizionato dall’altra parte della strada ad osservare là verso la Scuola di Hokuto, aveva uno sguardo truce e quasi arrabbiato.
Era Sebastian Michaelis, che all’epoca aveva sedici anni ed aveva un aspetto molto diverso da come avrebbe avuto da adulto.
A quei tempi difatti aveva dei corti capelli neri quasi a caschetto, con solo qualche ciuffo ribelle, degli occhi rossi molto penetranti ed indossava degli abiti molto malconci, praticamente sembrava quasi un barbone dato che aveva una giacca marrone scura a maniche lunghe che arrivava fino a poco sopra i piedi, un golfino color verde nocciola, dei pantaloni bordeaux che arrivavano fino a poco sotto le ginocchia e delle scarpe marroni. Inoltre emanava un odore abbastanza nauseante, motivo per cui stava separato dagli altri.
Come mai era in quelle condizioni? Perché la criminalità l’aveva spinto fino a quella situazione!! Due anni prima i suoi genitori erano due poliziotti, che erano stati uccisi durante una rapina che era avvenuta nella banca centrale di Fantacity.
I criminali erano stati arrestati, ma purtroppo sia suo padre che sua madre erano stati uccisi dai tre uomini che avevano sparato contro le forze dell’ordine. Entrambi erano in prima linea in quell’occasione, e per questo fecero una brutta fine.
Sebastian rimase traumatizzato dalla notizia… ma la cosa che lasciò ancora più furente il ragazzo fu che i tre uomini che avevano assassinato la sua famiglia erano stati rilasciati da Azkaban circa tre mesi prima per buona condotta, in pratica erano tornati in libertà senza aver pagato per quello che avevano fatto.
Da quando la sua famiglia era morta, aveva iniziato a fuggire rifiutandosi di andare in orfanotrofi e case famiglie, diventando un abitante della strada a tutti gli effetti e vivendo di quel poco che riusciva a racimolare per poter vivere.
Aveva scelto lui quella vita, perché si rifiutava di stare insieme alla gente che aveva negato la giustizia ai suoi genitori, riteneva che fossero TUTTI colpevoli, i criminali per averli uccisi e le autorità per non aver fatto nulla dopo la loro morte…
Anche la Comunità stessa aveva le sue colpe, nessuno aveva protestato quando erano stati rimessi in libertà, nessuno aveva battuto ciglio, come se si fossero totalmente dimenticati di suo padre e sua madre che si erano sacrificati per consegnarli alla giustizia.
Era fermamente convinto che ci fosse qualcosa dietro, e proprio per questo stava osservando il Presidente dall’altra parte della strada. Sarebbe stata la sua occasione per poterlo interrogare e sapere perché neppure lui aveva fatto nulla…
Però c’erano troppe persone, ed era vicino ad Ichigo, colui che era considerato il guerriero più forte della Comunità, di conseguenza rischiava davvero tantissimo, e non voleva tornare dai suoi genitori fino a quando non avesse fatto chiarezza su quanto accaduto.
Doveva aspettare il suo momento, prima o poi avrebbe incontrato un pezzo grosso della Comunità… ed allora sì che avrebbe ottenuto le risposte che voleva!!

Fantacity, Comunità, 14 Maggio 1907:
“Non vi avvicinate!!”
Quattro anni erano passati dall’inaugurazione della Scuola di Hokuto, e la situazione di Sebastian, ormai ventenne, da allora non era cambiata affatto, anzi era peggiorata.
Il ragazzo aveva cercato con ogni mezzo di arrivare al Palazzo Presidenziale e parlare con il Presidente o il Vice Presidente, ma era sempre stato bloccato nella hall dell’edificio dalla segretaria del capo della società.
Evidentemente doveva aver fiutato le sue cattive intenzioni, ed il non aver mai avuto l’opportunità di parlare con egli aveva finito per farlo quasi impazzire, anche se la maggior parte della colpa proveniva dalla situazione precaria in cui era ancora.
Per tutti quei mesi aveva vissuto in povertà, ed aveva finito per diventare un criminale che rapinava le persone, i negozi ed in alcune occasioni anche le banche, ma non per cattiveria. Voleva solamente sopravvivere senza dover dipendere dalla società che l’aveva abbandonato.
Proprio per questo, nonostante avesse ricevuto diverse offerte dalla criminalità organizzata capeggiata da Stan Pines, aveva sempre rifiutato. Lui non era un criminale perché gli piaceva come tutti loro, lo era solo per necessità di vivere, e per questo intendeva continuare ad agire da solo, e per il membro del Concilio non c’erano problemi… purché non avesse interferito nei suoi affari naturalmente.
Per poter essere più minaccioso, Michaelis aveva rubato qualche giorno dopo l’inaugurazione del dojo di Ichigo un paio di coltelli ad una bancarella del mercato di Fantacity, e dopo circa un paio di mesi aveva imparato a maneggiarli come se fossero delle armi.
Quello, unito all’esperienza che aveva accumulato in quei quattro anni, gli avevano permesso di diventare un vero maestro nell’uso dei coltelli. Anche se non sapeva combattere, poteva comunque contare sulle sue preziose armi.
Ed era proprio grazie alle sue capacità che era riuscito a portare a compimento i suoi colpi migliori ed era riuscito a farla sempre franca… ad eccezione di quell’occasione!
Sebastian quel giorno aveva rapinato una delle banche di Fantacity, e grazie alle sue capacità con i coltelli aveva disarmato le due guardie in un attimo e si era fatto consegnare il bottino… tuttavia la sfortuna aveva giocato a suo sfavore in quell’occasione.
Una pattuglia della polizia si trovava nelle vicinanze, ed era riuscito a raggiungere il ragazzo proprio mentre stava uscendo dalla banca. Aveva fatto molta pratica per riuscire ad entrare ed uscire dagli edifici rapinati in meno di un minuto, ma in quell’occasione non era servito a nulla.
Avendo delle pistole, Michaelis si era visto obbligato a scappare da loro, che fortunatamente per lui avevano l’ordine di non sparare alle spalle se non estremamente necessario, e dopo diversi minuti di inseguimento si era ritrovato in trappola.
Era in un vicolo di Fantacity costituito da uno spesso muro di cemento che era alto circa 30 metri, e che purtroppo per lui non poteva scavalcare dato che non si era addestrato per quel genere di fughe non essendosi mai presentata l’occasione.
Inutile dire che in questo modo i due poliziotti poterono raggiungerlo in un battibaleno e, infilatisi anche loro nel vicolo, avevano puntato entrambi le proprie pistole contro il ragazzo, che aveva reagito incitando loro di non muoversi.
Aveva allargato entrambe le braccia brandendo i suoi due coltelli, sembrava quasi pronto alla morte piuttosto che essere catturato ed essere rinchiuso ad Azkaban, quella prigione “corrotta” come la definiva lui da dopo che gli aguzzini dei suoi genitori erano stati liberati.
I due agenti però non sembravano intenzionati a mollare, e difatti uno di loro dichiarò “Ragazzo, butta giù quei coltelli. Abbiamo l’ordine di ucciderti se dovessi obbligarci a farlo!”
Quelle parole però non furono sufficienti a far desistere il ragazzo, il quale continuò ad osservarli con occhi carichi di furore e digrignando i denti. Sembrava quasi pronto a lanciarsi contro di loro in un attimo.
Ed in effetti le parole che uscirono dalla sua bocca furono “Meglio la morte!!”
Sembrava una dichiarazione abbastanza eloquente delle sue intenzioni, difatti aveva portato il piede sinistro in avanti come se volesse lanciarsi contro di loro in un disperato tentativo di disarmarli e scappare.
Dall’altra parte però i due poliziotti erano già pronti a fare fuoco, ed in quel probabile conflitto era chiaro che al 90% il giovane sarebbe morto, perché nel momento in cui si fosse lanciato verso uno l’altro avrebbe fatto fuoco, mirando al centro della testa là dove avrebbe potuto garantirgli morte sicura sul colpo…
Tuttavia il probabile contrasto fu evitato nel momento in cui qualcuno parlò da dietro i due agenti “Fermi tutti!!”
Quella tonalità di voce era ben conosciuta da tutti e tre, al punto tale che sgranarono gli occhi in un attimo ed i due agenti si voltarono anche alle loro spalle increduli per avere conferma della loro intuizione…
Ed effettivamente scoprirono che a parlare era stato Ansem, il quale era a pochi metri da loro con entrambe le braccia dietro la schiena, uno sguardo parecchio severo e con indosso gli stessi abiti che aveva quando era con il Concilio ad eccezione del soprabito marrone!!
Uno dei due agenti, ancora incredulo, affermò “S-Signor Vice Presidente?! Che cosa ci fa qua?!”
Il padre di Xehanort, che a quell’epoca era il secondo in comando di Charles, inizialmente non pronunciò nessuna parola, continuando ad osservare prima i due uomini e successivamente il ragazzo, ancora tutti e tre a dir poco perplessi.
Dopodiché, avanzando lentamente e finendo per superare i due uomini portandosi a pochi metri dal criminale, rispose sostenendo “Ho visto una volante della polizia con i fari accesi fuori da questo vicolo, ed ho voluto indagare personalmente. Che cosa sta succedendo qui?”
L’altro agente, dopo essersi leggermente ripreso, cercò di spiegare “E-Ecco Signor Vice Presidente… questo ragazzo ha appena rapinato una banca e noi abbiamo cercato di catturarlo, ma sembra voler morire piuttosto che farsi arrestare!”
“È un criminale recidivo, sono sei anni che continua a compiere furti in giro per l’intera Comunità facendola sempre franca, tuttavia stavolta siamo riusciti ad inchiodarlo!” spiegò invece il suo collega.
All’uomo bastarono quelle parole per capire chi avesse di fronte. Doveva essere il ragazzo che costantemente cercava di avere un appuntamento con il Presidente ma era sempre stato bloccato dalla segretaria del Palazzo Presidenziale.
Gli era stato descritto, e la descrizione combaciava perfettamente con quell’individuo, anche se i vestiti che aveva indosso sembravano più piccoli rispetto a quelli che gli erano stati detti, ma in questo caso poteva essere semplicemente la crescita del corpo.
Essendo gli stessi abiti di quattro anni prima, ossia quando si era presentato all’edificio principale della società la prima volta, era probabile che diventando più grande quei vestiti gli fossero diventati sempre più stretti, ma in mancanza di altro si era dovuto lo stesso tenere quelli.
Ciò però aveva poca importanza, dato che finalmente aveva l’occasione di parlare direttamente con chi aveva cercato un colloquio con il Presidente della Comunità, che segretamente era anche il Gran Maestro del Concilio dei Sette e di conseguenza il suo superiore, ben due volte.
“Capisco...” rispose difatti alle parole degli agenti.
Invece Sebastian, terminato il momento in cui era rimasto scioccato della presenza di quell’uomo davanti a lui, finì per digrignare i denti dal furore, al punto che si poteva leggere l’odio all’interno dei suoi occhi in collera.
Erano anni che cercava di parlare con il capo della società per avere chiarezza su quanto fosse successo dopo la morte dei suoi genitori, e finalmente aveva occasione di esaudire il suo desiderio. Poco importava se era il Vice Presidente, andava bene anche lui!!
“Grrr!” era l’unica cosa che usciva dalla bocca di Michaelis.
Nonostante la situazione molto pericolosa, Ansem non si scompose neanche per un momento e, facendosi coraggio, cercò chiarimenti sui sospetti che aveva avuto “Tu devi essere il ragazzo che da quattro anni cerca un colloquio con me o il Presidente, non è così?”
“E che da quattro anni viene costantemente cacciato dal Palazzo Presidenziale!! Cos’è, avete paura che possa svelare i vostri segreti più oscuri, luridi infami?!”
“Bada a come parli, raga...”
Uno degli agenti stava già rispondendo a tono davanti all’arroganza che aveva dimostrato il ragazzo, però il padre di Xehanort aveva subito sollevato la mano destra come ad indicargli che doveva fare silenzio.
Era chiaro cosa stava dicendo, era una questione tra loro due, e quei poliziotti non dovevano interferire. Nonostante fossero molto contrari a quella politica, era un loro superiore e non potevano opporsi ad un suo ordine.
Così Ansem, tornando a volgere la sua attenzione verso il ragazzo, gli intimò “Posso sapere come mai ci ritieni degli infami? Noi cerchiamo di rendere la Comunità un posto migliore, quest’appellativo non lo ritengo opportuno nei miei confronti ed in quelli del Presidente!”
“Oh suvvia, piantala con questa stupida recita. Quattro anni fa avete tirato fuori la vostra vera natura, quindi con me non attacca!!” lo provocò tuttavia Sebastian sempre più alterato.
L’uomo continuò ad osservarlo con un aria fredda, non aveva idea di che cosa era potuto succedere quattro anni prima, e non doveva c’entrare il Concilio dato che quel ragazzo non ne faceva parte.
Così decise di domandare “E come ti avremmo danneggiato, se è possibile chiederlo?”
“Abbandonando me e la mia famiglia!!” replicò a quel punto il ragazzo senza esitazione.
Ma non aveva ancora finito lì, dato che subito dopo, volendo rivolgersi anche ai due agenti presenti per rinfrescargli la memoria, rivelò a voce alta “Il mio nome è Sebastian Michaelis, figlio dei coniugi Michaelis che sei anni fa sono stati uccisi per sventare una rapina in banca e che voi avete abbandonato!!”
Ai due poliziotti tornarono alla mente l’uomo e la donna a cui si stava riferendo il giovane. All’epoca li avevano conosciuti ed erano due bravi agenti di polizia, era stata davvero un'orrenda fatalità quanto era accaduto loro.
Anche il padre di Xehanort si ricordava di quel fatto, però quello era stato un incidente, per quale motivo sosteneva che la Comunità li aveva abbandonati?
Decise di domandarlo immediatamente “… Quanto accaduto ai tuoi genitori è stata una tremenda fatalità, ma quell’incidente è stato frutto di tremende coincidenze. Quali colpe possiamo avere noi in quanto società?”
“PIANTALA DI FARE FINTA DI NON SAPERE!!!”
Il nero aveva buttato fuori tutta la rabbia che stava trattenendo da sei anni a quella parte con quell’urlo, ma non aveva ancora finito dato che poi proseguì a parlare, anche se con tono leggermente più basso rispetto a prima seppur sempre alterato.
“Dopo aver condannato quei bastardi che li hanno ammazzati, quattro anni fa li avete tirati fuori da Azkaban per buona condotta! In questo modo sono potuti tornare alla loro vecchia vita criminale, ed io lo so perché bazzico quell’ambiente da quando sono morti i miei genitori!!”
I due poliziotti sembravano disinteressati a quella spiegazione, perché quanto accadeva nel carcere di massima sicurezza non era affare loro… al contrario, sembrava che il Vice Presidente stesse capendo dove volesse andare a parare, e proprio per questo dentro di sé iniziò a nascere un terribile dubbio…
Un dubbio che si colmò nel momento in cui Michaelis chiuse il suo discorso affermando “Avete disonorato la memoria di due poliziotti onesti rilasciando individui pericolosi solo per il vostro tornaconto personale!! Né lei né il Presidente avete fatto nulla per impedire quella scarcerazione, ed in questo modo avete abbandonato i miei genitori lasciando che siano morti per nulla!! È in questo modo che cercate di rendere la Comunità un posto migliore? Fammi il favore, non ti crede nessuno!!”
Bastarono quelle parole per capire come mai Sebastian era così alterato… era stato una vittima del Concilio dei Sette, proprio quello che aveva temuto quattro anni prima!!
I tre uomini che avevano ucciso la sua famiglia erano sottoposti diretti di Stan Pines, che aveva fatto pressione costante su Charles affinché i suoi sottoposti fossero lasciati liberi, dato che li riteneva molto utili per le sue attività.
Il Gran Maestro aveva accettato, ma per evitare che sorgessero troppi sospetti aveva deciso che inizialmente li avrebbero fatti condannare, e solo dopo un paio di anni li avrebbero tirato fuori per “buona condotta”, bastava che durante la loro incarcerazione non avessero attirato l’attenzione.
Quei favoreggiamenti avevano danneggiato la Comunità fin da quando i loro antenati si erano trasferiti sottoterra, e proprio in quel momento aveva di fronte il risultato sulla gente comune di tutte quelle che lui riteneva ingiustizie.
Quattro anni prima aveva esposto al Concilio la sua idea che avevano bisogno di un grosso cambiamento, che dovevano iniziare a rinunciare all’idea della Superficie per vivere sottoterra, e davanti a sé aveva la prova che la politica adottata dai Concili precedenti non funzionava più.
Rimanendo ai vertici della Comunità influenzavano troppo le vite di coloro che avevano rinunciato all’idea della vendetta, ed anche i coniugi Michaelis rientravano tra di loro. Quando era nato loro figlio, avevano abbandonato gli Illuminati perché non volevano crescerlo nella vendetta…
E come li avevano ripagati i suoi compagni? Con la vendetta.
Avevano approfittato del loro incidente per disonorare la memoria di quei “traditori” e far perdere fiducia al loro unico figlio nella società che gestivano, che razza di Vice Presidente avrebbe potuto permettere una cosa del genere?!
Lui era stato all’oscuro di tutto e non si era interessato alla vicenda per via dei suoi progetti… ed in quel momento se ne stava pentendo amaramente. Se solo lo avesse saputo prima, avrebbe potuto rendere il caso dei coniugi Michaelis come il suo esempio lampante di come rimanere saldi alle antiche tradizioni stava lentamente distruggendo la loro umanità.
La vendetta aveva consumato gli Illuminati per troppo tempo, ed a pagarne le spese era chi ci aveva rinunciato per poter vivere una vita normale, come il ragazzo che aveva di fronte… ma poteva ancora rimediare, almeno con lui!!
Se avesse cambiato l’intero Concilio, avrebbe potuto rendere la Comunità un posto migliore e convincere tutti gli agenti, anche i più estremisti, che era arrivato il momento di accettare il loro fato e di vivere là sotto per sempre… e Sebastian poteva aiutarlo!!
I suoi colleghi l’avevano rovinato, e lui intendeva aiutarlo donandogli un lavoro, seppur non troppo privilegiato affinché potesse partire dal basso e dimostrare a tutti che anche chi era entrato da poco tra gli Illuminati poteva fare la differenza, una nuova vita… ed una casa.
Proprio per questo, dopo essere rimasto in silenzio per parecchi secondi, cercò di parlare al giovane dichiarando “… Ragazzo, so perfettamente che cosa stai provando. Ti sei sentito tradito dalla società che aveva giurato di difendere gli innocenti, ed hai ragione a lamentarti. Se solo avessi saputo prima quanto accaduto, non avrei mai permesso la loro scarcerazione...”
“Bugie, bugie! Tutte bugie!!”
A dir poco adirato, Sebastian finì per girarsi di scatto alle sue spalle e lanciare il coltello che teneva con la mano destra contro il muro che aveva dietro di sé, facendo sì che si conficcasse alla parete rimanendovi incastrato.
Era stato un modo per sfogarsi, l’ultima cosa che voleva era uccidere qualcuno nonostante la sua rabbia repressa, ed aveva agito in quella maniera per evitare di ficcare quella lama dritta nel petto del Vice Presidente, a quel punto sì che non avrebbe avuto più scampo.
Ma ciò non significava che non poteva continuare a sfogarsi su di lui, e difatti tornando a guardarlo affermò “Lei è il Vice Presidente, e sostienw di non aver mai saputo per sei anni quanto accaduto ai miei genitori? Non ci crede nessuno!”
Dopodiché iniziò lentamente ad avvicinarsi a lui, mentre continuava a dichiarare “Voi siete l’élite dell’élite, e ci guardate dall’alto verso il basso perché noi siamo i sudditi che non contano nulla, e voi i comandanti che decidono della nostra vita come se fossimo dei giocattoli. Avete abbandonato me e la mia famiglia perché di noi non ve ne importava nulla!!”
Infine, fermandosi a circa tre passi dall’uomo, concluse il suo discorso sostenendo “Voi siete i potenti, noi la terra che continuate a calpestare!”
Aveva una visione davvero pessimista della vita, e Ansem non poté fare a meno di dispiacersi moltissimo nel vedere un ventenne aver perso la fiducia nella società che viveva… ma intendeva rimediarvi immediatamente!
Proprio per questo, facendo un paio di passi in modo da portarsi a pochi centimetri dal ragazzo, lo guardò quasi dritto negli occhi e gli disse “… Hai ragione, molti la pensano così. Ed è il mio compito impedire che quanto accaduto a te ed ai tuoi genitori possa capitare a qualcun altro.
Lasciare tutto così com’è significa lasciare che i nostri antenati siano morti invano, volevano una vita migliore per noi… invece siamo diventati proprio come i Grim della Superficie!!”
Michaelis si era reso conto che aveva fatto un'analogia con il termine Grim. In fondo significava sinistro, e come sosteneva lui i potenti avevano complottato alle sue spalle per rendere vano il processo ai criminali che avevano ammazzato la sua famiglia.
L’uomo non aveva ancora finito, dato che dichiarò subito dopo “Intendo rivoluzionare questo sistema, avevo bisogno solamente dello stimolo necessario, della scusa da usare per poter cambiare le cose. Tu me l’hai appena fornita, ed è per questo che ti sarò eternamente grato… e desidererei rimediare cominciando da te!!”
Il ragazzo che aveva di fronte non sembrava comprendere che cosa stesse cercando di dire, al punto tale che sollevò il sopracciglio sinistro domandandosi che cosa volesse, il tutto però senza mai mollare il suo fedele coltello che teneva con la mano sinistra.
Proprio vedendo la sua perplessità il membro del Concilio dei Sette decise di parlare in maniera più chiara, sicuro che quello che gli avrebbe proposto gli avrebbe fatto sicuramente piacere, anche se forse inizialmente si sarebbe scandalizzato.
“Intendo rimediare agli errori commessi nei tuoi confronti, offrendoti un lavoro, una nuova famiglia ed una nuova vita! Mio è stato l’errore, ed io rimedierò assumendoti come maggiordomo di casa mia. Sfortunatamente non posso darti un ruolo maggiore perché i passi vanno compiuti molto lentamente, ma intendo aiutarti il più possibile, e partire da un lavoro che ti permetterà di rimanere a stretto contatto con me ti aiuterà a farti un nome ed a salire di posizione. Non è molto, ma è tutto quello che posso offrirti per il momento!”
… CHE COSA?!
Come si permetteva lui, che aveva contribuito a rovinargli la vita, ad offrirgli un lavoro in casa sua? Doveva vivere nella stessa dimora del Vice Presidente che aveva ammesso davanti a lui di avere colpe su quanto successo ai criminali che avevano assassinato la sua famiglia?!
Immediatamente il nero inizio a digrignare i denti dalla rabbia, mentre chiuse la mano destra a mo’ di pugno per dimostrare che si stava a dir poco adirando, il tutto però sotto lo sguardo di un Ansem indifferente che si aspettava benissimo quella reazione da parte sua.
Senza pensarci due volte, Sebastian iniziò subito ad urlare “COME SI PERMETTE DI FARMI UN AFFRONTO DEL GENERE? LEI, CHE HA FATTO FUORI I MIEI GENITORI PER LA SECONDA VOLTA?!”
“Proprio per questo te lo sto offrendo io. Ho disonorato la loro memoria rimanendo indifferente davanti all’ingiustizia che si manifestava davanti ai miei occhi, e voglio rimediare… dandoti l’affetto che ti ho strappato via con le mie stesse mani!”
Affetto? Credeva davvero che fosse tutta una questione di affetto? Si stava sbagliando di grosso quel maledetto, e Michaelis doveva pure ammettere che un impulso irrefrenabile di pugnalarlo allo stomaco gli stava venendo fuori in quell’istante.
Al punto tale che iniziò ad urlare “NON SI AZZARDI A FAR...”
Tuttavia il ragazzo non riuscì mai a terminare la frase… in quanto il padre di Xehanort prontamente si abbassò poggiandosi sul ginocchio destro ed abbracciò il ragazzo senza pensarci due volte!!
Un gesto a dir poco spiazzante che lasciò interdetti i due agenti di polizia, che osservarono la scena con la bocca spalancata e gli occhi quasi fuori dalle orbite, e persino lo stesso Sebastian, che strabuzzò lo sguardo perplesso.
Che diavolo stava facendo? Perché lo stava abbracciando?
Ansem lo spiegò immediatamente con gli occhi chiusi “Puoi negarlo quanto vuoi, ma se tu sei scappato dopo la morte dei tuoi genitori è perché ti mancavano terribilmente, e quella sensazione non è mai svanita in tutto questo tempo. Sono sei anni che l’unica cosa che vuoi è tornare ad essere amato, e se ti sei sentito tradito dalla società è solo perché in lei avevi riposto tutto l’amore che ti era rimasto!”
Che cosa stava farneticando? Se credeva di aver capito questo di lui, allora non aveva compreso un bel niente!!
Lui voleva solo giustizia, quando avrebbe desiderato l’affetto che gli era stato negato dalla morte della sua famiglia? Pensava che fosse davvero quello che gli mancava, allora era più stupido di quanto avesse pensato!!
Eppure, nonostante le apparenze, sembrava quasi che in fondo al suo cuore fosse felice di quel contatto fisico, qualcosa che gli era mancato per oltre sei anni e che sembrava trasmettergli lo stesso calore di un padre che vuole bene al proprio figlio…
Forse era questo che gli stava impedendo di terminare l’opera pugnalandolo alla schiena approfittando del momento!!
Difatti Michaelis aveva già alzato la mano sinistra impugnando il suo coltello per affondarlo nella carne della schiena del Vice Presidente, aveva anche alzato il braccio… ma non riusciva a trovare il coraggio di completare l’azione.
Non erano i due poliziotti che gli avevano puntato la testa con le loro pistole nell’esatto momento in cui aveva alzato la mano, non si sarebbe di certo preoccupato della morte se poteva portare con sé un pezzo grosso come Ansem… c’era dell’altro…
Qualcosa che non sentiva da tanto tempo, l’amore… quello paterno, quello che gli era stato negato con la forza. Nonostante l’avesse appena conosciuto, sembrava che quell’uomo lo stesse trattando come se fosse suo figlio…
“Smettila di combattere e di essere testardo, con l’omicidio non risolverai mai niente. Puoi essere ancora felice se te ne dai la possibilità, devi solo aprire il tuo cuore… ed insieme cambieremo questa Comunità dall’interno. È una promessa, Sebastian!”
Il ragazzo finì per strabuzzare gli occhi davanti a quelle parole. Quel tipo aveva compreso che intendeva ammazzarlo seduta stante, ma non solo non si era spaventato neanche lontanamente… aveva anche continuato a cercare di aiutarlo!!
Sembrava che della sua vita non gli importasse quasi nulla, l’unica cosa che contava davvero in quel momento era dargli un aiuto. Un altruismo che non aveva mai visto, esattamente quello che si aspettava dalla giustizia ma per cui aveva finito solo per rimanere deluso.
Era solamente questo che voleva, null’altro!!
Il pensiero che finalmente stesse ricevendo quello che aveva desiderato da sei anni, l’aiuto e l’affetto che gli erano stati negati, finì per commuovere il ragazzo, a cui iniziò a traballare la mano che reggeva il coltello mentre gli occhi diventavano lucidi.
Alla fine, non riuscendo più a trattenersi, finì per mollare la presa sul coltello, che cadde a terra in un piccolo tonfo, e scoppiò a piangere sonoramente poggiando la fronte sulla spalla dell’uomo che gli aveva dato tutto quello che aveva desiderato da quando era fuggito.
Non pensava che qualcuno come lui potesse esistere, il sapere che nella giustizia della Comunità non ci fosse nessuno come Ansem gli aveva fatto perdere la fiducia nella società, ma ora che l’aveva trovato non poteva non buttare fuori tutto quello che si era tenuto dentro per quasi un decennio.
Il padre di Xehanort non poté che essere contento davanti a quello sfogo che si stava manifestando. Finì addirittura per accarezzargli la testa come se fosse stato suo figlio, doveva aver sofferto davvero tanto nella sua vita, e stava buttando fuori solo in quel momento tutto quanto.
Avrebbe rimediato a quanto la Comunità gli aveva fatto, gli avrebbe dato quello che desiderava. Una nuova casa, un nuovo lavoro… ed una nuova famiglia!!

Casa di Ansem, Comunità, 22 Marzo 1910:
Tre anni erano passati da quel giorno, e le cose erano decisamente cambiate per Sebastian.
Ansem aveva mantenuto la sua promessa e l’aveva assunto come maggiordomo della sua villa, fornendogli un nuovo lavoro, un'abitazione ed anche degli abiti eleganti, ben lontani da quelli che aveva indossato quando era un vagabondo.
Nonostante inizialmente fosse un pochino scettico una volta iniziata quella nuova vita, gli erano bastate un paio di settimane per adattarsi a quel nuovo ambiente, e soprattutto per tornare ad essere felice.
In quei tre anni il ragazzo, ormai un ventitreenne, si era davvero affezionato ai padroni di casa, ossia l’uomo e sua moglie, e doveva ammettere di volere molto bene anche al loro figlioletto, di cui era quasi diventato il badante mentre non c’era nessuno.
Grazie al fatto che era ben istruito quando i suoi genitori erano ancora vivi, riusciva a dare anche qualche ripetizione a Xehanort, che all’epoca aveva sette anni e stava lentamente scoprendo tutto quello che c’era da sapere sulla Comunità.
La cosa più incredibile fu che, dopo un anno dalla sua assunzione, Ansem era riuscito a convincerlo ad entrare a fare parte degli Illuminati per cambiare le cose, e Michaelis aveva accettato senza ripensamenti per poter ricambiare il favore che gli doveva.
Questa mossa aveva colpito parecchio Charles, dato che dal trasferimento sottoterra il Vice Presidente era stato l’unico a convincere qualcuno ad unirsi alla causa del Concilio, si erano talmente adagiati sugli allori che in quel secolo avevano ricevuto solo abbandoni.
Proprio per questo il Presidente aveva deciso di andare a trovare l’uomo personalmente, sia per verificare lo status di Sebastian e sia per comunicargli una grande notizia, una decisione che aveva preso dopo aver saputo quello che era riuscito a fare!!
Ormai Sebastian indossava quasi sempre una divisa da maggiordomo comprendente di abito elegante nero sopra ad una camicia bianca ed una cravatta nera e con dei pantaloncini sempre neri che arrivavano a poco sopra le ginocchia, oltre che dei calzini dello stesso colore che arrivavano fino a poco sotto le ginocchia.
In quel momento il ragazzo si trovava nella sala da pranzo, che era identica a quella di Villa Brief essendo la casa di struttura identica a quella, che stava dando delle ripetizioni di storia al piccolo Xehanort.
Quest’ultimo aveva dei capelli corti che arrivavano fino a poco sopra il collo ed indossava un abitino comprendente di maglietta a maniche corte nera, dei pantaloncini corti di colore bordeaux e delle scarpe da ginnastica nere con dei lacci bianchi… e sembrava essere davvero interessato a quanto gli stava dicendo il maggiordomo.
Essendo il figlio di un membro del Concilio dei Sette, era suo dovere essere informato di tutta la storia degli Illuminati, ed ormai aveva appreso quasi tutto quello che c’era da sapere, mancava solo il periodo contemporaneo degli Illuminati, praticamente gli ultimi anni.
“… E nel 1898 venne poi eletto l’attuale Gran Maestro del Concilio e Presidente della Comunità, Charles Lamperouge!” terminò di spiegare il ragazzo.
Il bambino, davvero molto affascinato, dichiarò “Wow, quindi è questa la nostra storia completa, la storia del nostro popolo!!”
“Certamente, ma non mi esalterei troppo se fossi in te!” cercò di avvertirlo Michaelis “La nostra storia è caratterizzata da morte, dolore e sofferenza!”
“Per ora, Sebastian. Per ora...”
Saltarono all’occhio le parole strane che aveva appena pronunciato il ragazzino, ma il maggiordomo decise di non darci troppo peso. In fondo era solo un bambino e poteva avere una visione distorta e tutta sua della realtà…
Ad osservarli però, all’esterno della sala da pranzo e di conseguenza nella hall della villa, c’erano le due più alte cariche della società, ossia il Presidente Charles ed il Vice Presidente Ansem!
Tutti e due indossavano i loro classici abiti, avevano entrambe le mani dietro la schiena e stavano osservando la scena soddisfatti, anche se i due che stavano guardando non sembravano essersi accorti del fatto che erano osservati.
“Devo farti le mie congratulazioni!” iniziò Lamperouge “Sei il primo membro del Concilio che riesce a riportare una famiglia dalla nostra parte da quando siamo scesi sottoterra. Un evento che non capita da quando vivevamo ancora in Superficie...”
“Ho solo fatto quello che sentivo fosse giusto!” esclamò tuttavia l’uomo “Questa società è piena di odio, se posso aiutare anche un solo cittadino a trovare pace… potrei dire di aver trovato il modo per salvare la nostra gente...”
Egli aveva pronunciato quelle parole chiudendo gli occhi ed abbassando il volto, ma non assumendo un aria sconsolata, era rimasto serio per tutto il tempo, quasi a voler sottolineare che quello che aveva fatto faceva solo parte del suo desiderio di rendere la Comunità un posto migliore…
E questo non poteva che fare felice colui con cui stava parlando, dato che grazie alle sue parole aveva finalmente capito che aveva preso la scelta giusta!!
Che tipo di scelta? Molto semplice… voleva che fosse lui il suo erede al comando della società!!
Il nonno di Lelouch decise di comunicarglielo immediatamente, non prima di essere tornato ad osservare i due ragazzi che erano nella sala da pranzo ed aver assunto un sorriso felice sulle labbra, sicuro di quanto stava per dire.
“Lo sai, ho dovuto fare un'attenta analisi di ogni singolo membro del Concilio dei Sette per poter decidere il mio successore. Avevo puntato fin dall’inizio uno di loro, ma non ero certo che fosse la persona migliore per aiutare gli Illuminati… fino a questo momento!!”
Inutile dire che il padre di Xehanort si voltò subito a guardare esterrefatto il suo superiore, sembrava che avesse capito dove volesse andare a parare… ma al tempo stesso non stesse credendo alle sue orecchie!!
Così, senza ulteriori indugi, Charles gli annunciò a gran voce “Ansem… voglio che sia tu il nuovo Presidente della Comunità ed il nuovo Gran Maestro del Concilio dei Sette!! E voglio che entri in carica quest’anno stesso!!”
… COME?! Voleva renderlo suo successore? Stava dicendo sul serio?!
“C-Cosa? I-Io?!” domandò ancora scioccato il diretto interessato.
L’attuale capo degli Illuminati cercò di spiegare la sua decisione “Come hai detto giustamente tu parecchi anni fa, dobbiamo evolverci se vogliamo evitare che la nostra gente continui a soffrire, e credo che tu sia l’uomo più adatto a questo scopo. Non fraintendermi, se sceglierai di continuare sulla linea della vendetta o di abbandonarla non mi interessa, nel momento in cui salirai in carica mi ritirerò a vita privata… però se devo scommettere su qualcuno per il futuro, intendo puntare tutto su di te!”
… Wow, non sapeva neppure che cosa dire, essere il Gran Maestro ed il Presidente era una grande responsabilità, forse addirittura ben al di sopra di lui. Non era affatto sicuro di poter portare a termine l’incarico che gli era stato assegnato…
Tuttavia se da un lato c’erano aspetti negativi, la possibilità di sbagliare ed attirarsi l’odio dell’intera Comunità, dall’altra c’erano anche aspetti positivi… avrebbe potuto portare il cambiamento nel Concilio senza dover chiedere l’autorizzazione del Concilio!!
Quegli uomini e quelle donne erano troppo attaccati alle loro poltrone per voler fare qualcosa, anche in direzione della vendetta, e di conseguenza avevano bisogno di una bella batosta per tornare in carreggiata…
Forse quella era l’occasione che attendeva per diminuire i poteri del Concilio, concedere più potere al popolo e poter finalmente fare la differenza, poter cambiare le cose come desiderava, e renderà la Comunità un posto migliore per tutti.
C’era riuscito con Sebastian, se si fosse messo d’impegno forse ce l’avrebbe fatta anche con l’intera società…
Charles nel frattempo stava aspettando una sua risposta, e per questo incalzò domandando “Allora Ansem, che ne dici?”
Seguirono alcuni secondi di silenzio, ma alla fine il diretto interessato, voltandosi a guardare il suo superiore, annunciò con un sorriso “… Gran Maestro, accetto questo incarico!!”
Inutile dire che era proprio quello che voleva sentirsi dire il Lamperouge, al punto tale che sorrise soddisfatto e disse “Era proprio quello che volevo sentirmi dire da te!”
Ma non aveva ancora finito, dato che tornando ad osservare Sebastian e Xehanort gli spiegò anche “Ho fissato una conferenza per il 7 Settembre, avrai tempo fino ad allora per preparare le tue nuove riforme. Avviseremo sia il popolo che il Concilio solo durante la conferenza, non prima, e da allora… sarai tu ad avere le redini di questa Comunità!!”
“Come desidera, Gran Maestro!!” concluse allora Ansem tornando ad osservare il figlio ed il maggiordomo anche lui.
Naturalmente la sola idea lo terrorizzava, la possibilità di sbagliare era enorme quando si trattava di avere tra le mani la vita di molte persone… però nessuno si era lamentato della sua carica di Vice Presidente, e questo era un punto a suo favore.
In fondo se non ci avesse provato non avrebbe mai saputo se era all’altezza del compito o meno. Se voleva rendere la Comunità un posto migliore per le future generazioni e per suo figlio, doveva attuare quei cambiamenti, a qualunque costo…
E l’avrebbe fatto da Settembre, quando sarebbe diventato il nuovo Presidente della Comunità ed il nuovo Gran Maestro del Concilio dei Sette!!


Quarant’anni prima dell’arrivo di Lorenzo e Danilo nella Comunità, le cose erano molto diverse nella società. C’era aria di cambiamento ed alcuni membri del Concilio dei Sette sembravano propensi a rinunciare alla vendetta per potersi stabilire definitivamente sotto terra. Ansem, il padre di Xehanort, era il maggiore sostenitore di quest’idea, e, grazie all’aiuto che aveva offerto a Sebastian, Charles si era convinto che potesse essere un buon Presidente ed un buon Gran Maestro, nominandolo così suo successore… che cosa poteva aver portato due anni più tardi alla fine del progetto?

PERSONAGGI APPARSI:

Charlez Lamperouge Adulto da “Code Geass”


Dr. Raichi Adulto/Anziano da “Dragon Ball”


Al Mualim Ragazzo/Adulto da “Assassin’s Creed”


Ichigo Kurosaki da “Bleach”


Madame Boss da “Pokémon”


Ansem da “Kingdom Hearts”


Stan Pines da “Gravity Falls”


Bulma Brief Bambina da “Dragon Ball”


Vegeta Bambino da “Dragon Ball”


Kushina Uzumaki Bambina da “Naruto”


Sebastian Michaelis Ragazzo da “Black Butler”


Xehanort Bambino da “Kingdom Hearts”



Vi è piaciuto questo primo Capitolo della fic prequel?
Come inizio doveva servire soprattutto da introduzione all’intero passato della Comunità, e spero che sia riuscito nel suo scopo dato che ero molto combattuto su cosa mostrare all’inizio di questa storia prequel :).
Naturalmente, essendo un prequel, ha mostrati alcuni personaggi già presenti in The Community da giovani/ragazzi/bambini, ed in più ha anche introdotto alcuni personaggi che erano stati solo nominati, ed altri che invece proprio non erano neanche mai stati nominati!
Tra quelli già nominati sono stati presentati Charlez Lamperouge da “Code Geass”, Madame Boss da “Pokémon”, Ichigo Kurosaki da “Bleach”, Vegeta da “Dragon Ball” e Ansem il Saggio da “Kingdom Hearts”, mentre ha fatto il suo debutto anche con il nome Stan Pines da “Gravity Falls”, che debutta ufficialmente all’interno delle mie storie!!
Considerando tutti loro ed i pg già apparsi nella storia principale, ora lo schema dei pg è il seguente:

1) Mondo Reale:
- Lorenzo Ferraro (21 Anni);
- Danilo Ferraro (16 Anni);
- Jaqueline Fontaine (19 Anni, Deceduta);
- Boyce Lee (21 Anni, Deceduto);
- Leopold Jackson (47 Anni, Deceduto).

2) Dragon Ball:
- Bulma Brief (46 Anni, Deceduta);
- Dr. Raichi (70 Anni);
- Bra (6 Anni);
- Trunks (19 Anni);
- Vegeta (42 Anni, Deceduto);
- Freezer (?? Anni);
- Son Goku (45 Anni).

3) Fullmetal Alchemist:
- Winry Rockbell (16 Anni);
- Maes Hughes (39 Anni);
- Envy (30 Anni);
- Alex Louise Armstrong (40 Anni);
- Roy Mustang (35 Anni);
- Riza Hawkeye (33 Anni).

4) Naruto:
- Naruto Uzumaki (20 Anni);
- Kushina Uzumaki (44 Anni, Deceduta);
- Maito Gai (50 Anni);
- Rock Lee (22 Anni);
- Hinata Hyuga (20 Anni);
- Madara Uchiha (40 Anni);
- Itachi Uchiha (24 Anni).

5) Kingdom Hearts:
- Xigbar (47 Anni);
- Xehanort (41 Anni);
- Marluxia (40 Anni);
- Ansem (50 Anni, Deceduto).

6) One Piece:
- Nami (21 Anni);
- Franky (48 Anni);
- Roronoa Zoro (39 Anni);
- Donquijote Doflamingo (49 Anni).

7) Frozen – il Regno di Ghiaccio:
- Hans (29 Anni);
- Anna (17 Anni);
- Elsa (19 Anni).

8) Code Geass:
- Kallen Kozuki (19 Anni);
- Lelouch Lamperouge (19 Anni);
- Charlez Lamperouge (68 Anni, Deceduto);
- Nunnally Lamperouge (16 Anni),

9) Pokémon:
- Agatha (68 Anni);
- Giovanni (45 Anni);
- Madame Boss (50 Anni, Deceduta).

10) Universo Marvel:
- Steve Rogers / Capitan America (25 Anni);
- Johan Schmidt / Teschio Rosso (32 Anni).

11) Saint Seiya – I Cavalieri dello Zodiaco:
- Shun di Andromeda (26 Anni)-;
- Seiya di Pegasus (26 Anni);
- Shiryu il Dragone (26 Anni);
- Saori Kido (28 Anni).

12) Fairy Tail:
- Lucy Heartfilia (17 Anni);
- Natsu Dragneel (17 Anni);
- Mirajane Strauss (30 Anni);
- Cana Alberona (24 Anni);
- Elfman Strauss (?? Anni, Solo Nominato, Deceduto);
- Erza Scarlett (21 Anni).

13) Beyblade:
- Takao Kinomiya (13 Anni);
- Kai Hiwatari (13 Anni);
- Rei Kon (13 Anni);
- Max Mizuhara (13 Anni);
- Professor Kappa (13 Anni);
- Hilary Tachibana (13 Anni).

14) Medaka Box:
- Medaka Kurokami (18 Anni).

15) Highschool DxD:
- Issei Hyoudou (16 Anni).

16) Assassin’s Creed:
- Al Mualim (63 Anni);
- Altaïr Ibn-La'Ahad (32 Anni);
- Ezio Auditore (42 Anni).

17) Yu-Gi-Oh:
- Marik Ishtar (34 Anni);
- Yugi Muto (17 Anni);
- Ryou Bakura (36 Anni).

18) Claymore:
- Teresa (38 Anni);
- Claire (31 Anni).

19) Attacco dei Giganti:
- Eren Jaeger (14 Anni);
- Mikasa Ackermann (15 Anni).

20) Hokuto no Ken:
- Kenshiro (40 Anni);
- Raoul (41 Anni).

21) Kodocha:
- Rossana Smith (14 Anni);
- Heric Akito (15 Anni).

22) Black Butler:
- Sebastian Michaelis (56 Anni).

23) Shingeki no Bahamut:
- Favaro Leone (45 Anni);
- Nina Drango (16 Anni).

24) Detective Conan:
- Shinichi Kudo (20 Anni);
- Heiji Hattori (20 Anni);
- Ran Mouri (20 Anni);
- Kazuha Toyama (20 Anni).

25) Pandora Hearts:
- Alice (15 Anni).

26) Le Cinque Leggende:
- Jack Frost (22 Anni).

27) Bleach:
- Ichigo Kurosaki (45 Anni, Deceduto).

28) Gravity Falls:
- Stan Pines (80 Anni, Deceduto).

So che, considerando anche le età di certi personaggi, qualcosa non quadra, ma non temete che quando sarà il momento tutto vi sarà più chiaro, non temete ;).
All’inizio di questo chap vi ho voluto mostrare com’era composto il Concilio quarant’anni prima degli eventi della fic principale… e so che, a causa di alcuni dei suoi membri, qualcosa che non va c’è di sicuro, ma anche in questo caso vi dico di avere pazienza, tutto sarà chiaro con l’andare avanti della fic ;).
Ho anche mostrato l’inaugurazione della Scuola di Hokuto e, soprattutto, come Sebastian è diventato quello che abbiamo visto nella fic principale, anche se la parte dedicata a lui non è ancora finita, vedrete ;).
La parte finale della fic sancisce quello che poi porterà il Concilio ad un certo punto, e chi ha letto la fic principale sa a che cosa mi riferisco naturalmente u.u XD ;).
Piccola nota in modo da chiarire subito la questione: questa fic, essendo un prequel, si baserà soprattutto sulla storia dei personaggi e il loro sviluppo che li ha portati poi ad essere quelli che vediamo poi nella fic principale.
Proprio per questo, l’azione ci sarà ma sarà abbastanza ridotta per i miei standard normali, proprio perché questo prequel sarà soprattutto approfondimento. Ma non temete: se volete vedere l’azione c’è la fic principale, dove praticamente al momento c’è solo quella u.u XD ;).
Credo di aver detto tutto, di conseguenza vi ringrazio tantissimo tutti quanti per il sostegno che mi date sia per questa fic prequel che per quella principale, e ci risentiamo martedì 08 Gennaio 2019 per il nuovo Capitolo della storia principale e martedì 22 Gennaio 2019 per il secondo Capitolo di questa fic prequel di The Community!!! :)
Però, visto che in mezzo a questa pausa ci saranno le festività, prima di congedarmi da voi è giusto che sia io che tutti i miei personaggi vi facciamo i nostri più sentiti Auguri di Buon Natale, Felice Anno Nuovo e Buona Epifania!!!
Ciao e ci risentiamo nel 2019!!! :)

PGV 2.




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