Chiudo
il
cancelletto e aggancio il cellulare al braccio.
Tump tump
La voce
di
Lana del Rey mi risuona nelle orecchie.
All
my friends tell me I should move on
Tump tump
Inspira.
I’m lying in the ocean, singing your song
Tump tump
Espira.
Ahhh, that’s how you sang it
Tump tump
Il suono
sordo della mia corsa mi accompagna sulla via.
Loving you forever, can’t be wrong
Tump tump
Mi
rimbomba
nel cervello, nel petto, nelle gambe.
Even though you’re not here,
won’t move on
Tump tump
La
nebbia colora
il mondo di questa patina grigia e si attacca alla pelle, umida e
impregnante.
Ma non me ne curo. Ci sono abituata. Un limbo plumbeo da cui faccio
fatica ad
uscire. O forse da cui non voglio uscire.
Ahhh, that's how we played it
Tump tump
Nei
giorni
normali, a questo punto della mia corsa inizierei a sentire
Springsteen, subito
dopo aver ascoltato Brian Adams, ma non oggi. Nei giorni normali
eviterei di
passare dal parco. Ma non oggi.
And there's no remedy for memory your
face's
Tump tump
Oggi
sento
solo Lana. Lana in loop. Lana che canta per me. Canta una canzone che
mi fa
pensare a te. A noi. A me. A come mi sento senza te.
Mi fermo
al
semaforo, in attesa del verde per attraversare. Guardo di sfuggita la
vetrina
del pasticciere: biscotti natalizi si fanno beffe di me, appesi ad un
abete di
plastica. Li guardo, incurante di tutto. Non mi piace più il
Natale e tutto
intorno a me è verde e rosso, per ricordarmelo. Ma oggi non
mi interessa. Oggi
tutto mi è indifferente.
Like a melody, it won't leave my head
Scatta
il
verde e riprendo la mia corsa.
Tump tump
Your soul is hunting me and telling me that everything is
fine
Arrivo
all’entrata del parco e imbocco il sentiero verso nord.
Quello che mi porta
alla statua dell’angelo, dove c’è il
roseto che circonda la panchina.
Tump tump
But I wish I was dead (dead like you)
Tutti mi
guardano. Lo so. Lo avevo già notato quando ho iniziato a
venire qui correndo.
Ora non ci faccio più caso. Ma so che succede. Mi guardano.
Ma a me non
interessa. Chiudo gli occhi per un momento.
Tump tump
Everytime I close my eyes
It's like a dark paradise
Arrivo
vicino alla statua dell’angelo e il mio passo rallenta mentre
la canzone
continua a suonare. Le parole di Lana sono mie, sono per me. Che penso
a te.
No one compares to you
E io ti
penso ancora. Ti penso sempre. Non smetto mai. Il mio cuore batte. E
batte
ancora per te. Nulla potrà cambiare questo. Nulla che gli
altri possano dire.
Nulla che mi può succedere. Io vivo ancora per te.
I'm scared that you won't be waiting on the
other side
Mi
manchi amore mio. Mi manchi
ogni giorno di più.
All my friends ask me why I stay strong
tell 'em when you find true love it lives
on
Le
mie gambe mi portano da sole
alla panchina. La nostra panchina. Dove ci siamo conosciuti. Dove hai
chiesto
di sposarmi. Dove ti ho risposto sì.
Ahhh, that's why I stay here
Oggi
è uno di
quei giorni. Quei giorni in cui pensarti mi fa mancare il fiato e
provoca
dolore al petto. Mi sembra che il cuore mi sanguini, da tanto male fa.
Mi
sembra di morire, di non riuscire più a vivere. E quando mi
succede vengo qui.
Non voglio stare da nessun’altra parte.
Voglio
stare qui. Voglio stare con
te.
But there's no you, except in my dreams
tonight
Appoggio
la
rosa che ho tenuto in mano per tutta la corsa, sulla panchina di
cemento.
L’appoggio con delicatezza nonostante sia appassita. Una rosa
appassita. Una
rosa bianca appassita. La mia rosa. Quella che mi hai dato tu. Nessuno
mi crede
quando racconto quello che succede alla rosa. E adesso non lo racconto
più a
nessuno. Mi asciugo una lacrima e mi siedo. Ti aspetto. So che verrai
da me. È
uno di quei giorni.
Oh oh oh, ha ha ha I don't wanna wake
up from this tonight
Fermo la
canzone. Perché le parole che verranno dopo mi farebbero
male. Troppo male per
come mi sento adesso. Non voglio andare avanti. Tu sei ancora qui con
me, e io
ti aspetto. Sono qui, nel mio limbo grigio e ti aspetto. Anche tu sei
nel tuo
limbo, ma non siamo insieme. Non siamo insieme se non qui.
So che
verrai, perché la mia rosa bianca è appassita e
io so che verrai da me. Quando
verrai da me, tornerà ad essere un bocciolo.
Un’altra lacrima scivola
silenziosa e coraggiosa lungo la mia guancia, ma questa volta non
faccio niente
per fermarla.
Improvvisamente
il cielo si fa più chiaro e l’aria più
calda. So che è una bugia. Il termometro
continua a segnare una cifra troppo piccola perché questo
sia possibile. E so
che il cielo ha lo stesso colore di prima. Ma io sento il petto
riempirsi di
pace e calore. Perché ti vedo.
Sei
lì, nel
roseto nudo. Cammini verso di me sorridendo e mentre attraversi il
roseto gli
arbusti spogli prendono velocemente vita e colore. Centinaia di rose
sbocciano
intorno a te e l’aria si riempie del profumo dei fiori. Ti
sorrido anch’io.
Ti vengo
incontro e tu mi prendi fra le braccia. Secondo credenze popolari, ora
dovrei
sentire freddo. Ma il tuo bacio è caldo e appassionato e io
piango ancora
mentre mi baci. Mi asciughi le lacrime e mi sorridi dicendomi che
andrà tutto
bene. Mi chiedi di ballare e io prendo la tua mano forte e sicura e mi
lascio
guidare nella danza del cuore.
Non so
cosa
possano pensare le persone che ci vedono. Non mi interessa. Siamo una
coppia
che balla al parco nel mese di dicembre. L’erba è
coperta di brina che
scricchiola sotto i nostri passi e io finalmente rido. Rido con te.
Stare con te
è bello come stare rannicchiati sotto le coperte in un
giorno di festa.
Quando
pensi
di avermi fatto ballare abbastanza, mi porti verso la panchina. Ci
sediamo e mi
parli. Mi sfiori la mano mentre racconti del posto dove sei adesso. Stai bene? Non ha mai risposto a questa
domanda. Ma sorridi spesso e mi dici di non preoccuparmi. Mi accarezzi
più
volte la guancia e mentre lo fai io mi sento finalmente a casa.
Quando
mi
dici che si è fatto tardi e dobbiamo lasciarci, io sento il
cuore spezzarsi.
Tutte le volte che arriviamo a questo punto mi succede e io non mi
abituerò
mai. E tu stai con me sempre meno. Ogni volta, passo con te troppo poco
tempo.
Non sono pronta a lasciarti andare e tutte le volte che te lo dico tu
mi guardi
con il tuo sorriso birichino. Come adoravo quel sorriso! Come lo adoro,
nonostante faccia sempre più fatica a ricordarmelo.
Un’altra
lacrima scende dai miei occhi e mi prendi le mani che ora ho
abbandonato in
grembo, inginocchiandoti davanti a me. Mi racconti di quanto mi vuoi
bene e di
quanto sai che io ne voglia a te. Sembra troppo un addio. È
diverso dall’ultima
volta. Ti siedi accanto a me e mi prendi la mano. Sento ancora calore,
ma meno
rispetto a prima. Perché succede? Mi sto agitando e mi calmi
dicendo che sapevi
sarebbe successo. Tu lo sapevi. Io no. E non voglio saperlo.
Quando
ti
allontani mi alzo di corsa per raggiungerti, cerco di prendere la tua
mano, ma
non ci riesco. Sei sempre più labile e stai diventando
freddo come il vento. Mi
fa paura. Non sento più il calore di prima. Quando la tua
mano mi accarezza
ancora, non sento niente a parte il gelo. I miei occhi si spalancano da
soli.
“Addio.”
È
l’ultima cosa che mi dici. E non riesco più a
vederti.
Cado in
ginocchio. Un grido disperato mi muore in gola e piango copiosamente.
Dopo un
tempo che mi pare infinito, non ho più lacrime,
né forze per rimanere lì. Mi
alzo e vado alla panchina. La mia rosa è lì. Come
le altre volte. Tornata un
bocciolo. Come quando me l’avevi regalata, prima
dell’incidente. Tutte le volte
che ti incontravo tornava ad essere un bocciolo. Che sbocciava, fioriva
e
appassiva. E io tornavo qui da te. Ma questa volta è
diverso. La raccolgo con
delicatezza. Un bocciolo bianco, ma non più un fiore. Questa
volta è diventata
di pietra. Un bocciolo di pietra bianca. Capisco che è
cambiato tutto. Non è
come le altre volte.
Sospiro
e
cerco gli auricolari del cellulare e li infilo, facendo partire la
playlist da
dove è rimasta ieri, l’ultima volta che
l’ho ascoltata.
Lana
canta
ancora per me. Questa volta per davvero.
There's no relief,
I
see you in my sleep
Tump tump
And everybody's rushing me
but I can feel you touching me
Tump tump
There's no release,
I feel you in my dreams
Tump tump
Telling me i'm fine
La mia
corsa
mi porta di nuovo da te. Tolgo gli auricolari quando arrivo alla porta
d’entrata. Spingo la vetrata ed entro
nell’ospedale. Il luogo che ti ospita.
Che ospita il tuo corpo addormentato. Che, ora so, non si
sveglierà più.
***Mi piace scrivere oneshot da tracce e cose simili... Spero che
a voi piaccia leggerle!
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