And then I met you - Missing Moments

di La Polly
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“Christmas is more magical
now that you're in my life.”
 
 
Denise si chiuse la porta alle spalle, preceduta da Tony.
Era uscita fuori con la scusa di una sigaretta, quando in realtà voleva soltanto stare un po' da sola con lui, visto che lì – insieme alla sua famiglia – non poteva lasciarsi andare a certe smancerie oppure a baci troppo focosi, di cui sentiva un impellente bisogno.

«Secondo me non se la sono bevuta nemmeno un po'» disse l’uomo, divertito, appoggiando la schiena a una colonna della veranda.
«Poco ma sicuro, specialmente Margot… mi conosce fin troppo bene» aggiunse, dopo averlo affiancato, mettendosi a ridere al ricordo dello sguardo malizioso che la cugina le aveva rivolto solo un attimo prima.
«Oh, sì, e soprattutto sa un sacco di cose molto interessanti sul tuo conto» la stuzzicò, prima di voltare il corpo nella sua direzione e stringerla forte fra le sue braccia.

Denise, posando la testa nell'incavo tra il suo collo e la spalla, si sentì felice e serena come mai prima d'ora. Non poteva desiderare di meglio per quel Natale, e il merito era di quell'uomo che le aveva fatto battere il cuore come nessun altro.

«Vedo che ti stai trovando bene…» gli disse all'improvviso, tornando a guardarlo dritto negli occhi.
«Molto. Lo ammetto: ero un pochino preoccupato, all’inizio, ma sono riusciti a mettermi subito a mio agio.»
Sorridendo, gli disse: «Perché hanno capito che i tuoi sentimenti sono sinceri. Gli piaci, fidati.»
«Beh, non poteva essere altrimenti» si pavoneggiò, facendola ridere – era sempre il solito…
Quando vide che la stava fissando come incantato, Denise sentì tutto il calore di ciò che provava per lui farsi spazio nel proprio cuore.

Abbassò un attimo lo sguardo, prima di dirgli ciò che premeva sulla punta della sua lingua da quando erano arrivati lì.
«Sai, dopo quella notte, il Natale per me ha sempre avuto una specie di retrogusto amaro. Loro mi sono stati accanto nel migliore dei modi, è vero, ma il ricordo dei miei genitori continuava a tormentarmi, e di conseguenza non riuscivo a godermi del tutto questo giorno. Per me il Natale, in un certo senso, significava nostalgia e rimpianto.»

Tony, toccato dalla sua rivelazione, le sfiorò la guancia con le dita. La donna capì che anche lui aveva provato lo stesso, lo leggeva chiaramente nei suoi occhi.

Stringendolo ancora di più, proseguì: «Oggi, invece, sto festeggiando con serenità, senza quel dolore sordo dentro di me. Vorrei comunque che fossero qui, è vero, però per la prima volta sento di avere tutto quello di cui ho bisogno: non solo la mia famiglia, ma anche qualcuno da amare, qualcuno con cui condividere ciò che sono… e il mio cuore».

Tony sussultò di fronte a quelle ultime parole.
«Denise, io…»
Senza dire nulla, avvicinò il viso a quello dell'uomo, per baciarlo, ma prima che potesse riuscirci, lui alzò gli occhi verso il soffitto. Facendo lo stesso, vide cosa aveva attirato la sua attenzione.
Un rametto di vischio era proprio sopra le loro teste.

«Non lo avevo notato, prima» disse, riportando lo sguardo su di lei.
«Sai come si dice: i baci dati sotto il vischio portano fortuna…. E baciare il sottoscritto, poi, ne porta ancora di più» aggiunse Tony, con un sorriso eloquente.
«Allora non posso di certo lasciarmi scappare questa grande occasione» lo punzecchiò, maliziosa.
«Direi proprio di no» concluse lui, prima di posare le labbra sulle sue e iniziare a baciarla con sempre più trasporto e passione.

Sei tutto quello che desidero, ciò che ho sempre desiderato fin dal primo momento in cui ti ho visto, prima ancora che potessi rendermene conto.

Lo amava con tutta se stessa, perché l'aveva salvata dalle sue paure, e in un certo senso anche dal suo passato.

Riaprì gli occhi nell'istante in cui le loro labbra si separarono, per permettere a entrambi di riprendere fiato.
«Buon Natale, piccola.»
«Buon Natale a noi» sussurrò lei, posando la fronte contro la sua.




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