Lei, l'altra, lui
La
osservava. La bocca serrata,
come incapace di aprirla e quelle poche, semplici parole, impossibili
da
pronunciare. Il suo corpo come immobile, le braccia lungo i fianchi, la
mano
che stringeva nervosamente l'orlo della sua gonna. Davanti a
sé, il suo sguardo
fisso, pieno di risentimento: "Non ti perdonerò mai per
ciò che hai
fatto."
Spalancò
gli occhi, risvegliandosi
di colpo. Quella scena, ancora una volta.
-
Sai
cosa stavo
pensando?" Seduti l'uno davanti all'altra, Sungmin attendeva una
risposta,
sporgendosi verso il viso concentrato di Hyejin. "Non ho tempo per
domandarmi a cosa stavi pensando. Domani abbiamo un test, ricordi?" Con
la
punta del dito indice, la ragazza riportò sul naso gli
occhiali dalle sottili
lenti rotonde, senza spostare lo sguardo dal libro sulle sue gambe
incrociate.
Seduti fuori alla piccola veranda della share house, Sungmin si protese
verso
di lei, accarezzandole la coscia: "Conosco un metodo che ti aiuterebbe
a
rilassarti...sei chiaramente troppo stressata." Hyejin
sollevò finalmente
lo sguardo, visibilmente infastidita: "Ti ho detto che non è
il
momento." Un accennato, ulteriore tentativo da parte del ragazzo ed il
campanello della porta che suonò improvvisamente.
"Aspettavate qualcuno
oggi?" Si sollevò di scatto dalla poltrona, Hyejin,
sorpresa: "Non
che io sappia."
-
Fissava
la figura davanti a sé,
incredula. Sulla soglia di casa, Ahreum attendeva che le fosse fatta
strada per
entrare. Le sue valigie intorno a lei. "Immagino tu sia qui per la
stanza
libera. Hyonsu mi aveva accennato di aver ricevuto molto richieste
ma..."
Intervenne Sungmin, spezzando il silenzio, Hyejin ancora immobile, lo
sguardo
assente. "Anche tu vivi qui?" Gli sorrise, Ahreum, facendo finalmente
il suo ingresso nell'appartamento condiviso e guardandosi intorno, le
scarpe
con il tacco basso lasciate all'ingresso. Sungmin scosse la testa,
sorridendo
inebetito: "Ah, no...ma direi che finirai per vedermi qui molto
spesso."
-
Una
mano davanti alle labbra, gli
occhi fissi in un punto a caso, seduta sul letto nella sua stanza,
Hyejin era
certa si trattasse di un brutto scherzo. Non è possibile, non
può essere lei...
Le dita tremanti smanettavano con il cellulare e la voce di Hyonsu
dall'altro
capo del telefono: "Deve essermi passato di mente. Scusami se non ti ho
avvisata che avevo trovato una nuova coinquilina." "Era tuo dovere
coinvolgere me e Yunhee nella decisione, non puoi fare di testa tua!
Non sei
l'unico a vivere qui!" "Rilassati Hyejin, sono sicuro che Ahreum ti
piacerà. Yunhee era d'accordo con me. La prossima volta,
dedica un po' meno
tempo a chiuderti in camera con Sungmin e sono certo che le decisioni
di casa
saranno nuovamente prese tutti insieme." Al diavolo....
-
La
mano sulla maniglia della
porta, il cuore che batteva forte. Non
posso uscire, non posso trovarmi di
nuovo faccia a faccia con lei... Un respiro profondo, ed
un passo indietro. Non
posso affrontarla, non sono pronta.
-
Un
sorriso ironico, le dita tra i
lunghi capelli neri, lo sguardo su di lei. "Da quanto tempo, Hyejin."
Doveva proprio trattarsi di uno scherzo. "Quando sei tornata...quando
sei
tornata a Seoul?" Balbettò, con un filo di voce, la mente
come annebbiata
e i suoi occhi lentamente sul suo viso. Ne è passato di
tempo, dall'ultima
volta, eppure... "Ciò che conta è
che sono tornata, e che non andrò più
via. Sono qui per una ragione ben precisa." Ahreum sorrise
beffardamente,
una chiara minaccia nelle sue parole. Ed avvicinandosi pericolosamente
a lei,
le sussurrò all'orecchio: "Sono qui per rendere la tua vita
un
inferno."
-
Hyejin
rimase ferma, paralizzata,
lo sguardo perso e quell'ultima frase che riecheggiava nella sua mente.
Ahreum
raggiunse con disinvoltura Sungmin che, inconsapevole, le faceva strada
verso
la sua nuova stanza.
Non è possibile.
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Avrei mille cose
da dire, mille parole da dedicare a tutte voi che mi avete seguita con
grande entusiasmo in questi anni, supportando le mie storie e non
abbandonandomi neppure quando sono stata, apparentemente, io ad
abbandonare voi. So che le mie principali storie sono inconcluse, che
negli anni ho promesso che le avrei riprese, ma non l'ho fatto. Sono
cambiate molte cose, sono mutate alcune idee nella mia testa, sono
stata tanto impegnata, tra università e lavoro. Forse sono
semplicemente cresciuta. Ad un capitolo dalla fine
di Lui ed Io, sono imperdonabile a non averla conclusa prima. Lo so
bene.
Rileggere
le vostre recensioni, i vostri messaggi, ogni singolo commento mi ha
spinto a provare a ricominciare a scrivere, tentare di uscire da un
blocco che dura ormai da 4 anni. Non sono sicura di esserci
riuscita, ciò di cui sopra è un tentativo, nato
di getto, seppur con non poche difficoltà. Il primo,
brevissimo capitolo di una storia originale -dunque non una fanfiction-
il cui titolo è chiaramente un riferimento alla mia amata
Lui ed Io: personaggi di pura fantasia, ma con una tematica che mi
è tanto a cuore, tipica di ogni mia storia, collante tra
tutte. Ci ho pensato tanto, prima di pubblicarlo, perché
insicura di quanto scritto, di come è
scritto. Tuttavia, "ora o mai più" mi sono detta, ed eccomi
qui.
Spero di essere riuscita a sollecitare anche solo un pochino la vostra
curiosità, se così non fosse, mi
impegnerò per riuscirvi, d'ora in avanti.
Rinnovo
la promessa che, con lo spirito adatto, e quando
sarò certa di aver finalmente buttato questo lungo periodo
di hiatus forzato alle spalle, riprenderò a scrivere
l'ultimo capitolo di Lui ed Io. E' il minimo che posso fare per
ricambiare tanto affetto.
Chiedo
scusa a tutte voi che dopo così tanti anni ancora mi
scrivete, chiedendomi di non abbandonare le mie storie. Chiedo scusa a
tutte voi, per essere sparita.
Tante
cose sono cambiate, eppure, la mia totale devozione a Lee
Sungjong è rimasta immutata e tale rimarrà, per
sempre ❤
A
presto!
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