ClassicaLoid il film: Concerto per abbandono

di apeirmon
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“... Diciotto... Diciannove... Venti... Ventuno...”

Nel lasso di tempo che chiamiamo “vita”, si succedono una dopo l’altra situazioni più numerose dei chicchi di caffè che si possono contare.
Alcune non le decidiamo consapevolmente. Questo è il Destino!
Si tratta di una forza che ci sposta come se fossimo giocattoli. Ma possiamo essere noi gli imperatori del gioco! Giorno dopo giorno,... no: secondo dopo secondo, ci troviamo davanti a una prova da superare e
abbiamo il dovere di scegliere con immensa determinazione come uscirne vincitori. Questo è il segreto della fortuna!
Impegnando tutta l’anima con passione per arrivare alla situazione che vogliamo, impariamo a ridere degli ostacoli incontrati. La creatività ci guida nel distinguere cosa è giusto e cosa è sbagliato per noi e
nessuno può farci credere qualcosa di minimamente diverso se facciamo differenza tra luce riflessa dalla luna e quella del sole.
Nessuno! A meno che non scegliamo di ascoltare per insicurezza o pigrizia le trappole che ci vengono tese. Ma ho imparato che è meglio essere sordi!
Solo così possiamo mantenere e diffondere una gioia immensa che dipende solo dalla nostra volontà. E quello che segue è solo un esempio di questa gioia.

Ludwig van Beethoven


- Lu-kun, stai ancora contando il caffè? - chiese Mozart entrando nella cucina. - Che noia che sei! I fornelli servono anche a me, sai?
Beethoven batté le mani sul tavolo: - Avrei già finito se non continuassi a strisciare con lo skateboard da una stanza all’altra! E poi i fornelli sono liberi: puoi usarli quando vuoi!
- Ma se sei proprio davanti!
Schubert arrivò di corsa: - Mozart! Il senpai ha bisogno di concentrazione! Smettila di fare l’egocentrico e vai fuori dalla casa! Non hai ragazzine da importunare?!
- A quest’ora sono tutte a scuola. E poi ho bisogno dei fornelli!
“... Ventidue... Ventitré...”
Schubert spinse verso la fronte gli occhiali con irritazione: - Non essere ancora più ridicolo: sappiamo tutti che non sai cucinare niente di complesso!
- Ma non devo cucinare! Voglio solo sciogliere questa gomma da masticare. - sorrise Mozart tirando fuori dalle tasche dei sacchetti.
- Prendi pure il mio lanciafiamme, Wolf. E non tornare giù finché...
Ma il tonfo di un secchio lasciato cadere interruppe Beethoven.
Schubert e Mozart si irrigidirono.
- Nessuno userà quel lanciafiamme dentro casa mia, né attaccherà in giro gomma da masticare!
- Ma Kanae! Voglio fare una rete per saltarci sopra! - protestò Mozart con la ragazza.
- Niente da fare. Se vuoi un trampolino, cercati un lavoro, così pagherai finalmente l’affitto!
- Chi ti ha fatto arrabbiare questa volta, gattina mi...aaaah? - domandò Liszt a Kanae sbadigliando.
- I soliti due! Non basta che restano qui gratuitamente, mi fanno anche perdere tempo con le loro stramberie ogni giorno! E io devo svolgere le commissioni, darvi da mangiare, pensare allo studio e evitare che i miei genitori sprechino i soldi. In più Wa-kun...
Kanae si interruppe e i presenti la guardarono con compassione. Liszt la strinse al seno.
- Andiamo, gattina mia, il ragazzino ha cercato il professor Otowa per molto tempo. È normale che voglia restare un po’ con lui. Vedrai che
tornerà a farci visita tra poco.
- Però mi manca. E se avesse deciso di nuovo di fare concerti in tutto il mondo per essere famoso? Non voglio che si separi di nuovo da noi!
Dvorak zampettò ai piedi di Kanae e le si strofinò addosso: - Pugi...
- Grazie, Dovo-chan. Deve mancare molto anche a te. D’altronde, l’hai accompagnato per molto tempo prima di venire qui.
- Padrona di casa, Wagner può non aver superato del tutto il complesso di inferiorità verso noi che abbiamo sviluppato da subito la Musik, ma
sono sicuro che non gli interessi più la fama, ora che sa di avere una famiglia. - la rassicurò Schubert. - Ritengo probabile che stia aiutando il professor Otowa in qualche ricerca.
- Grazie anche a te, Shu-kun. E a te, Li-chan. So che Wa-kun vi ha tolto le Musik per un periodo e non è molto gentile con voi, per questo apprezzo molto le vostre parole. Come sapete lo considero mio fratello e ogni vol...
“... Trentaquattro... Trentacinque... Trentasei...”
Mozart versò tutte le sue gomme in una pentola.
Kanae chiuse gli occhi e i pugni: - Voi due...
- AAAAHH!!!
Un grido proveniva dal primo piano della casa. Tutti guardarono il soffitto.
- Cho-chan! - Liszt si precipitò verso le scale.
- Chopin-san! - Kanae e Schubert la seguirono oltre la balconata del salone principale, fino al corridoio che affiancava la stanza affittata da Chopin.
La porta, come al solito, era chiusa a chiave. Liszt bussò energicamente.
- Cho-chan, apri la porta, per favore!
Dalla stanza si levò un lamento prolungato di una voce maschile.
- Dev’essersi rotto il suo portatile. - ipotizzò Schubert.
- No, sarebbe già svenuto. - ragionò Liszt. - Scommetto che lo spirito che infesta la sua stanza lo sta possedendo.
- Questa casa non è infestata! - ribadì Kanae. - Aspettate: questa voce...
La porta si aprì e si affacciò Chopin: - Ha spaccato la finestra e sta bagnando tutto il pavimento. Portatelo via.
La porta si aprì del tutto, rivelando un ragazzo moro che piangeva prostrato.
Kanae, Schubert e Liszt lo chiamarono contemporaneamente.
- Sousuke!
- Kagura-kun!
- Rifiuto!

I ClassicaLoid umani che abitavano nella villa erano seduti davanti a Kanae e Sousuke, che si asciugava gli occhi.
- Quindi... Spiegami perché non sei entrato dalla porta.
- Sono venuto qui perché non sapevo dove andare! La mia famiglia non può capire. Non conosce Pad-kun come lo conoscete voi! Però quando
sono arrivato non volevo coinvolgervi, allora mi sono ricordato di quando Liszt-san ha scalato la casa e ho visto Hasshie appollaiato sul tetto. Sono salito per stare un po’ vicino a lui, ma è volato nella fontana e io sono scivolato, così mi sono aggrappato...
Liszt alzò una mano: - Frena un attimo, Rifiuto: che cosa è successo?
Sousuke si bloccò un momento prima di affondare la faccia tra le mani.
- Pad-kun non mi vuole più parlare!!! - gridò. - Dopo tutto quello che abbiamo vissuto insieme... ora mi detesta!
Kanae sorrise: - Ma dai! È solo che adesso è impegnato come traduttore dell’ippopotamese per Dovo-chan. Non è così, Dovo-chan?
Dvorak mostrò lo schermo spento del tablet legato sul suo fianco e scosse il capo: - Pugi.
- Oggi c’è sciopero dei treni ad Hamamatsu. - la informò Chopin.
- Quindi oggi Pad-kun ha passato la giornata nel tuo tablet, Kagura-kun? - chiese Schubert al ragazzo, che annuì.
- Mi ha detto che adesso che sta lavorando come traduttore si sarebbe aspettato che gli chiedessi come sta andando e che io mi interessi alle sue giornate, ma in questi giorni ho altro a cui pensare e poi non saprei cosa chiedergli.
- Come sei insensibile, Rifiuto! Basterebbe una domanda di cortesia! Dimostra un po’ d’amore qualche volta! - lo riprese Liszt.
- Disumano. - concordò Chopin.
- Invece il ragazzo ha fatto benissimo. - si oppose Beethoven. - Quando la musica ti chiede di dar prova della tua attenzione, tutte le distrazioni futili devono essere messe a tacere! Chi non lo capisce non è degno di essere ascoltato neanche dopo. L’ispirazione è un procedimento mistico incorruttibile!
- Ben detto, Beethoven-senpai! Nessuno deve infastidire un artista mentre si occupa di musica... Anche se nel caso di Kagura-kun potrebbe essere un bene...
- Ma Sousuke, stavi davvero pensando alla musica? - domandò Mozart.
Il ragazzo abbassò lo sguardo e si tenne le mani: - Non proprio.
- Questa è una novità. - constatò Chopin mentre Liszt fissava Sousuke.
- Allora perché non risolviamo la questione parlando con lui?
Tutti si voltarono verso l’ingresso, su cui stava una donna castana.
- Mamma! - esclamò Kanae. - Da quanto tempo eri lì?
- Da quando vi siete seduti. Ho appena regalato i soldi che ho vinto a un orfanotrofio. Così sono tornata a casa per controllare i risparmi.
- Ehi, in un certo senso anch’io sono un’orfana... - mormorò la figlia.
- Immagino che spetti a me cercare di riconciliarvi. In fondo, sono stata io a dare a Sousuke-kun quel tablet. - continuò Himeka.
- Che cosa?! - fu l’esclamazione generale.
- Esatto: quando Kyougo-san era sempre immerso nel lavoro, ho trovato il suo tablet nel suo ufficio, e per cercare di interrompere la sua ossessione per i ClassicaLoid, l’ho regalato a Sousuke-kun.
- Io ne avevo bisogno per poter ascoltare musica anche mentre ero fuori casa.
Kanae si alzò in piedi: - Mamma, vengo anch’io con te a parlarci!
- Va bene, Kanae. - sorrise Himeka.
- Vi avverto che si è spento, quindi non so se riuscirete a parlarci.
La donna fece l’occhiolino: - Basterà avere un po’ di fortuna.

AI DAKE GA SUBETE JA NAI (L’amore non è tutto)
“Accarezzevole”


Badarzewska e Tchaikovsky si esibivano sul palcoscenico davanti alla folla entusiasta del loro numero, con l’ultimo testo scritto da Bach per loro.

Affetto, passioni, famiglia, lavoro, sport, studio... Ci sono persone che si dedicano a più attività e si specializzano in più campi per variare la loro vita e di dimenticarsi per un po’ delle attività che non svolgono in quel momento.
Io no.
Ho scelto di unire tutti gli aspetti della mia vita in uno: lavoro con la mia migliore amica per l’arkhè, che considero la mia famiglia, dovendomi tenere in forma, informata e di bell'aspetto per i concerti, che sono la mia passione.
Non è facile esprimere la propria vita in un’unica attività, ma se ci si riesce, si sa di vivere appieno ogni momento.
“Che cosa ottieni?” direte voi. Illumino la vita di tutti i miei ammiratori e, per quanto mi piaccia cantare con Tchaiko-chan, lo faccio diversamente da lei, in un modo solo mio. Anche se solo uno dei miei brani è passato alla storia!!!

Tekla Bądarzewska-Baranowska


Fine di AI DAKE GA SUBETE JA NAI

Nell’alto grattacielo che ospita la sede dell’arkhè, un uomo dai capelli bianchi era seduto al suo organo a canne posto sulla balconata del suo ufficio.
- Precipitando: Grave!
Bach si alzò e si voltò verso la propria scrivania.
- Füge dich zusammen, meine Melodie! (Assemblati insieme, mia Melodia!)
Nella sua mano destra comparve uno scettro blu con in cima raffigurata una croce dorata con tre estremità piumate e quella superiore simile a mezza clessidra. La sua cappa blu, i suoi stivali neri e i suoi abiti grigi assunsero il colore bianco, con tre gemme viola appuntate sul petto.
Degli occhialoni con lenti indaco gli apparvero sugli occhi e una riccia parrucca bianca gli calò sulla testa. Una Musik ritmata si scatenò dal suo scettro.

SUBETE WA AI KARA (Tutto viene dall’amore) – Dal “Concerto brandeburghese n° 2 in Fa maggiore”
“Affettuoso”


Le note si sprigionarono dall’edificio e vagarono per i cieli di Hamamatsu, fino a raggiungere il palco su cui si esibivano le Claskey:Klasky.
Tchaikovsky e Badarzewska smisero improvvisamente di cantare.
“Attendez! Drammatico! Presto!”
La voce che avevano sentito nella loro testa indusse le ragazze a lanciarsi uno sguardo d’intesa. Badarzewska sollevò di nuovo il microfono.
- Siamo spiacenti di dovervi comunicare che dovremo interrompere lo spettacolo.
- Si è verificato un imprevisto e non possiamo continuare. - disse Tchaikovsky.
- Per favore, rivolgetevi al personale per essere parzialmente rimborsati.
- Faremo del nostro meglio per offrirvi un altro concerto al più presto.
- Le nostre più umili scuse! - annunciarono in coro.

Fine di SUBETE WA AI KARA.


Un’automobile nera si fermò accanto al marciapiede per far salire le Claskey:Klasky. Una volta sul sedile posteriore, si rivolsero alla conducente.
- Bach-sama ha detto che vuole vederci per un problema. - disse Tchaikovsky.
- Sai di cosa si tratta, Mitsuru-san? - chiese Badarzewska.
La donna al volante aveva un ciuffo di capelli rossi sulla fronte. Gli altri erano neri, raccolti in una lunga coda di cavallo. Portava degli occhiali rosa.
- Non mi è permesso dare i dettagli qui, ma qualcuno sta minacciando la sicurezza dell’arkhè e Bach-sama vuole il vostro supporto per rimediare.
- Ovvio che daremo il nostro aiuto a Bach-sama! - esclamò la bambina bionda.
- Può contare su tutto il nostro impegno! - confermò Badarzewska.
La donna ingranò la marcia: - Meglio così, perché ce ne sarà bisogno.

In una stanza semibuia, ospitante delle grandi teche ad alta tecnologia, una figura della taglia di un bambino, con capelli bianchi sotto un cappellino giallo chiaro, pantaloncini dello stesso colore tenuti da bretelle e un corpetto omocromo che terminava in un mantello dall’interno viola, teneva a tracolla una borsa blu e in mano un oggetto simile a un pugnale, con al posto della lama cinque lunghe strisce verdi di metallo con la forma di piume. Aveva una gemma viola appuntata sulla spalla sinistra.
- Ormai manca poco. Ho tutte le informazioni che mi servono per completare il mio piano. Dopodiché, tutti saranno finalmente liberi da questa tirannia che li opprime: la Musik!

Il motivo per cui ci separiamo dagli altri è uno solo: la paura.
Di essere colpiti, di non essere accettati, di trovarsi a disagio, di essere fraintesi, di essere ingannati o di essere abbandonati.
La solitudine si presenta come uno schermo che ci mostra le altre persone sotto l’illusione di non essere coinvolti. Così ci annulliamo per un certo tempo per non osservare anche noi stessi in quel video oltre lo schermo. Ma non è necessario allontanarsi fisicamente: possiamo anche ricorrere alla finzione. Così proiettiamo un personaggio in modo che sia lui a farsi carico dell’interazione con gli altri e di tutte le sensazioni che ci terrorizzano.
Questo metodo è impossibile per chi cerca la verità. Una persona sincera preferisce formare dei legami con altre specie animali oltre a quella umana, poiché hanno mantenuto la schiettezza e la purezza della nascita, senza sovrastrutture.
Ma la solitudine rimane uno scudo di pioggia che abbandona in una monotona malinconia che a lungo andare infastidisce più del contatto con gli altri.
Per questo motivo una volta l’anno ho il bisogno di uscire di casa e girare il mondo. È importantissimo compiere il gesto eroico di abbandonare la maschera e le difese, entrare in azione ed esprimere tutto di sé.
In effetti, questo è l’obiettivo della musica.

Fryderyk Franciszek Chopin


Kanae e Himeka erano davanti alla porta dell’appartamento di Sousuke.
La ragazza bussò e, dopo qualche secondo, una ragazzina dai capelli viola aprì.
- Kanae-san?! Otowa-obaa-san?! Cosa ci fate qui?
- Buongiorno sorellina di Sousuke. Tuo fratello ha dimenticato qui il suo tablet e mi ha chiesto di portarglielo. Possiamo entrare?
- Per me non c’è problema. Comunque ho un nome, sai?
Himeka sfoggiò un sorriso pericoloso: - Prego? Non mi hai appena dato della vecchia senza dire il mio nome?
- M-Mi dispiace immensamente!!! Sousuke la chiama sempre così e ho finito per prendere la sua abitudine! Non è colpa mia!
- Sousuke-kun è scusato perché è stupido. Cerca di non prendere le sue cattive abitudini, per favore.
- Certamente! Potete stare qui quanto vorrete!
Kanae era inorridita: - Ehm... Cerchiamo di stare in buoni rapporti, va bene?

- Quindi questa è la stanza di Sousuke-kun? - s’interessò Himeka guardando il cumulo di oggetti disposti sul pavimento, per lo più strumenti musicali.
- Devo dire che non me la ricordavo così disordinata... Ecco Pad-kun!
Kanae prese un tablet blu dal letto di Sousuke. Lo schermo era spento.
- E adesso? Come facciamo a parlarci?
Himeka prese dalla borsetta un rossetto e lo stappò.
- Questo me l’ha regalato Kyougo-san per situazioni d’emergenza.
- Vuoi dire che è un’altra invenzione di papà per attivare i computer spenti?
Himeka prese il tablet... Poi cominciò a disegnare delle note e delle chiavi di do su tutto lo schermo.
Kanae socchiuse gli occhi: - Mamma... Che stai facendo?
Lo schermo si accese all’improvviso, mostrando due occhi e una bocca stilizzati sotto lo strato di rossetto: - Basta! Himeka-san, perché mi stai sporcando? Potrò anche spostarmi su altri tablet, ma sono affezionato a questo supporto!
Lei agitò una mano: - Scusa, Pad-kun, ma non sapevo come fare a parlare con te.
- Pad-kun, Sousuke ci ha detto che avete litigato. - cominciò Kanae.
- Non proprio. È solo che mi sono stancato di lui. Non si preoccupa mai per me, pensa solo a se stesso e alla sua popolarità! Mi trovo decisamente meglio a lavorare con Dovo-chan. Almeno lui si interessa ai miei sentimenti e non mi tratta come uno strumento per cercare musica o notizie.
- Andiamo: Sousuke si interessa a te, Pad-kun.
- Ah, sì? Come quando mi ha abbandonato per andare in giro con Badarzewska-san.
- Be’, in quel momento si è fatto prendere dall’entusiasmo...
- O quando se l’è presa con me perché le Claskey:Klasky si sono abbracciate con me in mezzo. O quando ha lasciato che Chopin-san mi rovinasse con l’acqua. O quando mi ha portato con sé durante l’attacco degli alieni. O quando...
- Ho capito, ho capito... Sousuke non è un campione di attenzione. Ma ogni tanto ti dimostra affetto, come le volte in cui ti ha impedito di essere spezzato.
Gli occhi di Pad-kun divennero due trattini: - Come se tu non ti fossi mai riempita di collera mentre mi avevi in mano... Comunque di recente non passa del tempo con me nemmeno quando sono in questo tablet.
Himeka intervenne: - Forse si è offeso perché sei andato a lavo...
Ma un video occupò inaspettatamente lo schermo, interrompendo la frase. L’inquadratura mostrava un uomo occhialuto di mezza età con scompigliati capelli neri e ricci. Si trovava in un luogo chiuso e ombroso.
- Sembra che sia riuscito a farlo funzionare...
- Papà?!!! - gridò Kanae.
- Kyougo-san! Hai scelto il momento sbagliato per chiamare. Puoi aspettare un...?
- Sto usando un vecchio computer con l’elettricità di un mucchio di patate. Non posso trattenermi a lungo, o la batteria si scaricherà.
- Sei riuscito a far così tanta elettricità dalle patate?! - si stupì la figlia.
- Sono patate create dalla Musik. Ascoltate: mi hanno rapito e ho bisogno che...
Lo schermo tornò a mostrare una faccia stilizzata. Madre e figlia si guardarono.
- Eeehh??!!!

- State dicendo che Kyou-chan vuole il nostro aiuto? - chiese Mozart.
- Certo che vuole il vostro aiuto: potete usare la Musik per salvarlo!
- Non sappiamo nemmeno dove si trova. - ricordò Chopin da dietro il divano.
- Ma chi può averlo rapito? - rifletté Liszt.
Beethoven incrociò le braccia: - Non è ovvio? Chi conosciamo che usa gli altri ClassicaLoid per i suoi piani, senza curarsi della loro volontà, e che è ossessionato dal lavoro di Kyougo?
Liszt battè un pugno sulla propria mano: - Ma certo: Wagner!
- Veramente intendevo Bach. Wagner non ha più il potere di far rapire la gente.
- Potrebbe benissimo aver ripreso il controllo dell’arkhè. Ha ancora tutte le nostre Musik. - ribatté Liszt.
- Aspettate, Wa-kun non farebbe mai del male a nostro padre! - si infuriò Kanae.
- Non l’ha messo dietro le sbarre una settimana fa? - le rammentò Mozart.
- Che sia l’uno o l’altro, l’arkhè è il luogo più plausibile in cui possa essere tenuto il professor Otowa. - ragionò Schubert. - Dovremmo dirigerci là.
- Sbagliato! Saremo noi ad andarci. Tu rimarrai qui! - ordinò Beethoven.
Schubert fece un balzo di sconvolgimento: - Beethoven-senpai! Perché?!
- Perché l’ultima Musik che hai scatenato, quella basata su “La Grande”, può assorbire le altre Musik in quanto adattata allo stile reggae, perciò sei l’unico con una speranza di fermare Bach se si presentasse qui.
- M-ma-ma Wagner è riuscito a rubarmi quella Musik con la sua, quindi non funziona sempre.
- Allora dobbiamo sperare che sarai fortunato. - gli raccomandò Himeka.
- Non potete lasciarmi da solo qui!
Dvorak gli si avvicinò: - Pugi.
- Vuoi rimanere a farmi compagnia? Grazie, Dvorak-sama! - lo abbracciò in lacrime Schubert mentre gli altri ClassicaLoid uscivano dalla casa.
- Rimarremo anche io e Hasshie a farti compagnia. - lo rassicurò Himeka.
- Penso che neanche Sousuke voglia seguirci. Vero, Sousuke? - Kanae si guardò intorno. - Sousuke? Qualcuno sa dov’è andato?
Chopin sollevò la tenda che gli nascondeva la testa: - Se n’è andato. Quando sei ferito interiormente, le emozioni degli altri sono come tanti coltelli.

Ogni viaggio ha un inizio e una fine.
Quando ci prefiggiamo una meta, più è distante e più ci saranno occasioni per incontrare ostacoli durante il percorso. Inoltre, anche la nostalgia di casa può indurci a desistere e ad abbandonare il viaggio.
Eppure, può capitare che una volta abbandonato, se ne inizi un altro che passa per quella stessa destinazione vedendola come una
semplice fermata.
D’altronde, non è questo il modo migliore per raggiungere un Nuovo
Mondo?
Vederlo con occhi diversi?

Antonín Leopold Dvořák



Mitsuru Akira aprì il portone d’ingresso all’ufficio di Bach e gli si avvicinò, affiancando la sua scrivania. Poi si voltò verso Badarzewska e Tchaikovsky.
- Comodo! - ordinò il loro superiore. Le due si sedettero su due poltrone.
- Perché Bach-sama sta usando di nuovo l’agogica per comunicare? - chiese Badarzewska. - Non aveva finalmente cominciato a parlare sempre in giapponese?
- Angosciato: Secco.
- Ha detto che quando qualcosa lo turba è di poche parole. - tradusse l’amica.
- Veniamo al punto. - disse la loro manager. - Ho scoperto che alcuni dati archiviati nella rete dell’arkhè sono stati rubati. Si tratta dei dati per la creazione dei MitsuruLoid!
- Non è possibile! - esclamò Badarzewska.
- Vuoi dire quei robot che ci assomigliano sviluppati da te?!
- Precisamente. In particolare hanno sottratto il programma per trasformare una registrazione audio di una Musik in una Musik a tutti gli effetti.
- Ma è un disastro! - fu la reazione di Tchaikovsky.
- Quindi potrebbero registrare le nostre Musik di nascosto e usarle contro di noi senza che ce ne accorgiamo? - si preoccupò Badarzewska.
Bach si alzò: - Tremendo! Polacca, Con brio!
Le Claskey: Klasky scattarono in piedi.
- Andante Al segno. Stringendo Espressivo!
- Sissignore: tratterremo qui i ClassicaLoid se dovessero presentarsi mentre sarà via. - replicò Tchaikovsky.
- Ma perché dovrebbero venire qui? - domandò Badarzewska.
- Se fossero già stati costruiti dei MitsuruLoid, inviarli dagli Otowa sarebbe il modo migliore per testarli, oltre al fatto che potrebbero rubare le Musik dei ClassicaLoid che vi risiedono. - spiegò la donna. - In tal caso, non li biasimerei se pensassero che io sia la mandante.

Un elicottero con il marchio dell’arkhè volteggiava sopra la casa di Kanae.
A un certo punto, lo sportello si aprì e ne saltò fuori Bach, che atterrò sul prato. Diede un’occhiata nei dintorni, prima di incamminarsi verso il portone.
Questo si aprì, lasciando passare Schubert e Himeka. Hasshie planò sulla fontana, mentre Dvorak si avvicinò dalla sua cuccia.
- Come sono felice di rivederti, Bach-chan! La mia famiglia stava giusto andando a trovarti. - disse la donna.
- Madre della padrona di casa, non è il momento dei saluti! - la rimproverò Schubert. - Quest’uomo potrebbe aver messo in atto un altro dei suoi piani coinvolgendo vostro marito, come ha detto Beethoven-senpai, e dobbiamo impedirgli di invadere la casa.
- Pacifico!
- Ora si mette anche ad offendere in lingue sconosciute. Questo è intollerabile!
In mano a Schubert apparve un bastoncino di legno con l’elsa ornato da un rubino all’impugnatura e da due cerchi d’oro in cima.

LIFE IS BEAUTIFUL! (La vita è bella!) - Dalla “Sinfonia n° 9 in Do maggiore, La Grande”
“Colossale”


Il giardino si trasformò in una spiaggia piena di palme. Il corpo di Schubert crebbe a dismisura e i suoi vestiti si trasformarono in dei pantaloni rossi e una camicia bianca rovinati, mentre una cuffia gialla e verde gli coprì i capelli ramati, che da ondulati divennero dei rasta e si allungarono parecchio.
- Non riuscirai a passare! Anche se cercassi di annullare la mia Musik, sarebbe questa ad assorbire la tua e a potenziarsi.
Bach osservò Schubert proteggere la grande villa e decise di essere prolisso.
- Non ho intenzione di combattere con te. In questo momento dovremmo collaborare per affrontare una grave crisi che si sta prospettando.
- Beethoven-senpai non la pensa così! Il tuo potrebbe essere un trucco.
- Non ho tempo per le dimostrazioni. Quindi dovrò vincere obbligatoriamente.
Bach assunse di nuovo il vestiario da compositore.

Fine di LIFE IS BEAUTIFUL

BUT I STILL LOVE YOU FOREVER (Però ti amo ancora in eterno) – Dalla “Passione secondo Matteo”
“Animato”


Dal cielo scese un’enorme sfera da discoteca che proiettava luci ovunque mentre ruotava. Il corpo di Bach assunse il colore oro e cominciò a crescere, mentre gli spuntavano quattro braccia per parte e i suoi vestiti divenivano una tunica.
- Se uso una Musik su me stesso, non puoi assorbirla: una musica peculiare non può essere copiata!
Bach si scagliò verso Schubert, che prese due delle sue mani e tentò di spingerlo via.
- Avrai anche più braccia di me, ma io porto con me l’espressività di altri cinque ClassicaLoid! Mi pare che anche tu ritenga che la vera forza
consiste nell’unione di tutta la musica. I tuoi ideali ti garantiscono la sconfitta!
- L’accordo di tutte le musiche deve anche essere espresso con giustizia, e tu sei in torto assoluto. Inoltre, non è una questione di vittoria o sconfitta, ma di cercare di esprimerci in maniera adeguata e cercare un dialogo.
- Hai perso la possibilità di dialogare quando hai rapito il professor Otowa.

Fine di BUT I STILL LOVE YOU FOREVER

Il volto di Bach si tese: - Kyougo è stato rapito?!
- Ehi! Signori, mi è appena venuta un’idea su come ritrovare Kyougo-san.
I due ClassicaLoid osservarono Himeka per qualche istante, prima di rimpicciolire. Bach mantenne gli abiti da compositore.
- Per il momento, ipotizziamo che sia innocente. - concesse Schubert. - In cosa consiste la tua idea, madre della padrona di casa?
Lei sorrise: - Perché non chiediamo aiuto a Dovo-chan?
- Pugi!
Bach e Scubert spalancarono gli occhi.
- Possiamo usare la sua Musik per riportarlo indietro! - disse Schubert.
- Badarzewska mi aveva solo detto che era tornato in forma umana durante il viaggio. Non sapevo che potesse riportare a casa le persone. - rivelò Bach.
- Allora, Dovo-chan? Ci farai questo favore?
L’ippopotamo annuì: - Pugi!
- Urychleně nastupujte, vlak hned odjede! (Salite in fretta, il treno sta partendo!)
Dvorak si erse su due zampe. In quella anteriore destra apparve una pinza argentea. Un completo verde e viola da capotreno con un cappello porpora apparvero sul suo corpo.

GOING SWEET HOME (Andare alla dolce casa) - Dal 2° movimento della “Sinfonia n° 9, Dal mondo nuovo”
“Rallentando”


Dvorak, Bach, Schubert e Hasshie sparirono in quattro lampi di luce, lasciando Himeka sulla soglia della casa.
- Oh, be’, dato che sono rimasta qui, sarà meglio andare all’ippodromo per vincere qualcos’altro.

Un treno con la locomotiva a forma di ippopotamo viaggiava su dei binari costeggiati da chiavi di violino in un immenso spazio interstellare.
Hasshie era appollaiato sopra la locomotiva.
In uno dei vagoni erano seduti Bach e Schubert. Quasi subito vi entrò un uomo castano barbuto con gli stessi indumenti da capotreno dell’ippopotamo, ma adattati a un corpo longilineo.
- Spero che il viaggio sia di vostro gradimento.
- E così questa è la tua forma umana, Dvorak. - commentò Bach.
- Purtroppo potrò tenerla solo fino alla conclusione del viaggio. Non ho potuto farlo prima senza un traduttore, ma ci tengo a scusarmi direttamente con te, Bach-dono, per l’assalto che abbiamo compiuto io e Wagner-kun nei confronti della tua azienda. Sono profondamente desolato.
- Tranquillo. Piuttosto, sono io a dovermi scusare per averti colpito in quell’occasione.
- Ma dove stiamo andando esattamente? - li interruppe Schubert.
- A far salire a bordo nostro padre: Otowa Kyougo. Lui è la nostra vera casa, in fondo.

Fine di GOING SWEET HOME


Beethoven, Mozart, Liszt, Chopin e Kanae erano arrivati al grattacielo dell’arkhè.
- Se papà è stato rapito, allora forse anche Wa-kun è in pericolo. - disse la ragazza.
- A meno che non sia lui ad averlo rapito. - precisò Liszt.
- Wa-kun ha capito i suoi errori. Noi siamo la sua famiglia. - ribatté Kanae.
- Non che trattasse doverosamente la famiglia in passato. Forse non lo sai, ma quand’ero un uomo sono stata parente di Wagner. - raccontò Liszt, facendo sgranare gli occhi a Beethoven e Mozart. A Chopin cadde la tenda.
- Non ci posso credere! - esclamò Kanae allibita.
Una voce si levò dalla sua tasca: - Invece è così. Richard Wagner sposò la figlia illegittima di Franz Liszt, Cosima.
Kanae prese Pad-kun in mano: - Wagner tradì il suo migliore amico, Hans von Bülow, allievo di Liszt, intrattenendo una relazione con sua moglie. Hans decise di lasciare la moglie per renderla felice e per devozione verso Wagner.
- Ho le mie ragioni per aver sempre sostenuto che il ragazzino sia un cleptomane. - insistette Liszt.
- Se per questo anche la madre di Cosima era sposata. - precisò Pad-kun.
Liszt si grattò la guancia imbarazzata: - Immagino che abbia preso esempio da qualcuno, no?
- Che sia stato lui o no, fra poco lo scopriremo. - disse Beethoven varcando l’ingresso. Gli altri lo seguirono.
Chopin guardò la barriera di guardia: - Le guardie non ci sono.
- Ci hanno sicuramente preparato un’imboscata! - dedusse Beethoven.
- Che fortuna! Vuol dire che avremo modo di usare le nostre Musik! - gioì Mozart.
- Non sperateci! - disse la voce di una bambina.
Gli ospiti dell’arkhè si voltarono: le Claskey:Klasky erano entrate dietro di loro.
- Pust’ muzyka prineset vsem schast’ye!/пусть музыка приносит всем счастье (Lasciate che la musica porti a tutti contentezza!)
I capelli biondi di Tchaikovsky si raccolsero in due codette laterali fermate da due fiocchi e da un cerchietto bianco. A una camicia bianca si sovrappose un vestito celeste. Una tasca sulla gonna ospitava un topo.
La cantante agitò un microfono blu con una gemma celeste quadrata al centro dell’estremità, separata dal manico da un ornamento a forma di
caramella.

SHIRATORI ROCK (Rock dei cigni) – Dal “Lago dei cigni, op. 20”
“Grazioso”


Rapidamente, un velo iridescente coprì l’ingresso dell’edificio e la porta oltre le barriere.
- Perché l’hai fatto? Adesso siamo chiusi qui finché non ci innamoriamo! - strillò Kanae.
- Bach-sama mi ha chiesto di tenervi qui finché non sarebbe tornato e io gli sto obbedendo!
- Allora c’è davvero lui dietro il rapimento di Kyou-chan. - disse Mozart.
Le Claskey:Klasky sussultarono.
Beethoven le indicò: - Come supponevo. Ancora una volta cercate di coinvolgerci nei vostri progetti!
- Con “Kyou-chan” intendi il professor Otowa? Quello che ci ha creati? - chiese Badarzewska.
- Non fate finta di nulla! Altrimenti perché ci avreste rinchiusi qui? - si incupì Liszt.
- Per chiedervi aiuto! Qualcuno ha rubato i dati di quei dannati robot di Mitsuru! - gridò Tchaikovsky
- Vuoi dire quelli simili ai ClassicaLoid che possono usare le vostre Musik?! - si preoccupò Kanae.
- I MitsuruLoid, per essere precisi. - confermò una voce da dietro la porta.
- Mitsuru-san, giusto? Credete che qualcuno voglia costruire altri MitsuruLoid? - domandò la ragazza.
- Ne siamo quasi certi. E forse con l’obiettivo di distruggere i veri ClassicaLoid. Purtroppo... finché siamo chiusi qui dentro non possiamo fare niente. Ottimo lavoro! - ironizzò guardando Tchaikovsky di lato.
- Come ti permetti?! Stavo solo facendo quello che mi ha chiesto Bach-sama!
- Non possiamo aspettare di innamorarci tutti! - constatò Badarzewska.
- La mia Musik temo che non funzionerà. Le coppie devono essere appropriate. - fece notare Liszt.
- Non che mi piaccia l’idea, ma forse possiamo combinare la tua Musik con quella di Mozart. - disse Chopin.
- È vero! Wolf può individuare da chi siamo attratti. - approvò Beethoven.
- Lasciate fare a me. È il momento di combinare matrimoni!

Fine di SHIRATORI ROCK

Un flauto rosa e celeste comparve in mano a Mozart, il cui cappello prese il colore rosso, lo stesso dei pantaloncini e della lunga giacca che
gli apparvero addosso. Un jabot bianco gli copriva il petto e un fiocco giallo apparve al termine della sua lunga treccia rosa.

LOVE GAME DAISAKUSEN (La gran tattica del gioco d’amore) – Dall’Introduzione de “Le nozze di Figaro”
“Amoroso”


Mentre Mozart agitava il flauto, delle frecce stilizzate uscirono dai corpi dei presenti. Quelle di Beethoven e di Kanae si incontrarono, facendoli arrossire; quelle di Mitsuru e di Tchaikovsky si trasformarono in Bach; quella di Badarzewska divenne la forma umana di Dvorak; quella di Liszt inseguiva quella di Chopin .
- Cho-chan, finiscila di fare resistenza! Dobbiamo uscire da qui!
- Assolutamente no!
- Figlia piccola.... Vivere nella tua casa è la cosa migliore che mi sia capitata.
- Oh, Beet... Mi dispiace di averti respinto tempo fa...
- Dove altro potrei preparare gyoza e caffè senza neanche dover pagare l’affitto?
- Ehi!
- Signor capotreno! Era tanto tempo che volevo rivederti! - esclamò Badarzewska.
- In questo momento Bach-sama sta lavorando per salvarci tutti! - disse Tchaikovsky commossa.
- Si, ma come facciamo a formare delle coppie se lui non è davvero qui? - rifletté la sua manager.
- Per quello ci sono io! Tanto a me vanno bene tutte. - la rassicurò Mozart.
La freccia di Liszt raggiunse quella di Chopin: - Finalmente è arrivato il mio turno!

Fine di LOVE GAME DAISAKUSEN

- Musik ist Liebe, Liebe ist Musik! (La musica è amore, l’amore è musica!)
Un ampio cappello ornato da una liana, degli orecchini sferici, un frac ampiamente scollato e degli stivali, tutti verdi, accompagnavano un paio
di pantaloni bianchi nell’abbigliamento da compositore di Liszt. La sua bacchetta aveva un manico simile a un’ampolla di cristallo decorata in oro, da cui partivano due ramoscelli verdi che si intrecciavano.

AI NO YA NO YUME (Sogno di frecce d’amore) – Da “Liebestraum n° 3”
“Sognando”


Cinque cupidi muscolosi apparvero nell’aria e colpirono con una freccia Kanae, Beethoven, Chopin, Mozart e Mitsuru. Kanae e Beethoven si presero per mano soavemente, Mozart pattinò attorno a Mitsuru prendendole le braccia e Chopin abbracciò Liszt.
- Lasciate che l’amore vi renda liberi! - disse quest’ultima.
- Sarai anche appiccicosa, ma sei l’unica che mi apprezza per le diversità! - le riconobbe Chopin.
- Sento di iniziare ad apprezzare anche la musica classica, oltre a quella barocca! - esultò Mitsuru.
- Non c’è ragazza con cui non voglio stare! Ahahaha! - rise Mozart.
- Figlia piccola, il mio cuore batterà per te finché batterà! - annunciò Beethoven.
- Beet, hai riempito la mia vita! - rispose Kanae.
Le Claskey:Klasky guardavano la scena disgustate.
- Un accidente che mi innamorerò di qualcuno che non sia Bach-sama! - si oppose Tchaikovsky.
- Voglio il mio capotreno!

Fine di AI NO YA NO YUME

Sei becchi a scarpa di colori diversi rispetto a quelli di Hasshie afferrarono tutte e tre le coppie e le portarono oltre l’uscita dell’arkhè, lasciando le cantanti da sole.
- E adesso come facciamo, Tchaiko-chan? Alla fine ci siamo intrappolate da sole...
- Grrr... Accidenti alle Musik combinate! Se tu ne conoscessi qualcun’altra ci riusciremmo anche noi!
- Smettila di dire che so usare solo una Musik! È tutta colpa del professor Otowa!
- Quel verme! Quando lo ritrovo, voglio chiedergli perché mi ha dato il corpo di una bambina che non può nemmeno alcolizzarsi decentemente!

- Stiamo per arrivare alla destinazione. Preparatevi a scendere! - annunciò Dvorak.
- Magnifico! - rispose Bach. - Fra poco avrò l’occasione di salvare Kyougo e sdebitarmi per avermi dato la vita.

MAKE THE REVOLUTION (Fai la rivoluzione) – Dalla “Cavalcata delle valchirie”
“Barbaro”


- Ma questa è la Musik di Wagner! - riconobbe Schubert.
Il treno scomparve gradualmente e lo spazio in cui viaggiava si tramutò in una stanza tenebrosa con una scalinata che portava a un corridoio sopraelevato e illuminato da un’ampia vetrata. Otto teche occupavano i lati della stanza. Bach, Dvorak e Hasshie atterrarono sul pavimento. Schubert cadde a terra.
- Ahi! - disse alzando lo sguardo. - Questo è...
- Soave! La nostra prima casa: il laboratorio in cui siamo nati! - confermò Bach.

Fine di MAKE THE REVOLUTION

- Ho ancora un corpo umano! - gridò Dvorak. - La mia Musik è terminata, ma non sono tornato ippopotamo! Perché?
- Evidentemente perché la tua Musik è stata rubata quando non era ancora conclusa.- spiegò una voce.
I quattro ClassicaLoid guardarono verso la scalinata: un uomo occhialuto la scendeva soddisfatto. Aveva capelli scuri con due righe azzurre sul davanti.
- E tu chi saresti? - chiese Schubert. Fu Bach a rispondere.
- Mitsuru Ayumu. Gli ho permesso di lavorare per me sotto richiesta di sua sorella. Dolente...
- “Dolente”, “Lento”, “Veloce”... Questa ossessione per l’agogica l’ho sempre trovata insopportabile! - sbottò l’uomo. - Devo dire che mi è piaciuto quando Wagner ha compiuto la sua “rivoluzione” all’arkhè. Perciò ora mi sta aiutando.
Ayumu indicò dietro i quattro e tutti, a parte Hasshie, si voltarono. Una figura della taglia di un bambino si avvicinò.
- Wagner! Tu... - iniziò Schubert, ma Dvorak lo interruppe.
- No, non è lui.
Dall’ombra uscì il volto squadrato di un automa. Nella mano sinistra stringeva la pinza di Dvorak.
- Vi presento il MitsuruLoid versione 4.0: MitsuruWagner! - esclamò Ayumu.
- Impossibile! - sussultò Schubert.
Bach gli si rivolse: - Misterioso: che bisogno avevi di rubare i dati dei MitsuruLoid se potevi chiederli a tua sorella?
- Ma non li ho rubati: li ho solo cancellati per evitare che la mia ingenua sorellina ne attivasse altri subito. Ho usato il programma per
trasformare in Musik i video di Wagner registrati all’arkhé.
- Pomposo! Nemmeno quello costruito da te avrà vita lunga! - disse Bach alzando lo scettro.

MARYOKU NO ARIA (Aria di magia) – Dal 2° movimento della “Suite n° 3, Aria sulla quarta corda”
“Arioso”


Bach rilasciò la sua Musik per tutto il laboratorio, mandando in cortocircuito i computer davanti alle teche.
- Lento! Per quanto possa sottrarci le nostre Musik, se prima lo disattivo non avrà il tempo di agire.
- Io non ne sarei così sicuro se fossi in te. - ribatté Ayumu. Bach guardò MitsuruWagner: era immobile.
- Scherzando?!
- La versione 4.0 dei MitsuruLoid prevede l’immunità alle Musik che possiede. Una piccola aggiunta al genio di mia sorella. Ora, MitsuruWagner... procedi!

Fine di MARYOKU NO ARIA

MAKE THE REVOLUTION


Il robot levò in aria il suo pugnale, e subito lo scettro di Bach svanì, per riapparire dietro MitsuruWagner.
- Purtroppo la versione 4.0 ha ancora un piccolo problema: non può assorbire le Musik che ha già preso, ma solo toglierle a chi le usa.
Perciò dovremo utilizzare queste due al più presto. - spiegò Ayumu.
- “Che ha già preso”? - rifletté Dvorak. - Vuol dire che... Dov’è il vero Wagner-kun?
- Fra non molto lo incontrerete.
- Perché stai facendo tutto questo? Qual’è il tuo scopo? - gli chiese Bach.
Ayumu allargò le braccia: - La fine della Musik!!!

Fine di MAKE THE REVOLUTION

YAMI WO KIRISAKU HIKARI (La luce che taglia le tenebre) – Dalla “Marcia funebre di Sigfrido”
“Funebre”


Un enorme violino colpì Bach e lo trascinò oltre un portellone sulla parete opposta alla scala. Schubert fu trasportato da un flauto serpentiforme e Dvorak li seguì a causa di un trombone che funse da tunnel. Un triangolo accalappiò Hasshie. Tutti e quattro finirono a terra e un organo barricò l’uscita.
- Aaah, sembra che avremo compagnia, Wagner!
Bach alzò la testa: - Kyougo!

Fine di YAMI WO KIRISAKU HIKARI


Essere notati a volte diventa un’impresa.
È vero che ho raggiunto una fama gigantesca in campo musicale, ma ho dovuto fare parecchi esperimenti per distinguermi non solo agli occhi del mio primo insegnante. Attirare l’attenzione può sembrare un atto egoistico, ma se serve ad incanalare l’arte e la verità, diventa uno strumento utilissimo. L’importante è ricordarsi che la nostra persona è solo un tramite di un’essenza sublime.
A quel punto si completa con successo la fuga dalla morte dell’intuito, spesso confusa con banali fruscii di foglie per non vederne la tristezza.
Ho prima provato a nuotare nella scia dei miei modelli di compositore, tra cui Mozart e Beethoven-senpai. Questo tentativo può servire a esplorare il fiume inizialmente. Ma seguire la corrente ti disabitua al nuoto, i muscoli si indeboliscono e finisci per non poter più scegliere dove andare. Una trota dev’essere in grado non solo di andare controcorrente: deve imparare a balzare fuori dall’acqua!
Per riuscirci è necessario rinunciare al mondo esplorato e tornare bambini. Quando si fa affidamento sul proprio potenziale latente, piuttosto che sulle conoscenze acquisite, si scoprono continuamente capacità sorprendenti, per sé e per chi si ammira.

Franz Peter Schubert


- Ora basta! Vado ai piani superiori per cercare di innamorarmi di un dipendente dell’arkhè! - decise Badarzewska.
- La mia Musik non funziona così: siamo confinate in questa stanza. E poi le idol non possono avere relazioni.
Una signora anziana entrò nell’edificio: - Scusate, sapete dirmi dove posso trovare...
Tchaikovsky si inginocchiò davanti a lei con barba finta e scalpo pelato indosso.
- Tchaiko-chan, non hai appena detto...?
- In questo momento non sono un’idol, ma un vecchio barbuto ubriacone. Signora, sa che ha proprio dei begli orecchini?
Quella fissò la ClassicaLoid impietrita.
Badarzewska socchiuse gli occhi: - Dubito che ce la sbrigheremo in fretta...

Kanae, Mitsuru Akira e i ClassicaLoid che le accompagnavano stavano percorrendo un marciapiede di Hamamatsu.
- Quelle due! Prima occupano le nostre stanze, poi ci fanno perdere tempo... Che sia il nostro Destino combatterle?
- Non sono mai riuscite a prendersi l’indipendenza da Bach. Eppure per un musicista è indispensabile. - affermò Liszt.
- Quando si capisce appieno la magnificenza di Bach-sama è assurdo pensare di abbandonarlo! Non sapete cosa vi siete persi voi due, Liszt e Chopin, quando siete fuggiti. - ribatté Akira.
- Stress, ordini e folle.- rispose Chopin da sotto la tenda.
- Adesso non abbiamo più piste da seguire. Cosa facciamo? - chiese Kanae.
- Bach-sama era diretto a casa tua, credo perché avesse un piano in mente. - la informò Akira.

MARYOKU NO ARIA

- Ma non è una delle Musik di Bach? Allora è vicino. - suppose Mozart.
- No: il suono è leggermente distorto. - percepì Akira. - Questa è opera di un MitsuruLoid!
- Li hanno già attivati?! - si preoccupò Kanae.
- Dovo-chan sta volando. - indicò Chopin, toltosi la tenda. Gli altri videro una locomotiva spostarsi nel cielo.
- Chiunque sia, si sta trasferendo da un’altra parte. - disse Liszt sospettosa.
All’improvviso si sentì un’esplosione.

Fine di MARYOKU NO ARIA

Kanae guardò in lontananza la strada: un edificio era esploso, disperdendo fiamme ovunque.
- N-no... La centrale elettrica è...
- ...andata in cortocircuito per gli effetti della Musik. - completò Akira. - Serve un’altra Musik per rimediare!
- Me ne occupo io! - la rassicurò Mozart sciogliendosi la treccia. I suoi capelli sventolarono mentre correva.

HIKARI NO TABIBITO (Viaggiatore della luce) – Dalla “Sinfonia n° 40 in Sol minore 550”
“Freddo”


Il cappello di Mozart non faceva più parte del suo abbigliamento e il suo flauto rilasciava nubi gelide ovunque si dirigesse, respingendo il calore delle fiamme. Queste si stavano affievolendo mentre il ghiaccio ricopriva la strada.
- Niente male, Wolf. - si complimentò Beethoven.
Liszt guardò le altre aree della strada: - Però non è abbastanza: guardate!
I suoi compagni spostarono lo sguardo sugli edifici: In molti erano scoppiati incendi per l’esplosione di macchinari.
- La mia città... Moz, per favore, salvala! - supplicò Kanae.
- Il tuo eroe è qui per te. Non credo di poter fare molto, però.
- Mozart non può occuparsi di tutta la città! - avvisò Akira. - La Musik di Bach-sama è troppo potente per chiu...

Fine di HIKARI NO TABIBITO

Una tenda volò in aria.
Indosso a Chopin comparvero un frac viola, con un jabot bianco fornito di una lunga piuma di entrambi i colori, pantaloni grigi e stivali neri. La sua bacchetta era composta da svariati rettangoli bianchi e violaallineati scompostamente.

AMADARE TO UREIGOTO (Gocce di pioggia e traumi) – Dal “Preludio op. 28 n° 15, La goccia d’acqua”
“Calando”


Un agglomerato di nuvole grigie comparve sopra la strada, riversandovi sopra una pioggia fitta e pesante. L’aria si inumidì in modo impressionante e in breve tempo le fiamme a contatto con l’esterno furono estinte.
- Vedere Cho-chan proteggere un luogo pubblico riempie di amore! - gridò Liszt arrossendo.
- Quando non la usi su di me, è anche una Musik grandiosa, Chopin! - riconobbe Beethoven.
- Non credo che basterà. - disse Akira. - A questo punto, gli incendi saranno presenti in buona parte di Hamamatsu.
- Cho-chan! Mettici più impegno: è il tuo momento di affrontare le esibizioni in pubblico! - lo spronò Liszt.
Chopin si irrigidì. La nube grigia si ridusse di qualche metro.
- Chopin-san, ti prego: salva la mia città, la nostra città. - implorò Kanae riparandosi con la tenda impermeabile.
Il ClassicaLoid strinse i denti: - Non ci riesco. È impossibile espandere la Musik così tanto.
- Ovviamente!
La voce di Beethoven fece sussultare Chopin mentre orchestrava. L’uomo dai capelli bianchi avanzò ad occhi chiusi.
- Sarebbe irrealizzabile per qualcuno che ha imitato la mia “Sonata al chiaro di luna”. Una vera “Fantasia”.
Le mani di Chopin accelerarono. Il cielo venne coperto in una misura doppia.
- La peculiarità di questa Musik è che si intensifica in base alla sofferenza provata da Chopin. - notò Akira.
Mozart sorrise malignamente: - Ma forse è proprio perché è così noioso che è stato abbandonato dalla sua ragazza!
L’acquazzone si estese a tutto il cielo visibile.
Liszt chiuse gli occhi: - Scusami, Cho-chan... Anche la famiglia della contessa Maria Wodzińska deve averla pensata così! Per questo hanno impedito che vi sposaste!
Chopin gridò sonoramente: - Meglio averle perse! NON MI AMAVANO DAVVERO!
Fiumi impetuosi scorrevano in verticale, allagando tutto.
- Chopin-san, ora basta! Hai già spento gli incendi! - urlò Kanae per superare il muro di pioggia. Pad-kun la imitò.
- Le ferite d’amore subìte da Chopin coincisero con dei peggioramenti della sua tubercolosi! È proprio a causa della sua malattia che compose “La goccia d’acqua”, quindi è naturale che questi ricordi potenzino la
sua Musik!
- Temo che abbiamo causato una catastrofe peggiore della precedente. - ammise Liszt.
- Ci penso io a fermarlo! - decretò Beethoven. - Spie...
Ma il coperchio del tombino davanti a lui si aprì, scattandogli in faccia.
- L’acqua sta riempendo anche il sistema fognario! - avvertì Akira.
- Se si tratta di tempeste, lasciatele a me. Hör...
Mozart volteggiò su se stesso sui pattini e cominciò a scendere per la strada ghiacciata e allagata.
- Ahahaha! È come andare in skateboard e sul ghiaccio allo stesso te... Auch! - gemette sbattendo a un palo.
- Moz! - si preoccupò Kanae. - E ora come risolviamo il problema?

Fine di AMADARE TO UREIGOTO

- Per riuscirci c’è bisogno di una compositrice che espanda la sua luce con un solo capolavoro!
Badarzewska e Tchaikovsky erano riparate sotto la tettoia di un bar.
- Bada-chan! Tchaiko-chan! - esclamò Kanae.
- Lasciate che esaudisca le vostre preghiere.
- Ja gram. Ja modle się.
Immediatamente Badarzewska fu abbigliata con un cappellino e un frac fucsia, sopra un vestitino a gonna corta striato in bianco e nero. Sul
colletto portava una gemma ovale nera quanto i suoi capelli e le lunghe allacciature dei suoi sandali rialzati. Il suo microfono fucsia presentava
una caramella prima della parte finale, decorata al centro da una goccia rosa concava alla parte opposta rispetto alla punta.

AH! ENDLESS DREAM (Ah! Sogno interminabile) - Da “Modlitwa dziewicy (Preghiera di unavergine) op. 4"
“Focoso”


La ClassicaLoid si tramutò in un sole e si innalzò in cielo, dissipando le nuvole. La pioggia terminò e il calore sciolse il ghiaccio diffuso da Mozart. Il vapore cominciò ad allontanarsi dalla città inondata.
- Come avete fatto ad uscire dall’arkhè? - domandò Liszt a Tchaikovsky, che era arrivata vicino a lei.
- Come abbiamo fatto l’altra volta: prima ci siamo disperate, poi ci siamo consolate a vicenda e siamo uscite. È stato facile trovare quel nuvolone nero. Le vostre Musik fanno un casino ovunque!
- Grazie per essere venute ad aiutarci. - sorrise Kanae.
- Anche così ci vorrà molto tempo prima di riscaldare tutta la zona allagata. - previde Akira.
Beethoven si rialzò: - Se un astro non basta, aggiungiamone un altro! Finalmente è arrivato il mio turno!
Scarpe, pantaloni e frac neri spiccavano contro il bianco della camicia da cui sporgeva un foulard rosso.
La bacchetta di Beethoven era formata da due piccole lance tenute da un’elsa grigia che iniziava con una gemma nera.

Fine di AH! ENDLESS DREAM

SONG FOR THE MOON (Canzone per la luna) - Dalla Sonata per pianoforte n° 14 in Do# minore “Al chiaro di luna”
“Rondò”


Un globo riflettente comparve vicino alla forma solare di Badarzewska, rimandando un fascio luminoso su punti specifici di Hamamatsu, che si asciugarono all’istante. Il fascio luminoso correva velocemente sulle strade, sulle case, sui palazzi e sui servizi pubblici, liberandoli dall’alluvione.
- Ehi! Questo era il mio assolo! - protestò Badarzewska.
- Siete voi due che ci avete rubato le stanze! Adesso sto facendo da musica di sottofondo, il primo piano rimane tuo.
Badarzewska si sorprese: - Be’, allora immagino di poterlo accettare.
Akira si rivolse a Kanae: - Non possiamo perdere altro tempo: dobbiamo raggiungere Bach-sama!
La ragazza annuì: - Giusto! Speriamo che sia ancora a casa.

Fine di SONG FOR THE MOON


- Chissà perché, non mi sorprende che vi siate lasciati catturare. - disse Wagner.
Si trovavano in un laboratorio simile al primo, se non fosse che le paretierano ricoperte di enormi strumenti musicali che lasciavano solo altre
otto teche e del cibo nella stanza, oltre a un piccolo computer collegato a delle patate con dei cavi che evidentemente provenivano dal tabellone aperto davanti a una delle teche.
- Professor Otowa... Wagner? Come siete arrivati qui? - chiese Schubert sconcertato.
- Wagner-kun! - esclamò Dvorak andando incontro al ragazzino per abbracciarlo.
- Dovo-chan? Hai... Hai ottenuto un corpo umano?
- Non è che uno di voi due ha un dispositivo con cui comunicare, per caso? - chiese Kyougo.
- Non porto mai tecnologia con me, se non una radio, desolato! - rispose Schubert.
- Il mio cellulare si è distrutto quando ho usato la mia Musik. Triste. - aggiunse Bach. - Ma cosa vi è successo?
- Beh, suppongo che abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Vuoi iniziare tu il racconto, Wagner?
Il ClassicaLoid si separò da Dvorak: - Mi trovavo a svolgere alcune ricerche in montagna per papà, quando...

(Il telefono di Wagner squillò con la suoneria de “La cavalcata delle Valchirie”. Il mittente era Mitsuru Ayumu.
- Che cosa c’è? Ho lasciato qualcosa nell’ufficio di Bach? Puoi dirgli che se lo tenga pure!
- Non si tratta di questo. È che sento la Vostra mancanza. - Wagner inspirò velocemente e arrossì. - Bach è un superiore estremamente noioso, con cui è impossibile parlare normalmente, e la musica delle Claskey:Klasky è nettamente inferiore alla Vostra. Inoltre, mia sorella Akira è ossessionata da Bach e mi trascura completamente.
A Wagner si inumidirono gli occhi: - Ti ringrazio, Mitsuru-dono... Se posso fare qualcosa...
- Mi piacerebbe mostrarVi il laboratorio in cui siete nato. L’indirizzo è...

Wagner spalancò gli occhi dalla meraviglia quando Ayumu ebbe aperto il portellone che separava i due laboratori.
I due avanzarono fino a una teca il cui tabellone mostrava un nove sopra il nome “Wagner”.
- Questa è la teca in cui si è sviluppato il mio corpo?
- Esattamente. Quando siete nato, mi ha detto mia sorella, siete rimasto incosciente per qualche tempo in cui vi hanno portato fuori dal laboratorio. Non l’avevate mai visto, vero?
- No. Grazie per avermici portato.
- Wagner-sama, vorrei far capire a mia sorella il Vostro valore e quanto stia perdendo il suo tempo nell’ammirare Bach. Voi possedete ancora le Musik degli altri ClassicaLoid, giusto?
Wagner distolse lo sguardo dalla propria teca: - Sì. Perché?
- Vorrei che portaste qui Akira con la Musik di Dvorak in modo da parlarle senza che lei possa rimandare.
- Molto volentieri.
Wagner assunse l’abbigliamento da compositore e agitò il suo pugnale.

GOING SWEET HOME

Un treno evanescente comparve a mezz’aria e attraversò le pareti del laboratorio. Ayumu ghignò.

Fine di GOING SWEET HOME

MAKE THE REVOLUTION


La bacchetta di Wagner scomparve. Sconcertato, si guardò attorno, fino a ritrovarla, luminosa, in mano ad un robot con le sue sembianze. Si voltò verso Ayumu solo quando quello esplose i una fragorosa risata.
- Ahahahaha! È stato tutto semplicissimo! Tutte le Musik in un colpo solo!
- Mi hai tolto le Musik? Perché?! Ti stavo aiutando!
- Diciamo che i tuoi cambi di umore ti rendono inaffidabile. Dubito che mi avresti aiutato se ti avessi detto che voglio eliminare le Musik dalla Terra. Ora sei davvero un incapace!
- Quindi tutto quello che mi hai detto sull’apprezzare la mia musica erano bugie!
- Be’, è vero che preferisco te a Bach, ma qualunque ClassicaLoid è una piaga per l’umanità. Basta ricordare quanti disastri avete combinato negli scorsi mesi. No: è il momento di fare una vera Rivoluzione in questa città!
Ayumu schioccò le dita.

Fine di MAKE THE REVOLUTION

YAMI WO KIRISAKU HIKARI


Una tuba wagneriana si attorcigliò intorno al suo ideatore, mentre tanti altri strumenti ricoprivano le pareti.
- Naturalmente non posso permettere che tu avvisi gli altri ClassicaLoid delle mie intenzioni, quindi ti terrò qui finché non avrò terminato. Non preoccuparti: non sono un assassino e vi permetterò di continuare a vivere come umani. Temo di doverti sequestrare il cellulare, però: un dispositivo così dannoso non dovrebbe essere tenuto dai giovani.
Ayumu si avvicinò a Wagner e gli prese l’apparecchio.
- Non te la caverai! La mia famiglia noterà la mia scomparsa e...
- La stessa famiglia che ti ha abbandonato per tanto tempo al lavoro minorile? Nemmeno Otowa Kanae si accorgerà della tua lontananza, visto quanto le sei stato distante. Il professor Otowa invece verrà, ma non certo a salvarti.)

Fine di YAMI WO KIRISAKU HIKARI

- Quindi ha sfruttato le tue emozioni per ingannarti e prelevarti le Musik?
- gli chiese Dvorak.
- Già. E papà mi ha spiegato che finché non proverò un’intensa
emozione positiva non recupererò le mie capacità.
- A tempo! Kyougo, invece tu come sei stato rapito? - domandò Bach.
- Facendo appello alla mia curiosità!

(- Allora, Ayumu-kun, dov’è questo ClassicaLoid capace di usare qualunque Musik? - domandò il professor Otowa nel laboratorio n° 2.
- Proprio dietro di Lei!

HONOO NO REQUIEM (Requiem di fiamme) – Dal “Requiem in Re minore”
“Estinto”


Kyougo ebbe appena il tempo di voltarsi che uno scheletro umano gigante gli sputò addosso una palla di fuoco azzurro, che lo circondò.
- Un MitsuruLoid, eh? Un robot che copia Musik di uno scienziato che copia invenzioni.
- MitsuruWagner, per l’esattezza. Ma mi interessa più quello in carne e ossa: mi dica, perché ha interrotto l’ascolto della musica a Wagner?
Non faccia resistenza, tanto la Musik che sta subendo le farà confessare ogni Suo rimpianto.
- Qua...Quando i ClassicaLoid erano ancora in fase di assimilazione della musica e tua sorella non lavorava ancora in questi laboratori, ho voluto velocizzare il loro apprendimento. Avevo scoperto che la buccia di mandarino fritta migliora le loro caratteristiche genetiche, quindi...

Fine di HONOO NO REQUIEM

{Kyougo inserì un tubo dietro una delle teche e tornò al monitor. Digitò qualcosa sulla tastiera e della polvere arancione scorse negli otto tubi
collegati a un contenitore e alle teche. Poi, un putiferio.
Ogni ClassicaLoid immerso nelle capsule fu circondato da abiti comparsi dal nulla e sprigionò una Musik.

FRACASSO INDISTINGUIBILE

Un sole splendeva al centro di uno stormo di becchi a scarpa giganti vestiti da cortigiani che venivano man mano chiusi dentro bottiglie di vetro. Sulle pareti erano disegnate campanelle stilizzate, mentre delle stelle cadenti le colpivano.
Sugli scienziati presenti comparvero delle parrucche seicentesche dello stesso stile di Bach.}

- E così le Musik hanno continuato a causarci un problema dopo l’altro. Ma a un certo punto...

{HOW TO WIN! (Come vincere!) - Dalla “Toccata e fuga in Re minore”
“Fugato”


Il prato verde tornò il pavimento del laboratorio, gli uccelli giganti presenti tornarono a essere scienziati e una slot machine che produceva un mucchio di monete scomparve assieme ad esse.

Fine di HOW TO WIN!

Kyougo smise di battere le braccia: - Tutto a posto? Bene, non preoccupatevi e continuate il vostro lavoro. Le Musik qui funzioneranno alla perfezione. Io vado a controllare il laboratorio n°3.
L’uomo si spostò oltre il portellone e vide tre colleghi radunati attorno ad una teca.
- Che succede qui?
- Professore! Il ClassicaLoid n° 9 sta presentando dei sintomi imprecisati!
Kyougo si avvicinò e vide Wagner circondato da piccoli strumenti musicali che si espandevano nella teca. Aveva entrambi gli occhi aperti, uno verde e uno rosso.
- Non dovrebbe ancora esercitare le sue potenzialità!
Kyougo corse verso la parete opposta a quella del portellone ed estrasse da dietro una cassaforte nascosta un anello del diametro di una palla da tennis con tre gemme incastonate: una verde, una blu e una nera.
Avvicinò l’anello alla teca e subito gli strumenti rimpicciolirono e i suoi occhi si chiusero di nuovo.}

HONOO NO REQUIEM

Kyougo era ancora circondato da fiamme blu.
- Allora non lo sapevo, ma Wagner aveva assorbito parzialmente le Musik che si erano attivate, stimolato dall’enorme quantità di queste. Non avrebbe potuto assorbirle completamente perché non era ancora del tutto sviluppato. Ciò gli ha causato un sovraccarico che lo ha reso instabile e perciò ho deciso di smettere di fargli ascoltare musica. Così ho dato istruzioni che gli venisse dato un congegno, che ho chiamato “Sigillo del Nibelungo”, per evitare che Wagner potesse scatenare le Musik che aveva appreso. Bach mi ha raccontato di averlo disattivato quando è stato cacciato dall’arkhè da Wagner.
- Queste informazioni mi sono state molto utili, grazie professore. - concluse Ayumu. - Ora so di dover modificare il mio androide per non assorbire due volte la stessa Musik. MitsuruWagner!

Fine di HONOO NO REQUIEM

- Porta il professor Otowa nella sala degli ospiti. Immagino che voglia ricordare il suo vecchio laboratorio.
MitsuruWagner afferrò Kyougo per la vita e lo tirò verso un organo, che si abbassò per lasciar libero il passaggio.
- Papà! - esclamò Wagner.

HOUJOU NO YUME (Sogno di produttività) – Dalla Bagatella WoO n° 58, “Für Therese”
“Gustoso”


MitsuruWagner agitò il pugnale, facendo comparire cibo di vario genere, dalla carne alle verdure alle torte, e anche una tazza di caffè.
- Ho saputo che non ha spesso i soldi per pagarsi il pranzo. - disse Ayumu. - Be’, questo glielo offre la mia invenzione... O dovrei dire la Sua? Ahahaha!
- Pensi davvero che una copia possa sconfiggere i veri ClassicaLoid? - chiese Kyougo. - Dovresti sapere che Bach ha recuperato le sue Musik dopo che Wagner le aveva duplicate.
- Ci ha comunque messo del tempo. E un rallentamento mi basterà a compiere il mio piano.
- Razza di... - cominciò Wagner scattando in avanti. Ma Kyougo lo bloccò.
- Forza, MitsuruWagner: abbiamo ancora qualche modifica da apportarti.
Ayumu e il suo robot tornarono al laboratorio n°2 e l’organo si ricostituì dietro di loro.)

Fine di HOUJOU NO YUME

- Poi abbiamo dovuto affrontare la marcia dei pinguini gioiosi che bevevano il caffè in una bufera di neve, ma credo che il nocciolo della questione lo abbiate afferrato.
- Allora è per questo che non hai potuto usare la Musik da subito. - disse Dvorak a Wagner. - Mi dispiace.
- Non preoccuparti, ormai l’ho superato. Il guaio è che ora sono intrappolato qui con questo compositore d’antiquariato.
Bach lo guardò impassibile: - Bellicoso.
- Andiamo, Wagner: ricorda che è stato Bach a portarmi da te. Mostra un po’ di riconoscenza. - lo rimproverò Kyougo, facendo arrossire il ragazzino.
Questo incrociò le braccia e si voltò: - Per quanto mi riguarda è stata la mamma a trovarti. Bach non ha meriti.
Schubert scoppiò in una risata isterica: - Parla quello che si è fatto rubare le Musik dalla sua copia!
- Le ha rubate anche a voi se per questo! - strillò Wagner. Bach e Dvorak spalancarono gli occhi.
Schubert si tirò su gli occhiali: - Non a tutti! Per una volta, essere dimenticato da tutti volge a mio favore!
- Schubert-dono ha ancora le sue Musik! - sorrise Dvorak.
- Niente distruzioni del laboratorio, per favore: mi sono indebitato molto per costruirlo! - intervenne Kyougo.
Schubert guardò la finestra oltre un trombone: - Non sarà necessario.
- Lässt unsere Musik der Erklingen! (Lasciate che la nostra musica risuoni!)

SCHUBERT NO MA OU MICHI (La strada del re demone di Schubert!) - Da “Il re degli Elfi”
“Narrante”


Schubert assunse l’aspetto di un artista rap con una radio sotto braccio e un microfono in mano.
Sul terreno del cortile che costeggiava la finestra del laboratorio comparvero cinque graffiti: uno somigliava al professor Otowa, uno a Bach, uno a Wagner, uno a Dvorak e l’ultimo ad Hasshie. I loro corrispettivi erano spariti.
Il trombone davanti alla finestra scattò verso di essi, spaccando il vetro, ma quando sbatté contro il terreno dovette rinunciare alle sue prede e ritirarsi.
- Non puoi niente contro la mia musica! Sono invincibile!
- Ma tu come farai ad uscire? - domandò la voce di Dvorak dal dipinto.
- Ah, ecco... A questo proposito... Ehm...
Il filo di un aquilone si attorcigliò ad una gamba di Schubert e lo trascinò in cielo attraverso la finestra infranta.
- NO! Per una volta che faccio bella figura per un mio difetto, non potete farmi finire in questo modo! BEETHOVEN-SENPAI!
Gli altri quattro lo videro sparire tra le nuvole.

Fine di SCHUBERT NO MA OU MICHI

- Non riesco proprio a capire dove ho sbagliato con lui. - disse Kyougo.
- Quindi adesso dobbiamo restare qui finché non termina l’effetto della Musik? - chiese Wagner.
- Ritardando...

Aaaah!

Hasshie



Himeka stava portando con sé una valigia gigantesca.
- Kanae sarà contenta di sapere che posso ripagare i nuovi debiti di Kyougo-san!
Il suo sguardo cadde su un ragazzo che sedeva su una panchina con l’aria sconsolata.
- Come va, Sousuke-kun? - chiese, sedendosi accanto a lui.
Lui alzò gli occhi sorpreso: - Oh, ciao obaa-san. Penso di essere deluso.
- Da cosa di preciso?
- Quando ho usato la mia Musik pensavo che sarei rimasto felice per sempre. È da quando conosco i ClassicaLoid che la desidero. Invece ho iniziato a capire che ci sono tante cose che voglio e che fino a poco fa non vedevo.
- Questo è perché non sei più concentrato su qualcosa a cui davi molta attenzione. Però ti sei abituato a darne e l’hai rivolta ad altri tuoi interessi che prima erano nascosti. È un po’ come se guardassi un fuoco per ore, sinché non si spegne e ti accorgi del camino. Eppure era lì anche prima.
Sousuke annuì. Poi sgranò gli occhi: - A proposito: non hai visto del fumo che si alzava dal centro di Hamamatsu?
- No, ero concentrata sulle corse dei cavalli. Poi ho dovuto aspettare all’ippodromo che finisse di piovere. Abbiamo parlato con Pad-kun, io e Kanae. Pensa che tu trascuri i suoi sentimenti.
- Non è affatto vero! È lui che non capisce i miei. Non l’ha mai fatto.
- Bene, allora: quando avremo risolto il rapimento di Kyougo-san vi aiuterò a chiarirvi.
- Sì, grazie. ... EEHH? Quale rapimento!?
Una suoneria che proveniva dalla borsetta di Himeka le impedì di rispondere.
- Mamma, mi spieghi perché avete abbandonato la casa?! - gridò una Kanae infuriata apparsa sullo schermo.
- Scusa, Kanae, ma non ci ho pensato. È arrivato Bach-chan e sono andati tutti a cercare tuo padre con Dovo-chan.
- CHE COSA?! - esclamarono all’unisono Sousuke e Kanae.
- Adesso vado in centro a vedere cos’è successo. Sembra che ci sia stato un incendio.
- Aspetta, mamma! No...
La chiamata si chiuse, riportando la faccia di Pad-kun sullo schermo.
- Sai, gattina mia, non ho mai capito da chi tu abbia preso. - disse Liszt davanti alla casa degli Otowa.
- A questo punto credo di essere stata adottata.
- Shu sta volando. - indicò Chopin guardando in aria. Tutti lo imitarono.
- Beethoven-senpai! Aiutatemi a scendere, vi prego!
- Schubert! Smettila di giocare con gli aquiloni una buona volta e torna qui! - ordinò lui.
- Lasciate fare a me! - disse Mozart cambiando vestiti e sciogliendosi i capelli.

SHIPPUUDOTOU (Tempesta e impeto) – Dalla “Piccola Sinfonia n° 25 in Sol minore K 183”
“Mosso”


Un vento fortissimo soffiò, scompigliando i capelli del ClassicaLoid e muovendo le nubi ad alta quota. Schubert cominciò a volteggiare verso il basso, prima vicino al tetto della casa, poi dall’altra parte della strada e infine...
- MOZART! - gridò mentre si dirigeva a tutta velocità sulla fontana.
Ma l’aquilone si impigliò in un albero e Schubert piroettò fino a cadere su un tappeto fatto di gomme da masticare.
- Shu-san! Mamma mi ha detto che sei andato a cercare papà con Bach-san, Dovo-chan e Hasshie. L’avete trovato?
L’uomo si alzò a fatica: - Sì, il professor Otowa è stato rapito insieme a Wagner.
- Cosa?! Anche Wa-kun è in pericolo?!
- Sono riuscito a liberarli. A tenerli prigionieri è stato un robot simile a Wagner che gli ha preso le Musik.
- Ma chi l’ha costruito? - chiese Badarzewska.
Schubert indicò Akira: - Bach ha detto che si chiama Mitsuru Ayumu: suo fratello!
La donna spalancò la bocca: - Ayumu-chan? Non ci credo!
- Invece è così. Ha detto di voler annientare la Musik o qualcosa del genere. Mi dispiace.
Akira s’accasciò sul vialetto in lacrime. Tchaikovsky e Badarzewska si guardarono e le misero una mano sulla spalla.
- Tutti possono fare degli errori. - disse Tchaikovsky.
- Vero: vedrai che capirà lo sbaglio che sta facendo. - aggiunse Badarzewska.
- Dov’è Bach-sama? - domandò la bambina bionda.
- Quando ci siamo separati era al laboratorio del professor Otowa.
- Allora raggiungiamolo: lui saprà cosa fare. - decise Liszt.

Fine di SHIPPUUDOTOU

- No. - si oppose Akira alzandosi. - Per annullare la Musik esiste un solo strumento in grado di farlo: l’Octovano!
Ciascuno dei presenti assunse un’espressione sorpresa.
- Vuoi dire quell’enorme strumento per piegare il Destino delle Musik? - verificò Beethoven.
- Esattamente. Se MitsuruWagner ha preso possesso di tutte le Musik, può sfruttarlo completamente da solo.
- Ma non l’avevamo distrutto? - chiese Mozart.
- L’abbiamo ricostruito nel caso in cui Bach-sama volesse usarlo di nuovo. - rispose Akira.
- Solo che non mi è sembrato di vederlo sul monte Oomori vicino al laboratorio quando stavo volando. - disse Schubert.
- Deve aver usato le Musik di Moz o di Beet per spostarlo. - concluse Chopin.
- Se è così, sono l’unica che può trovarlo. - affermò Akira. - Voi state in guardia: se l’Octovano venisse attivato, la città ne subirebbe gli effetti e ci sarà bisogno del vostro intervento. Io torno all’arkhè.
- Mitsuru-san! - la chiamò Kanae, ma lei stava già correndo fuori dal cancello, verso l’automobile.


Quand’è che cercare la libertà per sé invade quella di tutti? Ed è sempre sbagliato?
Tutte le regole di Kanae in qualche modo sfidano la mia natura spontanea e cercano di farmi diventare un altro. Per questo non le seguo: è la mia libertà.
I principii morali, le norme sociali e le promesse fatte a sé stessi hanno il ritmo di una marcia che non solo ha un percorso prestabilito, ma anche la sua velocità. E io voglio poter camminare e pattinare quando voglio dove voglio.
Se non fosse giusto coinvolgere tutti nei propri desideri, non si potrebbe comunicarli, né averli su di loro. E se c’è un legame, far parte dello stesso desiderio è una gentilezza; se non c’è, è il desiderio in comune a formarlo. Ma se non c’è un desiderio comune non può esserci il legame e tutto rimane gelido. Possiamo sentire in tutti quando questo accade: è l’empatia.
Certo, questi legami possono essere temporanei e spensierati, come quelli con delle ragazze carine, ma altri sono eterni e rimangono anche dopo la morte.
Per facilitare la condivisione dei desideri a tutti basterebbe seguire quella musica che ci porta a passare delle giornate piacevoli, stando attenti a non confonderla con altro. Facendo così, riusciremo a diffonderla come suonando un flauto che porta felicità a tutti.

Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilius Mozart


Mitsuru Ayumu guardava un monitor in una stanza semibuia.
Lo schermo mostrava un colossale strumento musicale formato da due arpe giganti, un piano, degli ottoni e otto nicchie poste su dei supporti; tra questi una torre centrale che ospitava MitsuruWagner nella propria nicchia.
Ayumu premette un tasto: - Finalmente è tutto pronto. Iniziamo il cambiamento, MitsuruWagner!

MAKE THE REVOLUTION

L’Octovano si illuminò. I tasti degli ottoni si mossero e la Musik si espanse fino ad attraversare una barriera di vetro.

Bach, il professor Otowa, Wagner e Dvorak, con Hasshie su un braccio, si fermarono in una strada di Hamamatsu.
- È l’Octovano. Maestoso! - riconobbe Bach.
Wagner strinse gli occhi: - La mia Musik... Come osa?!
- Musik? E che cos’è?
Tutti a parte Hasshie fissarono Kyougo.
- Professor Otowa... Sta scherzando? - gli chiese Dvorak.
- Pesante! Questo è l’effetto della diffusione della Musik di Wagner soltanto: gli umani scorderanno tutto ciò che riguarda la musica! - affermò Bach, lasciando un’espressione terrorizzata sul volto del ragazzino.
“Io stavo diffondendo la mia musica in tutto il mondo con i miei concerti. Bach sapeva cosa sarebbe successo, ma non me l’ha detto... Che sia perché non voleva che perdessi del tutto la stima nella mia musica?”
- Ma senza le conoscenze del professor Otowa sulle Musik, come facciamo...? - cominciò Dvorak.
- Deciso! L’unico modo è ricordare a tutti cosa sia la musica e interrompere il processo.
Bach fece un salto mortale altissimo e atterrò sul tetto di un negozio.
- Ascoltatemi, abitanti di Hamamatsu: qualcuno sta cercando di farvi dimenticare la musica. Cercate di impedirglielo! La libertà dev’essere vostra e merita che voi la proteggiate!
- Sei pazzo! - gridò una voce. - La musica è una fantasia! Revolution!
- È quel ciarlatano della casa discografica “arkhè” che prova a farci credere alla musica! Vattene! Revolution!
- Revolution! Basta con queste pagliacciate!
Bach strinse i denti: - Ruvido...
- Se solo potessimo usare le nostre Musik, potremmo dare loro una prova. - disse Dvorak.
“Mi sono lasciato rubare la Musik.” pensò Wagner. “Ho passato un sacco di tempo a voler dimostrare agli altri che non sono un incapace, ma era inutile: l’unico a cui devo dimostrarlo sono io stesso!”
Wagner si illuminò in un fascio di luce mentre cambiava vestiti e acquisiva di nuovo il suo pugnale.
- Hört die Musik der Revolution!

Fine di MAKE THE REVOLUTION

KOI WA JOLLY JOLLY (L’attrazione è Jolly Jolly) – Dal “Valzer in Mi b maggiore op. 18, Grande Valse Brillante”
“Brillante”


Il cemento della strada si trasformò in erba e fiori e gli edifici fecero posto a un luminoso cielo azzurro.
La folla smise di urlare follemente e si guardò attorno.
Anche Wagner era sorpreso: - Ma... questa non è una Musik che conosco!
Bach saltò di nuovo a terra: - Accompagnato: appartiene a Chopin, ma l’ha usata solo tramite un personaggio virtuale programmato dall’arkhé che aveva dotato di personalità.
- Evidentemente quella Musik si libera solo quando si esprime estroversione. Per questo tu hai potuto usarla e Chopin no, Wagner. - suppose Kyougo.
- Papà! Ora ti ricordi della musica!
- Già. E anche che all’arkhè c’è uno strumento per individuare l’Octovano. Ho fatto promettere a Mitsuru-kun di non parlarne a nessuno per emergenze come questa. Venite: dobbiamo sbrigarci!
- Aspettate: con la Musik di Dovo-chan possiamo arrivarci subito. - evidenziò Wagner.

Fine di KOI WA JOLLY JOLLY


- Revolution!
Sette ClassicaLoid osservavano le persone gridare per la città la parola preferita di Wagner.
- Si stanno trasformando in quell’odioso moccioso presuntuoso! - inorridì Tchaikovsky.
- È un incubo infinito! - lamentò Badarzewska.
- Ho un’idea. - disse Chopin, attirando gli sguardi generali. - La rivoluzione è un’ideale delle società umane, quindi...
- ...se li trasformassimo in animali non dovrebbero subire alcun effetto! Una pensata piena d’amore, Cho-chan!
- Sarà difficile estendere le nostre Musik a tutta la città. - obbiettò Schubert. - Cosa ne pensi, padrona di casa?
- Revolution! - rispose Kanae. Tutti la guardarono con rassegnazione, prima di rivolgersi di nuovo a vicenda.
- Non ci resta che fare come Chopin e potenziare le nostre Musik pensando all’emozione che le ha scatenate. Superiamo i limiti del Destino! - affermò Beethoven. - È il momento di comprare gyoza!
- Separiamoci in diverse zone della città e portiamo la novità alle nostre Musik! - concordò Mozart.
- Diffondiamo la sincerità! - esclamò Liszt.
- Altruismo. - disse Chopin.
- Manteniamo il buon umore! - aggiunse Schubert.
- Farò in modo che Bach-sama sia fiero di me! - si ripromise Tchaikovsky.
- La mia Musik salverà la situazione! - urlò Badarzewska.
Mozart la guardò sprezzante: - Tu ne hai solo una, e non trasforma in animali.
- Stai zitto!
Akira era nel suo ufficio all’arkhè e digitava freneticamente al proprio computer.
- Non so più perché lo sto facendo, ma devo aiutare Bach-sama in qualche modo. Mio fratello ha fatto qualcosa per farmi dimenticare il mio compito, ma non ha fatto i conti con la mia pianificazione delle emergenze.
Un file comparve sullo schermo dove prima non c’era nulla. Akira sorrise.
- Mitsuru... Fiero.
La donna sussultò e alzò lo sguardo alla porta: - Bach-sama! Professor Otowa!
- Ah, Mitsuru-kun. Vedo che stai già lavorando per trovare l’Octovano! - disse Kyougo.
- Non so cosa sia l’Octovano, ma so di dover recuperare questo file. Lo stavo proprio per... Eh? Il programma scomparve dallo schermo.
- Qualcosa non va? - chiese Bach.
- Ayumu dev’essere entrato nella rete per cancellare il file. Deve averlo notato quando l’ho ricostituito. Non so come ha fatto a tenere sotto controllo questo computer o a sapere del file, ma vi assicuro che non se la caverà!
Akira riprese a digitare furiosamente. Dvorak fissava il computer pensieroso.


DIE FORELLE (La trota)
“Saltando”


In un parco, Schubert indossava dei pantaloni gialli e un frac arancione con un papillon rosso sopra una camicia bianca. Alla vita portava degli ornamenti d’oro.
“Ho usato la Musik per liberare il professor Otowa e uno degli scherzi di Mozart mi ha attutito la caduta. Oggi è una splendida giornata!”
La Musik si diffuse ben oltre il parco e trasformò ogni persona che la ascoltava in pesci: nei supermercati, nel porto e in piscina.

Fine di DIE FORELLE

KOINU NO CARNIVAL (Carnevale del cagnolino) – Dal “Valse op. 64 n° 1, Valse du petit chien”
“A tempo di valse”


Chopin era rannicchiato sotto una bancarella del mercato, mentre tutti i presenti si trasformavano in cani.
“Siamo gli unici a poter salvare tutte queste persone, non possiamo nasconderci adesso.”
Studenti nelle scuole, negli arcade e nelle case vennero raggiunti dalla Musik e divennero varie razze di cane.

Fine di KOINU NO CARNIVAL

FOOL LOVE RHAPSODY (Rapsodia dell’amore pazzo) – Dalla “Rapsodia ungherese n° 2”
“Libero”


Liszt orchestrava in un karaoke su un albero di liane e al centro di uno sciame di umani con ali da farfalla.
“Smettete di seguire la musica manipolatrice e iniziate a mostrare il vostro amore!”
La gente nei ristoranti, negli teatri e nei musei fu avvolta da bozzoli vegetali, prima di uscirne con ali e antenne.

Fine di FOOL LOVE RHAPSODY

SHALALALALALA NAYANDETE MO KAIKESSEN (Shalalalalala Anche preoccupandosi non si risolve) – Dai “Marcia, Trepak/Danza russa e Valzer dei fiori de Lo Schiaccianoci op. 71”
“Nobile”


Da sopra il Duomo di Hamamatsu,Tchaikovsky trasformava la gente lì attorno in topi.
- Guarda cosa può fare la mia musica alla tua, moccioso meccanico!
L’invasione di topi dilagò in fabbriche, case discografiche e aziende.

Fine di SHALALALALALA NAYANDETE MO KAIKESSEN

KOUTEI NO BIGAKU (L’Estetica dell’imperatore) – Dal “Concerto per pianoforte n° 5 in Mi b maggiore op. 73, Imperatore”
“Imperioso”


- Ahahahaha! Sentite il sapore dei migliori gyoza! - urlò Beethoven da sopra un palazzo.
Mentre la sua Musik si diffondeva, chi era in ospedali e luoghi di culto si trasformava in un pinguino imperatore.

Fine di KOUTEI NO BIGAKU

HAVE A NICE DAY! (Trascorri una piacevole giornata) – Dal ”Concerto per oboe in Do maggiore K 314/271 k”
“Volante”


Mozart volava sopra la città ridendo con un costume e ali da uccello.
- Preparatevi a sporcare tutta Hamamatsu come dei piccioni!
I locali, i campi sportivi e le strade si riempirono di gente travestita da uccello che spiccava il volo.
Anche Kanae aveva le sembianze di un volatile e seguiva Mozart tra le nuvole – Ottimo lavoro, ragazzi!

Fine di HAVE A NICE DAY!

- Ormai non ce l’hai più con me perché vivo a casa tua, vero? - chiese Dvorak ad Hasshie.
- Ah, è così che è andata? - sorrise Kyougo. - Direi che può essere una rivalità tra ClassicaLoid.
- Eh? Quell’uccello sarebbe un ClassicaLoid? - si sorprese Wagner.
- Non nel senso stretto del termine, visto che la sua Musik non deriva da un compositore del passato. Non so di preciso che musica avesse
ascoltato per svilupparla, ma era una registrazione di mia mamma. Ad ogni modo, Hasshie è stato il primo a sperimentare lo sviluppo della Musik, poi mi è venuta l’idea dei ClassicaLoid.
- Accentuato! Quali sono gli effetti della sua Musik? - domandò Bach.
- Mia madre aveva qualche difficoltà a tenermi in casa, perciò desiderava farmici tornare. Questo desiderio si è in qualche modo
trasferito ad Hasshie, ma solo per riportare a casa chi l’ha appena abbandonata.

Wagner si voltò verso Bach e arrossì: - Bach, ti voglio... ecco... ringraziare per avermi ostacolato quando sono entrato all’arkhè. Non mi ero accorto di quanto sbagliassi.
- Crescendo: prendere il mio posto ti ha permesso di crescere come ClassicaLoid e come persona. Quando si prende consapevolezza del pieno potere ci si accorge che la responsabilità è indispensabile per ottenere quello che si vuole.
- Scusami anche tu, Dovo-chan, se ho pensato prima ai miei scopi piuttosto che mantenere la promessa che avevo fatto. Sono davvero felice che tu ora sia umano.
- Grazie, Wagner-kun.

Non nascondo che essere un’idol, con i suoi divieti e i suoi obblighi, sia frustrante.
Nonostante questo, Bach-sama rimane il mio re. Per questo sono così critico nei suoi confronti: quando qualcosa è importante vuoi esprimere tutti i tuoi dubbi a riguardo per sperare di trovare le risposte che li dissipino ed essere certo di seguire il percorso giusto.
La mia musica è importante per me, ma non mi limito a quella. Anche cantare le parole messe insieme da Bach-sama è un segno di comprensione della musica. Perché la musica è di tutti e compositori, cantanti, parolieri o danzatori la stanno solo interpretando ed esprimendo. Quando si occupa uno di questi ruoli completando quelli di qualcun altro, la musica su cui si lavora unisce i loro creatori, se riescono a capirsi profondamente.
Per raggiungere la sintonia perfetta con qualcuno, passo attraverso il conflitto e i traumi. Poi ho bisogno di bere, ma non mi importa: io dico quello che penso!

Pëtr Il'ič Čajkovskij


Sousuke pedalava sulla sua bicicletta attraverso la città danneggiata dal fuoco.
- Tutto questo dev’essere opera di qualche Musik. Devo raggiungere al più presto Kanae.

- Che fatica! - sospirò Liszt sedendosi su una scalinata.
- Però abbiamo impedito che Hamamatsu dimentichi la musica, vero? - domandò Mozart.
- Sì, ma che ne sarà del resto del mondo? Dobbiamo trovare un modo per fermare l’Octovano. - disse Schubert.
- Mitsuru-san ha detto che ci avrebbe pensato lei. - ricordò Kanae.

- Chi lascia il proprio Destino nelle mani degli altri è imprigionato nel Destino del Destino! - esclamò Beethoven.
- Dovremmo fare una ricerca per tutta la città. - propose Chopin.
- Ma come possiamo riuscirci? - disperò Kanae.
Le Claskey:Klasky si guardarono.
- Un modo ci sarebbe. Possiamo tentare...
- ...anche se significa usare il testo di quel dannato moccioso.
- Di cosa state parlando, voi due? - domandò Liszt.
- Di chiedere aiuto. - rispose Badarzewska.
- State a vedere il potere della fama! - aggiunse Tchaikovsky.

SALTY SALTY (Salate salate)
"Tosto"


Le cantanti dell’arkhè si erano cambiate d’abito. Indossavano entrambe cappellini e giacche neri alla marinara e Tchaikovsky portava una gonna corta, mentre Badarzewska dei pantaloncini, tutti dello stesso colore. Ognuna indossava stivali, cintura e cravatta, celesti la prima, fucsia la seconda. Insomma: erano vestite da Salty:Klaskey!
Schubert teneva loro accanto una radio collegata a Pad-kun, che trasmetteva la musica di sottofondo.
Man mano che cantavano, sempre più persone si fermavano ad ascoltarle.
- Siamo sicuri che funzionerà? - dubitò Beethoven. - L’ultima volta questa canzone le ha rese impopolari.
- Ora non devono mantenere un’immagine fredda. - replicò Chopin.
- E poi la nostalgia fa sempre un certo effetto. - aggiunse Mozart.
Ormai la folla occupava tutta la strada e le ragazze continuavano lo spettacolo.

Fine di SALTY SALTY

Un applauso si levò dal pubblico, insieme a urla di acclamazione.
- Vogliamo sapere se avete visto un enorme strumento in città! - pretese Tchaikovsky.
- Portateci lì subito! - ordinò Badarzewska.
- Perfettamente! - precisarono in coro.
Una mano si alzò dal centro della folla e un uomo si avvicinò.
- Non so se può essere d’aiuto, ma quand’ero in montagna, poco fa, ho sbattuto contro una parete invisibile.
I presenti spalancarono la bocca.
- Una barriera che devia la luce fatta con la Musik. - spiegò Chopin. - Utilissima per non essere trovati.
- Ero salito sul monte Oomori.
- Allora non l’ha spostata, ma solo nascosta! - esclamò Schubert.
- Dobbiamo fare presto, o la musica sparirà dai pensieri di tutto il mondo. - esortò Kanae.
- Lasciate che sia un vecchio amico ad accompagnarci! - esclamò Beethoven trasformando i vestiti.


JOUNETSU NI TSUITE KATARU BEKI 2, 3 NO SHINJITSU (Bisogna parlare di passione 2, la realtà del 3) – Dalla “Sinfonia op. 68 n°6 in Re e Fa maggiore, Pastorale”
“Con passione”


Sousuke entrò nella villa degli Otowa correndo: - Kanae! Beet! Moz! Chopyn! Liszt-san! Dove siete? State bene?
Quando fu nella sala dell’organo si fermò.
- Non sono in casa... Se solo sapessero... Ma non è la Musik di Beet, questa?
All’improvviso, l’organo si trasformò in un robot gigante e corse verso il portone.
- Aspetta! Voglio venire anch’io! - lo inseguì Sousuke tentando di afferrarne una gamba e cadendo.
Il robot uscì in giardino e cominciò a spiccare balzi da un isolato all’altro.
Quando il colosso meccanico fu piombato accanto al suo evocatore, prese con un braccio le Claskey:Klasky e Schubert, con l’altro Liszt e Chopin, mentre Beethoven, Mozart e Kanae gli saltavano in groppa.
- A noi due, Ragazzo di Ferro! Macchina contro macchina e organo contro organo! - gridò Beethoven mentre balzavano di nuovo verso le colline. In poco tempo piombarono sopra un ripiano invisibile che il robot prese a pugni.
La barriera si spezzò e i ClassicaLoid caddero con Kanae presso l’Octovano.

Fine di JOUNETSU NI TSUITE KATARU BEKI 2, 3 NO SHINJITSU

MAKE THE REVOLUTION


Un applauso leggero si propagò dalle mani di Ayumu: - Complimenti. Vedo che Schubert è riuscito a fuggire e vi ha avvisati. Ma è troppo tardi: ormai tutto il mondo è stato influenzato dalla Musik di MitsuruWagner.
- Sei un illuso se pensi che lascerò che la musica venga dimenticata! - gridò Beethoven.

MUTEKI NO SONATA (Sonata dell’invincibilità) – Dalla “Sinfonia op. 92 n° 7 in La maggiore”
“Trionfante”


Una slot-machine comparve sopra la nicchia che ospitava il MitsuruLoid e generò monete d’oro che si infilarono in tutte le fessure dell’Octovano, intasandolo. La musica prodotta dall’androide si fermò di colpo.
- Non avete capito. L’unico motivo per cui MitsuruWagner stava continuando era per privare anche me di quei fastidiosi ricordi sulla musica. Non serve a niente fermarlo.
Un’espressione d’orrore pervase il volto di tutti.
- Perché detesti così tanto la musica, Mitsuru-san? - domandò Kanae.
- Tu sei figlia unica, vero, Otowa-san? Non puoi neanche lontanamente immaginare quanto possa essere fastidiosa una sorella che ascolta i brani di Bach ad ogni azione che compie: quando studia, quando mangia, quando fa il bagno, persino mentre dorme! È insopportabile! Poi se mi lamentavo con i miei genitori, mi rispondevano: “Non vedi che con questo metodo tua sorella è diventata un genio dell’informatica? Quando crescerai, Ayumu-kun?”. E io intanto dovevo studiare fuori casa per poter tenere il passo con la magnifica Akira... Quando ha cercato di imporre il pensiero di Bach a tutti con questo stesso Octovano, ho perso la pazienza: le ho chiesto di farmi assumere all’archè per manometterla dall’interno, e poco dopo è arrivata l’occasione. Wagner è stato una manna! L’avevo riconosciuto dai video di sperimentazione delle Musik al risveglio dei ClassicaLoid. Ho fatto in modo che lui e Bach si scontrassero, sperando che quanto diceva sull’essere migliore del direttore dell’arkhè fosse vero. Solo che Wagner si è rivelato troppo megalomane. Ma adesso lo sto riutilizzando per sradicare tutta la musica! Ma sicuramente non puoi conoscere il fastidio di qualcuno che ti riempie le giornate con musica che a te non piace.
- No, in realtà lo capisco... - rispose amaramente la ragazza.
- Mi dispiace per te, ma hai fallito. - disse Mozart con calma. - La musica resterà finché ci saranno i ClassicaLoid!
- Allora devo solo togliervi di mezzo! MitsuruWagner!

Fine di MUTEKI NO SONATA

KAKUMEI SANKA (Peana rivoluzionario) – Dal Preludio de “I Maestri cantori di Norimberga”
“Poetico”


All’agitarsi del pugnale di Wagner apparvero delle piccole armature munite di forchette con dei wurstel infilzati.
- Oggi è l’ultimo giorno dei ClassicaLoid!
- Io ho sempre detestato i Mitsuru! - ribadì Badarzewska mentre le armature si avvicinavano.
Mozart prese l’aspetto da compositore: - Non penserai che basti questo a fermarci?
- Ti sconfiggeremo in un attimo! - concordò Liszt assumendo l’abbigliamento di una pugile. Chopin annuì e cambiò vestiti.
- Fermi, stupidi! Che cosa fate?! - gridò Tchaikovsky.

Fine di KAKUMEI SANKA

ROKU GEN NO MONSTER (Mostro delle sei corde) – Dalla “Sonata per pianoforte e violino op. 47 n° 9, a Kreutzer”
“Improvvisato”


La bacchetta di Beethoven si trasformò in una chitarra elettrica e da dietro di lui sfrecciarono delle stelle cadenti che si abbatterono su alcune armature.

Fine di ROKU GEN NO MONSTER

AI NO KANE (Campana d’amore) – Dall’“Étude S. 140 n° 3 in Sol# minore, La campanella”
“Vigoroso”


Una serie di campane circondò Liszt, che le colpì con dei pugni, spedendole addosso agli avversari.

Fine di AI NO KANE

4 A.M. NOCTURNE (Notturno delle 4) – Dal “Notturno op. 9 n° 2”
“Separato”


Tutto intorno apparvero scatole giganti di mandarini.

Fine di 4 A.M. NOCTURNE

MIKAN ZOMBIE NO MARCH (Marcia degli zombi mandarino) – Dal 3° movimento della “Sonata per pianoforte n° 11, Rondò alla turca”
“Marciato”


Gli omini nati dalla Musik di MitsuruWagner marciarono nelle scatole evocate da quella di Chopin, che si chiusero.

Fine di MIKAN ZOMBIE NO MARCH

Ayumu ghignò: - Vi ringrazio per le vostre Musik! Adesso!

MAKE THE REVOLUTION

MitsuruWagner puntò il pugnale sulle altre quattro bacchette. Ma esse non sparirono.
- Perché non succede nulla? Anche se non può assorbirle due volte, può sempre sottrarle!
Ayumu tese l’orecchio: - Ma questa non è la Musik del mio MitsuruLoid!
- Infatti! - confermò Wagner spuntando da dietro l’Octovano con Dvorak, Bach, Hasshie, Kyougo e Akira.
- Bach-sama! - esultò Tchaikovsky.
- Capotreno Dvorak! - gioì Badarzewska.
- A...Akira-nee-san? - sgomentò Ayumu.
- PAPÀ!!! Se stessi a casa la smetteresti di far preoccupare sempre tutti! - sbottò Kanae.
- Scusa, ma come facevo a sapere che sarei stato rapito?
- Ehm... Qui è in corso uno scontro. - ricordò Schubert.
Una valchiria alata e la sua controparte robotica stavano incrociando le spade.
- Credi davvero di poter vincere? Questo è un MitsuruLoid di versione 4.0, molto più efficiente rispetto a voi!
Wagner strinse gli occhi: - Una copia non potrà mai eguagliare gli originali. Infatti è malfunzionante.
- Impossibile! Può lasciare gli effetti delle Musik anche quando le ha concluse ed è immune a quelle che ha acquisito.
- Non se le ha assorbite quando le aveva già. Come quella che stiamo usando!
Gli occhi di Ayumu si sgranarono.
La valchiria meccanica scomparve e quella di carne spezzò il pugnale di MitsuruWagner.

Fine di MAKE THE REVOLUTION

- Chi è l’incapace adesso? - domandò Wagner riprendendo gli abiti soliti.
- Evitiamo altri possibili fastidi: è l’ora della rivincita! Serio!
Bach riprese l’aspetto da compositore e alzò lo scettro.

MARYOKU NO ARIA

Il MitsuruLoid fu percorso da scariche elettriche e cadde a terra.

Fine di MARYOKU NO ARIA

Ayumu cadde in ginocchio: - NOO! Il mio MitsuruWagner!
Akira gli si avvicinò lentamente: - Si può sapere perché l’hai fatto?
- Non lo capisci? Come pensi che mi sentissi a vederti affogare nella musica, abbandonandomi a solo dei rapporti di lavoro? Sono decenni che non sei più mia sorella. Una volta mi aiutavi quand’ero in difficoltà, giocavi con me...
- Ayumu-chan... Perdonami. Non immaginavo che ti sentissi così solo. Comunque adesso non sono più ossessionata dalla musica come
prima. Bach-sama mi ha fatto capire che è meglio apprezzare un po’ di tutto che tutto di poco. Sai perché mi è sempre piaciuta la sua musica in particolare?
Ayumu scosse la testa lacrimante.
- Tu eri troppo piccolo per ricordartene, ma nostra nonna metteva spesso i suoi brani quand’era ancora in vita. Risentire quella musica me la riporta indietro, in qualche modo.
Kanae spalancò la bocca: “Lo stesso faceva nonna con me!”
Ayumu si alzò, abbracciò sua sorella e sussurrò: - Mi dispiace.
- Su, è tutto a posto. Ora torniamo a casa e ti racconto una favola.
L’uomo la guardò e sorrise debolmente: - Non è tutto a posto. Ho tolto al mondo la musica. Neanche diffondendo le Musik tramite l’Octovano si possono annullare gli effetti ora che il processo è terminato.
- Adagio! - intervenne Bach. - Diffondere una Musik non basta, ma diffondere l’Ottava è la soluzione. Se ciascuno di noi utilizzerà la propria musica, ognuno diventerà... un ClassicaLoid!
Quasi tutti i presenti inspirarono di scatto. Kyougo Otowa invece espirò.
- Bach. Te l’ho già detto che sono contrario a questo piano: la Musik risulta difficile da controllare anche per voi, figurarsi per tutta l’umanità.
Anzi, dato l’esempio di Dvorak, direi per ogni essere organico sul pianeta.
- Impareranno a controllarla! - replicò Kanae. - Non è questo che facciamo quando impariamo qualcosa di nuovo? Cercare il modo giusto per metterla in pratica? So che questo tipo di mondo renderà la musica qualcosa di consueto, ma meglio averla sempre che non averla per niente. Dall’ultima volta che abbiamo usato l’Octovano, ci ho pensato: anche l’acqua, le parole e... le famiglie sono importanti, ma possiamo dar loro attenzione – guardò aspramente il padre – anche se sono consuete. Dipende dalla nostra volontà! Quindi io sono per il piano di Bach-san.
- Figlia di Kyougo...
- Io sarò sempre dalla parte di Bach-sama in ogni situazione! - dichiarò Tchaikovsky. - Bada-chan, tu cosa farai?
- Solo un momento. - Badarzewska si avvicinò a Dvorak. - Capotreno, come hai fatto a non essere più un ippopotamo?
- La Musik di Wagner-kun mi ha tolto le mie, quindi ha bloccato la mia ritrasformazione.
- E sei felice in questo corpo?
- A dire il vero no. Preferirei riavere le mie capacità come ippopotamo.
- Allora dobbiamo rendere la musica al mondo. Voglio dire: a che servirebbe cantare se no?
Le Claskey:Klasky si sorrisero.
- Voi, invece, che cosa dite? - chiese Kanae agli altri ClassicaLoid.
- Un mondo in cui nessuno conosce la musica di Beethoven-senpai è fuori discussione! - affermò Schubert.
- Se tutti possono usare la musica, le parole saranno superflue. - constatò Chopin.
- Qualcosa mi dice che sarà un mondo pieno d’amore! - esultò Liszt.
- Beethoven, Mozart. L’ultima volta eravate contrari al mio ideale. Flessibile? - verificò Bach.
Beethoven lo fissò in silenzio per un po’. Poi disse: - Suppongo di poter cucinare i gyoza anche così.
- Solo per salvare la musica. - aggiunse Mozart con un occhio chiuso.
Bach si rivolse a Dvorak e Wagner: - Mi dispiace che non possiate partecipare all’Ottava. Anche se adesso sei umano, non puoi usare Musik; e se tu usassi la tua alimenteresti quella che si è già diffusa.
Wagner agitò una mano: - Non fa nulla. Essere accettato nell’Ottava mi serviva per ritenermi un vero ClassicaLoid. Ora mi stimo abbastanza da non averne bisogno.
- Con tutto il rispetto, ma a me non è mai interessato farne parte. - rispose Dvorak.
- Vedo che siete tutti d’accordo. - appurò Kyougo. - Allora non me la sento di oppormi.
- Professor Otowa... Esiste un modo per tornare indietro se qualcosa andasse storto? - chiese Akira.
- Non ne conosco nessuno. Stiamo rischiando tutto.
- Ma ne vale la pena. - disse Kanae. - Per la musica!
- Per la musica! - ripeterono i ClassicaLoid dell’Ottava.

La condivisione è un gesto d’amore che porta la serenità a chi dona e a chi riceve.
Se ciascuno di noi sviluppasse al meglio le proprie doti naturali e le offrisse a chi incontra, tutti disporrebbero di tutto: un vero sogno d’amore!
In cosa possiamo riconoscere la campana d’allarme che ci avverte quando questo non avviene? La sensazione di essere in credito. Se non usciamo dall’idea dello scambio, non possiamo assaporare la bellezza profonda del regalare.
Ci si potrebbe chiedere chi può impedire le ingiustizie se lasciamo che gli altri prendano senza ricambiare. Ebbene, uno sceriffo interviene per chi non si difende. Se diventassimo sceriffi per gli altri, la giustizia verrebbe assicurata e l’altruismo intensificato senza che la diffidenza ci consumi.
Diveniamo alberi: nutriamoci lasciando a tutti quello che hanno, sviluppiamoci fino a originare i frutti per proteggere degli alberi futuri e doniamo quegli stessi frutti affinché possano nutrire. Esprimiamo al mondo tutto il nostro amore!

Liszt Ferenc


Ognuno dei ClassicaLoid dell’Ottava occupava una nicchia dell’Octovano.
- Che un mondo pieno di musica abbia inizio! - auspicò Bach dalla cima della torretta. Infilò lo scettro in un tubo.
E aspettò.
Ogni ClassicaLoid, Kanae e Kyougo attendevano che l’invenzione si mettesse in moto. Ma niente.
La voce di Akira si sentì rimbombare dalle casse collegate all’Octovano: - Un virus sta infettando i programmi del centro di ricerca dell’arkhè. Ayumu-chan mi ha detto che fino a poco fa funzionava tutto perfettamente e che non ha mai inviato un virus al rintracciatore dell’Octovano.
Tutti si guardarono confusi.
- Ma allora chi è stato? - domandò Kanae.
Dvorak fece un passo avanti: - È stato...
- ...Pad-kun! - completò Sousuke con l’affanno, scendendo dalla bicicletta. I ClassicaLoid lo fissarono esterrefatti.
- Non è possibile. - disse Kanae estraendo il dispositivo azzurro di tasca.
- Pad-kun? - si perplesse Kyougo. - Ah! Intendi il ClassicaLoid che vive nel tuo tablet!
Terza ondata di sbalordimento.
- COME SAREBBE “CLASSICALOID”? - ruggì Liszt.
- Una volta quel tablet era mio. Si trovava in laboratorio quando le Musik di tutti i ClassicaLoid si sono scatenate. Bach le ha fatte cessare quasi tutte, ma Chopin era tra i pochi ClassicaLoid che possedeva più Musik di lui, e una delle sue si è protratta anche dopo che è tornata la calma al centro di ricerca: l’Arkhédoll che avevo creato come mio assistente informatico aveva preso vita come espressione alternativa di Chopin.
- Ecco perché gli sto simpatico. - dedusse lui.
- Mi era sempre sembrato sospetto che un tablet ragionasse e parlasse da solo. - annuì Schubert.
- Si può sapere quante altre informazioni sui ClassicaLoid ci tieni nascoste, papà?! Ti dispiace dirci tutto?
- Non posso ricordarmi ogni cosa che riguarda il mio lavoro... Ah, però posso dirvi che anche Hasshie produce Musik.
- EEEH?
- Sentite: possiamo parlare dopo di tutti i segreti di papà. Come facciamo funzionare l’Octovano? - chiese Wagner.
- Parlerò con Pad-kun! - disse Sousuke.
- Ma adesso non è nel tablet. - lo informò Kanae mostrandogli lo schermo spento e inrossettato.
- Cosa gli avete fatto?! - strillò il ragazzo strofinando lo schermo con la manica.
- Ah... Un’idea di mamma...
- Posso portarti nel mondo virtuale per comunicare con lui, se vuoi. - propose Chopin.
- Grazie, Chopyn! - rispose Sousuke accendendo il dispositivo.
Chopin alzò la bacchetta.
- W nicości tworzę muzykę! (Nel nulla creo musica!)

YOWA NO TSUKI (Luna di mezzanotte) – Dalla “Fantasia-Improvviso op. postuma 66 in Do# minore”
“Acceso”


Tutti, escluso Chopin, sparirono in un bagliore e comparvero nel monitor con un alone azzurro attorno. Si trovavano in un immenso spazio nero pavimentato e circondato da perpendicolari colorate.
- Come troviamo Pad-kun qui dentro? - chiese Mozart.
Una schermata con il volto di Akira si aprì in cielo: - Vi invio il virus. Se è davvero lui, vi apparirà davanti la sua forma corporea. Lo bloccherò lì affinché non possa fuggire.
Subito dopo, dal nulla apparve un giovane dai capelli azzurri ricadenti sul davanti in una frangia, vestito con uno smoking e dei guanti bianchi.
Portava un orecchino sulla sinistra e i suoi occhi azzurri erano pieni di risentimento.
- Cosa volete? Non ho alcuna intenzione di cambiare idea.
- Pad-kun... - disse Sousuke. - Ce l’hai con me fino al punto di voler lasciare tutti senza musica?
- Prima di tutto non mi chiamo “Pad”. Il mio nome da Arkhèdoll è “Aakaibu”.
- “HIV”? Un nome adatto a un virus. - disse Bach. - Spiritoso. Scusate.
- Con tutto quello stress non mi è venuto niente di meglio se non “Archive”. - spiegò Kyougo.
- Inoltre, mi sono stancato di sentirti parlare sempre di Musik e delle tue ambizioni musicali. - riprese Aakaibu.
- Non hai capito. Lascia che...
- No, l’unico modo per poter parlare con te di altri argomenti è togliere la musica dal mondo. Chi pensate che abbia dato a Mitsuru-kun i dati sulle protezioni informatiche di sua sorella? Non che lui mi conosca direttamente.
- Hai attaccato tu il sistema dell’arkhè? - chiese Badarzewska. - Quindi hai anche preso i dati sui MitsuruLoid?
- Quei dati li ho creati io! Credevate davvero che un robot possa usare le Musik senza l’aiuto di una Musik stessa? Mitsuru-san ha aggiunto qualche dettaglio, ma il lavoro principale le l’ho fatto trovare pronto.
L’accesso al suo computer l’ho trovato quando ha cercato di rubare i dati dell’Arkhèdoll Jolly. Volevo che creasse della Musik per Sousuke in modo che la sua ossessione finisse, ma ho sottovalutato la sua stessa ossessione per Bach. Adesso, però, tutte queste debolezze umane riguardo la musica spariranno con il ricordo di essa!
- Non ti ho trascurato perché pensavo alla musica! - urlò Sousuke. - Almeno, non da quando ho usato la mia Musik.
- A parte il fatto che questa tua storia di essere un ClassicaLoid è impossibile, quale sarebbe il motivo per cui non mi hai rivolto la minima attenzione?
Sousuke abbassò lo sguardo: - Ehm... Io...
- Non è ovvio? - disse Liszt avanzando. - Si è innamorato.
- Di Badarzewska-san, lo sappiamo tutti. - commentò Schubert. - Da quando abito con voi è così.
- No, non è Bada-chan. Stavolta non è una cotta. - precisò Liszt.
- Li-chan, smettila di attribuire a tutti... - cominciò Kanae, ma si bloccò vedendo l’espressione del ragazzo.
- Stavolta ha ragione.
La frase sorprese tutti tranne Liszt e Hasshie, ma nessuno ne fu più colpito di Aakaibu.
- Vuoi...Vuoi dire che ho fatto tutto questo per niente?
Sousuke annuì: - Scusami se non ti do attenzione come prima, ma non posso farci niente.
- No, non devi scusarti. - rispose Aakaibu calmo ma in lacrime. - Sono felice per te. Vieni qui!
I due si abbracciarono.
- Un gesto d’amore nato dalla comprensione dell’amore! Mi sento svenire! - esultò Liszt.
Tchaikovsky si voltò bruscamente verso Kyougo: - A proposito di innamoramenti, professore: mi spiega perché io e Liszt siamo delle donne come ClassicaLoid? E perché io sono nel corpo di una bambina che non può neanche bere vodka?
- Per quanto riguarda Liszt, sarebbe stato più pericoloso di Moz nel corpo di un uomo e temevo per mia figlia.
- Già così è abbastanza inquietante. - concordò Kanae.
- Invece tu hai sempre ammirato l’infanzia e hai sofferto per il giudizio della società sulla tua attrazione per gli uomini, quindi ho pensato che questo fosse il corpo più adatto a te. Se non sei soddisfatta puoi ancora cambiare corpo.
La ClassicaLoid era rimasta a bocca aperta: - No, no. Va bene così.
Grazie, allora.
- Scusate per tutto quello che vi ho fatto passare. - disse Aakaibu. - Sblocco subito l’Octovano, così che possiate riportare la musica al mondo.
- Ehi, Sousuke: di chi è che ti sei innamorato? - si incuriosì Mozart avido.
- Ecco...
- Moz! Smettila di fare domande! Questi sono affari di Sousuke! - lo rimproverò Liszt, provocandogli una smorfia.
- Grazie Liszt-san. Eh?! Non mi hai chiamato “Rifiuto”?
Lei sorrise: - No. Se sei capace di amare davvero, chiamarti “Rifiuto” sarebbe sbagliato. No?

Fine di YOWA NO TSUKI

L’Ottava era di nuovo posizionata nelle nicchie corrispondenti.
Badarzewska sussultò: - Prima di iniziare, Bach-sama, possiamo usare una delle canzoni come Claskey:Klasky?
La proposta sorprese tutti. Bach scrutò attentamente la sua dipendente.
- Non fraintendermi, a me andrebbe benissimo, ma perché fai questa domanda? - le chiese Tchaikovsky.
- Ormai sento più mia la musica che canto con te, piuttosto che la mia Musik. Tutto qua.
- Ba...Bada-chan! - singhiozzò Tchaikovsky.
- Tchaiko-chan! - rispose Badarzevska.
Bach annuì: - Sostenuto: se sentite una musica come vostra, quella è la vostra musica. Inoltre, l’Octovano serve ad unire l’espressività di tutti noi, quindi gli state semplificando il lavoro.
- Allora dobbiamo usare le Musik... scusate... le musiche tutte insieme? - verificò Schubert.
- No. Dagli estremi fino al centro e da destra a sinistra. - spiegò Bach. - Ora iniziamo davvero. Con bravura!

FUNK INAZUMATSU! (Lampo di panico!) - Dai Preludio, Allemanda e Corrente della “Suite per violoncello solo n° 1 in Sol maggiore”
“Penseroso”


All’alzarsi dello scettro di Bach, l’Octovano si mise in funzione, amplificando la sua Musik in tutto il mondo.
In varie città, tutti si fermavano a cercare l’origine di quella novità, senza che sulle loro teste comparisse la parrucca di Bach come solito effetto di quella sua Musik.
- Allargando: questa volta gli ideali che trasferisco non saranno solo i miei, ma quelli di ogni musicista! Badarzewska, Tchaikovsky! È il vostro turno.

YATTERANAI KIBUN (Sensazione di non farcela)
“Semplice”


Dalle casse provenne la musica di accompagnamento selezionata da Akira. Le Claskey:Klasky erano di nuovo vestite con gli sfarzosi abiti
soliti da concerto. Anche se erano ai capi opposti dell’Octovano, si trovavano in sincronia perfetta. In tutto il mondo, le persone si
rilassarono e assunsero un’espressione incantata.
“Le nostre voci stanno attirando...” pensò Tchaikovsky.
“...l’attenzione di tutti!” rifletté Badarzewska.

WIEGENLIED (Ninnananna)
“Capriccioso”


Anche Schubert orchestrò il proprio brano classico non modificato come ClassicaLoid. Gli ascoltatori si sedettero e chiusero gli occhi ovunque si trovassero. Tutti vennero attraversati serenamente dalle note che sentivano.
Anche Kanae, Kyougo e Sousuke si accovacciarono rilassati.
- Possa la musica delle origini rassicurarvi e togliere ogni resistenza!

EINE KLEINE YORU NO MUSIK (Musica di una piccola notte) – Dalla “Serenata in Sol maggiore K 525, Piccola serenata notturna”
“Celebrativo”


Mentre Mozart muoveva il suo flauto, i vestiti di tutti i terrestri venivano trasformati in abiti del Settecento.
Kanae e Sousuke assunsero l’aspetto da spadaccina e da cantante già ottenuti, mentre Kyougo venne abbigliato come un antico greco. Anche Himeka prese le vesti di una nobildonna.
- Avveriamo il desiderio di Bach e diamo a tutti le nostre possibilità!

MEPHISTO SHERIFF (Sceriffo Mefisto) – Dai “Mefisto Valzer n° 1, La danza nella taverna del villaggio, e 2”
“Virtuoso”


Gli effetti della Musik di Liszt furono le comparse di tutte le bacchette in mano agli umani. Kyougo stringeva una bacchetta con in mezzo una
cetra, mentre sua moglie una ornata di monete.
Anche Dvorak, con sua sorpresa, riottenne le sue pinze.
- Armatevi di creatività e formate le vostre Musik! ClassicaDown!

JAPANIMATION EIYUU POLONAISE (Polacca dell’eroe di Japanimation) – Dalla “Polacca op. 53 in La b maggiore, Heroique”
“Eroico”


Alla direzione effettuata da Chopin conseguì lo scaturirsi di poteri di ogni genere dalle bacchette di ciascuno. In particolare, Kanae ottenne
uno spazzolone, Sousuke fece crollare a terra Wagner dalla debolezza, Kyougo fece volare tutti i soldi via dalle tasche dei presenti e Himeka li ricevette.
- Esprimete il vostro animo in modo che tutti possano conoscerlo!

DAICHUU ONGAKU SANKA N° 9 (Peana della grande musica n° 9) – Dalla “Sinfonia op. 125 n° 9 in Re minore per soli coro e orchestra”
“Gioioso”


- Il vostro Destino è di essere un tutt’uno con le vostre creazioni! Sentitevi musica e provate quello che prova la vostra musica! L’udito non vi servirà più, perché avrete dei nuovi sensi! Das Ende!

Fine dell’Ottava

- S...sicuramente ha funzionato. - commentò Wagner rialzandosi a fatica.
Sousuke saltava di gioia: - Sono un ClassicaLoid! Sono un ClassicaLoid! ... Scusa Wa-kun.
- Fa uno strano effetto essere trasformato nella propria invenzione. - ammise Kyougo.
Dvorak ammirava le proprie pinzeincredulo: - Sono umano e ho di nuovo le mie Musik!
- Complimenti, Dovo-chan: Ora il tuo sogno si è avverato completamente. - gli sorrise Wagner.
- BACH-SAMA! - gridò estasiata Akira vestita, come suo fratello, da Bach. - MI DIMETTO: D’ORA IN POI LAVORERÒ PER ME STESSA!
- Sospirato! - fu la risposta di Bach mentre si allontanava dall’Octovano con gli altri ClassicaLoid.
- Però come facciamo a sapere se il mondo sta gestendo bene le Musik? - domandò Ayumu.
Kyougo osservò il paesaggio dietro di lui con preoccupazione: - Temo che sarà facile scoprirlo.
Tutti vennero assaliti dal terrore quando videro Hamamatsu distorta da flussi di colore indistinguibili.
- Co...Cosa abbiamo... fatto? - sussurrò Kanae cadendo in ginocchio.
- Non è solo qui! La stessa situazione si sta verificando ovunque!!! - gridò Pad-kun mostrando panoramiche di centri urbani, foreste, deserti e mari pieni di distorsioni simili dalle mani tremanti di Sousuke.
Bach spiccò un balzo che lo fece tornare alla nicchia più alta dell’Octovano: - Doppio più mosso! Espanderò la mia Musik in tutto il mondo per fermare gli effetti delle altre, ma sarà solo una soluzione temporanea!
Wagner scattò in avanti: - Fai andare me! Io posso rubare tutte le Musik in una volta!
- NO! - ribatté Kyougo. - Se lo facessi, non solo toglieresti di nuovo la musica a tutti, ma per come è avvenuta la trasformazione toglieresti anche le personalità a ogni essere della Terra! Sarebbe peggio che morire!
- Maledizione!

HOW TO WIN!

Le note scagliate dallo scettro di Bach si propagarono come una detonazione fino a spazzar via ogni distorsione attorno.
- Papà... Sei sicuro che non si possa tornare indietro? - implorò Kanae.
- Se si può, non mi viene nessuna idea. - ammise Kyougo. - Mi dispiace di essere stato così assente, bambina mia.
- Cosa succederà al mondo, professore? - chiese Akira.
- Non ne sono sicuro, ma da quello che vedo, tutte le energie, quindi anche la materia, verranno disgregate dalla forza della musica entro breve. Bach potrà resistere fino a un certo punto, ma neanche lui è così potente.
Aakaibu comparve sullo schermo del tablet: - In realtà, un modo ci sarebbe.
- Cosa? Parla, Pad-kun! Forse può servirci! - lo spronò Sousuke.
- La tua canzone!
Quasi tutti balzarono dall’orrore.
- Preferisco le distorsioni! - replicò Tchaikovsky.
- Ora è una Musik, e se prima toglieva le forze agli esseri umani,
adesso la toglierà ai ClassicaLoid. L’avevo già trasformata in Musik usando la mia, progettando di usarla, ma tra gli effetti non c’era quello di far dimenticare la musica agli umani, quindi l’ho scartata.
- Ammettendo che funzioni, cosa succederà a noi? - si informò Schubert.
Fu Kyougo a rispondergli: - Parlando di Dvorak e Hasshie, loro erano animali anche prima di essere ClassicaLoid, quindi perderanno solo le loro Musik, e Dvorak anche l’aspetto umano. Ma... chi è nato come ClassicaLoid perderà ogni sua essenza. E morirà.

Fine di HOW TO WIN!

Fu come se una paralisi totale avesse attanagliato tutti. Finché...
- Non mi importa! Se questo è il mio Destino, che sia!
Tutti gli sguardi si posarono su Beethoven.
- Beet... - mormorò Kanae.
- Seguirò Beethoven-senpai ovunque vorrà andare, anche nell’aldilà! - dichiarò Schubert.
- Ha molto più senso se ci sacrifichiamo in nove piuttosto che tutti. - ragionò Chopin.
- Sono pronta a fare un gesto d’amore estremo per l’umanità. - concordò Liszt.
- Non mi va di abbandonare la mia famiglia, ma per salvarla farei di tutto! - urlò Wagner.
- Inizia un altro viaggio, eh? - constatò Dvorak.
- Bada-chan, finché saremo insieme andrà tutto bene, vero? - ansimò Tchaikovsky in lacrime.
- Certo. Resteremo unite in ogni situazione. - la consolò singhiozzando Badarzewska.
Mozart guardava a terra: - Sembra che il gioco sia finito, eh?
- Ehm... Io sono d’accordo. Ma c’è un problema: Spianato. - avvisò Bach puntando la mano verso l’Octovano.
Lo strumento stava subendo esso stesso una distorsione e non era più utilizzabile.
- Così non potrai diffondere la tua canzone a tutto il mondo! - comprese Wagner.
- MEGLIO COSÌ! NON HO NEANCHE LONTANAMENTE INTENZIONE DI UCCIDERVI! - si sgolò Sousuke. - BISOGNA USARE UN ALTRO MODO!
- Sousuke ha ragione: non potete fargli questo! Non potete farci questo! - ribadì Kanae.
- Kanae... come padre ti dico che preferisco che muoiano solo i ClassicaLoid, piuttosto che mia figlia, i ClassicaLoid e ogni altro organismo vivente sul pianeta. Ad ogni modo, Hasshie può intensificare le Musik di ogni ClassicaLoid mentre vengono usate. Così facendo, Sousuke-kun, potrai estenderla a un raggio più ampio, anche se dubito che sia maggiore di un migliaio di chilometri.
- Se è così, però, non raggiungerebbe ogni luogo del pianeta. - intervenne Akira.
- Lo accompagnerò io. - si offrì Dvorak. - Il mio treno viaggia ad una velocità estrema già normalmente. Se venisse accelerato dalla Musik di Hasshie-tan, copriremo ogni superficie in poco tempo. Inoltre, suppongo che se Kagura-kun avrà il tempo di ritrasformare tutti, anche la mia Musik resisterà prima del ritorno ad Hamamatsu.
- Ottima idea, capotreno! - disse Badarzewska con il volto rigato dalle lacrime.
- No, non attiverò mai la mia Musik! - si ribellò Sousuke. - Non voglio avere nessuna Musik!!!
- Sousuke, quando Chopin-san non sarà più in vita, io dovrò svanire. - lo informò Aakaibu. - Me lo merito, perché non sono riuscito a capirti e ad apprezarti. Ma tu meriti di restare in vita e di scoprire il tuo talento. Per favore.
Il ragazzo scosse ancora la testa.
- Detesto doverlo dire, Sousuke, ma hanno ragione.
- Kanae... Non anche tu...
- Loro sono la nostra famiglia, ma morirebbero comunque. Quello che ti stanno chiedendo è di salvare il resto della Terra. Non possiamo aspettare.
Sousuke cadde a terra tremante. Dopo qualche secondo aprì bocca: - E va bene.

La rivoluzione avviene ogni frazione di secondo. Continuamente, tutto cambia, ci porta nuove considerazioni da fare e nuove vie da esplorare.
Quindi che cos’è una vera Rivoluzione? Un cambiamento così imprevisto da sconvolgere profondamente o uno che risolve i desideri di alcuni?
Forse, invece, la Rivoluzione è saper lasciare i sé stessi del passato, come facendo una parodia di una propria opera precedente.
Anche per noi è arrivato il crepuscolo.

Wilhelm Richard Wagner


Kanae era seduta davanti all’organo di sua nonna, con le mani sugli occhi. Beethoven e Mozart giunsero dietro di lei.
- Figlia piccola, anche noi vorremmo restare con te, ma se accettare il mio Destino può migliorare il tuo, sono pronto a farlo. Quindi ti chiedo di continuare la tua vita lasciando che a tenerti compagnia siano i ricordi che hai con noi.
- Non mi piace vedere una ragazza piangere. Se uno scherzo durasse per sempre, nessuno riderebbe, no? Questa vita è stata più breve
dell’ultima, ma l’ho goduta al massimo. Sono sicuro che ci ritroveremo anche in una prossima.
La ragazza si alzò di scatto e si voltò: - Come fate ad essere così tranquilli?! Non sopporto che la casa debba rimanere vuota. Chi perseguiterò per pagarmi l’affitto, adesso? - Abbracciò entrambi e i ricordi assieme ai ClassicaLoid fluirono nella sua mente. - Il giorno che voi due siete arrivati qui, la mia vita è cambiata completamente!
- Man mano che abbiamo fatto dei miglioramenti, li abbiamo condivisi tutti insieme. - rammentò Beethoven.
- Abbiamo imparato molto su questo tempo e questa città e vi abbiamo fatto conoscere le nostre vite passate e la nostra musica. - disse Mozart.
- Vorrei riuscire a salutarvi, ma è... troppo. - decretò Kanae.
Mozart si trasformò: - Forse conosco il modo per facilitare tutto: ora sei anche tu una ClassicaLoid, quindi posso portare la tua anima ovunque.
- Hör mal meine Musik! (Ascoltate la mia Musica!)

SEKAI WA MUSIC (Il mondo è musica) – Dall’”Aria della Regina della Notte del Flauto Magico”
“Magico”


L’anima di Kanae si staccò dal corpo e viaggiò dimensionalmente: l’ambiente si trasformò in un labirinto di luci e spartiti che si susseguivano rapidamente. Finché non divenne un luogo bianco e nebbioso, senza superfici.
Oltre a Kanae, solo un’altra sagoma rifletteva dei colori diversi dal bianco.
- ...Nonna?
- Ciao, Kanae. - salutò un’anziana con una crocchia grigia. - Sono contenta che sia venuta a trovarmi.
Le due Otowa fluttuarono una verso l’altra e si abbracciarono.
- Siamo nell’aldilà?
- Non esiste l’aldilà. Ora stiamo solo ascoltando un tipo di musica che molte persone sulla Terra non sentono. Per questo dovresti gioire per tutti i defunti. Noi, se siamo in pace, abbiamo sempre l’opportunità di sentire questa melodia.
- Non ti capisco completamente. Vuoi dire che quello che sta per succedere ai ClassicaLoid è per il loro bene?
- Certo. L’unico dispiacere che ho è che mio figlio trascuri così la mia adorata nipotina. Vivi con serenità, d’accordo?
L’anima di Kanae annuì: - Sì, va bene.

Fine di SEKAI WA MUSIC


“Questa era la musica di Mozzart.” pensò Schubert nella vasca da bagno. “Nel tempo che ho passato qui, ho potuto conoscere Beethoven-senpai dal vivo, azione che non mi è stata permessa prima. Ma non solo: per quanto detesti il suo carattere, ho sentito il valore di Mozart e ho imparato la differenza tra il mio e il suo stile. Poi, ho potuto apprezzare anche il valore di tutti gli altri ClassicaLoid, ovviamente. Ho sia preso la ricchezza delle loro musiche e delle loro vite che portato avanti le mie. Ora posso lasciare questa casa in pace, e senza bisogno di aquiloni.”

Chopin aveva appena digitato una frase sul suo blog.
“Si avvisano i gentili lettori di una possibile sospensione del manga “Freddy Majorca” a causa di qualche deficiente.”
Si sentì bussare alla porta della camera: - Cho-chan, posso entrare?
- È aperto.
Liszt la aprì e venne avanti: - Mi sa che è la prima volta che non chiudi a chiave.
- Ormai non c’è più nessun pericolo.
- Lo senti anche tu, vero? È come se fossimo ancora più in contatto con il mondo di quando vedevamo le persone di quest’epoca e ci parlavamo. Un amore sincero unisce profondamente anche a distanza.
- E nel silenzio.

Wagner e Dvorak si trovavano nell’ufficio di Kyougo.
- Dev’essere terribile per te: appena hai ottenuto sia un corpo umano che le Musik, devi perderle di nuovo. Io, almeno, sono stato un po’ di tempo con papà.
- Non è così spaventoso. Quando tutto sarà finito, tornerò semplicemente ad essere un ippopotamo, e devo dire che dopotutto lo preferisco ad essere umano. Non ha molta importanza se perderò i ricordi da compositore. Ma tu te ne andrai completamente. Mi è piaciuto molto viaggiare insieme a te.
- Dovo-chan! - Wagner abbracciò la vita dell’amico, che gli accarezzò la testa.
- Wagner-kun...

I coniugi Otowa erano seduti in salotto uno affianco all’altro.
- Che peccato che debbano svanire così presto. La tua migliore invenzione... Non riesco nemmeno a immaginare come ti senti, caro. Sei sicuro che non ci sia una scappatoia di qualche tipo?
- Anche se ci fosse, non mi andrebbe di trovarla. - rispose Kyougo sorprendendo la moglie. - Da quando ho avuto l’idea, ho sempre avuto la sensazione di sconvolgere le leggi della natura. Speravo, in un certo qual modo, che a un certo punto dovesse finire tutto e si liberassero dalla mia imposizione. Questo giorno è finalmente arrivato.

Bach stava in piedi sul viale della villa, accanto ad Akira.
- Bach-sama. Io non credo che riuscirò più a vivere, senza di Lei. Voglio continuare a realizzare i Suoi ideali!
- Con slancio: è quello che succederà. Il mio ultimo incarico da affidarti è di trasmettere il valore di ogni tipo di musica incondizionatamente finché riuscirai. Accetti questo compito?
La donna cominciò a lacrimare: - Bach-sama... Sì, volentieri.
- Grazie per avermi stimato così tanto, Mitsuru-sama.
- Bach-sama! - chiamò la voce di Tchaikovsky dall’ingresso della casa.
Lei e Badarzewska correvano verso di lui.
- Vogliamo dirLe che stare al suo fianco è stato un’onore. - si irrigidì Badarzewska.
- Gr...grazie di tutto! - tremò Tchaikovsky.
- Voi due... - cominciò Bach prima di abbracciarle.
Le Claskey:Klasky scoppiarono in singhiozzi.
- Non vogliamo separarci da Lei! - disse la più piccola.
- Vogliamo continuare ad essere una famiglia! - desiderò la mora.
- Perché pensate che la musica che abbiamo sentito ci abbia dato le personalità dei compositori che le hanno scritte?
- Eh? - reagirono in coro guardandolo in faccia.
- Tutto ciò che siamo e che abbiamo vissuto rimane inciso nella musica che abbiamo espresso e resterà vivo in eterno.
- Ma le nostre esperienze come ClassicaLoid? Come le trasmetteremo, quelle? - chiese Tchaikovsky.
- Non preoccuparti, Tchaiko-chan: abbiamo le nostre canzoni, che valgono quanto gli altri nostri brani. Grazie a te posso dire di non avere solo una Musik, ma quattro. E quelle che abbiamo insieme conservano la nostra amicizia!
- Bada-chan!
- In generale, ogni nostra Musik si è diversificata dai brani originari perché le esperienze che abbiamo fatto come ClassicaLoid hanno aggiunto qualcosa. - precisò Bach. - Lo stesso vale per ogni altra forma d’arte: tutte sono manifestazione dell’anima, che è e rimane anche se non viene espressa. Ma io preferisco sentirla.
Il silenzio della verità pervase le tre ammiratrici del genio della musica.
- Scusate... - intervenne la voce di Kanae. Tutti erano riuniti in giardino.
- Dobbiamo iniziare, purtroppo.
- Kyougo. Grazie da parte di tutti per averci dato la vita. - ringraziò Bach. Gli altri ClassicaLoid annuirono.
- È stato un piacere.
- Papà... - disse Wagner. - Sono cresciuto. Ormai devo prendere la mia strada.
Kyougo si accovacciò e lo abbracciò: - Buon viaggio, figlio mio.
- Wa- kun? - lo chiamò Himeka.
- Mamma! - rispose lui cambiando bersaglio dell’abbraccio. Poi spalancò gli occhi e lasciò la presa.
Kanae lo stava osservando lì vicino. Wagner la raggiunse e le prese le mani.
- Sorella mia... Grazie per esserti presa cura di me.
- Wa-kun. Resterai sempre il mio fratellino.
- Capotreno... Avrei voluto passare più tempo a parlare con te. - ammise Badarzewska imbarazzata.
- In qualunque forma ci troveremo, ci sarà sempre un modo per comunicare, ne sono sicuro. - rispose Dvorak.
Sousuke si avvicinò: - Mi dispiace davvero moltissimo per quello che sto per farvi. Specialmente per te, Bada-kyun.
- Grazie, Sousuke. - Badarzewska lo baciò sulla guancia. - Spero che il tuo nuovo amore sia ricambiato.
Liszt stava stritolando Kanae: - Addio, gattina mia. Che le tue giornate siano sempre allegre.
Kanae si sciolse dall’abbraccio: - Addio Liszt-chan, Chopin-san, Moz, Beet e... chi sto dimenticando?
- Ehi! - si indignò Schubert.
- Scherzo, Shu-san. Anche voi, Dovo-chan, Tchaiko-chan e Bada-chan.
Vi ho conosciuto di meno, ma sono stata bene con voi. Più che con gli altri, devo dire. E poi... Bach-san.
Bach si avvicinò fino a trovarsi davanti alla ragazza: - Piacevole!
- Allegro! - rispose lei.
- Non voglio mettervi fretta, ma le distorsioni nel mondo stanno peggiorando. - avvertì Akira.
- Sì. - rispose Dvorak, mentre Hasshie planava sulla sua spalla. - Sei pronto, Kagura-kun?
- Prima voglio solo dire a tutti quanti che mi costa moltissimo farlo e che vorrei restare con voi per sempre. Spero che in qualche modo ci rivedremo. Grazie a tutti voi.
Tutti lo guardarono immobili per qualche secondo, prima che Dvorak facesse comparire le sue pinze.
- Partenza: avanziamo!

SHUPPATSU SHINKOU!! DENSETSU E (Partenza e avanziamo!! Verso la leggenda) - Dal 4°
movimento della “Sinfonia n° 9, Dal mondo nuovo”
“Espansivo”


Dvorak riprese la forma di un ippopotamo pigmeo in divisa e si ritrovò sopra la sua locomotiva, trespolo per Hasshie.
Dal vagone, Sousuke guardava malinconico fuori dal finestrino lo spazio formato dalla Musik.
- Credo che sia ora di salutarci, Sousuke. - disse Aakaibu comparendo nello schermo.
- Sì... Scusami, Pad-kun. È tutta colpa mia se ti sei offeso. Vi sto uccidendo due volte.
- Non dirlo neanche per scherzo. Sono io che ho sempre ragionato da macchina, anziché da amico e non ho capito i tuoi sentimenti.
Comunque, ti auguro buona fortuna con Kanae.
- Come hai...? Grazie.
- Grazie a te per tutte le volte che hai impedito che mi rompessi, che hai pulito l’immagine di Wagner-san, che mi hai cambiato le batterie e che hai sopportato le mie critiche. So che è solo il mio supporto, ma è la mia prima casa.
- Figurati... Ora è meglio che inizi. So che non ce ne sarà bisogno, ma potresti mettere la mia canzone in sottofondo?
- Se ti fa piacere, sì. Sousuke...
- Cosa c’è? Dimmi pure.
- Sei piuttosto bravo come tecnico informatico.
Il ragazzo fece un’espressione di sorpresa prima di sorridere: - Ti ringrazio.

Fine di SHUPPATSU SHINKOU!! DENSETSU E

BOKU WA FUTSUU (Sono ordinario)


La canzone di Sousuke si estese fuori dal veicolo e attraversò lo spazio in cui viaggiava. Dvorak si sentì subito male e dovette aggrapparsi alla portiera. Hasshie, invece, orchestrava tranquillamente senza produrre apparentemente alcun suono. Le note si diffusero in varie parti del mondo, inducendo tutti a cadere a terra devastati.
Anche nel giardino degli Otowa, tutti erano piegati in due o striscianti dal dolore. O quasi.
- Che canzone meravigliosa! Non avevo mai sentito niente di più bello! - strillò Badarzewska.
- Stai scherzando!? - reagì Tchaikovsky.
- Perché nessuno mi ha avvisato? - chiese Wagner. - Mi sarei suicidato in modo più veloce.
- Se solo ne avessi la forza, immergerei la testa sotto la fontana. - disse Schubert.
Gli occhi di Beethoven si spalancarono: “Forza?”.

Fine di BOKU WA FUTSUU

- Spielen wir unsere Musik! (Interpretiamo noi la nostra Musica!)

UNMEI, KUZURE OCHIRU. (Destino, cadi distruggendoti.) - Dalla “Sinfonia op. 67 n° 5 in Do
minore, Il destino bussa alla porta”
“Ostinato”


Beethoven si rialzò vestito da ClassicaLoid: - Ti ho ingannato, Destino!
Sarò sempre io a sconfiggerti!
Uno dopo l’altro, tutti i ClassicaLoid a lungo termine si rialzarono, e una sagoma gigantesca con la forma di Beethoven li ricoprì. Gli abiti di ciascuno si trasformarono e le rispettive bacchette comparvero loro in mano.
- Beet sta fermando... - cominciò Liszt.
- ...la Musik di Sousuke! - completò Chopin.
- Incredibile, Lu-kun! - gridò Mozart.
- Beethoven-senpai!
Intanto, gli abiti di Akira, Himeka, Kyougo e Kanae tornarono quelli soliti.
- Credo di aver sottovalutato le mie invenzioni. D’altronde ho fatto molti debiti per crearli. - disse Kyougo.
- Ah, a proposito: oggi ho vinto parecchi soldi all’ippodromo per ripagare i debiti! - ricordò Himeka.
- Davvero?! Allora possiamo finalmente liberarcene! - esultò Kanae.
Himeka chiuse gli occhi e sorrise: - Il fatto è che li ho donati per riparare gli edifici bruciati dagli incendi.
- NON CI CREDO!
- Sousuke! Se sono ancora qui, Chopin-san ha ancora le sue capacità! - disse Pad-kun.
Il ragazzo chiuse gli occhi. “Si sono salvati.”

Bach sorrise guardando i suoi compagni: - Vivo!

Fine di UNMEI, KUZURE OCHIRU.

La musica può tutto.
Ti mostra il divino come niente fosse.
Trasmette l’essenza di ciascuno a chiunque.
Diffonde ideologie ed emozioni senza bisogno di testi.
Riempie l’aria di magie inimmaginabili per buona parte di noi.
Quando pensi che ti porti ad una meta, fugge via appena la tocca.
Descriverla parlando sarebbe un sacrilegio, per cui ho solo un’altra parola da dire:

J. S. Bach (Fine)


KOE (Voce)




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