NUOVO INIZIO!?
L’ennesima fuga di Lupin è terminata in una
caffetteria e, nonostante Zenigata continui a inseguirlo, ha deciso di
non camuffarsi utilizzando una qualsiasi delle sue maschere perfette,
ma se ne sta seduto comodamente a un tavolo posto proprio davanti alla
vetrina principale del “Café Paris”.
Sorseggia con estrema tranquillità un caffè
mentre con la mano libera sfoglia le pagine di un giornale, ma, allo
stesso tempo, i suoi occhi sono vigili. Lupin è tranquillo
perché attende qualcuno che conosce piuttosto bene e non si
sta preoccupando minimamente della presenza di sconosciuti che possano
intralciare i suoi piani, infatti, lui non è entrato per
caso in questa caffetteria. Un anziano signore, tremante e zoppicante,
si side proprio davanti a Lupin che, sorridendo, chiede:
«Jigen, perché ti sei travestito in questo
modo?»
«Io mi domando perché tu non lo abbia fatto!
Zazà è ancora nel quartiere e gli
basterà guardare attraverso il vetro per scovarti».
«Oggi non m’interessa passare inosservato; come ti
ho detto, ho un appuntamento galante e voglio che lei mi veda
così come sono».
Jigen, dimenticando dove si trova, si accende una sigaretta e la
cameriera, notato il fumo, lo informa in modo perentorio:
«Signore, qui è vietato fumare!»
«È più facile che mi scoprano per colpa
tua!» dice sarcasticamente Lupin.
«Lascia stare e rispondimi: perché mi hai fatto
venire fino a qui per il tuo appuntamento? Lo sai che non mi fido di
lei, soprattutto quando tu, come ora, sei così
coinvolto».
«Oggi ho bisogno di tutti e tu Jigen mi sei sempre utile.
L’appuntamento durerà pochi minuti e
sarò costretto a fuggire più velocemente
possibile».
«In pratica ti dovrò fare da autista per una fuga
d’amore» dice Jigen sospirando. «Come mi
hai chiesto ho posteggiato l’auto davanti
all’uscita secondaria, ma vedrai che poi ti pentirai ancora
una volta per averle dato fiducia» aggiunge prima di alzarsi
dalla sedia per uscire dalla porta principale del Café Paris.
Lupin, uscito l’amico, chiama la cameriera. «Posso
avere dell’altro caffè?»
La ragazza, pochi minuti dopo, appoggia la tazzina sul tavolo e,
visibilmente eccitata, si ferma a guardare Lupin.
«Sì, sono proprio io».
«Lei è il famoso ladro Lupin III; io sono una sua
ammiratrice! Per me è un onore servirla e le confesso che un
poco mi tremano le gambe».
Lupin osserva il cartellino che indica il nome della ragazza.
«Cara Margot, ti ringrazio per quest’attenzione
particolare, ma puoi stare tranquilla perché non sono qui
per fare qualche furto» dice Lupin mentre le autografa per
lei il tovagliolo.
«È per te ma in cambio posso chiederti un
favore?» domanda Lupin consegnandole il tovagliolo.
«Tutto ciò che vuole».
«Esattamente tra un minuto entrerà un uomo vestito
in modo particolare e, se sei una mia ammiratrice, lo riconoscerai di
sicuro appena lo vedi. Ecco, vorrei che facessi una cosa per
me».
La cameriera si abbassa, Lupin le dice qualcosa all’orecchio
e la ragazza, sorridendo divertita, muove la testa in segno di assenso.
Come aveva previsto Lupin, entra nel locale l’uomo vestito in
modo particolare che, in realtà, è uno dei suoi
compari. La cameriera, appena vede Goemon, gli salta addosso
abbracciandolo.
«Signore, posso servirla? Sono brava nel mio
lavoro!»
Goemon inizia a diventare rosso dalla vergogna mentre la ragazza, dopo
avergli dato un bacio sulla guancia, passa davanti a Lupin ridacchiando
divertita.
«Ehi Goemon, vieni!» sono le parole di Lupin,
bofonchiate e intervallate dalla risata che non riesce a trattenere.
«Sei stato tu! Ti dovrei tagliare in due per questo
scherzo!»
«Scusa amico mio, avevo bisogno di stemperare la mia tensione
con qualcosa di divertente e tu eri la cavia perfetta per
quest’occasione».
Lupin smette di ridere. «Jigen è posizionato fuori
dall’uscita secondaria, pronto a mettere in moto la macchina
per la fuga, mentre tu dovresti eliminare qualsiasi problema possa
intralciare la nostra partenza».
«So che la polizia ti sta inseguendo perché ho
visto personalmente Zenigata non troppo lontano da questo locale, e
sono sorpreso che tu lo stai aspettando».
«Proprio così Goemon; desidero che anche lui sia
testimone di quest’avvenimento. Dopotutto è quasi
di famiglia» dice Lupin accennando un sorriso.
«Io fatico a comprendere le tue azioni, penso che tu stia per
essere fregato ancora una volta da quella donna».
«Questa volta è diverso; sono io ad averle fissato
un appuntamento al Café Paris perché devo
assolutamente darle una risposta».
Goemon si accorge della presenza di un'altra persona conosciuta e
chiede: «Perché c’è pure lei
qui?».
«Serve sempre una ragazzina intraprendente che sappia usare
la tecnologia».
«Fai come vuoi» dice Goemon mentre esce dal locale.
La persona che il samurai ha notato in precedenza si siede a un tavolo
posto vicino a quello di Lupin, in modo da mettersi con le spalle quasi
appoggiate all’uomo. Indossa un cappellino di una squadra di
calcio di Parigi e la visiera è abbassata in modo che gli
occhi siano ben coperti.
«Io non so perché sto facendo questo per te,
Lupin» sussurra la ragazzina.
«Sai cosa disse il famoso Machiavelli? Non
c’è nulla di più difficile da
realizzare, né di più incerto esito né
più pericoloso da gestire, che iniziare un nuovo ordine di
cose; e oggi io, forse per la prima volta nella mia vita, ho paura del
passo che sto per compiere per questo nuovo inizio. Oggi non ci saranno
trucchi, non potrò uscire da questa situazione cercando
delle scappatoie così, per sentirmi meno solo, desidero
avere accanto i miei più cari amici. E tu sei una di loro,
mia cara Amy».
«Si dice Ami! Imparerai mai a dire il mio nome?»
«Mi piace chiamarti Amy perché, stuzzicandoti, sei
anche più carina».
La ragazza, imbarazzata dalle parole di Lupin, sospira, poi,
ridacchiando, dice: «Lo sai che siamo quasi tutti contrari a
questa tua nuova idea eppure ti affidi a noi senza pensarci un
attimo».
«Un uomo, in ogni occasione importante, può
fidarsi soltanto dei veri amici e, per paradosso, anche dei proprio
veri nemici come il “paparino” che, pur
antagonista, non ha mai smesso di rispettarmi».
Una donna entra nel Café Paris; il suo profumo inebriante,
lo Chanel n° 5, attira gli sguardi di ogni uomo seduto ai
tavoli della caffetteria, anche quelli già in compagnia di
altre donne. Fujiko Mine indossa un completo di color azzurro cielo,
tanto corto da mostrare le sue lunghe gambe lisce e vellutate, si
toglie lentamente il largo cappello mostrando i suoi fluenti capelli
castani e infine osserva l’intera sala sorridendo conscia che
ogni suo movimento ha attratto maggiormente l’attenzione di
tutti i presenti. Lo sguardo della donna non è sereno, anzi,
appena adocchiato Lupin, diviene quasi minaccioso, ma allo stesso tempo
ansioso e angosciato. Fujiko si siede davanti a Lupin e lui, come suo
solito, non riesce a mascherare l’attenzione morbosa che
provava per il seno prosperoso della donna. Lei, però, non
è qui per giocare come fanno spesso nei loro incontri;
spalanca i suoi bellissimi occhi di color nocciola e, senza sorridere,
pronuncia soltanto il nome della persona che ha davanti.
«Lupin».
«Cherì».
Una parola a testa e poi attimi di silenzio che sembrano
un’eternità. Fujiko attende che sia lui a prendere
l’iniziativa.
Lupin scrolla le spalle e chiede: «Vuoi che risponda alla tua
domanda dell’altro giorno, vero?»
«Sì, fallo, Lupin».
Lupin rimane di nuovo in silenzio, sposta il suo sguardo verso la
vetrina per vedere cosa succede fuori dal locale mentre Fujiko attende
senza mostrare impazienza. Lui sorride quando vede sopraggiungere,
dall’altro capo della strada, la persona che stava
aspettando, quell’ispettore che è diventato una
presenza fissa nella sua vita, quella persona che, mentre corre verso
il Café Paris, urla: «Lupin! Sei in
arresto!»
Zenigata piomba nel locale come una furia, agita in aria le sue manette
e poi le lancia con precisione sui polsi di Lupin, senza sapere che la
sua entrata è anche il segnale che Ami stava attendendo.
«Hello, Underworld! Protocollo LuMi».
Improvvisamente tutte le serrande del locale si abbassano e le porte si
chiudono; l’illuminazione, prodotta dai grandi lampadari
della caffetteria, si abbassa creando una luce soffusa mentre le
candele, disposte sul tavolo di Lupin e Fujiko, si accendono
illuminando i loro visi. Lupin prende una rosa dalla giacca e la dona a
Fujiko dicendo: «Cherì ti amo».
«Lo so».
«Sei la donna più radiosa del mondo».
«So anche questo, ma cosa sono io per te? La tua amante? La
tua rivale? Un ostacolo? Un porto in una tempesta? »
«Ci ho pensato molto, davvero tanto, e la risposta migliore
è che tu sei l’unica donna che voglio avere sempre
vicino, in qualunque posto e in qualsiasi momento, per il resto della
mia vita».
Lupin, che si era già liberato delle manette, estrae un
cofanetto dalla tasca, lo apre davanti agli occhi di Fujiko che
può ammirare un anello di diamanti che, con la luce delle
candele, brilla in tutta la sala come la luce del mattino.
«Fujiko Mine… mi vuoi sposare?»
Gli occhi di Fujiko brillano di luce propria; lei avrebbe potuto rubare
anelli di maggior costo ma in quel momento, quell’oggetto, le
sembra l’unica cosa di valore che abbia mai visto in tutta la
sua vita di ladra. Fujiko sporge in avanti il viso e Lupin, mentre le
tiene la mano, la bacia mentre di tutti gli avventori del locale,
entusiasti, applaudono. Anche Zenigata è rimasto a guardare
tutta la scena, le sue lacrime stanno inondando il pavimento del locale
e, cercando di asciugarsi gli occhi con il lembo della giacca, dice
singhiozzando: «Sei in arresto… Lupin!»
«Paparino!»
«Smettila di chiamarmi in questo modo, tanto non
m’incastri con questa scenetta romantica» risponde
Zenigata continuando a piangere dall’emozione.
«Aspetta un attimo; devo concludere questo grande
affare» dice Lupin mettendo l’anello al dito di
Fujiko.
Lui e lei si guardarono intensamente negli occhi. Lupin afferra la mano
di Fujiko, insieme corrono verso l’uscita secondaria
inseguiti da Zenigata mentre Ami, alzatasi dalla sedia, è
avvicinata dalla cameriera che esclama: «Che uomo favoloso!
Che cosa darei per averlo sempre vicino a me».
«Hai ragione» dice Ami togliendo il cappellino.
«Io vorrei essere vicina a lui, ma se sono troppo vicina, mi
sento irrequieta; desidero che sia mio, ma se fosse tutto per me, sarei
solo delusa, bramo di sapere tutto di lui, ma sogno che mi sorprenda
ancora una volta. Secondo te come si chiama qualcuno
così?»
«Eroe» risponde la cameriera sorridendo.
Lupin e Fujiko hanno raggiunto l’uscita secondaria dove,
senza troppa fatica, Goemon si era già sbarazzato di alcuni
poliziotti che bloccavano la strada per la fuga della macchina.
Zenigata, seguendo i due fuggitivi, raggiunge l’uscita ed
è pronto a lanciare delle nuove manette ma deve fermarsi
perché davanti a lui si para Goemon.
Il samurai non perde tempo; con movimenti fluidi e precisi distrugge il
nuovo set di manette e, nello stesso istante, taglia in pezzettini
l’impermeabile di Zenigata che, in un batter
d’occhio, si ritrova in mutande. Goemon entra
nell’auto saltando attraverso il tettuccio aperto della
macchina e Jigen, atteso il momento giusto, accelera imboccando la
strada per uscire dal vicolo.
«Lupin… ti prenderò!»
è l’urlo di Zenigata mentre sull’auto
Goemon chiude gli occhi dicendo: «Ancora una volta ho
tagliato qualcosa d’inutile».
Jigen, rivolge lo sguardo verso Goemon; il samurai inizia a ridere da
solo ed è così divertito da contagiare tutti gli
altri che partecipano alla sua risata.
«Lui non cambierà mai!» dice Fujiko
guardando Lupin negli occhi.
«È un nuovo inizio» risponde Lupin prima
di baciare nuovamente Fujiko.
N.d.A.
- Questo racconto può essere considerato un finale
alternativo all’ultima puntata della quinta serie di Lupin
III; sicuramente meno spettacolare ma più romantico sia per
il luogo sia per ciò che lui chiede a Fujiko. Ogni
personaggio conosciuto della serie svolge la sua parte per aiutare
Lupin a intraprendere una nuova avventura. Forse, però, il
bello della relazione tra Lupin III e Fujiko Mine è proprio
quello di non “prendersi” in modo definitivo, ma di
“inseguirsi” continuamente rendendo sempre vivo il
loro rapporto. Anche Ami, parlando con la cameriera, esprime in poche
frasi ciò che rende unico e inimitabile Lupin ed io, per
scelta personale, ho lasciato che Fujiko non rispondesse in modo
inequivocabile alla proposta di matrimonio con il classico
“sì lo voglio” e che Lupin, nel finale,
chiedesse alla donna se ciò che stavano per fare era
“un nuovo inizio” senza permetterle di rispondere
baciandola.
- In alcuni dialoghi ci sono le parole esatte utilizzate nella puntata
finale della quinta serie di Lupin III.
- Nella stesura del testo ho incontrato un problema su come sia giusto
scrivere “?!” o “!?” trovando
informazioni diverse che non si escludono, così ho scelto la
forma “!?” che è quella che preferisco.
- Ringrazio Nuel che mi ha dato l’opportunità di
sistemare, a livello grammaticale, questa storia.
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