La
luce della luna inargenta le rovine del Santuario e il vento soffia
tra le pietre, facendole risuonare di cupi lamenti.
Sion,
in piedi, osserva. Di quella struttura grandiosa, concepita dai tempi
del mito, non restano che macerie prive di significato.
La
guerra contro Hades è giunta ad un punto di svolta, ma il suo
cuore non è felice.
Quanti
guerrieri moriranno in questo conflitto, che si ripete ogni due
secoli?
Un
amaro sorriso piega le sue labbra. Non può certo incolpare il
signore degli Inferi di un’ulteriore tragedia…
L’esercito
di Athena è stato distrutto da una terribile guerra intestina,
di cui lui si sente colpevole.
Malgrado
i suoi smisurati poteri mentali, non ha saputo vedere la pena che
affliggeva Saga di Gemini.
In
lui, ha veduto solo il guerriero fedele e perfetto, rivestito d’oro,
che avrebbe offerto la sua vita ad Athena senza alcuna esitazione.
Non
ha saputo comprendere la sua umanità, dolente e irta di
contraddizioni.
Sente
dei passi leggeri dietro di lui e un amaro sorriso piega le sue
labbra.
La
mia stupidità ha colpito anche me…, pensa. Pur
di portare a termine il suo piano, è stato costretto a
combattere contro Doko di Libra, suo compagno nel precedente
conflitto tra Athena e Hades.
Se
avesse compreso prima la sofferenza del saint di Gemini, il mondo non
sarebbe stato sull’orlo di un abisso.
E
lui e Doko avrebbero combattuto ancora insieme, come due secoli
prima.
Ma,
ormai non c’è più tempo per i rimpianti.
Si
sposta un poco e appoggia le mani sulle spalle del compagno.
Il
saint di Libra china la testa all’indietro e stringe le sue
lunghe dita attorno a quelle dell’altro.
– Non
è cambiato nulla, in fondo? – chiede, il tono velato di
amarezza. Quel tocco leggero ha fatto fremere il suo corpo,
palpitante di giovinezza, libero dalla crisalide del suo
invecchiamento fasullo.
Le
mani di Sion sono fredde di morte, ma non importa.
Quel
tocco ha rievocato meravigliosi ricordi, che, in quell’istante,
hanno il sapore amaro del fiele.
– Non
è cambiato nulla. – risponde l’antico Aries, le
mani ancora appoggiate sulle spalle di Libra. In parte, Doko ha
ragione.
Nonostante
la lontananza e le traversie, il loro legame non è cambiato.
Ma
il tempo e gli errori hanno aperto tra di loro una voragine, a cui
solo la loro morte potrà porre rimedio.
Il
corpo di Sion, ad un tratto, comincia a dissolversi, come un
acquerello bagnato dall’acqua.
Una
lacrima brilla sulla guancia di Doko. Quella nuova separazione è
straziante…
Non
vuole perdere il suo compagno, anche se è inevitabile.
Quell’esistenza
transitoria è destinata a spegnersi, come un miraggio in un
arroventato deserto.
– Mi
aspetterai? – chiede.
Sion
sorride e la sua mano risale sul viso del compagno in un’ultima,
fugace carezza.
– Sì.
Malgrado tutto, non è cambiato nulla. – mormora, mentre
il suo corpo si dissolve in un turbinio di luce dorata nella cupa
notte del Santuario.
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