Angolo autore
Saaaalve a tutti!
Questa sarà la prima e unica volta che
metterò le note ad inizio capitolo: volevo
fare una piccola prefazione prima del
vostro tuffo nel racconto.
Innanzitutto, questa è la prima storia
che provo a scrivere (per lo meno
seriamente): ho deciso di buttarla giù
dopo una lunga riflessione, a seguito di
uno scambio di messaggi col buon vecchio
Plando, dove mi invitava a provarci,
giusto per divertimento.
Come alcuni di voi sapranno, sono ormai
un lettore abbastanza anzianotto, era
giunto il momento di saltare la barricata
e prendermi pure io qualche insulto!
Detto questo, non ho idea della frequenza
a cui riuscirò ad aggiornare la storia,
né se riuscirò a finirla: ne ho in testa
una che non dovrebbe durare troppo (le
ultime parole famose, vero?),
spero di riuscire a farcela e che il
risultato sia piacevole.
In caso contrario, sentitevi OBBLIGATI
ad insultarmi.
Passiamo ora alla storia, che si apre
con una scena che incontremo più volte
nei prossimi capitoli: un volpide di
nostra conoscenza che macera sé stesso
al buio.
Questo episodio sarà il più breve di
tutti, giusto un prefazione per entrare
nel mood (e, con la scusa, prendere mano
col processo di pubblicazione ;P).
Buona lettura!
Zamy
Cap. 1: Buio
Stava lì, seduto al buio, un braccio
appoggiato pesantemente sul tavolo alla
sua sinistra, immobile nel suo appartamento.
La sua folta e soffice coda rossiccia gli
girava attorno alla vita, terminando
sull'addome: aveva sempre assunto quella
posizione, fin da quando era cucciolo,
ogni volta che si era ritrovato solo a
rimuginare sulle cose che lo rendevano
triste. A pensarci bene, aveva
probabilmente cominciato quest'abitudine
quando suo padre se n'era andato quando
era piccolo, abbandonando lui e sua madre:
la sensazione del tocco caldo e leggero
della sua coda lo rincuorava sempre un
pochino.
Forse era per questo che la curava in
maniera quasi maniacale, dopotutto:
semplice compensazione.
Nicholas Piberius Wilde girò
impercettibilmente la testa verso il
telefono, appoggiato sul tavolo con lo
schermo spento: riusciva a malapena a
distinguerne la sagoma, nonostante la
sua capacità di vedere al buio.
"L'ho combinata grossa questa volta."
mugugnò tra sé e sé "Scusami, Carotina."
"Del resto, non è neanche del tutto
colpa mia... Se solo non si fosse intromesso
quel figlio di una donnola di Marty non
mi troverei in questa situazione del
cazzo." aggiunse nella sua testa.
Quanto malediva il giorno in cui l'aveva
conosciuto.
O per meglio dire, il giorno in cui Judy
l'aveva incontrato.
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