Star Trek Universe Vol. VII: Uroboro

di Parmandil
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-Epilogo:

Data stellare 2560.060

Luogo: orbita terrestre (Sol III)

 

   Qualche giorno dopo il ritorno dell’Enterprise nel sistema solare, Chase e i suoi ufficiali si riunirono per cenare un’ultima volta nel ristorante di Raav. L’indomani sarebbero sbarcati, prendendo strade diverse, mentre l’astronave subiva una nuova ristrutturazione. Perciò si trattennero fino a tardi, prolungando il più possibile l’incontro con gli amici. Oltre a Chase e Neelah c’erano Ilia, Grenk, Lantora e T’Vala. Raav si unì alla tavolata e anche il Consigliere Apsu partecipò in olo-presenza. Solo Terry non c’era, sebbene l’avessero invitata. La sua assenza pesò su tutti i presenti, anche se per un pezzo nessuno volle farla notare.

   «Ebbene, ditemi un po’ di voi!» esortò Raav, quando furono al dessert. «So che le promozioni sono fioccate; ed era tempo! Come dicono i Progenitori, questa è una fine... e un nuovo inizio. Dove vi porteranno le vostre strade?».

   «Nel nostro caso, ad Atlantide» disse Chase, passando il braccio intorno alle spalle di Neelah.

   «Come Ammiraglio, dico bene? Se qualcuno lo merita, questo è lei» si congratulò il Gorn. «Ma ero quasi convinto che avrebbe rifiutato, per non rinunciare all’ebbrezza dell’ultima frontiera».

   «Non sarò inchiodato alla mia scrivania» assicurò l’Ammiraglio. «All’occorrenza mi recherò dove serve. Ma sì, credo che passeremo la maggior parte del tempo sulla Terra».

   «Ho riavuto l’incarico al Comando Medico di Flotta» spiegò Neelah. «Così potremo stare assieme. Questi anni sull’Enterprise sono stati straordinari, ma... dovendo crescere Jaylah, preferiamo farlo in pace sulla Terra» ammise. «La dottoressa Vash’Tot mi sostituirà qui a bordo».

   «Anche noi ci abbiamo riflettuto» disse Lantora. «Nell’ultima battaglia, nostro figlio ha corso un rischio tremendo. Speriamo con tutto il cuore che non accada mai più. Tuttavia abbiamo deciso di restare nello spazio».

   «Sull’Enterprise?» chiese Raav.

   «L’Enterprise subirà un’altra ricostruzione, dopo tutte le batoste che ha preso ad Andromeda» intervenne Grenk. «Mi occuperò io dei lavori... probabilmente ne avrò sino alla fine dell’anno» disse, sempre un po’ lamentoso.

   «Quindi dove andrete?» incalzò il cuoco, ancora concentrato sulla coppia.

   «In vacanza, per qualche tempo!» sorrise T’Vala. «Porteremo Vrel sui nostri pianeti, così sentirà l’aria fresca e conoscerà le nostre famiglie».

   «Poi torneremo in servizio... non sappiamo ancora su quale nave» riprese Lantora. «Ma dovrebbe essere un incarico temporaneo, perché quando l’Enterprise sarà rimessa a nuovo chiederemo di tornarci».

   «Ah, non so se sarà possibile!» rise Ilia, che aveva esagerato un po’ col brandy sauriano. «Sapete quanto sono esigente, nella scelta dei miei ufficiali!».

   «Un applauso per Ilia Dax, Capitano dell’Enterprise!» disse Chase, battendo forte le mani. «E un altro per il Comandante Lantora e il Tenente Comandante Shil!». I colleghi applaudirono a lungo, facendo arrossire gli interessati.

   «Prestare servizio con lei è stato un privilegio, signore» dichiarò Ilia, stringendogli la mano sopra la tavola. «Avrò massima cura dell’Enterprise».

   «Ci conto!» sorrise l’Ammiraglio. «E quando i suoi ufficiali le diranno di non andare sul campo...».

   «Li ignorerò» promise la Trill.

   «Bene, bene» disse Raav. «Queste ricompense sono più che meritate. Sssshhht! Mi spiace solo che ve ne andiate quasi tutti. E tu, Grenk? Quando l’Enterprise sarà a nuovo, resterai?».

   «Ah, amico... vorrei tanto continuare a rimpinzarmi coi tuoi manicaretti!» sospirò il Tellarita, che aveva mangiato più di tutti. «Ma c’è un cantiere su Plutone che mi aspetta, pieno di scimmie che non sanno distinguere un convertitore di fase da un discriminatore quantico. Se non vado a insegnargli il mestiere, non avremo mai la nuova generazione di navette temporali!».

   «A proposito di navette temporali...» disse Chase, improvvisamente serio. «Voglio confidarti un segreto di cui non sei ancora a conoscenza. E lo dico anche a voi, dato che resterete sull’Enterprise» disse, passando lo sguardo da Apsu a Raav. «Durante l’ultima battaglia, quando i Distruttori ci hanno attaccati in plancia, siamo stati salvati da mia figlia».

   «La piccola Jaylah?!» si stupì Grenk.

   «È uscita adulta da una breccia temporale, ci ha salvati ed è rientrata prima che la breccia si chiudesse» spiegò l’Ammiraglio.

   «Anche se gli Accordi Temporali le proibivano di rivelarci il futuro, ha voluto dirci una cosa» proseguì Neelah. «Nostra figlia sarà un’Agente Temporale. Quindi il lavoro che farai su Plutone potrebbe essere molto importante, per lei».

   «Io... ehm... progetterò crono-navette sicurissime» promise Grenk, preso in contropiede da quella rivelazione. «Saranno più grandi, più confortevoli... avranno più autonomia. E un faro temporale per chiedere aiuto, se qualcosa andasse storto. In effetti credo che i miei progetti si espanderanno ben oltre le navette. Un’astronave temporale, ecco che ci serve!» disse, lo sguardo rapito.

   «Forse Jaylah presterà servizio proprio lì» ipotizzò Chase, intrecciando le dita. «Ci disse che sull’Enterprise era solo di passaggio, perché lavorava altrove. Dubito che qualcuno di voi sarà ancora su questa nave, quando mia figlia sarà adulta. Ma per chi resta, sarà di conforto sapere che l’Enterprise durerà così a lungo».

   «Ammiraglio, lei parla dell’Enterprise» disse Apsu, avvicinandosi con quel suo strano modo di fluttuare a mezz’aria. «Ma cos’è questa nave, senza Terry? Eppure non è qui con noi. Dopo la morte di Sunny ho insistito perché venisse nel mio studio, a parlare, ma si è sempre rifiutata. Come Consigliere di bordo, sono preoccupato dalle sue condizioni».

   «Siamo tutti preoccupati» sospirò Chase. «Ora che l’Enterprise sarà ristrutturata, bisognerà affrontare anche questo problema. Se Terry vuole andarsene, questo è il momento per sostituire il processore centrale».

   «Ma io non voglio andarmene» disse Terry, entrando in quel momento nel salone. Era in abiti civili, piuttosto sobri, anche se non portava segni di lutto. I suoi colleghi ammutolirono, salvo Chase, che si alzò e le venne incontro.

   «Ne sei certa?» le chiese, carico di preoccupazione. «Sappiamo tutti quanto hai sofferto. È comprensibile che tu voglia lasciare questo incarico, anche perché in fondo non l’hai scelto tu. Ti è stato imposto alla nascita. Quindi, se vuoi dare le dimissioni, le accetterò senza problemi».

   «Oppure resta, se vuoi. Ma non per soddisfare le nostre aspettative!» aggiunse Ilia, accostandosi a sua volta. «In questi anni ti sei curata di noi come nessun altro avrebbe potuto. Ora vorremmo che ti prendessi cura di te stessa».

   «Non potrei farlo, lontano da voi» sorrise Terry. «Siete la mia famiglia. E Sunny... Sunny è scaturito dalle vostre menti. Era un concentrato delle vostre qualità migliori. Così, finché resterò fra voi, lui sarà con me... in qualche modo».

   «Quando ti sentirai stanca, sappi che sei libera di prendere un’altra strada. Come Ammiraglio, mi batterò perché tutte le Intelligenze Artificiali della Flotta abbiano questa possibilità» promise Chase.

   «Resterò sull’Enterprise finché avrò degli amici a bordo» disse Terry, passando lo sguardo da Ilia a Raav e da Lantora a T’Vala. «Ma un giorno sì, diventerò una privata cittadina».

   «Vieni, allora» la invitò Raav, avvicinando un’altra sedia alla tavola. La proiezione isomorfa si accomodò e il Gorn servì il dessert anche a lei.

   Continuarono a chiacchierare ancora per un’oretta, promettendo di restare in contatto e di rivedersi quando possibile. Infine Chase stappò una bottiglia di Chateau Picard e colmò i bicchieri per l’ultimo brindisi. Andò a capotavola e levò il bicchiere di cristallo, osservando commosso quell’equipaggio che era diventato una famiglia. Anche gli altri si alzarono, imitando il suo gesto.

   «All’Enterprise, a questi dieci anni assieme» disse Alexander Chase, Ammiraglio della Flotta Stellare. «E a tutto quello che ancora ci attende!» augurò. E i cristalli fecero cin-cin.

 

 

FINE

 

 


La saga continua nella Fase II: Star Trek Keter

 




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