Quegli abissi hanno un nome, e quel nome è Abaddon.

di StregaDAutunno
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"Tutti facciamo quello dobbiamo per sopravvivere."
"Tu parli per  esperienza, immagino." 
 
Leni avrebbe potuto rispondere a John Silver, ma non lo aveva fatto.
Sì, ho fatto la mia scelta anni fa, per sopravvivere, e lo rifarei, avrebbe potuto dirgli.
Ma non lo conosceva ancora abbastanza per raccontargli della sua vita.
Di quel giorno, e dei giorni che vennero poi.
Di quel salto, quel salto verso l'ignoto, verso le corde sul lato della Walrus, ricordò quando aveva respirato profondamente, aveva chiuso gli occhi mentre scivolava...
 
"Mi state prendendo in giro! Perché, perché me lo dici solo adesso?" 
La voce di Eleonor Guthrie la ridestò dai suoi ricordi.
Le piaceva Eleonor, la ammirava per come stava gestendo i traffici leciti e meno leciti a Nassau, ma quando si alterava la sua voce riusciva a raggiungere delle tonalità talmente stridule da far abbaiare di rabbia i cani. 
Era così persa nei suoi pensieri che al grido della Guthrie per poco non cadde dalla sedia su cui era seduta. 
Billy Bones la guardò, interrogativo, come per chiederle se andasse tutto bene. 
Leni annuì, abbozzando un sorriso.
"Stiamo cercando di creare una nuova Nassau, devi pensare a questo." James Flint cercò di rassicurarla "E poi non sapevo che John avesse distrutto la pagina fino a ieri."
John Silver a quel punto si alzò dal divano su cui si era seduto: "Miss Guthrie, Eleonor...se potessi spiegare..."
"Proprio tu!" ruggì Eleonor guardandolo "Dovremmo fidarci di te, della rotta che magicamente avresti memorizzato? Chi ci dice che non sei una spia, o un pazzo?"
"La pagina esiste, e anche il tesoro." insistette Flint.
John Silver guardò verso il capitano, che se ne stava serio e impettito, con i palmi appoggiati alla scrivania d'ebano della Guthrie.
Eleonor lo guardò: "O siete pazzi entrambi. Esiste davvero? Anche questa pagina...come sai che esisteva prima che lui la distruggesse!"
John tentò di nuovo: "Se posso spiega..."
"Fai silenzio!" strillò Eleonor.
Leni era sicura di aver sentito un cane abbaiare in lontananza.
"Fallo parlare." questa volta fu Flint ad alzare la voce, aveva usato il tono del comando, quello che usava con gli uomini della Walrus, un ordine che non ammetteva repliche o obiezioni.
Eleonor Guthrie si morse un labbro nervosamente, odiava quando gli uomini usavano quel tono con lei. Di norma avrebbe replicato, ma stavolta espirò rumorosamente dal naso e fece un cenno a John, come per dirgli di parlare.
"Dicevo, miss Guthrie," Silver si schiarì la voce "ho trovato la pagina già strappata prima che la ciurma del capitano Flint perquisisse la cabina del capitano...l'aveva trafugata un altro marinaio." il vero cuoco, pensò John, ma non lo disse "Ho capito subito che era di grande valore e ho pensato che avrei potuto rivenderla, o usarla come merce di scambio. Sono bravo in questo genere di intuizioni."
Billy alzò gli occhi al cielo in modo plateale, e Leni nel guardarlo soffocò una risata.
"Ho ascoltato alcune conversazioni sulla Walrus, e Flint ha accusato un altro uomo di aver rubato una pagina importantissima per la riuscita di una missione..."
"Sì questa parte ci è nota, passa oltre." disse Gates sfregandosi una tempia, era stato in disparte e in silenzio ma ora voleva concludere in fretta la discussione "Dille perché hai distrutto la pagina."
"Sì, ecco, vedete io non sono esattamente un marinaio esperto, non navigo da molto, passo il mio tempo in cucina. Che utilità avrei avuto per una ciurma di pirati? Ho pensato che se avessi consegnato la pagina dopo loro non avrebbero più avuto bisogno di me...e io non sapevo dove altro andare, a chi rivolgermi, sarei rimasto da solo in terra sconosciuta..."
Leni avvicinò il viso all'orecchio di Billy: "È bravo." bisbigliò "Lo avevo sottovalutato, ma ci sa fare."
Billy annuì, le bisbigliò a sua volta: "Un attore nato. Ci manca solo che si metta a piangere."
poi aggiunse "Lavanda."
"Scusami?"
"Ne sento il profumo. Hai usato i fiori di lavanda oggi." spostò lo sguardo su di lei, sottolineò la cosa ammiccando.
Lei ridacchiò e gli diede un leggero spintone, scuotendo la testa.
Entrambi tornarono a prestare attenzione a Silver e alla sua sceneggiata.
"...un uomo sperduto, abbandonato. E così ho pensato che l'unico modo per costringerli a farmi rimanere con loro era quello di rendermi necessario. Solo io conosco i dettagli della rotta che conduce al tesoro. O meglio, la tratta esatta che seguirà la nave che lo trasporta. Se vogliono partire al suo inseguimento dovranno portarmi con loro. E più tempo stiamo qui a tergiversare meno possibilità ci sono di raggiungere la nave in tempo." concluse John soddisfatto.
Eleonor Guthrie sapeva di avere di fronte un uomo furbo che fingeva di essere uno sprovveduto, ma fece finta di nulla.
"Quindi se ci fidiamo di te tu condurrai la Walrus al tesoro dell'Urca di Lima."
"E non ne vorrò nemmeno una parte di quel tesoro, potrete usarlo tutto per il vostro progetto, voglio solo avere un posto dove stare." rispose Silver "E la nuova libera Nassau di cui parlate mi sembra un bellissimo luogo per iniziare una nuova vita."
Eleonor e Flint si guardarono, un lungo intenso sguardo che valeva quanto una conversazione, poi la donna annuì: "Dimmi cosa ti serve per il viaggio capitano, e te lo concederò. E tu, John Silver," disse fissando il forestiero "sappi che se dovessi mentirci o tradirci nessuno potrà salvarti dalla furia degli uomini di Flint, o dalla mia."
 
 
Gates si fregò le mani: "Quindi siamo pronti per partire." asserì.
"Ci fidiamo davvero di quel tipo?" 
"Non abbiamo molta scelta Billy." Gates mise una mano sulla spalla del ragazzo "E comunque  ha messo nero su bianco la prima parte della rotta, una volta arrivati a destinazione ci comunicherà il resto."
E in mare aperto, dopo settimane di viaggio, sarà meglio che abbia qualcosa da dire, pensò Billy, perché arrivati a quel punto nessuno gli  perdonerà un'eventuale errore di memoria, o peggio, una menzogna.
"Parlando del diavolo, John! Vieni, Billy ti porterà alle nostre tende e ti farà conoscere Randall, il nostro cuoco, Billy, dì a Randall che da oggi ha un valido aiutante. Io nel frattempo vado con Flint, abbiamo da organizzare i rifornimenti, ci servono molte cose per questa avventura."
Gates rise.
Hal era così, sempre allegro, vedeva sempre il buono di tutto, Billy gli invidiava questo suo carattere.
Era stato come un padre per lui, fin dal primo momento in cui lo avevano liberato da quella nave della Marina britannica dove era stato arruolato a forza per tre lunghi anni.
Gates gli aveva insegnato tutto, e aveva convinto la ciurma a sceglierlo come nostromo.
"Segno che la ciurma ti rispetta Billy" gli aveva detto quando lo aveva ringraziato "Sei un fratello per loro, ti seguiranno in battaglia, ti ascolteranno, già lo fanno. Sii più sicuro di te figliolo!" lo aveva rimproverato. E poi aveva riso forte.
Leni uscì dall'edificio, Gates la vide: "Sirenetta! Ci accompagni a comprare polvere da sparo e rum?"
La ragazza fece una smorfia per come l'aveva apostrofata, poi rispose: "Mi piacerebbe, ma ho promesso a madame Mapleton che sarei passata a visitare le ragazze una volta attraccati."
"Le ragazze?" chiese John.
"Le prostitute del bordello." spiegò Gates "Allora immagino che ci vedremo stasera in taverna o alle tende."
"Ho una camera al bordello in realtà, madame me la concede come ringraziamento per le cure che presto alle sue ragazze." spiegò Leni "Questa volta mi darà la stanza con la porta verde scuro." precisò, e in quel momento a John quel dettaglio sembrò inutile e superfluo.
"Un letto, un vero letto, ti invidio!" rise Gates "Ma mi permetterai di offrirti una birra alla taverna comunque, ragazza fortunata." 
Leni annuì: "Non sarei fortunata se non me la offrissi!" e si allontanò in direzione del bordello.
 "Tu, vieni con me." disse Billy controvoglia, e si avviò con John verso l' accampamento vicino al porto. 
"Sirenetta...curioso epiteto." commentò John.
Billy non rispose.
"Sì beh, adatto per una donna che solca i mari su una nave pirata. È carino." continuò, ma Billy ancora non gli diede risposta.
"È anche interessante che abbiate una donna come medico di bordo. C'è già il signor De Groot..."
"In certi casi un chirurgo in più non guasta, e Leni sa fare il suo mestiere." tagliò corto Billy, superandolo.
"Io non ti piaccio vero?" John si fermò, Billy si voltò a guardarlo.
"Non mi fido di te." gli rispose.
"Quando avrai imparato a conoscermi ti fiderai di me."
"O forse quando ti avrò conosciuto meglio avrò la conferma che ho fatto bene a non fidarmi." rispose Billy "Stammi bene a sentire, tutto questo non è un gioco. Rischieremo la vita in  questa missione, mettiti in testa che le vite di quegli uomini dipendono da te adesso. Se fai qualche cazzata la pagheremo tutti." John deglutì a fatica a quelle parole "Non deluderci." concluse Billy, i suoi occhi azzurri non si staccarono da quelli di John Silver fino a che quest'ultimo non ebbe annuito. 
 
 
"Mi fanno malissimo!"
"Sarei stupita del contrario." 
Leni stava visitando la giovane ragazza, 16 anni al massimo, lunghi capelli biondi, preoccupata per le piaghe rosse e dure che aveva sulla schiena.
Si voltò verso la tenutaria del bordello.
"Perché hai lasciato che le facesse questo?" il tono di rimprovero di Leni non piacque a madame Mapleton.
La matrona sbuffò: "Non posso essere in tutte le stanze, mia cara, e certi clienti amano un po' di rudezza a volte."
"Amano picchiare una donna, non usare eufemismi, mi irritano." 
rispose Leni, afferrò la sua borsa in pelle, prese alcune boccette e preparò una pomata.
"Lavati con acqua fresca e metti la pomata, mattina e sera, le piaghe si sgonfieranno e non pruderanno più." 
La ragazza le sorrise: "Grazie dottor Morgan...cioè, Leni."
Leni riconobbe un leggero accento della Cornovaglia nella sua voce. 
Chissà cosa l'aveva portata a Nassau, chissà se aveva mai immaginato che sarebbe finita a fare la prostituta per pochi spiccioli in un bordello frequentato da pirati e marinai delle baleniere.
Quando rimasero sole Leni riprese il rimprovero:
"Devi avere più cura di loro."
"Oh mi vuoi insegnare il mestiere? Allora io potrei spiegarti come si amputa un dito." rispose piccata la Mapleton.
"Vuoi il mio aiuto o no? Perché puoi anche rivolgerti a qualche dentista ubriaco di Nassau la prossima volta..."
"Va bene va bene. Io le tratto con amorevole affetto, voglio bene alle mie ragazze." si giustificò la donna.
Non è vero, sono solo bambole che vendi al miglior offerente e a cui dai una misera paga, potrebbero morire domani e tu penseresti solo ai guadagni persi. Ma Leni tenne questo pensiero per sè.
"Allora" disse invece "devi stare attenta a chi si portano in camera, e dar loro il tempo di guarire quando...si fanno male." concluse.
"Lo sai come sono certi uomini..." commentò la matrona.
"Sì lo so." mormorò Leni. Lo sapeva fin troppo bene.
"...ma starò più attenta. Contenta?"
Leni annuì.
"Ti ho mai raccontato di quando ti ho vista per la prima volta?"
Sì glielo aveva raccontato, glielo raccontava ogni volta.
La madama continuò: "Sei entrata in taverna scortata dagli uomini del capitano Flint. Nessuno voleva dire come fossi capitata a bordo, ti proteggevano, come se ne avessi bisogno. 
Speravo di convincerti a venire a lavorare per me, avevo tratto le mie conclusioni...una donna su una nave...
Ma poi mi dissero che non eri una prostituta raccattata chissà dove, ma un dottore." rise "Una guaritrice, mi dissero. Ero ammirata sai, decantavano le tue lodi, e a me però dispiacque di essermi sbagliata.
Mi avresti fatto fare soldi a palate.
Con la tua parlantina, quel sorriso e quegli occhi verdi, e con quel bel seno che ti ritrovi..."
"Che ne sai tu di che seno ho io sotto la blusa?" rise Leni.
"Io so che gli uomini apprezzano un seno ben tornito anche se non molto grande, come il tuo, perché gli sta tutto nel palmo di una mano. O nella bocca." 
Leni rise più forte, glielo diceva ogni volta e ogni volta questo commento la faceva ridere. 
Ripose le boccette nella borsa, e le disse: "Non credo di essere portata per questa vita."
"È che sei troppo intelligente per questa vita. Guarda Max," indicò la bellissima prostituta creola che sedeva a un tavolino bevendo vino insieme a un giovane marinaio "ha il corpo perfetto per questo lavoro, ma purtroppo è tanto sveglia. Questo la rende opportunista. Non farà questa vita per sempre, prima o poi sfrutterà l'occasione giusta, e avrà Nassau ai suoi piedi."
"Glielo auguro." mormorò Leni prima di congedarsi. 
 
 
"Devi sapere una cosa su Randall" lo istruì Billy "Ha avuto qualche problema e diciamo che...non ci sta tanto con la testa. Ma la ciurma lo adora." insieme entrarono nella tenda
"Randall! Ti ho portato un valido aiutante! John," Billy indicò le patate "siediti vicino a Randall, e pela."
John Silver sorrise a denti stretti e prese un coltello.
Randall sembrava però contrariato.
"È un ladro." mormorò.
Billy si chinò su di lui: "No, Randall, lui è John, ed è un nostro...amico adesso. Dammi una mano, d'accordo, tienilo d'occhio per me."
A Randall piaceva Billy, perché Billy era buono, gentile, lo trattava con rispetto.
Così gli sorrise e annuì.
Mentre Billy si allontanava Randall gli chiese 
"Dov'è la sirenetta?"
Billy si girò, ridendo: "Odia quando la chiamate così."
"Io posso."
"Sì è vero Randall, tu puoi." ammise Billy "Aveva del lavoro da fare, ma verrà a trovarti dopo, contento?" 
Randall tornò alle sue patate, felice.
Una volta che Billy li ebbe lasciati soli John chiese: "Randall, perché chiamate Leni la sirenetta?"
"Tu non puoi chiamarla così."
"Non lo farò, ma dimmi perché."
Randall sorrise, lo guardò con un sorriso misterioso: "Perchè è arrivata dal mare, una tempesta l'ha rapita agli abissi e l'ha lasciata sulla Walrus. Un regalo dell'oceano per noi." gli fece l'occhiolino, e poi tornò alle sue patate, senza aggiungere altro.
 
 
 
Leni si era seduta su un divanetto del bordello, guardava le persone passeggiare lungo la strada.
Era su una piccola terrazza, si godeva la brezza che arrivava dal mare.
Era bella, Nassau, e se fossero riusciti a trovare il tesoro l'avrebbero resa ancora più bella.
Sarebbe stato davvero un porto sicuro per tutti loro.
"Ma guarda, il nostro dottore Leni Morgan, che dedica le sue preziose attenzioni alle puttane di Nassau."
L'inconfondibile voce roca di Charles Vane la distolse dai suoi pensieri.
Lei sospirò.
"Capitano Vane. È sempre un piacere vederti tornare a Nassau vivo e vegeto. Quando avete attraccato?"
"Stamattina. Voi siete qui da qualche giorno, mi hanno detto."
Leni annuì.
"Vi fermerete a lungo?"
Lei rimase sul vago: "Mmmm difficile dirlo. Sai che Flint è un capitano imprevedibile..."
"È un pessimo capitano e un coglione." Charles sputò per terra "Dovresti unirti a noi, sulla Ranger ci farebbe comodo un chirurgo bravo come te. E non saresti l'unica donna." disse alludendo ad Annie Bonny, letale membro del suo equipaggio.
"Sai quanti io la stimi, ma non posso dire lo stesso del resto dei tuoi uomini."
"Sono esuberanti..."
"Avevo in mente cani sciolti ma credo che anche la tua definizione vada bene."
Lui rise con tono rauco.
"Se cambi idea sai dove trovarmi." 
Leni annuì mentre Vane di allontanava, ma non lo avrebbe cercato, lo sapevano entrambi, ma questo non dissuadeva Charles Vane dal tentare.
Era giunta a Nassau quattro anni prima, e aveva aiutato così tante persone quando si trovava sulla terra ferma che tutti sapevano di cosa era capace. 
Aveva curato marinai di altre navi, e le loro famiglie, si era sparsa la voce delle sue capacità, della sua competenza, e da allora molte navi avevano provato a comprare i suoi servigi.
Certo era lusingata da tutta questa stima, ma non avrebbe mai lasciato la Walrus.
Rispetto e lealtà la legavano a quella ciurma e al suo capitano.
Seguì Vane con lo sguardo, notò una cosa curiosa, di solito Charles amava intrattenersi con due donne in particolare, due veterane del bordello, stavolta invece lo vide raggiungere Max, la giovane prostituta creola che madame Mapleton le aveva indicato poco prima, e li vide sparire insieme in una della stanza del primo piano.
Quando Max aprì la porta della stanza a Leni parve di vedere all'interno due figure conosciute, la piratessa già citata Annie Bonny e Jack Rackham, braccio destro di Vane.
Bizzarro, pensò.
Trovare questo fatto bizzarro e non sospetto fu però un errore, ma questo Leni lo comprese solo quando fu troppo tardi.
 
 




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