What about us?

di Nao Yoshikawa
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10 - Hate this part of you

L’amore aveva i suoi alti e i suoi bassi. C’erano quei periodi di pace e gioia assoluta e c’erano quei periodi di disagio e tensione totale. Nnoitra e Neliel non sapevano perché, ma da qualche settimana non facevano che discutere su tutto. Più del solito e in maniera seria, al punto che la maggior parte del tempo preferivano non parlare affatto. 
Per questo, quando quella sera lei disse a lui: “Vado a lavoro, non aspettarmi”, Nnoitra non aveva detto nulla, troppo impegnato a osservare le sue tavole. Poi il tempo era passato, ma non aveva ancora disegnato nulla di nuovo. Sicuramente sarebbe stato meglio se solo non avesse avuto tutto quel nervosismo accumulato. 
Erano arrivate le undici, poi mezzanotte. Perché diamine Neliel ancora non rincasava? Lo aveva avvertito, d’accordo, ma non gli aveva neanche mandato un messaggio, tant’è che alla fine era stato costretto a cedere e a chiederle che fine avesse fatto. 
Poi era arrivata l’una di notte. Si disse che entro dieci minuti sarebbe andato a cercarla. All’una e sei minuti precisi, Neliel rincasò.
Nnoitra avvertì il suo passo stranamente pesante e quando accese la luce del soggiorno, si rese conto che effettivamente qualcosa non quadrava.
“Che hai combinato?”, domandò con tono nervoso. 
Aveva il viso arrossato, un’espressione stralunata. E sentiva odore di alcol.
“Ah, niente. Io e i miei colleghi ci siamo fermati a bere qualcosa. Adesso sono stanca, voglio andare a letto”.
Gli passò accanto, ma Nnoitra non gli permise di proseguire oltre. La afferrò per un polso in una morsa stretta.
“Che cazzo hai fatto?”.
“Eh? Lasciami, non mi rompere”, sbuffò infastidita. “Non ho fatto niente. Chi ti credi di essere?”.
Sapeva che probabilmente non avrebbe dovuto far troppo caso a quello che stava dicendo, poteva essere l’alcol a farla parlare così. Ma Nnoitra ebbe l’impressione che non fosse così.
“Dimmi tu, io chi sono?”, domandò ad alta voce, afferrandola per le spalle. “Perché ultimamente non lo so più. Sei strana, qual è il problema?”.
“Non è niente, lasciami”.
“Nel!”, la sua presa divenne forte tanto da far quasi male. “Dimmi che cazzo succede. Qual è il problema? Ti sei stancata? O forse hai un altro? Parlarmi!”.
La ragazza si ritrovò con le spalle al muro. Il cuore aveva iniziato a battere forte.
“Non è… niente”.
“Maledizione”, Nnoitra lanciò un pugno contro il muro, appena sopra la sua testa. “Smettila di dire “niente”! Mi fai incazzare e basta. Pensi che sia stupido?!”.
Neliel abbassò lo sguardo, sentendo gli occhi divenire lucidi. E si sentì oppressa, sentì l’aria mancarle come se qualcuno la stesse soffocando. E tremava.
“Perché devi fare sempre così?!”, domandò soffocando un gemito. “Perché non puoi amarmi tanto quanto ti amo io? Io odio la parte violenta di te. Avevi detto che oramai era scomparsa!”.
Riuscì a liberarsi dalla sua presa. In quel momento voleva andare via, non le importava nulla che fosse notte fonda o della pioggia.
Nnoitra non trovò il coraggio di muoversi. Rimase lì fermo, con le nocche insanguinate.

Nota dell’autrice
Prima che a qualcuno venga un colpo NO, NIENTE VIOLENZA DOMESTICA. Non è a quello che mi riferisco. 
I momenti neri capitano a tutte le coppie e in quei casi viene fuori la parte peggiore di noi. Neliel si sfoga con l’alcol e Nnoitra dando pugni a random, che sono entrambi comportamenti sbagliati.
Il fatto è che Nel si è spaventata e se n’è andata. E no, secondo me non è una reazione esagerata, perché per quanto forte possa essere, penso che qualsiasi persona si spaventerebbe e se ne andrebbe.
Adesso tocca a Nnoitra farsi perdonare, le andrà dietro?
Scusate l’angst, dovevo :D




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