Il cuore di Gotham

Percepiva Gotham in ogni sua pietra, in ogni mattone, in ogni crepa. La sentiva divincolarsi sotto ai suoi piedi. Si agitava, si contorceva e strideva ad ogni nuovo orrore. Come una bestia arrabbiata era pronta a sbranare chiunque fosse caduto nella sua trappola.

All’inizio, per James, era solo una presenza indistinta, un presagio di guai. Poi l’ennesimo oltraggio, il più brutale, l’omicidio di Thomas e Martha Wayne.
A quel punto anche lui venne ghermito dai suoi lunghi tentacoli.

Gotham lo aveva catturato e si era avvinghiata a lui, sperava di essere salvata da quell’uomo giusto e coraggioso.

A quel punto molti spaventati, si sarebbero ritratti, o almeno avrebbero cercato di divincolarsi da quella presa molesta, non James. Integerrimo, determinato, continuava imperterrito a cercare, indagare, scavando a fondo, alla ricerca della verità.

Poi, però, aveva superato il limite. Se ne era accorto lui, e lo poteva leggere negli occhi spaventati di Barbara che lo supplicavano di scappare.
Per un attimo era rimasto incerto. La proposta di fuggire, abbandonare le preoccupazioni, le paure, era allettante, ma quei fili invisibili che lo legavano al cuore della città, lo trattenevano.

Quando, con le manette ai polsi, guardò con occhi stanchi la sua donna, era dispiaciuto che lei non riuscisse a parlare con la città.

Perché, in fondo, James lo sa: Gotham non è altro che un animale ferito che lui deve salvare.

Piccolo spazio note:
questa storia era già presente sul sito, ma non sentendola più affine al mio genere di scrittura era stata eliminata. Dopo lunghi ripensamenti ho deciso di pubblicarla nuovamente leggermente rivisitatata e corretta. Credo che si capisca dal testo, ma lo specifico: si tratta di un missing moment della prima stagione, quando James viene arrestato dai servizi interni per l'uccisione di Pinguino.