NdA:
Buon
compleanno!!
Hanta96
<3
Spero
che questo mio regalo ti piaccia nonostante sia una piccola one-shot.
Ho
voluto racchiudere degli aspetti di questo rapporto molto importanti
per me dopo la s8, bhé la mia versione della s8, ed il loro
rapporto
con altre due figure per loro importanti ma ne riparleremo nelle note
finali.
Buona
lettura!
Un
nuovo sogno con te
*
* *
Shiro
fissava lo schermo difronte a sé senza reale interesse.
Troppo
distratto ed emozionato per capire cosa stesse davvero leggendo. Si
sentiva quasi stupido a sentirsi in quel modo, come un liceale alle
prese con la sua prima cotta.
Il
sorriso costante sulle labbra, il cuore che batteva forte in petto,
l'immagine di lui che occupava la sua mente per tutto il giorno.
Eppure, per quanto si sentisse sciocco, Shiro non poteva farne a
meno. Quel giorno lo avrebbe rivisto finalmente e solo il pensiero di
poterlo riabbracciare e sentire di nuovo il suo profumo
accarezzandogli i capelli, ormai lunghi, bastava.
“Ammiraglio
Shiro?” Sentì qualcuno riportandolo alla
realtà.
“Sì?”
Chiese girandosi verso colei che l'aveva chiamato, trovandosi davanti
Veronica che lo guardava sorridente e felice di dargli la notizia.
L'aria
gelida lo colpì in pieno viso non appena mise piede fuori
dalla
Garrison. Il freddo gli pizzicò gli occhi e Shiro dovette
socchiuderli per evitare che gli lacrimassero, ma niente sarebbe
riuscito a farlo spostare da lì.
Non
appena le porte della navicella si aprirono, e le figure di Krolia e
Keith apparvero, la bellezza di Keith gli tolse il fiato. Il
cappuccio abbassato lasciava in bella mostra la lunga treccia, libera
dal tessuto, segno che non era impegnato in nessuna missione. La
nuova uniforme BoM gli donava molto. Essa metteva in risalto la
corporatura di Keith, cambiata nel corso degli anni, dandogli un'aria
quasi vissuta, autoritaria. Oh, e poi, poi c'era quel sorriso in
grado di sciogliere il più freddo dei cuori, di smuovere il
volere
di chiunque, e Shiro aveva la fortuna, no, il privilegio di averlo
solo per sé. Un po' orgoglioso, un po' geloso di quel
tesoro, lo
vide avvicinarsi a grandi passi verso di lui indossando quel sorriso
sulle labbra contagiando anche quelle di Shiro che lo imitarono
mentre lo accoglieva tra le sue braccia. Si era fatto più
alto.
Shiro
sentì le guance scaldarsi quando si ricordò della
presenza di
Krolia e quando il suo sguardo la cercò, il sorriso si fece
più
ampio notando che lo stava guardando alle spalle di Keith sorridendo
a sua volta.
Quella
sera fecero l'amore. Dolcemente e lentamente, assaporandosi come se
fosse la loro prima volta, riscoprendo sensazioni vecchie e nuove.
Esplorando i loro corpi e i loro bisogni, celati per troppo tempo,
lasciando che il calore della passione li avvolgesse, lasciando il
resto del mondo fuori dalla stanza. Lasciando che l'amore guidasse
ogni loro movimento e quando diventarono una cosa sola, Keith quasi
si commosse sentendo Shiro stringergli la mano quando raggiunsero
l'apice del piacere insieme, certo che anche lui si sentisse allo
stesso modo.
Era
questa la parte che più preferiva Keith. Dopo, con l'odore
del sesso
ancora nell'aria, con l'uno tra le braccia dell'altro mentre Shiro
gli accarezzava piano la pelle inebriandosi del suo profumo col viso
tra i suoi lunghi capelli.
Keith
chiudeva sempre gli occhi durante quei momenti così intimi,
cullandosi tra essi mentre riprendeva il controllo del suo respiro.
Morfeo
li accolse a sé velocemente, troppo in fretta per i loro
gusti ma
era stata una dura giornata e un lungo viaggio.
Quando
Shiro riaprì gli occhi era già mattina.
Svegliato
dal bagliore del sole, Shiro si girò nel letto dalla parte
opposta
ancora assonnato aprendo gli occhi quando si accorse che il posto
accanto a sé era vuoto. Si strofinò gli occhi
sorpreso e,
mettendosi seduto, il suo sguardo vagò per la stanza alla
ricerca di
Keith ma senza successo.
Scese
dal letto sentendo il cuore stringersi in una morsa dolorosa. Non era
da lui andarsene senza dire niente. Cercò una ragione mentre
si
chinò a raccogliere i suoi pantaloni ai piedi del letto.
Forse ieri
sera aveva fatto qualcosa di sbagliato o detto qualcosa di troppo, o
semplicemente una chiamata di emergenza lo aveva costretto ad
andarsene all'alba, ma la mente di Shiro si svuotò
completamente
quando al posto della sua maglietta trovò l'uniforme di
Keith ancora
sul pavimento.
Senza
pensarci due volte, si diresse in fretta in cucina trovando la sua
maglietta indosso a Keith che guardava fuori dalla finestra mentre
teneva in mano una tazza di caffè e i capelli ricadergli
lungo le
spalle.
“Sei
qui.” Tirò un sospiro di sollievo Shiro.
Keith
si girò verso di lui sorridendo. “Dove altro sarei
dovuto andare?”
“Hai
preparato il caffè.” Notò Shiro mentre
si avvicinava al bancone
per prendere una tazza a sua volta.
“Sì,
non riuscivo più a prendere sonno.”
Spiegò con lo sguardo fisso
su Shiro mentre si avvicinava a lui. “Poi mi sono perso
nell'osservare l'alba. Avevo dimenticato quanto fosse bello, credo mi
sia mancato il sole.”
“Più
di quanto ti sia mancato io?” Mise il broncio Shiro.
Keith
rise a quella vista adorabile. “Impossibile.”
Rispose per poi
posargli un casto bacio sulle labbra.
Shiro
gli afferrò il fianco con la mano per avvicinarlo
più a sé mentre
allontanava la protesi intenta a tenere la tazza. Keith in risposta
gli baciò il collo.
“Quando
devi ripartire?” Chiese all'improvviso Shiro. Odiava
doverglielo
chiedere e rovinare quegli attimi dolci passati insieme a lui ma
voleva sapere.
Shiro
sentì Keith trattenere il respiro abbassando lo sguardo
verso la
tazza che teneva tra le mani.
“Tra
una settimana.”
Calò
il silenzio in cucina. Shiro sapeva che qualsiasi risposta sarebbe
uscita dalle labbra di Keith non lo avrebbe soddisfatto, lo avrebbe
ferito ma sapeva anche che era giusto così. Non avrebbe mai
potuto
chiedere a Keith di rimanere. Rispettava Keith e rispettava le sue
scelte.
Keith
appoggiò la fronte sulla spalla di Shiro in un amaro
abbraccio.
“Stai
bene?”
Keith
si girò verso sua madre mentre ultimava gli ultimi
preparativi per
la partenza. “Starò bene.”
Non
avevano mai parlato di ciò che stavano affrontando in quei
mesi lui
e Shiro. Krolia sapeva che era un argomento delicato per suo figlio e
voleva lasciargli i suoi spazi, ma quel giorno sembrava diverso. Come
se fosse improvvisamente più difficile.
“Voglio
solo che tu sia sicuro della tua scelta.”
“Lo
sono.” Disse Keith rifoderando il suo pugnale una volta aver
pulito
la lama. “Per quanto sia doloroso, so che il mio posto
è là fuori
e lo sai anche tu.”
“Lo
so.” Si avvicinò Krolia, posando una mano sulla
spalla di Keith
sorridendogli. “E sono fiera di te.”
“Keith.”
Lo chiamò ancora una volta. “Hai mai pensato di
chiedere a Shiro
di venire con noi?”
Keith
accennò un sorriso. “Non potrei mai
chiederglielo.” Confessò.
“Involontariamente lo costringerei a scegliere e non
è ciò che
voglio.”
“Hai
paura della risposta?”
Hai
paura che ami il suo lavoro più di te?
Keith
non rispose e Krolia lo accolse in un abbraccio. Era
stata
sincera, era davvero fiera di Keith, ma sapeva anche quanto fosse
doloroso dover lasciare il proprio amato a causa di qualcosa
più
grande di loro. Tuttavia non aggiunse più nulla e in
silenzio
raggiunsero la sala comune.
La
settimana era passata troppo in fretta e da lì a poche ore
Keith
sarebbe dovuto ripartire. Shiro poteva già sentirla, la
mancanza
della sua voce, del suo profumo, della sua presenza sempre al suo
fianco. Quanto tempo sarebbe passato prima che si sarebbero potuti
rincontrare?
Lo
sguardo di Shiro vagò dalla crew dell'Atlas a Keith che
aveva appena
fatto il suo ingresso nella stanza.
I loro
sguardi si incrociarono e il cuore di Shiro iniziò a
battergli forte
in petto. Distolse lo sguardo sentendo improvvisamente la mano
sudare.
Più
volte nel corso di quella settimana il desiderio di mollare tutto e
seguire Keith si era fatto vivo nel cuore di Shiro, ma ogni volta che
se ne convinceva l'immagine della crew si presentava nella sua mente
o qualcuno lo chiamava per qualche commissione.
Ora
che la guerra era finalmente terminata, le cose procedevano con calma
ma c'era ancora molto lavoro da fare sia sulla Terra che nell'immenso
Universo.
Oltre
a rimettere in sesto la Terra dai brutti colpi subiti in guerra,
c'erano ancora piccole attività criminali qua e
là o qualche
ribelle ma raramente si trovavano sulla Terra e Shiro si era spesso
ritrovato a pensare cosa avrebbe potuto fare con il lavoro che
stavano svolgendo Keith e gli altri.
Shiro
si sbottonò i primi bottoni dell'uniforme sentendola
improvvisamente
troppo stretta, come a soffocarlo. La stanza cominciò a
girare e
Shiro dovette appoggiarsi al panello di controllo per evitare di
cadere.
“Shiro?”
Sentì la voce di Keith chiamarlo.
Che
cosa sono io per te?
No,
lui è diverso. Non è come pensi.
Il
ricordo terrorizzò Shiro, ma prima ancora che potesse
rendersi conto
di ciò che stesse accadendo tutto divenne buio.
“Dove
mi trovo?” Chiese Shiro una volta aperto gli occhi.
“Shiro,
stai bene?” La voce di Sam attirò la sua
attenzione. “Ti trovi
in infermeria. Ti ha portato qui Keith, sta cercando un
medico.”
“Sì,
scusami adesso sto bene.” Rispose Shiro con voce rauca
cercando di
rassicurarlo con un sorriso ma senza successo. “Non ho
bisogno di
un medico.”
“Oh,
io lo so ma sai come è fatto Keith. Quando si tratta di te,
niente
può fermarlo. Ma ciò non toglie che hai bisogno
di riposare.”
Spiegò mentre lo guardava cercare di rialzarsi.
“Sai...”
Iniziò Sam avvicinandosi al letto. “... Puoi
ingannare gli altri
se vuoi, ma io ti conosco.”
Shiro
aggrottò la fronte confuso, fermandosi ancora seduto sul
letto e i
piedi a terra.
“Dovresti
andare se è quello che vuoi.”
Shiro
spalancò gli occhi sorpreso alzandosi di scatto.
“Cos-” Cercò
di protestare ma ben presto si ritrovò di nuovo seduto sul
letto
sentendosi ancora debole, aiutato da Sam.
“Vedi?
Sei troppo stressato ultimamente.”
Sam
sospirò davanti al silenzio dell'altro. “Ho sempre
saputo che il
tuo posto non era qui sulla Terra. Dal primo giorno che ti ho visto
il tuo sguardo me lo ha urlato in tutti i modi.”
Shiro
sorrise al ricordo. “Sei stato l'unico a credere in
me.”
“Shiro.”
Lo chiamò Sam posando una mano sulla sua spalla.
“Siamo fieri di
te. Io sono fiero di te, figliolo.”
Shiro
rimase sorpreso da quelle parole e per quanto cercò di
trattenersi
sentì le lacrime pizzicargli gli occhi.
“Hai
già fatto molto per tutti noi. Non devi nulla a
nessuno.”
“Grazie.”
Riuscì a dire solamente con tono strozzato, sperando che Sam
riuscisse a cogliere tutta la sua gratitudine per quello che aveva
fatto per lui. Lo aveva accolto nella sua famiglia e gli aveva
insegnato cosa fosse la speranza.
“E
poi sono sicuro che a Keith non dispiacerebbe la tua
compagnia.”
Concluse sorridendo mentre Shiro, poté giurare,
sentì le sue guance
andare in fiamme.
“Oh,
sei da solo.” Notò Keith una volta fatto ritorno
in infermeria,
trovando Shiro ancora seduto sul bordo del letto. “Non ho
trovato
un medico disponibile ma ho pensato che dell'acqua potrebbe farti
sentire meglio.” Spiegò porgendogli una bottiglia.
“Grazie.”
Gli sorrise dolcemente Shiro.
“Bhé,
ti lascio riposare.” Disse Keith ma non appena si
girò verso
l'uscita, Shiro gli afferrò il polso.
“Aspetta!”
“Permettimi
di venire con te.”
Keith
si girò a guardarlo in silenzio ma visivamente sorpreso.
“Pensi
che l'uniforme dei Marmora mi starà bene?”
Scherzò Shiro
ridacchiando ma si fermò quando vide che Keith non stava
ridendo
insieme a lui, anzi aveva assunto un espressione di dolore.
“Cosa
c'è che non va?”
“ Non
posso farlo.”
“Cosa
non puoi fare?” Chiese Shiro adesso in piedi.
Keith
si allontanò camminando nervosamente per la stanza.
“Non ti
obbligherò a farlo. Il tuo sogno-” Si
fermò mordendosi il labbro
inferiore e incrociando le braccia al petto.
“Keith,
tu non mi stai obbligando a fare nulla.” Provò a
rassicurarlo. “Il
mio sogno era quello di esplorare l'universo. Volevo diventare un
esploratore e non un ammiraglio.” Continuò
avvicinandosi a lui che
gli dava ancora le spalle.
“Ho
un nuovo sogno.” Continuò Shiro, chinandosi a
baciargli una spalla
soddisfatto nel notare i muscoli tesi di Keith sciogliersi un po' al
contatto. “Non c'è niente al mondo che
più vorrei che esplorare
l'universo al tuo fianco. Permettimi di stare al tuo fianco.”
“Shiro,
cosa-” Chiese confuso Keith, girandosi finalmente a guardarlo.
“Keith,
vorresti sposarmi?”
NdA:
Innanzitutto
vorrei precisare che io non penso che Keith creda che Shiro non lo
ami abbastanza. Assolutamente no. Lui sa perfettamente che Shiro lo
ama, ma volevo sottolinearne la paura.
Keith
sa cosa è accaduto tra Shiro e Adam e l'ultima cosa che
vuole è
mettere Shiro alle strette. In più penso che la paura
dell'abbandono
non sia una cosa che si supera facilmente e noi sappiamo che Keith
era abituato ad allontanare tutti come meccanismo di difesa.
Ovviamente Keith è cresciuto molto nel corso della serie, ha
degli
amici e una famiglia adesso, ma le abitudini sono dure a morire e
credo che qualche ricaduta possa capitare. È umano.
Shiro
è l'eccezione per Keith, ma proprio perché per
lui è importante
penso che l'ansia sia presente.
Stessa
cosa vale per Shiro con il ricordo di Adam.
Nessuno
dei due pensa davvero che possa accadere. Shiro sa che Keith non
glielo chiederebbe mai. Questa è solo una reazione alla
paura, una
paura non reale ma dettata da una fittizia data dall'esperienze
passate e io purtroppo l'ansia la conosco bene.
Ho
voluto inoltre aggiungere il rapporto Keith-Krolia / Shiro-Sam in
quanto, dato che non sappiamo nulla della famiglia di Shiro, Sam o
comunque gli Holt sono quelli che si avvicinano di più.
Sì,
ho voluto lasciare un finale aperto ma sappiamo tutti la risposta u.u
Spero
ti sia piaciuto il mio regalo e spero sia piaciuto anche a tutti i
coloro che si sono fermati a leggerla.
Grazie
per essere arrivati fin qui!
Spero
passerai un bellissimo compleanno!
Fatemi
sapere cosa ne pensate, alla prossima!
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