Semplicemente io, George di Lila_88 (/viewuser.php?uid=36821)
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SEMPLICEMENTE
IO, GEORGE
'Ehi, sono io, George!' vorrei gridare, ma non ce la faccio. Vorrei che
qualcuno se ne accorgesse, ma sembra che non accadrà. Sono
messo così male, oppure valgo così poco, che
nessuno sembra preoccuparsi della mia assenza? Nessuno sembra chiedersi
dove io possa essere finito. So che avevo preso la giornata libera e
che quindi è normale che nessuno si aspetti di vedermi in
ospedale. Però pensavo che la mia decisione di entrare
nell'esercito avrebbe suscitato qualche reazione da parte dei miei
amici e colleghi. So, tuttavia, che l'unica che sarebbe stata capace di
mollare tutto per venire a cercarmi è Izzie, l'unica che non
è in grado in questo momento della sua vita di stare dietro
anche a me, l'eterno sfigato del gruppo. Talmente sfigato da finire
sotto un autobus per salvare una sconosciuta! Che ci posso fare, sono
fatto così. Non potevo rimanere inerme a guardare una scena
del genere. E' per questo che ho deciso di arruolarmi nell'esercito.
Volevo fare la differenza. Volevo diventare qualcosa di più
di un semplice chirurgo. Voglio. Sono messo male, ma almeno respiro
ancora. Non voglio pensare che sia troppo tardi per me. Non ancora.
I miei compagni hanno tutti una strada davanti, all'interno di questo
ospedale. Christina diventerà un cardiochirurgo di prima
classe. Alex, probabilmente, finirà con lo specializzarsi in
pediatria. Ecco, lui è la vera sorpresa. Di certo,
all'inizio, nessuno immaginava che avrebbe intrapreso quella strada! E
Izzie e Meredith saranno straordinarie in tutto quello che decideranno
di fare. Ma io? Io qui dentro non lo vedo un futuro che conta. Io ho
bisogno di fare qualcosa di più. O avevo. Ecco di nuovo il
passato che si fa strada prepotentemente. Non sono sicuro di come
potrò uscire dalla situazione in cui mi trovo. Sono talmente
sfigurato che nessuno riesce a riconoscermi. Ho dolori dappertutto.
Probabilmente non potrò neanche iniziare la mia carriera
nell'esercito. Sembra la storia della mia vita. Destinato a fallire in
ogni prova che la vita mi mette davanti. Se solo qualcuno capisse che
l'eroe sconosciuto che si è buttato sotto un autobus per
salvare una giovane ragazza sono io... Forse basterebbe per farmi
entrare nella storia di questo ospedale. Potrebbe anche bastarmi per
tutta la vita. Ammesso che riesca ad averne ancora una.
Si dice che essere un dottore ti renda il peggior paziente. Credo che,
in un certo senso, non ci sia niente di più vero. Se non
conosci la medicina, sei costretto ad affidarti totalmente alle persone
che dovranno prendersi cura di te. Non sai cosa ti sta succedendo
davvero, però hai la speranza. Hai la speranza che lo
sappiano i medici che hai davanti. E questo ti fa venire, almeno nella
maggior parte dei casi, la voglia di continuare a lottare. Se sei un
medico, invece, è difficile che tu non sappia cosa stai
passando. Sai come funziona il corpo umano, nel mio caso, sai che la
tua vita è appesa a un filo, e quindi è difficile
restare aggrappati alla speranza. Ti chiedi come i tuoi colleghi
decideranno di procedere ma non resterai ad aspettare un miglioramento
o un peggioramento, no, la tua mente inizierà a ragionare su
quello che accadrà dopo. Inizierà a ragionare da
chirurgo, un chirurgo molto pessimista, nel mio caso.
Forse non mi resta troppo tempo, ho una strana sensazione. Non posso
morire senza che nessuno sappia chi sono. Se morirò senza
essere riconosciuto, cosa ne sarà di me? Cosa ne
sarà di George O'Malley? Cosa penseranno i miei amici, la
mia famiglia, non avendo più notizie di me? Che sono
scomparso? Se la mia vita finirà oggi, voglio che finisca
con dignità. Voglio che tutti sappiano come sono morto. Non
voglio rimanere uno sconosciuto che ha fatto una buona azione. Voglio
essere George O'Malley che ha compiuto il gesto più
coraggioso della sua vita. Più paura della morte stessa, ho
paura di finire in totale anonimato e il pensiero che la mia famiglia
possa non sapere mai cosa mi è successo di preciso mi fa
troppo male, più del mio corpo martoriato.
Qualcuno
si avvicina a me, è l'occasione che sto aspettando. Qui si
gioca il tutto per tutto, devo assolutamente fare qualcosa per farmi
riconoscere. Il pensiero di muovere anche un solo muscolo è
un tormento, ma devo compiere questo gesto sovrumano. Per fortuna
riconosco Meredith e so esattamente cosa fare per farle capire chi
c'è su questo letto di ospedale. Mi ripete che non devo aver
paura, perché i medici sono bravi, ma io le prendo la mano.
Le prendo la mano e con le dita le disegno sul palmo 007,
dopodiché le stringo la mano. E' straziante vedere la sua
espressione terrificata quando la consapevolezza si fa strada in lei,
ma ora so che non sarò più l'eroe sconosciuto.
Sarò semplicemente io, George.
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