Rimasugli di pensieri

di alessandroago_94
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Fare poesia al giorno d'oggi

FARE POESIA AL GIORNO D’OGGI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fare poesia

al giorno d’oggi;

sciogliersi sotto ai soli estivi

del deserto decadente,

e lasciarsi cullare dai tiepidi inverni

di un’atmosfera in mutamento.

Sentirmi come quando si è sotto la doccia,

l’acqua che scorre,

lava, purifica

le imperfezioni

dei miei giorni peggiori.

E dei giorni peggiori ce ne sono tanti;

sono quelli in cui, perlopiù,

mi sento un misero pezzo di carne.

Perché il mio animo

è fuso nella carne stessa?

Al diavolo tutto questo,

al diavolo i patimenti di un corpo non voluto!

Se io non fossi un involucro,

se non fossi carne coperta da tessuti sintetici,

sarei anima e mi fonderei

con la materia oscura e le onde gravitazionali;

sfiderei il tempo

e la velocità della luce,

il solo pensare

sarebbe il senso di esistere.

Invece, Dio mio, guarda che miseria…

ossa, sangue, dolore;

malanni, raffreddori,

gola dai mille spilli conficcati nelle tonsille.

Odori vani

e nessuna metamorfosi;

sono qui, racchiuso

in quello che non ho mai richiesto.

Se la morte fosse libertà garantita,

l’abbraccerei subito.

La verità è che non ho neanche il dono

di essere crisalide;

siano beati i bruchi,

che son vermi striscianti

destinati a spiccare il volo.

E che volo;

si guardino le farfalle

nella loro infinita bellezza regale.

Nulla in confronto a peli e a corpi che invecchiano.

questa è una corsa senza speranza,

poiché si va solo avanti

e non si torna più indietro.

A trent’anni vorrò tornare ad averne

venti in meno,

andare ancora a scuola a imparare le tabelline,

giocare con l’abaco.

 

Leopardi piangerebbe assieme a me,

lo so;

noi siamo due condannati,

nella carne la condanna

che nasconde il nostro animo

e lo cela quasi fosse una farfalla magnifica.

È che la farfalla l’abbiamo dentro,

siamo solo scorze che non si squarceranno mai.

 

Nel mio stato,

mi sento alquanto miserabile;

fosse per me, starei tutto il dì a raccogliere

rose d’inverno,

e la notte canterei fino a perdere la voce,

per invocare lo spirito di una patria andata perduta.

Invece di notte devo dormire,

ho il vincolo della carne stanca,

eppure non prendo sonno

e tribolo come se non ci fosse un domani.

È l’insonnia donata dal malessere

diffuso dentro e fuori di me.

 

L’abbraccio di Morfeo

è caldo e spensierato;

a questo penso,

stanco, miserabile e ammaccato.

 

Fare poesia al giorno d’oggi

è il sonno di una notte mancata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

Poesia scritta solo con passione ^^ spero vi abbia intrattenuto piacevolmente, anche se come al solito tendo a concentrarmi su argomenti miei e piuttosto strambi xD





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