La Taverna di Arghalan era
famosa in tutti i regni. Gestita dalla famiglia dei Giganti
di Bringher da generazioni, era il punto di incontro per tutte le brigate e gilde, soprattutto in notti buie e tempestose come
quella.
Valayun sedeva scomposta, le
lunghe gambe appoggiate sul tavolo e le braccia incrociate
dietro la testa, l’aria annoiata.
«Ma Pyro non è ancora
arrivato?» lo sbuffo attirò l’attenzione del suo vicino.
«Lo sai che la puntualità non
è suo forte, dolcezza.» Il ladro Pike drizzò le orecchie
mentre ammiccava alla giovane arciera.
«Sì, ma qua non stiamo
giocando, abbiamo bisogno di trovare un impiego e al più
presto. I nostri fondi scarseggiano e anche la nostra gloria.»
mormorò Meklavar nervosa
mentre faceva i conti in mezzo a tanti fogli sparsi
intorno alla sua piccola figura, seduta direttamente sul tavolo.
«Ma abbiamo appena sconfitto
un mostro! Dovremmo essere ricchi!»
Block si sfregò la chierica
confuso.
«Avevamo dei debiti di Gilda
da saldare Block, ricordi?»
«Ehi, non siamo parte della
Gilda. Noi.» precisò Pike indicando sé stesso e Valayun.
«Beh, ora lo siete.» commentò
Meklavar lapidaria.
Stavano per azzuffarsi quando
un rumore di porte sbattute attirò l’attenzione di
tutto il locale.
Un’imponente figura
incappucciata, avvolta in una tunica viola e con in mano una lunga asta magica, mosse un passo nella sala ormai
silente, grondando acqua da tutti i pori.
«Villano! Che stai facendo!?» La
gigantessa Toranya, sorella della defunta Soranya,
si appropinquò verso l’avventore, già con lo straccio in mano e l’aria minacciosa.
«Chiedo venia oste, posso
chiedervi ospitalità?» una profonda voce placò l’ira della
gigantessa, mentre il misterioso avventore si toglieva il cappuccio.
Un “ooooh”
di meraviglia generale si sollevò alla vista di una cascata di serici capelli bianchi lunghi fino alla vita, decorati da sparute
treccine sui lati. Campanellini di vari colori adornavano la
chioma, che muovendosi tintinnarono allegramente.
L’avventore si passò una mano sul lato rasato della
testa, scuotendo il volto pallido e le orecchie appuntite che sfoggiavano diversi anelli. «Mi dispiace per il disguido,
permettetemi di rimediare...» picchiò il bastone in
terra, mormorando due parole e l’intero pantano si
volatilizzò.
Toranya guardò lo straniero
con occhi a cuore. «OHHHHH, UN MAGOOOO» esclamò eccitata,
scrollando il nuovo arrivato che tintinnò tutto. Lo
sventurato si lasciò sbatacchiare come un fuscello, ridacchiando
imbarazzato, prima di
ricomporsi con un’aria regale, avanzando verso la gigantessa.
«Ebbene, io sono...» ma non
fece in tempo a rivelare il proprio nome che inciampò
rovinosamente in una delle sue vesti capitombolando sul tavolo a fianco, precisamente fra le braccia di Valayun.
«... Rotol.» concluse come se
nulla fosse accaduto, il sorriso sornione sempre al suo
posto.
Valayun batté gli occhi,
totalmente ipnotizzata dall’affascinante avventore appena
piombatole in grembo.
«Ehi ehi,
“Rotolcometichiami”, ci leviamo??» un adirato Pike
prese con malagrazia il nuovo arrivato da sotto le
braccia, piazzandolo con sforzo sulla sedia
vicina.
«Allora, che porto al signor
mago?» tornò all’attacco l’oste gigantessa.
«U-un sidro grazie.» ordinò
mentre si ricomponeva.
«Certo che un mago eh, vi
capita giusto a fagiolo!» materializzata la bevanda in meno di un secondo,
Toranya la offrì al nuovo arrivato.
«Cioè?» Block era sospettoso,
ma interessato. Un mago in grado di scagliare
incantesimi di attacco era effettivamente ciò che mancava nella loro gilda.
«Avete detto che siete a corto
di denari no? C’è qualcosa in cui potreste cimentarvi!
Potreste addentrarvi nel labirinto di Shandra, che si narra essere il luogo in cui è nascosta la Pergamena dell’Oracolo
Cremisi!
Solo un potente mago nero può
scioglierne il sigillo, ed è prevista una ricompensa per chi
riuscirà a sconfiggere la bestia nascosta nel dungeon»
«E noi che ne sappiamo se
questo è potente?» subito il dito accusatore di Pike puntò
il mago che tranquillo beveva il suo sidro.
«Beh, signori, si dà il caso
che il Labirinto di Shandra sia esattamente la mia meta. E
cercavo compagni d’avventura... forti e coraggiosi.» l’ultima frase fu pronunciata guardando Valayun con ardore. «Un
arciere è esattamente ciò che serve per le molteplici trappole a distanza
del labirinto e poi...» con un movimento quasi svogliato della sua
asta fece partire un fulmine nero che andò a seccare un
ragno vampiro, grande
il palmo della mano di
Toranya, nascosto sotto una trave. Le ceneri della
creatura caddero vicino a loro nel silenzio generale. «... vi farebbe
comodo della magia nera no?»
Valayun avvampò per poi
sbattere le mani sul tavolo, lanciando in aria i fogli di
Meklavar e tutte le bevande prontamente salvate da Pike e Rotol.
«Allora è deciso! Domani si
parte!» esclamò con le fiamme della determinazione
negli occhi.
«Che bella mattinata di sole,
non trovi Valayun?»
Pike restò ad annusare l’aria
mattutina a vuoto dato che pochi passi indietro la
ragazza era rimasta bloccata dalla visione di Rotol, ancora più bello stagliato contro l’astro del mattino, mentre Meklavar e
Block
l’avevano già superato non
senza prima fargli il verso. «Non è vero Valayun?»
scimmiottò la nana ridendo. «Se ti prendo!!» e fece per rincorrerla, ma prima si girò verso la principessa e il suo cuore
si fermò
per un attimo. Rotol stava
porgendo la mano a Valayun per aiutarla a scendere degli
scalini, e l’immagine era così fiabesca che persino lui sospirò rassegnato, per poi incamminarsi.
Il gruppo era ormai a mezza
giornata di cammino e tutto stava procedendo per il
meglio, apparentemente. Avevano chiacchierato del più e del meno, cercando di capire che tipo fosse l’ultimo
arrivato, che
nonostante la sua figura alta
e slanciata inciampava in qualsiasi cosa, anche la più
improbabile.
«Ecco, questa è la Piana della
Galassia e dovrebbe essere proprio qui che il nostro labirintooooooohhhh» prima di poter terminare la frase il
mago scivolò su una pietra, ma si ritrovò salvato appena in tempo
dalla
sua compagna d’avventure nana.
«Ma quindi la tua abilità
magica è ruzzolare?» chiese lei sarcastica mentre lo
sollevava con facilità per rimetterlo in piedi. Rotol si aggiustò le maniche della lunga tunica, scuotendo con nonchalance la testa
con il
solito rumore di campanellini.
«Sebbene io sia un mago molto potente, sono vittima di
un’orribile maledizione, motivo per cui non vedo l’ora di arrivare al labirinto. Ma sono felice di aver
trovato una compagnia con donne forti e coraggiose come
voi, milady!»
La nana arrossì alla voce roca
del mago, ma aveva percepito alle sue spalle una
presenza minacciosa. Valayun la squadrava da lontano con occhi fiammeggianti, il pugno stretto e la vena pulsante sulla
fronte.
Pike sogghignò infingardo, ma
il suo divertimento durò poco.
«Ehi ragazzi... ma quelle
ombre che si stanno avvicinando... saranno amici vero?»
Meklavar lo guardò come se
avesse quattro nasi e dieci braccia.
«Ma sei scemo? Si stanno
dirigendo verso di noi a una velocità molto poco amichevole!»
«Attenzione, sono wendigo!»
Rotol cadde ma riuscì ad aggrapparsi all’asta magica.
«Block, lancia uno scudo di
protezione! Sono deboli alle magie, ma sferrano attacchi
da morte istantanea!»
Block non stette a sindacare
sul perché Rotol conoscesse così bene i wendigo, ma si
fidò ed effettivamente i quattro, con occhi rossi e bava alla bocca, si trovarono spalmati sul suo scudo protettivo. «Non
potrò
trattenerli a lungo, datevi da
fare!»
Valayun non se lo fece
ripetere due volte; con agilità si posizionò sul più vicino albero cominciando a scagliare frecce con attacchi
laterali, ma la sua posizione era scoperta rispetto
agli altri. Meklavar e Pike iniziarono a studiare una
strategia per colpire le creature appena lo scudo si fosse dissolto. Concordarono che l’azione migliore fosse accerchiarli di
lato. Rotol, aggrappato all’asta magica, mormorava una litania in
sottofondo; un’inquietante serie di lettere nere
confluivano dal terreno verso la sua figura
completamente avvolta da un’aura scura, scorrendo frenetiche
sulla sua pelle.
«Ehi Rotol, ti sembra il
momento di dormire? Questi stanno per caricare!»
«Ragazzi non resisto più,
cercate di attaccare il più possibile!»
Valayun era riuscita a
indebolire le creature con i suoi dardi, ma uno dei wendigo iniziò ad annusare l’aria per percepire la sua posizione e
con un balzo si staccò dal branco per attaccarla.
La situazione era disperata,
stavano per subire un attacco fatale, ma una voce profonda
irruppe nella battaglia, esattamente nel momento in cui lo scudo di Block cadde.
«ASHMOR LYCANTA FURIOSAE
FEROR» la formula del mago irruppe nella battaglia e
un’onda nera avvolse le creature feroci, strangolandole e distruggendole senza neanche dare il tempo a Pike e Meklavar di
attaccare. Con un ultimo colpo dell’asta magica, lanciò un fulmine
nero disintegrando il wendigo che aveva ormai raggiunto Valayun.
L’arciera scese dall’albero
mentre tutti erano ancora scioccati dalla potenza del mago.
«Direi che questa, Meklavar, è
la mia abilità magica» dichiarò Rotol con un sorriso,
rimanendo comunque immobile per evitare ruzzoloni.
Pike deglutì annuendo, mentre
Block e Meklavar si guardarono come se avessero vinto
alla lotteria.
Per loro Rotol era l’acquisto
in Gilda del secolo!
Affrettandosi, riuscirono ad
attraversare la piana, rimanendo comunque in allerta, e si
accamparono poco distanti dal labirinto, pronti per entrare la mattina dopo.
In circolo intorno al fuoco
per la notte, avevano deciso di mangiare la carne dei wendigo
uccisi da Rotol. «Gli sta bene a quei così. Li preferisco allo spiedo che addosso a me!» borbottò Block mentre preparava la
brace. «Ma tu non mangi? Quell’incantesimo ti sarà costato parecchio
mana!»
Rotol sorrise fra sé e sé
vedendo il resto dei suoi compagni al sicuro e ormai ben
disposto nei suoi confronti. «I maghi neri non usano il mana, lo sai meglio di me Block. Non ho fame, ma grazie.»
«Ci ho provato!» sorrise lo
stregone mentre affondava la faccia nell’ennesimo
spiedino.
Persino Pike sembrava ormai
convinto della presenza del mago nero tanto da
rimanersene stranamente zitto; neanche si scaldò quando
Valayun si avvicinò a Rotol,
che si era allontanato per una passeggiata a pochi passi
dal focolare.
La notte stellata, il profumo
delle campanule di bosco e la bellezza di Valayun erano
tutto ciò di cui il mago aveva bisogno per recuperare le energie. I due si guardarono in silenzio e
si sorrisero con complicità, prima di tornare dagli
altri.
Il tempo favoriva il gruppo,
il sole della mattina risplendeva senza nuvole o minacce
di pioggia e Pike, Meklavar e Block si alzarono di buona lena per mettere in atto un ultimo tiro mancino.
I ragazzi sghignazzarono
allegramente quando con nonchalance si fecero trovare
intenti a mangiare delle bacche per colazione, mentre Rotol si accingeva a svegliarsi nel suo giaciglio, per Pike fin
troppo vicino
a Valayun ancora addormentata.
«Buongiorno», esordì neanche lontanamente assonnato o scomposto,
mentre con una mano si ravviava la lunga chioma con uno
scrosciante suono di allegri campanellini e con l’altra
cominciava ad alzarsi. I tre sorrisero educatamente al
mago per poi scambiarsi uno sguardo complice, gli
occhi tre paia di fessure con uno scintillio birichino.
Rotol si aggrappò all’asta, sapendo di essere sempre
sull’orlo della caduta, ma il suo fidato oggetto magico lo
tradì, scivolando malamente su una pozza di qualcosa di oleoso
che apparentemente circondava tutto il suo giaciglio.
Cadde rovinosamente in terra,
in un concerto tintinnante accompagnato dal poco
promettente scricchiolio di ossa. «Ahia.» sopraggiunse dopo un attimo di silenzio.
Valayun lo trovò così,
scomposto a gambe all’aria, ma il sorriso sornione sempre presente.
«Ti ho svegliata? Mi
dispiace.» si scusò con gentilezza, nonostante la posizione inclemente.
L’arciera rise di gusto prima
di porgergli una mano per alzarsi. Un’esplosione di
luce li circondava, rendendo la scena estremamente idilliaca.
Pike sentì i gomiti di
entrambi i suoi compagni piantarglisi nelle costole.
«Mio caro micetto, mi sa che
il tuo scherzo ti si è ritorto contro.» sussurrò Meklavar
maligna.
«Guardali, non sembrano
proprio i protagonisti di una favola?» rincarò Block.
Pike esplose, urlando verso i
due incantati nel loro mondo. «ALLORA! CI SBRIGHIAMO A
ENTRARE IN QUESTO DANNATO LABIRINTO?»
«Il labirinto di Shandra si
snoda per un’area molto vasta. Ma non temete, non sono
impreparato.» Rotol tirò fuori un pendolo, che con una breve
litania incantò fino a farlo diventare luminoso. «Questo è
un cristallo di Shandra, fatto dello stesso materiale delle
pareti del labirinto, solida adamantite. Dovrebbe riuscire a condurci verso il centro, dritti dritti
alla pergamena.»
«Ma è un oggetto super raro!
Solo i maghi di altissima classe hanno questo tipo di
artefatti!» disse stupefatta Meklavar, mentre sia lei che Block sgranarono gli occhi di fronte al pendolo incantato.
«Sappiamo però che il
labirinto è pieno di trappole» l’osservazione seccata di
Pike riportò l’attenzione sulla missione ardua che stavano per affrontare.
Valayun si sistemò meglio
l’arco sulle spalle. «Per le trappole ci penserò io, mentre
Block può fare incantesimi di localizzazione, area per area.»
Rotol annuì concorde al piano
di Valayun, mentre Meklavar soppesava la sua ascia con
aria decisa. «Io penserò a eventuali nemici a distanza ravvicinata»
«Mi pare che il piano sia
chiaro. Entriamo» concluse Valayun. Il percorso fu
davvero fin troppo semplice grazie al pendolo di Rotol che indicava loro le svolte, ma il gruppo non si perse in
chiacchiere, né si
adagiò sugli allori.
Individuarono e disinnescarono ben cinque trappole prima di arrivare quasi incolumi alla meta; il più acciaccato era
Rotol, ma solo perché continuava a cadere un po’ ovunque.
«Finalmente potrò dire addio a
questa maledizione!» sussurrò Rotol e Valayun gli
strinse brevemente la mano. «Andiamo a prendere la Pergamena!»
«Sì! Conquistiamoci la
ricompensa!» rincarò Block.
Meklavar spinse la porta con
la sua forza nanica e si ritrovarono all’interno di una
grandissima sala tetra, piena di pericolosi spuntoni di cristallo adamantino.
«Mamma mia che allegria questo
posto...» si strinse nelle spalle Block.
«Eh sì, non penso che potremo
uscire da qui con molta facilità... questo labirinto urla
trappola da ogni centimetro!» sentenziò Pike mentre avanzavano.
Valayun con la coda
dell’occhio vide un movimento sinistro e subito puntò il
suo arco.
«Chi sei? Fatti avanti!»
Non arrivò una risposta ma un
getto di fuoco che rischiò di bruciare l’arciera anche
se, grazie al tempestivo intervento di Rotol, le fiamme si gelarono immediatamente.
«Cosa diavolo è stato?» urlò
Block preparandosi a schermare il party dalla minaccia
incombente.
«E’ un dragooooo!»
Meklavar inforcò l’ascia, mentre la creatura terrificante
si palesò ergendosi in tutta la sua maestosità. Blu dalle sfumature violacee, la bestia aveva un’apertura alare
mostruosamente ampia. «Ma dobbiamo proprio...?»
Pike si nascose urlando dietro una colonna.
«Valayun, ho bisogno di te!»
Rotol era fermo, intenzionato a non muoversi per paura
di cadere e commettere un passo falso, ma nel mirino nella gittata di fuoco del drago. L’arciera
si avvicinò senza neanche chiedere perché. «Valayun, rimani dietro di me e carica un colpo. Non lasciare che cada fino alla
fine ok?»
La ragazza annuì svelta.
«Pike, Meklavar, attaccate i lati come potete per distrarlo. Block, proteggici! Ripetiamo lo schema usato con i
wendigo!»
«Ricevuto!» nessuno obiettò
alle parole del mago che stava dimostrando di avere una certa
esperienza.
Cominciò a intonare una
litania in una lingua sconosciuta, mentre la ragazza
osservava attenta che niente potesse distrarlo, arco alla mano.
Pike urlò impaziente. «Manca moltooooooo? No perché qui noi ci stiamo lasciando la coda!»
Un colpo d’ascia andato a
vuoto di Meklavar confermò la difficoltà.
«RASJANA KASANDOR FURIAE
DEVEDROOOOOO» l’urlo dell’incantesimo sovrastò il
clangore delle armi e il respiro furioso del drago, che colto
dal funesto fascio nero cominciò ad agitarsi, ruggendo
di dolore. «Valayun, scocca la
tua invocazione migliore!» il mago faceva fatica a parlare,
tanto lo sforzo di tenere la creatura a bada.
Senza indugio la ragazza
scoccò una delle sue frecce, dalla cui scia scaturì una
mandria di meravigliosi unicorni guerrieri che attaccarono la nefasta creatura. Il dardo colpì dritto il cuore del drago
intrappolato da Rotol. Con un ultimo, disperato rantolo, il
drago leggendario svanì lentamente, lasciandosi dietro un
cumulo di polvere azzurrina.
Valayun raggiunse Rotol,
sostenendolo. «Ce l’abbiamo fatta!» esclamò ancora sotto
l’effetto dell’adrenalina e il mago la guardò con orgoglio. Dopo il suo cenno d’assenso, con un rapido gesto della mano Rotol
attirò a sé la Pergamena che splendeva di luce propria
sull’altare a essa designato al centro della sala.
L’artefatto sfiorò i volti increduli di Meklavar, Block e Pike, esausti ma felici di aver battuto quel mostro. Quella
vittoria li avrebbe fatti diventare la gilda più richiesta
del mondo. Valayun, senza dire nulla si scostò per pochi
secondi da Rotol, che, esausto, cadde rovinosamente in
terra.
«Perdonami, ma volevo
togliermi un ultimo capriccio prima che tu ti liberi di
questa tua ilare maledizione!»
Tutti scoppiarono in una
fragorosa risata.
La partita di
Monsters&Mana era finita.
«Scusate ragazzi, Shiro alla
fine è andato con Keith allo Space Mall per una commissione a
loro detta urgente, e quindi ho dovuto improvvisare con un banale mostro finale! Che disgraziati, disertare la
campagna così! Vado a dirgliene quattro!» in un
attimo Coran spense la console del gioco, per poi uscire
dalla stanza borbottando sui giovani di oggi.
«Fiuuu
però è stato... Esaltante!» commentò Lotor con una rara espressione spensierata che fece fremere Allura.
«Certo, che sfiga che hai
avuto Lotor, fare uno a destrezza mentre compilavi la
scheda personaggio! Però, ehi amico, wow questa partita rimarrà negli annali, voglio giocare ancora con te!» Hunk e il principe
si scambiarono un mutuo cenno
di assenso. «È stato molto divertente» concesse Lotor.
«Sì ma non vale Lotor, hai
fatto vincere Allura!» Lance sbottò irritato.
«Ho solo usato i miei umili
poteri» lo rimbeccò sornione.
«Le hai lasciato l’attacco
finale!» Il cubano non era convinto.
«A differenza tua lei non si è
nascosta dietro la colonna.» concluse Lotor indicando con
eleganza Allura seduta accanto a lui, che scoppiò a ridere con la vicina Pidge.
«Devo ancora capire come tu
avessi il pendolo di Shandra... è per giocatori esperti!»
esclamò allegramente la paladina verde mentre riponeva la sua collezione di dadi elettronici personalizzati. Ma il discorso
cadde lì, e Lotor sorrise tra sé e sé. «Ahhhh!
Ho famissima! Hunk mi prepari qualcosaaa?» continuò Pidge toccandosi
la pancia.
Il paladino giallo era già
sulla porta scimmiottando un gesto elegante per farsi
precedere.
«Direi che ci siamo tutti
meritati un club sandwich... di goo.» La paladina verde si
portò dietro Lance che ancora baccagliava risentito.
«La prossima volta non mi
incastrate più...» sentenziò il ragazzo prima di uscire
trascinato da lei e Hunk. Guardando i ragazzi, Lotor sorrise.
«Ti stai forse affezionando
forse Lotor?» la voce di Allura così dolce era un balsamo
per le sue orecchie. Lotor non rispose ma non negò, la
stessa espressione ancora sul viso mentre si lasciava
andare a una posizione più rilassata sul divano, le braccia mollemente appoggiate sullo schienale, una delle lunghe
dita che quasi sfiorava una ciocca dei capelli di Allura.
«Sicuramente sono divertenti. Soprattutto Lance.»
«Anche tu sei stato
incredibilmente... divertente. Non avrei mai creduto di poterti veder fare una cosa del genere... m-mi piace questo tuo
lato nascosto.»
Il principe le si avvicinò, il
viso a ormai pochi millimetri del suo orecchio, e la
principessa rabbrividì di piacere a quella vicinanza così intima e così... naturale.
«Devo confessarti una cosa
Allura...» le sussurrò lui con voce mefistofelica, lasciando
presagire qualcosa di terribile. La principessa tremò,
pronta a una rivelazione che forse l’avrebbe sconvolta, perché ovviamente non poteva godersi con calma un momento di relax, vero?
«La verità è che io sono uno dei giocatori più esperti di Monsters
& Mana. Ho anche aiutato l’inventore a elaborare delle espansioni
negli ultimi millenni. A essere onesti, negli ultimi trecento anni ho
solo fatto il master con Axca e le
altre, quindi tornare di nuovo sul campo, dopo tutto questo tempo, è stata una ventata d’aria fresca»
L’Imperatore della Galassia
era un nerd.
E l’espressione basita di
Allura era impagabile.
Note di RinoaHeart:
Ecco a voi in allegato la splendida immagine disegnata per me da Joudoodles che ha colto perfettamente Valayun e Rotol! Lei è
davvero fenomenale, guardatevi il suo profilo!https://twitter.com/joudoodles/status/1092923378149875712
Inoltre,
un grande GRAZIE EneriMess, senza di lei Tales Of Altea non sarebe mai venuta
alla luce!