Diary Of Rose
Capitolo I - Espresso per Hogwarts
Avevo ancora impresse nella mente le parole di papà: quelle che mi ripeteva ogni anno, e speravo non dicesse oggi, quando, alla stazione, vedevamo i Malfoy. Erano tre in famiglia. Draco, il padre: compagno di scuola di mamma e papà. Astoria, la moglie: era poco più giovane degli altri e aveva un atteggiamento introverso e aristocratico; come non capirla, era una Malfoy. Infine c’era lui, Scorpius la fotocopia di suo padre, fatta eccezione per i lineamenti, molto più delicati. Era lui che, ogni anno, cerco di battere agli esami. Sei anni di pari merito. Sei anni che mio padre, Ronald Weasley, mi ripete, al binario nove e tre quarti, come oggi: - Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rosie. Per fortuna ha il cervello di tua madre.- solo che negli ultimi anni il torno era leggermente meno sicuro, più speranzoso e aggiungeva e aggiunge ora:
- Non importa se gli anni passati non lo hai battuto … Sei riuscita a raggiungerlo, sempre, e tanto bastava. - il passato, usato da papà, non mi piace per principio, ma ora mi risulta anche più sgradevole. – Weasley! – dice la mamma con la voce due ottave più alta del normale, lo chiama per cognome raramente: a volte lo chiama “Ronald” quando è arrabbiata, ma nulla più. Ora che ci penso lo chiama così solo il primo di settembre di ogni anno, dal mio secondo anno ad Hogwarts. A mamma i pregiudizi sui Malfoy sono passati, penso. E’ strano visto che, nemmeno a lei, Malfoy Senior dava tregua, mia madre è sempre stata più intelligente e razionale di mio padre. Più orgogliosa e più fiera e, molto, più intelligente: per questo quando litigano lei la spunta sempre. Io sbuffo, come ogni anno, e saluto i miei, contenta di lasciare per qualche tempo quello psicotico di mio padre: sì, è dolce e gentile, ma non so come faccia mamma a sopportarlo per tutto il tempo; io non ci riuscirei, anche se gli voglio bene. Il mio carattere è molto simile a quello di mia madre, anche tutte le abilità che possiedo e pure i tratti somatici sono i suoi, penserei di essere la figlia del postino se non avessi le lentiggini sul naso e le guance e dei riflessi rossastri sui capelli, che tendo a negare di avere. Ho una paura matta di volare che siano scope o aerei, io in aria non ci voglio stare: soffro di vertigini. Per papà è stato uno shock, per mamma un sollievo, anche a lei non piacciono le cose pericolanti. Compenso bene la mancanza dell’attività, “liberatoria e rilassante” per eccellenza, pattinando molto babbanamente tra le vie della città, con i roller: è stato fantastico, la prima volta, vedere papà e Hugo cadere ogni due metri. La voce del rosso senior mi fa tornare alla realtà: - … Ora non basta più signorina … - sbuffo numero due - … ti prego, almeno ai M.A.G.O, battilo. Ne va dell’onore dei Weasley.- mamma lo incenerisce con una sola occhiata e io pronta rispondo – Papy, quale parte dei Weasley che c’è in me ha bisogno di ciò: le lentiggini? Assomiglio talmente tanto a mamma che a scuola anche la McGranitt fatica a chiamarmi Weasley e non Granger; inoltre, ti ricordo che oltre il massimo dei voti con lode non posso fare assolutamente nulla di più: altrimenti, come ben sai, lo farei.- e ho ragione, ma, ovviamente, ho esagerato i toni, sarò Serpeverde per qualcosa, e che diamine! - Non trattarmi così signorina … Sono pur sempre tuo padre.- il suo viso lentigginoso sta assumendo una tinta molto simile a quella dei suoi capelli e le orecchie, se possibile, sono anche più rosse, come sempre, quando si arrabbia succede questo. Io, a differenza della buona parte della famiglia Weasley -che i geni venissero da padre o madre non importava davvero molto rosso Weasley uno dei due genitori rosso il figlio-, come anche Albus Potter, non ero rossa, tranne ovviamente il riflesso che assumono sotto il sole. Io avevo i capelli simili a quelli della migliore del loro corso, quella che salvava lo zio e papà da molti casini e quella che pensò per prima ad un “Dumbledore’s Army” . Interviene mamma dicendo: - Ronald tua figlia non ha tutti i torti … - è scocciata si sente dal tono che usa. Io salgo sulla locomotiva: sono le dieci e cinquantotto.
Hermione Granger, mia madre, mi si avvicina e io mi volto verso di lei e sussurro: - Scrivimi mamma, scrivimi almeno tu. - dico lanciando un occhiata disperata a papà che ha ancora il fumo che gli esce dalle orecchie. Povero papà gli sono capitate proprio tutte. Io che soffrivo di vertigini. Io che amavo vedere il Quidditch e conoscevo tutto di quel gioco, ma mi rifiutavo di stare su un ramo e qualche pagliuzza. Io che avevo la stessa petulanza di mamma.
Io che avevo la bacchetta quasi identica a quella di sua moglie. Io che arrivavo sempre a pari merito con Malfoy, entrambi con il massimo dei voti in tutte le materie e la lode. Sopratutto io, che ero finita a Serpeverde, una grossa delusione per lui. Quando il cappello parlante mi aveva smistata, infatti, aveva pensato che mettermi a Serpeverde sarebbe stato divertente; io all’inizio mi ero opposta e lui aveva detto che avevo una testa da Corvonero e un coraggio da Grifondoro, che avevo orgoglio e furbizia e una buona dose di gentilezza cose che, io non ritrovavo, in nessuna descrizione di Serpeverde; lui mi sussurrò che sarei stata l’eccezione, sarei stata speciale e io gli risposi che non mi interessava farmi notare. Poi, il cappello, mi disse che avevo gli stessi pregiudizi di Ronald Billius Weasley, ossia mio padre, e che magari mi avrebbe potuto davvero smistare al Grifondoro, so che lo disse solo per convincermi ma non mi dispiacque pensare “allora va bene: sarò Serpeverde.” E quando dallo strappo del cappello uscì la mia casata, tutta la scuola rimase attonita, atterrita e in un primo momento ogni brusio, ogni chiacchiericcio allegro si era spento per poi scoppiare in un più fragoroso ciarlare concitato. Nessuno si era preso la briga di parlare a bassa voce, ma io me n’ero fregata: mi ero diretta tutta impettita nella mia divisa verso il mio tavolo, pensando che, alla fine, avrei avuto più possibilità di tenere d’occhio il mio rivale.
***
Tutti i miei bagagli sono già sul treno: mio cugino Al è sempre stato molto gentile con me e sua sorella Lily. Io ero finita a Serpeverde e come me c’era finito anche lui, mentre la mia cara cugina era finita tra i Corvonero e James a Grifondoro naturalmente. Hugo è tra i Tassorosso, c’era da aspettarselo, quella buon anima di mio fratello ha il coraggio talmente in basso che, probabilmente, il cappello non lo aveva notato. Però io lo sapevo, che era coraggioso, il mio fratellino. Lui è identico a papà sotto quasi ogni punto di vista, solo che è meno insopportabile, più ingenuo. Mi avvio alla ricerca di uno scompartimento libero, ma niente. Sono tutti occupati: di solito Albus, Lily, James, Hugo ed io trascorriamo tutto il viaggio assieme, fin tanto che io e James non dobbiamo pattugliare i corridoi del treno. Quest’anno, però, mio cugino ha finito la scuola ed io sono caposcuola. Siamo in due per ogni casata, non oso immaginare chi sarà lo scansafatiche che siederà vicino a me durante tutte le riunioni e che pattuglierà come ma i corridoi la sera. Vado nella cabina del macchinista dove trovo, con orrore, il mio secondo. Vi basti immaginare due occhi verdi-grigi che lampeggiarono su i miei color marrone con leggere venature più chiare, quasi verdognole. Saluto
tutti; per i Tassorosso i prefetti sono: mio fratello Hugo e la figlia di uno dei Canon, che ho sempre faticato a distinguere, per la quale mio fratello ha una cotta mostruosa dal primo anno. I caposcuola sono Oliver Thompson e Rowena McGeowen, ligi e simpatici, menomale. Ah già, mi sono scordata di spiegarvi una cosa che, probabilmente, non sapete: ossia che da qualche anno a questa parte i caposcuola sono due al posto di uno da quando, qualche anno fa Arianne Cooper e Dorothea Bell, ebbero un esaurimento e con loro anche gli altri due caposcuola di cui mi sfuggono i nomi. Per Corvonero quest’anno ci sono Kirsten Coleman e Andry Cook come prefetti, mentre come caposcuola Andie e Vincent Canon, sono gemelli, figli dell’altro fratello, di quello più grande, Colin se non sbaglio. A sostituire mio cugino e Daphne per i Grifoni invece ci sono Audry Thomas e Richard Lee due cognomi conosciuti; i prefetti Vivienne e Allen Wood: fratelli.
Indosso la divisa da casa, quindi mi metto subito in moto. Controllo che tutto sia dove deve stare fino a l’ora di pranzo. Sovra pensiero apro il primo scompartimento in cui non c’è troppa gente. Anzi in realtà c’è soltanto un mio compagno di casa talmente rannicchiato che non riesco a distinguerlo. Sta dormendo, lo sento perché il respiro e più lento e tranquillo. Passa il carrello e, pensando che anche il ragazzo, almeno di questo sono quasi certa, avrà fame, una volta sveglio, prendo più cose del solito. La signora mi saluta e se ne va, mentre io comincio a mangiare una Cioccorana: ho vinto mio padre, ma si può sapere che ci fa in quella maledetta collezione di streghe e maghi famosi? E in quantità così industriali inoltre, ne ho sei di lui. Sbuffo seccata. Il ragazzo si sveglia e un moto d’orrore mi sale, quando vedo il mantello scivolare giù dai capelli biondi e corti. Faccio finta di nulla e mi sotterro dietro un libro aprendo l’ennesima cioccorana che mi rivela mi madre, non l’avevo mai trovata. Sto ancora leggendo, ma sono già a metà libro, quando il ragazzo pare accorgersi che lì dentro ci sono anche io. Sento i suoi occhi perforare il libro per capire chi ci sia dietro, non è difficile, visto che sono l’unica, assieme a lui, tra i Serpeverde che trova interessante leggere un libro. Mi rivolge, comunque, la parola dicendo:- Chi sei? - Miseriaccia. Oh beh, qualcosa dovevo prenderlo da papà, no? Faccio finta di non sentire, sperando che si arrenda, ma la sua cocciutaggine la conosco, anche troppo bene. Lui è Scorpius Hyperion Malfoy.
Gli lancio una cioccorana da dietro il libro sperando di sviarlo, lui l’acchiappa facilmente: non è mica cercatore delle Serpi per nulla. La apre e, a quanto pare, ha davvero capito chi sono e quella di prima era una domanda retorica, ci avrei scommesso la testa: e io, alla mia testa, ci tengo. Dice: - Weasley ho trovato tua zia ne ho ventisette di sue e non mi sta certo molto simpatica, sebbene sia una giocatrice eccezionale, hai qualcuno con cui scambiarla?.- Io non ho mai trovato la mia cara zietta sulle cioccorana, solo quel barbaro di mio padre. Così gli lancio la figurina di quest’ultimo, mentre lui mi lancia quella di zia Ginny, rimane sorpreso visto che ho afferrato la figurina senza spostare minimamente gli occhi dal rigo in che stavo leggendo … Ho detto che non mi piace volare non che sono una schiappa negli sport. Poi lui guarda la figurina e rialza lo sguardo:- Qui c’è Weasleiuccio, non lo vuoi?.- parlo con la voce resa roca dal prolungato silenzio, innaturale per me:- Ne ho parecchie sue, inoltre gira per casa mia e, a quanto pare, è mio padre … - dico scocciata, lui ride. No, sono sicura che sta ghignando, sposto appena il libro e lo guardo perplessa e, per Merlino, sta proprio ridendo e di gusto anche. Succede qualcosa di stano: sorrido anche io, di rimando e gli lancio un’ altra cioccorana invitandolo a constatare se la fortuna lo avesse ripreso sotto la sua ala. Ha vinto Severus Piton. Gli dico – Te l’avevo detto … - lui ridacchia e dice – Miss So-tutto-io non poteva mica essere da meno questa volta, no?- io faccio la finta offesa, ma poi rido aprendo una scatola di
gelatine tutti i gusti +1. Ditemi che non è vero. Io non sto socializzando con il io peggior nemico, vero?
Io, Rose Weasley, non sto allegramente parlando con Scorpius Hyperion Malfoy, giusto? Invece sì. In realtà non mi dispiace. - … Malfoy … - inizio, lui si riprende dalla risata e dice – Sì, Weasley? – e io sorridendo chiedo:- Com’è che non siamo mai andati d’accordo prima? - lui mi fissa, ci pensa e dice: - Siamo sempre
stati troppo occupati a competere fra di noi, penso. - a quel punto ci penso anche io e le mie orecchi diventato subito rosse di vergogna, anche questa è opera di papà: - Sì mio padre è incontentabile, voleva che ti battessi, in tutto: per lui è stato uno shock scoprire che non mi piaceva volare … voleva che ti battessi anche sul manico di scopa. - dico piano, quasi sussurrando accorgendomi di quanto era ridicola quella pretesa. Scorpius pare rifletterci:- Non sai volare?- mi chiede perplesso, io per poco non ruzzolo giù dal sedile:- No, no! che hai capito? Non mi piace, non vuol dire che non lo so fare … è solo che … soltanto c-h-e … e … - mi blocco, ma scusatemi qualcuno mi spiega come sono finita a confessarmi al mio peggior nemico? Poi se gli dico che soffro di vertigini poi mi appende alla torre di Astronomia e io non voglio finire sulla torre. Parlo, finisco la frase, senza pensare a queste conseguenze, come se parlare a Malfoy fosse
come parlare con Albus, solo che ho la quasi la certezza che lui mi prenderà in giro: Aspettate un attimo! Anche Albus mi prende in giro. Dico solo, in un soffio:- E’ solo che soffro di vertigini … - alzo appena lo sguardo e lo vedo lì, bello come il sole, incredulo. Un attimo solo! Ho detto bello come il sole? No, mi devo essere sbagliata di certo volevo dire che è bello come la Notte e la Luna. No, no: ho sbagliato di nuovo lui non è, argh, bello. Sì, lo è eccome, invece. Lui non si accorge del mio conflitto interiore e continua a guardarmi, nemmeno avesse visto un fantasma. Arrossisco di botto e mi immergo nuovamente nelle parole del mio libro, consunto e riletto allo sfinimento che potrei recitare a memoria, per scappare da quella situazione, lui sta ancora boccheggiando. Com’è che così, all’improvviso, qui dentro fa così caldo?
Sposto lo sguardo al finestrino e noto che fuori sta piovendo a dirotto, allora sorrido: Io amo la pioggia. Mi rilasso sul sedile e poggio un gomito sul bracciolo del sedile. Sento il suo sguardo perforarmi, studiarmi, sotto i raggi x, poi mi chiede:- Non sei triste?- io sono stupita mi volto e gli chiedo:- perché dovrei?- lui strabuzza gli occhi e dice:- Non posso credere che ti piaccia la pioggia, sarebbe davvero assurdo. - io spalanco gli occhi e lo guardo stralunata:- e cosa ci sarebbe di così assurdo nell’amare visceralmente la pioggia e l’odore che lascia? - Malfoy sbarrò gli occhi e proseguì: - L’odore di pini e terriccio che si fonde all’aria fresca. Ecco perché pensavo fosse impossibile. Ci siamo sempre odiati, pensando di essere diversi, invece guarda: ci piacciono le stesse caramelle, amiamo la pioggia e l’odore che lascia, siamo entrambi Serpeverde, entrambi con un ottima presa, eccellenti studenti e, se non ho notato male, a entrambi non piacciono i carciofi sott’olio o aceto nelle pizze o nel cibo, ma solo a parte.- la mia mascella sta per toccare il
pavimento, la mia espressione è esterrefatta. Effettivamente abbiamo molte cose in comune. Io non ho detto “effettivamente abbiamo molte cose in comune”, giusto? Sì, l’ho detto. Oh Merlino! Papà mi ucciderà. Faccio un cenno di assenso e sento il treno fischiare: siamo a Hogsmade.
Ditemi cosa ne pensate dell'inizio di questa FF su Scorpius/Rose, che avrà molto a che fare con la mia rpecendente FF su Draco/Hermione
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