La
mattina si risvegliò come nulla fosse, nel grigiore
mattutino di quella domenica un pò spaesata, come spaesato
era il suo cervello. Così non badando al disordine che aveva
sopra il letto e nella sua stanza, si puntellò sui piedi e
Clarissa si mise in piedi. Si stiracchiò come un gatto e
sbadigliò con forza, cacciando così il primo velo
di sonno dai suoi occhi. Scendere e preparare il caffè
sarebbe stata la seconda cosa utile per lei e l'intera giornata. Scese
le scale controllando i passi, quasi come a contare i gradini che
lasciava dietro di sè. Vide alcune lame di luce proiettarsi
sul pavimento. Calcolò quindi che l'orario era fra le 7
mezze o le otto e quando controllò l'orario all'orologio
della cucina, sorrise. Erano le 8.
Il gatto Tama-chan si
presentò alla padrona, facendo le fusa e arricciando la coda
alla caviglia nuda di Clarissa. "Buongiorno piccola peste."
Salutò la ragazza all'animale domestico. Così
versò del latte fresco nella sua ciotola, sperando di non
ritrovarsela in mezzo ai piedi mentre trafficava con il
caffè.
L'odore del
caffè le riempì le narici e si sentì
non solo meglio, ma anche più sveglia. Il che le
portò a riflettere su alcuni pensieri avuti la notte. No,
non erano pensieri, era un sogno. Pian piano tutte le immagini, prima
sbiadite, si misero a fuoco.
"Grazie per avermi
offerto il caffè" Disse lei. Lui si mise la mano al petto.
Era davvero un bel ragazzo con la fronte ampia, i capelli ricciolini, i
bellissimi occhi verdi. Alto e magro, ma dall'aria tanto forte e le
mani vigorose.
Lui disse qualcosa ma
Clarissa ricordava bene che non aveva capito. Poi dopo le si era
avvicinato e gli aveva dato un braccialetto, con un sacco di ciondoli
rossi, tra le cui forme Clarissa aveva riconosciuto dei cuoricini.
Clarissa si sedette ad
un piccolo tavolo, portando la tazza del caffè alle labbra e
si guardò il polso.
"Oh mio Dio."
Il braccialetto era
lì, i ciondoli rossi con i cuori di varie dimensioni, che
tintinnavano con un suono allegro. La bocca di Clarissa si
aprì, senza che emettesse alcun suono. Tama-chan
si avvicinò, miagolando.
Quella era la domenica
più strana che le fosse mai capitata.
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