Dato
che sono senza ispirazione, farò la storia dalla prospettiva
di lui. In fondo non è solo lei che deve fare tutto il
lavoro c:
Clarissa e Tom comunque
sono due creature in cui credo moltissimo. Nonostante la piega che ho
dato alla storia, ci tengo che abbiano spessore e un carattere forte e
sostanziale. Non mi sento sicura nell'aggiungere qualche side character
di supporto perchè è complicato seguirne
già due, figuriamoci degli altri, come al solito, li terrei
solo da parte.
Spero che questo cambio
di prospettiva sia piacevole e soprattutto mi porti alla conclusione
della storia. E mi auguro che vi piaccia c:
Guardava i petali di
ciliegio con aria distratta, buffa, completamente assorta. Non credevo
che si perdesse così facilmente in quella pioggia, mi fu
difficile trovarla. Ma alla fine mi immedesimai nei suoi panni, e
sapendo farlo benissimo, la ritrovai seduta sotto l'albero
più grande, là dove si sentiva maestosa, anche
era a gambe incrociate come una Dea indiana a godere di quei petali
fini e delicati.
"Sono stupendi!"
"A molti accecano la
vista."
"Per via di tutto
questo rosa? Io credo che dovrebbero annullare anche tutti gli altri i
sensi, allora. Nessun essere umano dovrebbe privarsi di questo
spettacolo."
Mi sedetti accanto a
lei, e mi accorsi che eravamo come circondati. Gli alberi erano vistosi
e imponenti e la pioggia di petali non cessava. La brezza primaverile
ci accarezzava e così chiedetti a Clarissa se voleva ballare.
"E dove?"
"In quello spiazzo
laggiù."
Ma non ottenni risposta
finchè lei non mi confessò che non sapeva ballare
granchè.
"Dovrai solo seguirmi."
"E se ti pesto i
piedi?"
"Allora te li
pesterò pure io."
Lei fece una faccia
indignata, ma rise subito dopo "E va bene, mi hai convinto... Andiamo!"
E mi diede la mano.
Mentre ci dondolavamo e
azzardavamo a qualche piroetta, mi ritornò in mente un
periodo che avevo cancellato... Cina. Un palazzo rosso, un vestito con
spalline trasparenti. Oro e rosso che si univano e drappeggiavano delle
tende in un gazebo, musica di una lira e di un flauto unite insieme.
Lei, che doveva unirsi ad un altro uomo. Io, semplice soldato reale. E
alla fine del ballo, lei mi aveva donato un pegno, la pesca d'oro, una
piccola pesca con inciso il suo nome. La doveva donare al suo promesso
sposo e invece...
"Se dovessi sposarmi,
vorrei farlo qui e subito. Con te, non con altri."
"Io direi, mia regina,
che avete semplicemente buon gusto."
E un altro peso dal
petto mi fu tolto, e un altro cuore al suo braccialetto aggiunto.
"Se dovessi sposarmi,
mi piacerebbe celebrare la cerimonia qui."
"I tuoi gusti semplici
sono di grande effetto."
Lei mi rispose con un
gran sorriso.
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