Stamattina fa
freddo. Molto freddo. Saluto il custode. Questa
settimana è il suo turno. Li conosco tutti e tre. Da otto
anni, tutti i giorni,
si alternano qui sull’uscio per aprire i battenti di questo
luogo di pace.
Cammino veloce e
ti raggiungo. Quando ti vedo, nonostante i
tuoi occhi non abbiano più nessuna emozione, mi commuovo
ancora.
Sei
così bella. Lo sei sempre stata e per me lo sarai sempre.
Nel mio ricordo, quando avevamo vent’anni, sei un angelo e il
tuo sorriso
illuminava le mie giornate come adesso fa il mio pensare a te.
I ragazzi stanno
bene. Abbiamo dei nipoti stupendi. Marta si
è fatta una bellissima ragazza, un po’ ti
assomiglia. Ha i tuoi stessi occhi e
il tuo brutto carattere. Diventerà una gran donna e studia
con passione
all’università. Ma non ho capito cosa studia, ora
hanno nomi così difficili. Sua
madre dice che è un’ottima opportunità,
così io sorrido e annuisco. Giulio
ormai ha la patente, sai? Ma è uno scavezzacollo, in
macchina corre fortissimo.
Se non sta attento prima o poi…
La Nilde, quella
del quarto piano, ieri mi ha portato una
teglia di lasagne. Non sono riuscito a rifiutarle, tesoro, mi dispiace,
perché
lei è da poco vedova e le manca cucinare per qualcuno, ma ti
assicuro che non
erano buone quanto le tue.
Sospiro. Non so
cosa darei per poterti toccare. Le tue
guance, i tuoi capelli. Ti ricordi quando eri in ospedale e ti
pettinavo?
Brontolavo, quando lo facevo, ma darei la mia vita per rifarlo ancora,
sai?
Mi ricordo
ancora quando trovasti i primi capelli bianchi
nella tua meravigliosa chioma corvina. Risi, me lo ricordo. E tu ti
arrabbiasti. Vorrei poter litigare ancora con te, amore mio.
Sono otto anni
che vengo qui tutte le mattine. E ti racconto
di me. Chissà tu come stai. Chissà
com’è, lì da te. Spero che tu stia bene
e
possa passare le tue giornate facendo torte di mele e lavori
all’uncinetto, mi
ricordo come eri felice quando lo facevi.
Passo il mio
tempo aspettando di vederti. Il pensiero che
possa non succedere mai mi tiene aggrappato a questa realtà,
ma spesso, prima
di coricarmi sogno il nostro incontro. Come la prima volta che ti ho
visto o
come quando ci siamo ritrovati dopo essere stati lontani.
È
strano, perché io non ti sento lontana. Ti sento con me,
sempre. E passo tutte le mattine a salutarti, perché era il
tuo viso che vedevo
per primo tutte le mattine. Ora sono pronto per affrontare questa
giornata.
Grazie amore mio.
Mi alzo e vengo
vicino alla tua foto. Appoggio la rosa che ti
ho portato accanto alla pianta con i fiori arancioni. Ho scelto una
rosa rosa
perché sono le tue preferite e oggi avevo voglia di farti un
regalo.
“Buona
giornata, amore mio.”
La strada per
l’uscita dal cimitero mi sembra sempre troppa
lunga. Passerà anche questo giorno. Riuscirò ad
arrivare a sera perché la prima
parola che dico ad alta voce, ogni mattina, la dico a te.
Come faccio da
quando ti ho conosciuto.
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***Come scritto in descrizione, non ho pensato tanto prima di
pubblicare. Spero che possa piacervi lo stesso, con tutte le
mie
distrazioni e il pensiero al signor Vittorio, che incontro tutte le
mattine mentre va al cimitero.
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