Ho sempre amato la musica e il canto.Canto fin da quando ero piccolo,
ho iniziato per gioco e ora è diventata una delle mie
più grandi passioni insieme alla scrittura creativa. Per un
aspirante cantante non è mai facile esibirsi, cantare
significa affrontare le proprie paure, essere sottoposto ai giudizi di
chi ti ascolta che non sempre sono positivi, esporsi davanti ad altri
cantanti che mentre canti ti guardano pensando:" Guardate questo
sedicente eroe della canzone italiana, ma che sfigato è? Non
si può ascoltare". Cantare non significa solo essere
intonati significa vivere il palco in ogni sua forma, in ogni sua
variante, significa lasciarsi prendere dall'adrenalina, dall'entusiasmo
e da tutti i sentimenti che una canzone riesce a darti, cantare
significa sopratutto questo e per me anche di più.
Ogni esibizione è diversa, ogni volta è un
enigma, non tanto sapere se canterai bene, se stonerai o se la gente ti
potrebbe tirare i pomodori appena comprati alla Conad ma significa
anche sapere in quali condizioni una persona potresti cantare. La prima
volta che cantai alla festa di fine anno della mia scuola il giorno
prima della festa mi recai al teatro per le prove generali, arrivi
trafelato perchè come al solito ero in un ritardo fottuto ma
si sa le stare si devono fare aspettare... Scherzi a parte purtroppo fu
colpa dell'autobus che proprio quel giorno decise di rompersi, che
fortuna direte voi! Arrivo in teatro correndo come nemmeno Bolt alle
olimpiadi, indosso una maglietta con una frase improbabile e anche un
pò maschilista:" Alle ragazze belle preferisco le porcelle".
Era una maglietta ironica più che altro anche
perchè sono tutto tranne che maschilista, la maglietta
suscitò le ire delle ragazze presenti ma l'ovazione da parte
dei miei amici come era prevedibile. Arrivo in teatro e faccio un sound
check veloce, controllo il microfono e faccio la mia prova con estrema
facilità, davanti a me non c'è ancora il pubblico
ma è stato lo stesso emozionante, mi sono immaginato come
potessero fare i miei idoli musicali mentre provavano dentro al
palazzetto dello sport o al teatro completamente vuoti, mi sentivo
gasato come non mai lo ero stato prima, per me era una esperienza
totalmente nuova cantare in teatro e prendevo lezioni di canto solo da
pochi mesi, le luci del teatro su di me, la gente che mi guardava
entusiasta e il mio amico Edoardo che mi accompagnava con una chitarra
acustica, una emozione incredibile ed era solo una prova,
perchè sono una persona che si impegna anche durante le
prove perchè cantare lo si fa sempre bene anche se si tratta
di prove e anche se li davanti non c'è il pubblico. Dopo
l'esibizione un tecnico mi fece vedere il camerino dove i ragazzi si
dovevano cambiare, io non ne avevo bisogno perchè dovevo
solo cantare ma c'erano ragazzi che si esibivano in prove di ballo o
recitative e quindi ne avrebbero avuto bisogno del camerino. Notai una
finestra del camerino che comunicava con il backstage e disse al
tecnico in modo deciso:" Senta la ci vorrebbe una tenda, non
è bello stare con il culo all'aria mentre uno si cambia". Il
tecnico mi guarda malissimo, come se gli avessi insultato la madre e mi
dice in modo cagnesco:" Vedremo di provedere alla tua richiesta". E se
ne andò imprecando qualcosa sottovoce e mi domandai se gli
avessi fatto qualcosa di male perchè il suo sguardo diceva
tutto. Il giorno dopo, poche ore prima dello spettacolo entro dentro al
camerino e trovai una tenda montata dentro, tipo quelle degli indiani
Navajo e andai dal tecnico incredulo dicendoli:" Una tenda alla
finestra intendevo non una cosa così, mica dobbiamo giocare
agli indiani e ai cowboy". Il tecnico sbuffa rabbiosamente e mi dice:"
Senta Lambertini non mi rompa mica i coglioni che ieri pomeriggio sono
diventato scemo a montarla". Ho pensato che la prossima volta che
dovrò spiegare qualcosa farò un disegnino con
paint perchè altrimenti non mi capiscono, ma fidatevi
c'è anche di peggio.
Un giorno mi recai a cantare alla bellissima sagra della porchetta di
un paesino della provincia di Bologna, una sagra che sconsiglio
vivamente ai vegani visto che gli avventori si avventavano sul cibo
come se fossero dei tirannosauri che non mangiavano da qualche era
geologica, penso di non aver mai visto così tanta carne di
maiale mangiata da una folla incredibile di persone, il più
basso di colesterolo l'aveva molto probabilmente a 200 Mi recai li nel
tardo pomeriggio e mi ricordo che dovevo fare una canzone di Giorgia
"Quando una stella muore". ma arrivato li scopro che la prova non la
potevo fare, perchè direte voi? Semplice non avevano montato
niente di niente, un cavo, un microfono, le luci, un leggio, non c'era
niente di niente e allora disse all'organizzatore in modo divertito per
sdrammatizzare quella situazione davvero imbarazzante:" Mi
scusi forse ho sbagliato serata, stasera c'è lo spettacolo
dei mimi vero?". L'organizzatore si girò verso di me con lo
stesso sguardo che potrebbe avere un pitbull incazzato che appena preso
una sequenza infinita di calci in culo al grido:" Cattivo cane". Non
mi disse niente, ho pensato che avrei fatto la fine del
maiale sulla griglia e messo dentro ad una crescentina e per questo
decisi di non dire nient'altro. L'esibizione andò bene ma la
gente di fatto era venuta li per mangiarsi l'impossibile, se fosse
passato qualunque animale quella sera in quel paesino si sarebbe
sicuramente estinto e allora sul palco per rompere il ghiaccio dissi
guardando tutto il pubblico:" Allora chi è che venuto qui
solo per magnà che così facciamo prima?".
Silenzio imbarazzante, ci mancava solo il mucchietto di fieno che
passava e sentivo solo i grilli in sottofondo come accade anche nei
cartoni animati e ho pensato dentro di me:" Ok canta e basta... Tanto
questi te li sei già giocati, puoi anche cantare da schifo,
che te frega tanto?". Alla fine cantai bene e un tizio sui 60 anni
appena sceso dal palco mi porse un pazzo di maiale arrosto e mi disse:"
Mi firmi la porchetta per favore?". Sorrido imbarazzato e penso:" E mo
che cazzo faccio? Gli firmo la porchetta o faccio finta di niente".
Decisi di non firmare la porchetta e ci rimase anche molto male ma non
era cosa per me, che serata quella e nonostante tutto credo di non
essermi mai divertito tanto anche se il pubblico aveva la stessa
simpatia che può avere un jihadista al sagra del
lanciarazzi. Una altra volta cantai invece verso la zona di Modena, era
uno spettacolo per bambini e non potevo fare canzoni in cui ci fossero
parolacce, riferimenti al sesso, alla droga, alla guerra, alla
politica, alla discriminazione e via dicendo. Insomma nel repertorio mi
rimaneva solo "Il caffè della Peppina". e "La zia che sta a
Forlì". Nel pomeriggio durante le prove mi chiamò
il Don, si era una festa parrocchiale purtroppo. Il Don è un
uomo che si aggira minaccioso per l'oratorio di solito, la sua parola
è legge sempre a prescindere, gli educatori lo temono come
se fosse una sorta di Vlad l'impalatore che puniva chiunque al primo
sgarro, potete essere anche Donald Trump ma se sei all'oratorio non
c'è nessuno che può contestate il potere assoluto
del Don. Vado nell'ufficio del Don e mi metto a sedere e lui mi fa:"
Ricordati che stasera ci saranno i bambini, le suorine, i nonni, i
genitori e quelli della Pro Loco quindi canta cose che non abbiano
parolacce nel testo, va bene?". Ho sempre odiato la censura anche
perchè i bambini dicevano parolacce come se non ci fosse un
domani e così alla fine mi venne una bella idea ... Un bel
medley di Cristina D'Avena e tutte le sigle dei cartoni animati che
guardavo da bambino come "I puffi", " E' quasi magia Jhoony",
"Mila e Shiro", "Doraemon", Occhi di gatto", "Il mistero della pietra
azzurra", "Robin Hood" e tante altre, si divertirono tutti quanti, i
bambini si divertirono tantissimo e anche i grandi erano riusciti a
cantare quelle sigle di quei bellissimi cartoni animati che tanto
avevano raccontato la nostra infanzia, alla fine anche senza cantare
testi volgari ero riuscito a fare breccia nel cuore del pubblico e
sapere questa cosa ti fa sentire davvero orgoglioso di salire sul palco
e riuscire a trasmettere quelle bellissime emozioni che solo la musica
sa regalare.
Ma si sa non sempre le esibizioni vanno come vorremo, a volte le cose
girano male per un problema o per un altro. L'imprevisto è
sempre dietro l'angolo e può capitare il problema tecnico,
la base che sfuma, la corrente elettrica che se ne va, il cavo del
microfono che si stacca, il mixer che non funziona, la tua voce che non
si sente in spia, tutto può capitare quando si canta
purtroppo e bisogna sempre essere pronti a tutto e non andare in
panico, arrabbiarsi o imprecare anzi continuare e cercare di
coinvolgere il pubblico, improvvisare come fanno i grandi artisti e
cercare di non pensare al problema che ero successo in precedenza,
bisogna sempre pensare che tu sei li a cantare, base o no e un bravo
artista si riconosce sopratutto in quel frangente. Una esibizione che
ricordo purtroppo in modo negativo fu ad un concorso (Se
così lo posso chiamare) che sulla falsa riga dei noti talent
televisivi organizzo nella piccola frazione di Lavino Di Mezzo (Dove
vivo io) Ovvero l'evento degli eventi, roba che i Pink Floyd a Venezia
in confronto sembravano degli sfigati, un evento talmente clamoroso che
la gente faceva la fila pur di partecipare e assicurarsi un posto ed
esibirsi in strane esibizioni. Questo evento storico è (Anzi
era visto che per fortuna non lo fanno più) il Lavino Got
Talent... Una roba talmente brutta che in confronto la sagra della
porchetta sembrava l'Ariston di Sanremo. Mi ricordo che dovevo cantare
un brano della Fiorella Mannoia, "Il cielo d'Irlanda". Un brano
bellssimo che di fatto parla di uguaglianza e di libertà
sognando appunto il cielo e i colori dell'Irlanda. Ricordo ancora con
dispiace che nel pomeriggio dovevo provare e anche li il Lavino Got
Talent era organizzato dalla parrocchia, ora capisco perchè
bestemmio più di un veneto che sbatte con il migliolino
scalzo sull'angolino appuntito del mobile. Arrivo nel luogo dell'evento
alle 16:00 del pomeriggio e aspetto un sacco prima di salire sul palco,
prima cerco di fare qualche esercizio per schiarirmi la voce, ripasso
il testo, ascolto e riascolto la canzone con le cuffiette nelle
orecchie ma intanto i minuti stavano diventando ore inspiegabilmente.
Alle 18:00 del pomeriggio quindi 2 ore dopo il mio arrivo mi fanno
finalmente provare, mi dicono che c'erano stati dei problemi tecnici e
salito sul palco capisco subito il perchè. Il microfono era
messo alla meno peggio in un asta rotta e che avrà avuto
almeno 20 anni tanto che non si riusciva nemmeno ad abbassare o ad
alzare, il microfono aveva il cavo squarciato come se fosse stato morso
da uno squalo bianco, feci notare subito questa cosa ma loro facevano
finta di niente come se fosse una cosa del tutto normale ma i problemi
non finirono qui. Durante la prova non sentivo la mia voce in spia ma
in compenso sentivo la base altissima e feci notare sempre con estrema
educazione e gentilezza ma la risposta loro fu:" Non dirci come fare il
nostro lavoro, tu pensa a cantare e basta, ci pensiamo noi
alle cose tecniche". Avevano anche ragione non posso dargli torto ma
però così io non riuscivo a cantare bene e
comunque la prova fu un disastro, il microfono non andava, la mia voce
andava e veniva e sopratutto non si sentiva e questa cosa mi sorprese
molto visto che il volume del microfono a detta loro era al massimo ma
da li a poco la situazione sarebbe peggiorata notevolmente.
Alla sera infatti mi presentai li tirato a lucido come se
fossi ad un matrimonio di una persona importante. Camica nera, jeans
nuovi della Liu Jo e scarpe eleganti di colore da occasione speciali
perchè quando vad a cantare ci tengo molto ad essere
elegante perchè i concerti sono eventi non solo dove si
canta ma anche dove si presenta davanti ad un pubblico di tante persone
e quindi di conseguenza essere tirati a lucido per l'occasione fa
sicuramente una bella impressione alle persone che ti guardano e che ti
ascoltano. L'improbabile presentatore della serata mi chiama da parte e
mi dice:" Sei il dodicesimo a cantare". Prima di me c'erano artisti che
definire assurdi era poco, ma l'incubo era solo all'inizio e io ancora
non lo sapevo. Prima di me si esibiscono due che cantano
"Finchè la barca va". Una intonazione che definire
imbarazzante era un complimento, io che gli ascoltavo basito e stupito
pensando:" Va be dai è uno scherzo! E' uno scherzo". Se quel
giorno avessi avuto l'occasione non gli avrei tirato un solo pomodoro
ma tutto il reparto dell'ortofrutta, erano inascoltabili.
Dopo questi due fenomeni c'è una sorta di mago, che fa il
gioco delle carte, sarà tipo il 34988349838 volta nella vita
che vedo fare lo stesso gioco di magia e ogni volta è
uguale, i maghi non gli sopporto. Mi schiarisco la voce facendo qualche
vocalizzo, cerco di stare rilassato perchè da li a poco
sarebbe arrivato il mio turno o almeno questo era quello che pensavo.
Dopo seguono varie esibizioni due che ballano una bachata se non
ricordo male, a me sembrano tutti uguali i balli sudamericani, uno
sfigato che indossava una maglia dell'Inter che cantava "Rock 'n' roll
robot" di Alberto Camerini ma quello fu uno dei pochi che
davvero quella sera mi fece divertire, la canzone la conoscevo e alla
fine non se la cavò nemmeno così male, peccato
non poter dire lo stesso del suo tasso alcolemico quella sera, aveva
una faccia da Brianza alcolica che era tutto un programma. Dopo il
Camerini interista toccò ad un pensionato che ha racontato 3
barzellette, una sui ferraresi, una sui romagnoli e l'ultima un grande
classico che non può mancare a nessun comico da bar, quella
sui carabinieri. Successivamente a questo bel momento di grasse risate,
si ma non le mie, finalmente sembrava che toccasse a me esibirmi e
invece uno sale sul palco un altro vecchio e dice che
canterà una canzone popolare in dialetto bolognese,
inizialmente la cosa mi sorprende e non nascondo che mi fa anche un
pò piacere fino a quando non inizia il brano. Un pezzo
orribile su quanto sia bello emettere flatulenze in ogni momento della
giornata, perchè ogni posto è bello per farle
diceva il grande artista di questo pezzo perchè adesso
parliamoci chiaro poco importa se sei in chiesa, in ufficio, in fila al
bancomat, al supermercato, in treno o a lezione di yoga ogni momento
è buono per fare uscire suoni strani dal tuo culo, una
canzone che esaltava le flatulenze e i rutti, una delle cose
più imbarazzanti che io abbia mai sentito, forse anche di
più della canzone "Una zebra a pois". A ripensarci bene
Fedez in confronto è Fabrizio De Andrè e non sto
scherzando. Una canzone sulle flatulenze ragazzi, avevo sentito anche
questa quella sera, non ci potevo e volevo credere. Sto tizio finisce
di cantare ed è standing ovation, fioccono 9 dalla giuria
(Poi giuria di che cosa esattamente visto che sono stati messi li a
caso?) e dopo questo nuovo eroe della musica italiana finalmente tocca
al sottoscritto.
La canzone va bene nonostante i tanti problemi tecnici e per fortuna
che riuscì a cantare con il radio microfono (Il microfono
senza il filo per intenderci) ma nonostante io sia riuscito a
coinvolgere tutto il pubblico non fu proprio la stessa cosa per i
giudici di gara che mi diedero anche dei 4 ma quella di prima cantando
di quanto fosse bello fare flatulenze in chiesa aveva preso 9, non
nascondo che ci rimasi malissimo ma anche questo fa parte del mondo del
canto e della musica, quella sera vinsi il premio della critica (Che
attenzione non è proprio il premio della critica Mia Martini
di Sanremo) ma era una cena per 2 persone gratis.... Non potevo
desiderare un premio più bello. Nell'assurdità di
quella serata era uscito qualcosa di positivo nonostante tutto e tutti,
potrei stare qui a scrivervi ancora tante esibizioni che ho fatto,
alcune sono andate bene altre meno ma fa parte del gioco, l'importante
è non buttarsi mai giù, lavorare e migliorare
sempre di più e se non basta lavorare ancora di
più, il canto è la mia vita, è la cosa
che mi fa andare avanti ogni giorno, grazie al canto mi sono riscattato
per tante cose, grazie al canto ho vinto le mie paure, la mia
timidezza, la mia introversità, grazie al canto ho
conosciuto un mondo fatto di parole, musica, suoni, canzoni e
sopratutto di emozioni perchè la musica è
sopratutto emozioni. Bob Marley diceva che la musica è
l'unica arma che ti colpisce senza farti alcun male e penso che avesse
ragione il vecchio Bob, senza il canto probabilmente mi sentirei perso
perchè cantare non è solo essere intonati,
cantare è lasciarsi trasportare dalle emozioni e dalla
musica, cantare è vita, la mia vita e non posso che esserne
felice e orgoglioso,perchè un mondo senza cantare
è un mondo troppo silenzioso, grigio e anche troppo
spento.
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