NOTA AUTRICE: Questa poesia l’ho scritta
perché ispirata da una coppia di personaggi che amo, una di quelle che non
diventerebbero mai canoniche, di una serie in particolare, ma che non voglio
rivelare. Sempre ammesso che qualcuno non la indovini, ma è piuttosto
difficile.
Buona
lettura.
Tramonto d’amore
Sentivo
il sapore del sangue sulle mie labbra serrate.
Era
la mia anima che sanguinava.
Quel
velo rosso che circondava ogni cosa,
mi
salutava con tristezza, dicendo:
addio
principessa.
Trovavo
conforto solo in quel rosso colore che segnava la fine di un amore,
il
mio e forse anche quello di qualcun altro.
Tu
non mi hai mai amata e io farò finta di non averti mai amato.
Il
filo rosso del destino ci aveva unito una volta e quello stesso rosso ci aveva
diviso per sempre.
Mi
ero stesa sul ciglio di una strada isolata,
ero
sfinita e sola.
Sola,
coi capelli bagnati e i vestiti inzuppati dalla pioggia.
Il
sole rosso mi rincuorava,
aveva
ancora qualche ora da dedicarmi,
prima
di lasciarmi.
Avevo
provato a rialzarmi,
a muovere
qualche centimetro del mio corpo,
ma
il risultato era sempre uguale.
Restavo
immobile a mirare il vuoto e a pensare al niente.
Piano
piano trovai la forza di uscire da quel circolo di solitudine e fare quattro
passi,
finché
tu non mi ritrovasti.
Eri
lì, difronte a me, muto, eppure parlavi.
Non
avevo capito quanto fossi triste anche tu,
forse
non avevo ascoltato abbastanza.
Ti
avvicinasti a me e io ti allontanai, perché?
Dovevo
essere proprio stupida.
Avevo
ancora una possibilità di conquistarti,
ma
mi avevi fatto troppo male.
Ero
incapace di dirti ciò che provavo,
ero
stanca per non aver dormito e per le verità che mi avevi taciuto a lungo.
Ti
avevo nascosto anch’io qualcosa.
Una
verità amara.
Una
verità egoista.
“Ti
amo”, ti amo anche se non sono amata.
Un
altro “ti amo” era volato sopra la mia testa e si era posato su di te,
ma
non ci avevi fatto caso.
Era
troppo invisibile, troppo sottile per coglierlo.
Non
c’è l’ho fatta a mandarti via del tutto
E tu
mi hai presa con te,
mi
hai protetta proprio come avevi promesso.
Niente
di più, niente di meno.
Avevo
detto due parole in macchina
E non
me le ricordo più.
Mi
è sembrato tutto un sogno, uno di quelli tristi e immutabili,
che
ti rimangono impressi.
Quel
giorno mi avevi protetta, rivelandomi quella scomoda verità,
ma
non ti è importato quanto mi facesse male ascoltarla.
Senza
badare a te, ho guardato fisso il tramonto che si affievoliva e che mi
riportava all’oscura realtà che la notte trascinava con sé.
Tu
non eri più con me,
senza
dire una parola eri tornato alla tua vita di sempre.
Quella
volta mi avevi protetta,
mi
avevi giurato che l’avresti fatto ancora.
Ma
che non sarebbe stato per sempre, l’avevo capito.
Non
potevi proteggere per sempre qualcuno che non amavi.
Troverò
qualcun altro, mi dissi.
Ancora
oggi, nel pensarci, mi sento sola e triste.
Avevi
tante ragioni per andare via,
mentre
io sprecavo le occasioni per trattenerti qui,
con
me.
Non
ho provato mai a chiamarti o a raggiungerti con alcun mezzo.
Ma
avrei voluto averti qui,
sapere
che ci fossi per me,
a
proteggermi se ne avessi avuto bisogno.
Ogni
volta quel colore rosso mi scioglie il cuore e mi porta illusorio da te.
Volevo
che fossi ancora qui.
Avrei
voluto dirti, “ti amo”.
Volevo
un abbraccio infinito da non sentirmi più sola.
Ci
siamo incrociati una volta sola,
ma
solo io mi ero girata.
Solo
io speravo di rivederti ancora,
che
eri ancora lì, pronto a proteggermi in silenzio.
Ogni
mattina trovo la forza di andare avanti,
di
lavorare fino allo sfinimento,
proprio
come facevo tempo fa
nella
più completa solitudine,
senza
di te.
Mi
sembra una stupidaggine continuare a piangere per te,
ma
il peso che sento nel ricordarti è reale
e
mi trafigge da tutte le parti,
ogni
singolo giorno.
La
ferita è ancora sanguinante.
Il
colore rosso che ci aveva unito è ancora troppo denso,
proprio
per questo,
continuo
ad amarti e ad aspettare invano
il
giorno del tuo ritorno.
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