Vulcano
Rosso, accompagnato da Miguel, entrò nella camera d’albergo.
–
E’
stata una splendida festa. La discoteca era splendida.– mormorò
l’italiano, un sorriso sulle labbra sottili. Da tanto, troppo
tempo, non provava una sensazione di pace e serenità.
Gli
sembrava di essere risorto a nuova vita.
Miguel,
con mano ferma, gli strinse i fianchi e appoggiò le labbra sul
suo collo.
–
A
cosa pensi? – domandò con voce roca.
Il
guerriero italiano rabbrividì. Quattro anni fa, aveva creduto
di non potere amare nessun altro, dopo la morte orribile della sua
fidanzata.
Credeva
che la sua vita fosse priva di scopo.
Durante
un viaggio in Portogallo, aveva conosciuto Miguel Caballero Rojo.
Non avrebbe mai pensato che quello spagnolo, così ruvido e scostante, potesse aiutarlo a riprendersi dal dolore per la morte di Flora.
E invece così era stato.
Un desiderio sempre crescente si era impadronito di entrambi.
E lui trovava soddisfazione nella reciprocità della loro passione.
–
Penso
a come ci siamo conosciuti… – dichiarò e chiuse
gli occhi. Quelle mani, tanto forti e decise, accendevano il suo
corpo di desiderio.
Miguel
accennò ad un sorriso e continuò a baciarlo sul collo.
Già, si erano conosciuti in un modo improbabile.
Lui,
Teodoro Leone, conosciuto come Vulcano Rosso, l’aveva accusato
del furto di un suo prezioso gioiello e, per questo, si erano
affrontati in una rissa terribile.
All’inizio,
si erano odiati, ma, chiarito l’equivoco, si erano avvicinati.
E
poi erano diventati amanti.
Le
sue mani, sicure, scesero sui fianchi dell’altro. Aveva creduto
che Teodoro fosse un ricco sfaccendato, simile ai suoi odiati
genitori, ma anche lui aveva sopportato una terrificante sofferenza.
Come
lui aveva perduto sua sorella, Teodoro aveva perso la sua amata, per
l’arbitrio di persone crudeli.
Oltre
quella maschera sfaccendata, si celava un’anima ferita, simile
alla sua.
E
questo filo rosso li aveva stretti in un legame particolare, ma
sincero.
Non
si sarebbero mai separati.
Vulcano
Rosso allargò le braccia e si lasciò cadere sul letto,
presto seguito da Miguel.
Lo
spagnolo lo strinse ancora più contro di sé e lo baciò
sulle labbra.
–
Ho
ancora voglia di festeggiare. Te la senti? – chiese, un sorriso
furbo sui lineamenti duri.
Un
lampo ironico brillò nelle iridi del lottatore italiano.
–
Sì,
certo. Sono sempre pronto. – rispose.
Miguel
sorrise e, con un gesto deciso, spense la luce.
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