Un degno benvenuto

di melianar
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Era così dolce Ifigenia, ricordi? Riusciva a commuoversi perfino per le vittime sgozzate sugli altari.
Uomini, bestie: per lei non esisteva differenza, chiunque era degno della sua compassione. 
Ed era bella Ifigenia, la ricordi? Ricordi i suoi riccioli bruni, i suoi occhi profondi che guardavano lontano?
Chissà se in questi dieci anni è venuta a farti visita nei sogni, con il suo sguardo gentile velato dall’accusa.
Non l’ha fatto, lo vedo dai tuoi occhi. Dalla fierezza con cui ora vieni avanti trascinando quella donna, il tuo bottino. 
Tu sei il signore di Micene, il vincitore. Hai messo a tacere le Erinni annegandole nel vino, nell’abbraccio di giovani schiave troiane. 
Oh sì, le voci sono svelte ad attraversare il mare, Agamennone. So bene cos’hai fatto, forse anche meglio di te. 
Sulle spiagge di Aulide hai sacrificato tua figlia per avere il diritto di ucciderne mille altre, il permesso di far loro violenza senza sentirti macchiato d’empietà. 
Se questa è la guerra, marito mio, che gran coraggio hai avuto! 
E per che cosa, poi? Per mia sorella? No, non lo credo. 
Mi ha detto un cantore cretese che Elena è a Sparta che tesse tranquilla, ignara di tutto.
Un altro mi ha detto che forse è in Egitto, che a Troia non c’era che la sua ombra. 
Non mi interessa quale sia la verità. Mia sorella non era altro che un pretesto. 
Non servono forse a questo, le donne? A creare il giusto pretesto per un massacro, a benedirlo con il loro sangue? 
Lo so che in fondo è questo che pensi e che pensavi anche mentre ti impossessavi della ricca Troia, dello stretto che tanto desideravi dominare. 
Strano che io sappia queste cose, vero? Che riesca addirittura a comprenderle. Ma sono sempre stata brava ad ascoltare.
Per questo ora mi chiamano saggia, mi chiamano donna dal cuore di uomo e non certo con affetto. 
Del resto, forse hanno ragione a odiarmi. Perché ho coltivato la mia vendetta, l’ho nutrita senza sosta per tutti questi anni, l’ho portata fin dentro il talamo nuziale.
Non lo sai, marito mio? 
Tuo cugino Egisto ha mani belle, affusolate. Femminee, diresti tu. 
E quanto piacere sanno dare, quelle mani! 
I suoi non sono i rapidi amplessi di chi gode soltanto per sé stesso. Egisto sa farmi impazzire con un’unica carezza, sa farmi tendere e vibrare come le corde della cetra. 
O dell’arco, sì, forse lo capisci di più. 
Eppure, vedi? Mi vendico, ma sono pietosa più di quanto lo sia stato tu: ti risparmierò la vista delle tue figlie. 
Dimmi, potresti davvero guardarle negli occhi? 
Con quale coraggio potresti sopportare lo sguardo di Elettra, che non ha mai smesso di amarti e ha sempre pregato per il tuo ritorno? 
E come guarderesti Crisotemi, lei che ha gli stessi occhi grandi e dolci di Ifigenia? 
Vi ho risparmiate, dovresti dire loro. Potevate essere voi. 
Voi, al posto di Ifigenia. Al posto di mille vergini troiane.
Oh, ma sarò io a risparmiarti adesso un simile confronto. 
Vieni, il bagno ormai è pronto. E tu hai ancora il sorriso fiero del vincitore, di chi non ha capito niente. 
Invece la tua donna, sì, lei sa. 
Guardala come si batte il petto, come rovescia gli occhi e grida. 
So perché l’hai portata qui: speravi ne provassi gelosia, speravi che vedessi come la tua possanza è in grado di sottomettere ancora una vergine, mentre io avvizzisco ostinata al telaio. 
Ma non hai capito, ancora una volta.
Non sono gelosa. Non la odio. 
Non la farò soffrire a lungo, in questa terra straniera.


Note

Finalmente riesco a scrivere in questa sezione che amo alla follia, ancora non ci credo XD e lo faccio con Clitemnestra, personaggio di cui ho sempre amato la grande umanità, perché nel bene o nel male di umanità si tratta.
Ho dato sicuramente motivazioni diverse all’uccisione di Cassandra rispetto a quelle che ritroviamo negli autori classici, ma tenevo a mostrare l’empatia di Clitemnestra, il suo riconoscere alle altre donne come lei lo status di vittime della guerra.
La mia lettura di Eschilo non è recente, perciò non ricordo, per esempio, se e come Clitemnestra possa essere venuta a conoscenza delle azioni del marito, sempre ammesso che lo fosse, ma gli aedi funzionano sempre ;-) 
Ringrazio mille volte Kanako91 per essere la beta meravigliosa che è, che mi segue con entusiasmo anche nel mio potente ritorno di fiamma per l’antica Grecia con deliri annessi, e grazie a KiaeAlterEgo, che con la sua La volontà della vestale ha contribuito al riaccendersi del mio interesse per la classicità.
Grazie anche ad A. B. che non leggerà mai, ma a cui sicuramente staranno fischiando le orecchie con tutto questo parlar di lui e di grecità :P
Grazie a tutti per aver letto, alla prossima qui o altrove!

Melianar





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