L'altra metà di me cap 2 (rewrite)
Era
arrivata a Parigi da circa un'ora e vagava per le strade a bocca
aperta, aveva sempre saputo che Parigi era bellissima, ma non pensava
che lo fosse così tanto.
Si era ritrovata in centro, davanti a lei c'era la Tour Eiffel
"WOW!"
Davanti a lei c'era una delle sette meraviglie del mondo e ne era estasiata.
Cominciò a passeggiare per il giardino che circondava la torre,
era grandissimo e c'erano tantissime persone, turisti che si facevano
foto, persone che parlavano, altre che facevano pic-nic e ovviamente
coppie di innamorati che avevano scelto la città dell'amore per
una gita romantica; stava cercando l'MP3 nella borsa quando si
scontrò con qualcuno
"Scusa mi dispiace!"
Avevano parlato contemporaneamente; davanti a lei c'era un ragazzo
molto bello, con dei lineamenti dolci, i capelli erano argentati e
portava un ciuffo su un occhio, questo le fece notare quegli occhi che
la stavano guardando, erano etercromatici, ma per niente inquietanti,
uno era verde smeraldo e l'altro di un color' nocciola chiarissimo,
quasi ambrato, aveva uno sguardo profondissimo, si presentò con
un sorriso
"Io sono Cècile"
"Piacere, Lysandre"
Sorrise a sua volta, passeggiarono un po' insieme parlando del
più e del meno; Lysandre era un ragazzo decisamente fuori dal
comune, come se i suoi occhi così particolari non attirassero
abbastanza l'attenzione della gente, si vestiva in maniera molto...
eccentrica, oltre a questo però si distingueva dalla massa per
una maturità insolita fra i ragazzi della sua età, si
stava rivelando inoltre un grande appassionato di letteratura e poesia,
cosa molto insolita per un ragazzo; era così affascinata da
quella compagnia che voleva passare ancora un po'di tempo con lui
"Ti va di prendere un caffè insieme?"
Pronunciò quelle parole quasi senza accorgersene
"Perché no!"
Rispose l'altro con un sorriso; si incamminarono verso un bar lì
vicino, era molto bello con un tipico stile parigino ordinato e pulito,
c'erano anche foto in bianco e nero, quadri e stampe famose appesi alle
pareti che davano a quell'ambiente familiare un che di intellettuale;
ordinarono due caffè e parlarono di poesia, musica e letteratura
fino a che Lysandre decise di spostare la conversazione su un tono
più confidenziale...
"Cècile, cosa ti porta a Parigi?"
"Voglio studiare la lingua, sono bilingue, papà è
italiano e mamma è inglese però conoscere bene più
di una lingua è sempre utile"
Non era solo quello il motivo per cui si trovava lì ma infondo
non era una bugia e poi lo aveva appena conosciuto, non poteva certo
raccontargli tutta la sua vita!
"Quindi in Italia frequentavi un liceo linguistico?"
"Si, adesso mi sono iscritta in una scuola privata ma sinceramente non
so niente di questa scuola, so solo che la frequenta un mio amico che
una volta ha fatto uno scambio culturale con il mio liceo"
"Ti piacciono proprio tanto le lingue per fare tutto questo! Di sicuro
non è semplice lasciare tutti i propri affetti per venire a
studiare una lingua nuova!"
"A dire la verità non è stata una scelta così
sofferta...a parte i miei genitori e la mia migliore amica non
rimpiango niente di quello che ho lasciato e... a dire la verità
questo paese ha sempre avuto un fascino particolare su di me... non so
spiegarlo, è come se una parte di me appartenesse a questo
posto"
"Hai un nome francese, magari è per questo, a proposito... se
tuo padre è italiano e tua madre è inglese, perché
hai un nome francese?"
"I miei erano in vacanza qui quando nacqui, sono nata a Parigi"
"Wow! Beh allora comincio a capire la tua sensazione, sei più stata in Francia?"
"No, è la prima volta, anche se mia zia vive qui da tre anni,
è sempre venuta lei da noi fino ad adesso. Ora però tocca
a me chiedere qualcosa a te!...Vediamo un po'...mmm..."
"Davvero non ti viene in mente niente da chiedermi?"
Chiese con un sorriso aprendo le braccia per indicare i suoi vestiti
"E' un look insolito ma non è male!" Lysandre sorrise... "Piuttosto... cosa scrivi sul tuo quaderno?"
"Un po' di tutto... soprattutto testi di canzoni, ho una band con un mio amico, lui scrive la musica ed io i testi"
"Bello! Che generi fate?"
"Soprattutto rock, ma facciamo anche elettronica"
"Forte! Anche io ho studiato musica"
"Davvero? E cosa facevi di preciso?"
"Principalmente sono una cantante..."
"Anche io!"
"Wow! Allora potremmo fare un duetto prima o poi!"
"Perché no...continua"
"Dicevo che principalmente canto, ma suono anche il piano e la chitarra, compongo anche un po'"
"Tu che generi fai?"
"Pop, elettronica e blues"
"Sono diversi come generi"
"Si ma a me e Lety sono sempre piaciuti questi generi e abbiamo deciso di lavorarci sopra"
"Lety è la tua migliore amica?"
"Si..."
"Ti manca molto vero?"
"Lety è come una sorella per me...c'è sempre stata, anche
nei momenti più difficili, non so come farò senza di lei"
"Com'è?"
"Ha i capelli neri, ma adesso li ha tinti di blu, ha gli occhi azzurri, è abbastanza alta ed è molto carina e..."
"Non intendevo l'aspetto" sorrise
"Oh beh, allora devo dire che è una ragazza esuberante, non
stà un attimo ferma, è un maschiaccio, ma all'occorrenza
sa essere di una dolcezza unica, non lo dà a vedere, ma è
molto sensibile, ma allo stesso tempo all'occorrenza sa mettere da
parte ogni tipo di sentimento e/o emozione... una volta ha rotto il
naso ad un ragazzo perché aveva preso in giro una ragazzina
più piccola di noi..."
"Bhe... da una parte ha fatto bene anche se la violenza non fa parte della mia filosofia di vita"
"Aspetta! Quel ragazzo era... 1- il figlio della vicepreside 2-il suo ragazzo!" Lysandro scoppiò a ridere
"Avrei voluto esserci!"
"Comunque abbiamo ricominciato a parlare di me... io voglio sapere qualcosa su di te!"
"Non ho molto da dire... ho un fratello più grande che si chiama
Leigh, gestisce un negozio di vestiti ed ha una ragazza bellissima e
simpaticissima che si chiama Rosalya... assomiglia molto a Lety
caratterialmente parlando"
"Magari un giorno me la presenterai"
"Magari... adesso scusami ma devo andare, mi ero dimenticato che avevo un impegno e sono un po' in ritardo..."
Tirò fuori un foglio dalla tasca e ci scrisse qualcosa sopra, poi lo porse a Cècile
"Questo è il mio numero, quando puoi chiamami così se
capita l'occasione ci vediamo e magari ti presento Leigh e Rosalya"
"Volentieri! Appena mi sono sistemata a casa di zia Agata ti chiamo!"
"Ok allora ci sentiamo presto, ciao Cècile, è stato un piacere conoscerti"
Le prese una mano e le baciò il dorso -che gentelman- pensò Cècile
"Anche per me Lysandre" e accennò un inchino
-E' una ragazza speciale- pensò invece lui e si separarono.
Dopo essere uscita dal bar Cècile decise di passare in
pasticceria per prendere qualcosa alla zia che era ghiotta di dolci,
quando ne trovò una entrò e aspettò il suo turno
in fila, le persone sembravano spazientite, probabilmente chi era in
cima alla fila ci stava mettendo un po' e a giudicare dal via vai del
pasticcere con buste, bustine e sacchetti stava comprando una marea di
roba; la pasticceria era molto carina con gli interni bianchi e neri,
era fresca e luminosa e gli stand con i dolci colorati la rendevano
allegra, alla fine la fila si mosse e Cècile vide chi aveva
bloccato la fila per tutto quel tempo, era un ragazzo alto e castano,
indossava una cannottiera nera, una camicia bianca sbottonata e dei
pantaloni mimetici
"Kentin!"
Cècile aveva conosciuto quel ragazzo durante uno scambio
culturale organizzato dal suo vecchio liceo durante il quale era stato
a casa sua per due settimane il Dicembre prima
"Cècile!"
Le corse incontro posando le buste e l'abbracciò forte
"Cosa ci fai tu quì?!"
"Mi sono trasferita da zia Agata, ricordi?"
"Ah si, mi aveva detto che saresti venuta a trovarla ma non che ti saresti trasferita!"
"Si, gliel'ho chiesto io... volevo farti una sorpresa!"
"E ci sei riuscita eccome! Quindi verrai al Dolce Amoris?"
"Si... ma è davvero il suo nome?"
"Eh si... lo so, è strano"
"Puoi dirlo forte!"
Kentin era davvero un bel ragazzo, aveva gli occhi verde smeraldo e un
sorriso bellissimo, era molto dolce, a volte un po' infantile,
soprattutto quando si parlava di dolci sembrava davvero un bambino di
quattro anni; Cècile pensò ad una volta in cui i suoi
genitori li lasciarono da soli in casa e loro si erano messi sul divano
con tre vassoi di dolci fra le gambe mentre guardavano un film, aveva
una foto nel portafoglio che ritraeva quella scena, si erano
addormentati con la TV accesa, lei stava fra le sue braccia con la
testa appoggiata alla sua spalla mentre Kentin le teneva un braccio
sulla spalla e la testa appoggiata alla sua, erano tutti sporchi di
cioccolata ed erano circondati dalle carte delle caramelle, sorrise a
quel ricordo, Kentin per lei era speciale, ma non quanto lo era lei per
lui, che si era innamorato di quella ragazza così speciale dal
primo momento che l'avevva vista anche se sapeva di non avere nessuna
possibilità con lei perchè era ancora innamorata del suo
ex...
"Progressi con Lorenzo?"
Chiese innocentemente lui, Cècile sbiancò, si fece cupa in volto ed il suo sorriso si spense
"Non esattamente"
"Cioè?"
"Ken, ti prego... non ne parliamo... mai più"
"E' successo qualcosa?"
Odiava sentirsi chiamare Ken, ma la reazione dell'amica lo preoccupava
"Non fare domande per favore"
"Ok..."
Doveva trovare un modo per rimediare a quella gaffe SUBITO; gli venne
subito un'idea, Alexy ed Armin! Certo! I suoi migliori amici,
soprattutto Alexy, le avrebbero tirato di sicuro su il morale
"Vieni con me!"
Recuperò le sue buste, la prese per mano e la tirò fuori
dalla pasticceria anche se lei non aveva preso ancora quello che
doveva, presa alla sprovvista, Cècile non oppose resistenza e
andò con lui, Kentin sapeva dove trovare i gemelli, Alexy era un
patitio dello shopping, passava le sue giornate da Jouliene e sapeva
che quel giorno era riuscito a convincere il fratello ad andare con
lui; entrarono e non ci volle molto a trovare i due ragazzi. Alexy
soprattutto non passava inosservato, aveva i capelli azzurri e gli
occhi di un colore stranissimo, simile all'ametista, in più
aveva dei vestiti coloratissimi e le cuffie al collo, suo fratello
invece aveva i capelli neri e gli occhi azzurri come il cielo d'estate
e rispetto al fratello aveva un look molto semplice e sobrio, era un
patito dei computer e soprattutto di videogiochi, non usciva mai senza
la sua PSP ed infatti ci stava giocando anche in quel momento.
Quando videro Kentin e Cècile avvicinarsi Alexy prese il
fratello per una manica e lo trascinò verso i nuovi arrivati
"Ehi Ken! Sei in giro con la tua ragazza?"
"Alexy ti ho detto mille volte di non chiamarmi Ken...e poi lei non
è la mia ragazza... è Cècile...ti ricordi? Te ne
avevo già parlato"
"Certo che mi ricordo! Piacere di conoscerti finalmente! Sei quì in vacanza?"
Quel ragazzo così solare le aveva già fatto dimenticare
il perchè fino a due secondi prima fosse triste, Kentin le aveva
già parlato di quei due ragazzi, sapeva che Alexy era gay e che
probabilmente aveva una cotta per Kentin ma sapeva di non avere
speranze e allora si comportava semplicemente da amico, Cècile
gli sorrise e rispose
"Il piacere è mio Alexy! KEN mi ha parlato molto di te, sono contenta di conoscerti"
Calcò molto sul soprannome dell'amico, si divertiva a guardare
il broncio che metteva in ragazzo quando lo chiamava così, Alexy
sorrise, un po' anche lui si divertiva a vedere il ragazzo arrabbiato,
ma soprattutto perchè quest'ultimo aveva parlato di lui a quella
ragazza tanto che non lo aveva scambiato per suo fratello e aveva
riconosciuto subito quale tra i due fosse il suo interlocuntore.
Cècile poi si era rivolta ad Armin che aveva continuato a
giocare alla console per tutto il tempo, fece un gran sorriso e disse
"Tu invece sei Armin giusto?"
"Eh?..." Armin staccò lo sguardo dallo schermo e per la prima
volta incrociò lo sguardo di quella ragazza "...Ah si, sono
io...tu, come hai detto che ti chiami?"
arrossì un po' per la figuraccia
"Armin! Possibile che tu sia così imbranato? E staccati da quel
gioco una volta tanto! Non lo vedi che c'è una bella ragazza qui
con noi?" lo sgridò il fratello, sia Armin che Cècile
arrossirono subito
"Alex lo vedo benissimo che è una bellissima ragazza, ma devo assolutamente superare questo livello!"
Non si era accorto che la sua prima osservazione ma tutti gli altri si,
Cècile era arrossita fino a mimetizzarsi con i suoi capelli per
quel complimento e Kentin si era irrigidito per la gelosia, per fortuna
nessuno lo notò e Cècile rispose alla seconda domanda che
le aveva posto Alexy pochi minuti prima
"Comunque no, non sono qui in vacanza, a Settembre verrò a scuola con voi, mi sono trasferita da mia zia"
"Ma che notizia fantastica! Finalmente una faccia nuova al liceo! Devo
assolutamente presentarti a Rosalya un giorno di questi, sono sicuro
che andrete d'accordo!"
Dov'è che aveva già sentito quel nome?
Passarono insieme gran parte del pomeriggio e Alexy le diede il suo numero
"Chiamami quando ti sarai sistemata! Voglio portarti a fare shopping con me e Rosa prima che cominci la scuola!"
"Certo Alexy volentieri! Adesso però devo andare... fra poco ho
il treno e prima volevo andare in libreria e in un negozio di musica,
vi lascio... ci sentiamo presto!"
Abbracciò i gemelli e dette un bacio sulla guancia veloce a Kentin e se ne andò.
Entrò in libreria e cominciò a girare per gli scaffali
fino a che non trovò il reparto dei classici, eccolo lì,
Notre Dame de Paris, di Victor Hugo, aveva visto il musical più
di una volta, ma non aveva mai letto il libro, e cosa c'è di
meglio che di leggere un classico in lingua originale? Probabilmente
niente, fece per prenderlo quando una mano toccò la sua, un
ragazzo, alto e biondo con gli occhi del colore del miele e lo sguardo
altrettanto dolce, indossava una camicia bianca ed una cravatta blu, le
sorrideva, aveva un sorriso dolcissimo, lei lo guardava senza parole,
era la reincarnazione del principe azzurro delle favole, Cècile
non riusciva ad aprire bocca, il ragazzo le porse il libro e le disse
"Noto con piacere che i classici piacciono anche alle belle ragazze" continuava a sorridere
"Si, cioè no, volevo dire...si, mi piacciono i classici"
abbassò lo sguardo arrossendo come mai prima di allora...MAI
"Io sono Nathaniel, sei una turista? Non ti ho mai vista qui in giro"
"Si, cioè, è la prima volta che vengo ma non sono una turista... mi stò trasferendo da mia zia"
"Adesso capisco tutte queste valige, vieni, ti faccio visitare la
libreria se vuoi, è più grande di quanto non sembri"
disse con un sorriso che Cècile ricambiò con imbarazzo
"Tu, tu vieni spesso qui?"
"Quasi ogni giorno" sorrisero entrambi.
Adesso lei sapeva dove poterlo rivedere e lui sperava che quella
domanda rivelasse un interesse di quella ragazza nei suoi confronti,
l'aveva fatto a posta, non era stato un caso se le loro mani si erano
toccate, anche se aveva fatto il finto tonto era stata solo una scusa
per attaccare bottone, l'aveva vista entrare e ne era rimasto colpito,
l'aveva osservata per un po' e poi non aveva resistito e le si era
avvicinato; le fece fare il giro del negozio, l'accompagnò alla
cassa e le regalò il libro che aveva preso anche se lei aveva
protestato
"Non posso accettare, davvero, ti ringrazio ma..."
"Niente ma, è un regalo e i regali non si rifiutano mai" le sorrise
-Come faccio a dirti di no se mi sorridi così?- pensò lei
"Ok allora... bene" sorrise di nuovo "Ma la prossima volta che ci
vediamo come minimo ti fai offrire un caffè! Adesso vado di
fretta e non posso rimanere, ma la prossima volta non mi scappi!"
"Se ci tieni così tanto... allora a Mercoledì
Cècile" e le dette un bacio sulla guancia, a quel contatto lei
perse un battito e si irrigidì leggermente arrossendo dinuovo,
lui sorrise a quella reazione e si allontanò, lei scappò
via per non far' vedere quanto fosse a disagio e si fiondò nel
primo negozio di dischi che trovò.
Corse a cercare il disco che voleva e per fortuna lo trovò subito, ma non arrivava al ripiano
"Ehi ragazzina! Questo non è il reparto delle sigle dei
cartoni!" davanti a lei c'era un ragazzo con i capelli rossi come i
suoi e gli occhi grigi come il fumo, puzzava anche un po' di tabacco,
portava una giacca di pelle e una maglietta rossa con il logo degli
Winged Skull, a quanto pare avevano gli stessi gusti musicali
"Lo so bene, ho solo bisogno del nuovo disco di quella che sembra
essere la NOSTRA band preferita" disse indicando la maglietta del
ragazzo
"e dopo vado a vedere se trovo la sigla dell'Ape Maia, il problema
è che non ci arrivo" il rosso scoppiò a ridere e quella
risata fece sorridere anche lei
"Gli Winged Skull eh... hai buon gusto ragazzina!"
"Lo so, grazie mille" rispose e fece una specie di reverenza, il ragazzo le porse il disco che nel frattempo le aveva preso
"Comunque io mi chiamo Castiel" le disse con un ghigno
"Piacere Cècile..." guardò l'orologio "Cazzo mi devo
muovere! Fra dieci minuti arriva il treno! Mi dispiace ma devo andare,
ci vediamo in giro!" gli sorrise, corse alla cassa e andò verso
la stazione il più velocemente possibile.
Arrivò giusto in tempo, salì sul treno e si infilò
le cuffie, ripensò a tutti gli incontri che aveva fatto quel
giorno, aveva incontrato cinque ragazzi nuovi ed un vecchio amico, non
era sicura che avrebbe rincontrato Castiel, il ragazzo del negozio di
dischi, l'importante però era che quel Mercoledì avrebbe
rivisto Nathaniel, non sapeva se lo aveva fatto apposta o se gli era
sfuggito di dirle che sarebbe tornato lì il Mercoledì
successivo, ma a lei andava bene così, quel ragazzo era lo
specchio della perfezione, sentiva di potersi fidare di lui come di
poche altre persone al mondo, era stato molto bello il tempo che aveva
passato insieme a lui commentando la trama di uno o un altro libro,
confrontando gusti e punti di vista, le ricordava il principe azzurro
delle fiabe, quello che dopo Lorenzo non aveva più pensato di
incontrare, il primo l'aveva delusa molto, ma con il biondo sentiva che
sarebbe stato diverso, forse sbagliava a fidarsi così di uno
sconosciuto, ma sentiva di poterlo fare e l'avrebbe fatto.
Arrivò alla stazione diopo circa venti minuti e vide subito sua
zia Agata da lontano, a differenza di suo fratello, il padre di
Cècile, era una donna eccentrica che voleva stare a tutti i
costi al centro dell'attenzione, infatti non andavano molto d'accordo,
ma Cècile sapeva tirare fuori il suo lato buono in qualche modo,
adorava sua nipote e Cècile le era molto affezionata, questo non
toglieva però che spesso in presenza della zia si sentisse in
imbarazzo, esattamente come in quel momento, aveva un vestito
cortissimo di paillettes argentate, le extention lunghissime e bionde,
i tacchi più alti di lei, truccata in modo pesantissimo ed era
piena di gioielli, neppure caratterialmente era molto simile alla
nipote , anzi, erano il giorno e la notte ma forse proprio per quello
le avrebbe fatto bene stare con lei dopo quello che le era successo
negli ultimi sei mesi
"Topolona di zia! Come stai?" le corse incontro e l'abbracciò
"Ciao zia, tutto bene tu?"
"Non ti immagini nemmeno quante cose ti devo raccontare amore mio!"
Era ufficialmente arrivata, sua zia parlava senza smettere neppure per
riprendere fiato, lei ascoltava fingendo interesse e pensò
-Benvenuta in Francia Cècile...benvenuta a casa...-
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