Aspettando Marzo

di MissRosalie42
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Capitolo sessantuno
Accontentarsi
19 febbraio
 
Filo: Ei, è da un po’ che non ti fai sentire, ti sei già stancato di me?
Elia: Sono stato un po’ preso dallo studio
Filo: In realtà anche io. Hai da fare domenica? Ho casa libera
Elia: Domenica non posso proprio, cose di famiglia, scusa
Filo: Sabato? Devo finire il progetto, mi mancano alcune foto
Elia: Ti serve un modello?
Filo: No, era solo per vederci
Filo: Se ti va ancora di vedermi per stare insieme, ovviamente
Elia: Sì che mi va, perché non dovrebbe. Mi fai sapere dove e a che ora?
Filo: Sì il tempo che mi organizzo e ti dico tutto
 
“Lo hai già letto questo capitolo” disse Silvia.
“Cosa?” borbottò Eva, riemergendo dai propri pensieri.
“Lo hai già letto” ripeté l’amica, indicando il libro su cui Eva avrebbe dovuto studiare e concentrarsi. Sana annuì per confermare.
“Ah, sì” disse l’altra, distrattamente, girando una pagina.
Silvia e Sana rimasero in silenzio per un po’, guardandola.
“Anche quello” le disse infine Sana.
“Davvero?” fece la rossa, sorpresa. “Non ricordo niente.”
“Sì. Eva, ma stai bene?”
La ragazza scosse la testa.
Silvia le si avvicinò, strisciando sul tappeto per mettersi proprio accanto a lei. Sana, che era seduta sul letto, scivolò giù e si sedette anche lei per terra di fronte alle amiche.
Le tre ragazze erano a casa di Eva. Avevano trascorso la prima parte del pomeriggio perdendosi un po’ in chiacchiere, soprattutto su Luchino, che sembrava ormai l’argomento preferito di Silvia, e poi finalmente avevano deciso di mettersi a studiare seriamente.
“Che succede?” domandò ancora la bionda, con estrema gentilezza.
“Fede… Federico. Vuole portarmi a una cena di famiglia questo weekend.”
Silvia e Sana attesero qualche altro dettaglio, che non arrivò.
“E cosa c’è di brutto? Sei nervosa? Guarda che sei stupenda e meravigliosa e bellissima e simpatica, nessuno può fare una figura migliore di te” le disse Silvia, mentre Sana sorrideva intenerita.
Eva le sorrise, riconoscente.
“Non è questo. È che semplicemente non mi va.”
Le due ragazze osservarono l’amica con attenzione. Non sembrava particolarmente turbata, solo un po’ triste.
Sana si schiarì la voce.
“Non ti va di conoscere la sua famiglia perché potrebbe essere un po’ imbarazzante, o non ti va di ufficializzare la tua relazione con Federico in generale?”
Eva rimase in silenzio. Nessuno sapeva leggerle nel pensiero come Sana, neppure Eleonora o Giovanni. Era una specie di dono naturale.
“Ha fatto qualcosa di brutto? Ha baciato un’altra o cose simili?” chiese Silvia.
“No, no” si affrettò a chiarire Eva. “Soltanto che… lo so che abbiamo solo diciassette anni ma…” si interruppe, incapace di trovare le parole per esprimere come si sentiva.
“Se pensi al tuo futuro, lui non c’è” continuò Sana per lei.
“Esatto.” Eva la guardò dritta negli occhi. “Non parlo di un futuro lontano eh, tipo matrimonio e figli. Non voglio neanche pensarci a queste cose” disse ancora. “Ma parlo di cose semplici. Tipo festeggiare la maturità, o frequentare il primo anno di università. Quando penso a come sarà la mia vita in quei momenti, voi ci siete sempre, ma lui no.”
Calò il silenzio, perché le due ragazze non sapevano cosa dire.
“Io lo vedo il mio matrimonio con Luca” disse poi Silvia. “E la nostra casa, e i figli, e stare con lui per tutta la vita. Lo so che è sciocco perché potrebbe succedere qualunque cosa nel frattempo e queste cose potrebbero non succedere mai, ma adesso io sto bene con lui, mi piace come mi sento con lui, penso che mi sto innamorando davvero di lui. Se sei innamorata è normale pensare a queste cose anche se sono un po’ sceme e lontane, no?”
Il silenzio persistette, con Eva che guardava Silvia confusa.
A Sana sfuggì un sorriso.
“Quello che vuole dire è che forse non sei innamorata di Federico.”
“Sì, infatti” confermò Silvia, che non aveva capito che Eva non aveva afferrato quello che voleva dirle. “Perché stai con lui? Solo perché è bello?”
Bello… non esageriamo” bofonchiò Sana.
Eva e Silvia risero.
“Sto bene con lui” rispose semplicemente Eva.
“Da quando vi conosco non avete fatto altro che dirmi che non dovevo accontentarmi” disse Silvia, in tono un po’ risentito. “Però tu puoi accontentarti in questo modo? Non vale.”
“Non mi sto accontentando!” si difese la rossa.
“Secondo me sì” replicò la bionda, con il tono di chi la sa lunga.
Eva guardò l’altra, in cerca di solidarietà.
“Non avrei mai pensato di dirlo, ma Silvia ha ragione su tutta la linea” sentenziò Sana.
 
Marti: Nico, ti prego, rispondimi. Mi manchi così tanto che mi sento soffocare.

Fine capitolo sessantuno




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