Danganronpa FF- Limbo of Despair

di Master Chopper
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Danganronpa  FanFiction

Limbo of Despair

Chapter 3: Chekovs Gun just waiting to go off (and well never, ever meet again)

(Part 5)  Daily Life

 

 

“ Fujima! Aspetta !” Per quanto Nishizaka avesse tentato di fermarla, nemmeno la sua voce poté interrompere l’Ultimate Toxicologist.

Un istante dopo aver guardato il video, la ragazza era corsa via senza guardarsi indietro. Qualcuno era sobbalzato per lo spavento sentendo la sua sedia schiantarsi al suolo, mentre altri erano rimasti impietriti dall’orrore.

“ Monokuma… bastardo !” L’Ultimate Web Personality si voltò furente verso l’orso di pezza, ancora seduto tra di loro.

“ Oho ?” Gongolò lui, per nulla intimidito.

“ Non osare mai più prenderti gioco dei miei amici !” Urlò la ragazza, avventandosi su di lui con chiari intenti omicidi. Prontamente venne bloccata da Ebisawa, intervenuto appena in tempo per fermarla.

“ Ehi! Se lo tocchi rischi di morire !” Provò a ricordarle l’Ultimate Radio Host, ma la rosa non prestava minimamente ascolto alle sue parole, e continuava a dimenarsi cercando di scrollarselo di dosso.

“ Io ti ammazzo Monokuma! Ti ammazzo !” Ululava in preda all’ira, graffiando l’aria e la schiena di Ebisawa come se potesse colpire Monokuma.

“ Hai fatto soffrire una ragazza dolce ed ingenua come Fujima! Non hai idea di quanto lei mi abbia aiutato mentre volevo solo lasciarmi morire… e tu l’hai ridotta così !”

L’animale aspettò qualche secondo prima di riprendere parola, mostrando una voce totalmente calma.

“ Si chiama verità, non è una presa in giro.”

Il volto di Nishizaka non fece che diventare ancor più rosso, mentre le guance si incrinavano in un’espressione brutalmente deformata dalla rabbia.

“ Basta! Torniamo alle nostre camere.” La interruppe Kigiri, afferrando l’Ultimate Web Personality per i polsi, resistendo con forza ai suoi strattoni.

“ Tra poco ci sarà l’orario notturno. Anche se volessi andare a parlare con Fujima, non avresti abbastanza tempo… tutto ciò che puoi fare è aspettare domattina.” La ragazza dai capelli lilla guardò l’altra direttamente negli occhi, mantenendo la compostezza nonostante un tono di voce decisamente poco sereno.

Era evidente che lo shock di quel filmato, e di vedere Fujima correre via in quelle condizioni, avesse colpito anche lei.

Fortunatamente persino Kumagai sopraggiunse, prendendo Nishizaka dalle spalle e trascinandola verso la porta.

“ Ha ragione, Nishi… adesso non puoi fare proprio niente. Datti una calmata, vedrai che non è successo nulla di grave a Fujima.” Con uno scatto, l’Ultimate Contorsionist cinse la rosa nel più forte abbraccio che avesse mai dato.

Avvolgendola tra le braccia e facendole poggiare la testa sul suo seno, tremava appena mentre si mordeva le labbra.

Nishizaka, nonostante fosse alquanto stupita da quell’atto, mormorò con un fil di voce:

“ M-Ma lei… si sentirà così sola …”

“ Tutti noi ci sentiamo soli.” Rispose prontamente Kumagai, stringendola ancor più vicina. Sentiva addirittura il suo battito cardiaco sulla propria pancia, la sua pelle d’oca ed il respiro affannato.

“ Però siamo arrivati fin qui. Una notte da sola non è niente… non è niente.” Ripeté con voce sempre più sussurrata, fino a quando Nishizaka smise di opporre resistenza.

Nessuno tra gli studenti osava aprir bocca.

Si poteva udire solo il singhiozzio sommesso di Umezawa: lo stuntman, infatti, aveva gli occhi ricoperti di lacrime e si era portato una mano sul naso. Kigiri guardò Nashi, lanciandogli un’occhiata triste.

L’Ultimate Memory inizialmente non comprese, ma poi si guardò le mani, accorgendosi di star tremando anch’egli.

Era rabbia? Era paura?

Non aveva idea di cosa gli stesse succedendo, eppure non riusciva a togliersi dalla mente il volto buio di Fujima mentre scappava.

 

In poco tempo gli studenti abbandonarono Monokuma in Sala Computer, sapendo che comunque avrebbe trovato il modo per andarsene, e si diressero in religioso silenzio verso le proprie camere.

Nashi si tuffò sul letto, immergendo la faccia sul materasso. A stento riuscì a trascinarsi la coperta sul corpo prima di piombare in un sonno molto profondo.

 

 

 

Giorno 10

 

Il risveglio non fu dei migliori: il ragazzo sentì di aver dormito con uno schiacciasassi sulla schiena per tutto il tempo, ed il suo corpo era pervaso da brividi di freddo.

- La prossima volta mi cambio prima di andare a dormire… - Considerò, alzandosi dal materasso seppur controvoglia.

Ripensò a tutto ciò che era successo negli ultimi due giorni: la scoperta della lettera al Terzo Piano, la teoria del mastermind di Kigiri confermata da Lilith, ed infine il passato di Fujima.

Monokuma aveva detto che soltanto guardando altri Ultimate Students Backstories avrebbero potuto scoprire cosa fosse successo alla sorella dell’Ultimate Toxicologist.

- Non ha senso.- Si disse, massaggiandosi la faccia e sentendo sul suo viso i segni dello stress.

- Com’è possibile che i nostri passati possano essere collegati fino a questo punto? Dev’essere soltanto una provocazione …-

Con aria affranta osservò il comodino: immediatamente le sue sopracciglia si corrucciarono.

Lì, davanti a sé, troneggiava il Monokuma Bangle che giurava di aver lasciato in Salone la scorsa sera.

- Vuole a tutti i costi farcelo usare, vero ?- Stizzito, lo afferrò ed iniziò a cercare un posto dove nasconderlo.

Dopo un’attenta ricerca, comprese che se lo avesse lanciato sull’armadio nessuno avrebbe mai potuto più recuperarlo. Così fece, sbarazzandosi finalmente di quell’oggetto infernale.

Già più sereno, uscì dalla stanza.

 

Al suo ingresso nel Salone trovò già qualche suo compagno intento a mangiare e discutere.

“ Ti ho già detto che senza trucco sono davvero mostruosa !” Nishizaka stava parlando con Akagi.

“ Hai presente Baraka di Mortal Combat? Ecco, tipo così !” Rise la rosa, mentre il ragazzo mostrò un espressione sorpresa.

“ Aspetta… ma tu hai nominato un personaggio di un videogioco. Non sapevo fossi tipa da Mortal Combat.”

L’Ultimate Web Personality spalancò un sorriso fiero, e anche un po’ malinconico.

“ Sono praticamente cresciuta guardando mio fratello maggiore giocare… ed ovviamente tutti i giochi con componenti multigiocatore li abbiamo divorati insieme.”

Akagi annuì, per poi illuminarsi in volto.

“ E se ti chiedessi di provare un rhythm game ?!” Domandò con i pugni stretti e gli occhi sbarrati dalla gioia.

“ Ehm… non so. Ci sono tante mie amiche davvero brave, però io non me la cavo molto. Diciamo che a Shibuya, quando mi capitava di andare, preferivo frequentare i negozi e i bar, non tanto le sale giochi.” Rivelò con un po’ di imbarazzo lei, sperando di non deludere le aspettative del ragazzo dai capelli viola.

Lui però sembrò comprendere, ed anche se il suo volto si spense di tutto l’entusiasmo, riprese a parlare serenamente.

 

Intanto, ad un altro tavolo, Nashi vide Ebisawa in una posa davvero molto strana: l’Ultimate Radio Host sedeva con la schiena dritta e le braccia incrociate al petto, rigido come una statua, e con gli occhi serrati in un’espressione sofferente.

“ Che gli succede ?” Domandò preoccupato il bruno, notando come Amari, seduta di fianco al ragazzo, lo fissasse molto intensamente.

“ Ssshhh !” Sibilò prontamente la video maker per zittirlo, ed accanto Ebisawa emise un gemito sommesso.

Nashi era sempre più confuso.

“ Ebisawa ha mal di testa.” Sussurrò Amari nel suo orecchio, indicando l’Ultimate Radio Host come se non fosse già ovvio il soggetto della frase.

“ Guardalo quanto è carino !” Squittì intanto, cercando di non fare troppo rumore.

Dagli occhi chiusi del ragazzo stavano iniziando a colare delle lacrime, mentre lui singhiozzava tra sé e sé.

“ Sembra il video dello shiba inu che piange perché gli manca il padrone.” Continuava a mormorare intenerita Amari, ondeggiando con le spalle e con le ginocchia.

- Questo è sadismo però !- Pensò Nashi, provando pena per il compagno di classe.

 

La colazione proseguì tranquillamente anche quando tutti gli altri studenti si presentarono in Salone, e nessuno parlò degli avvenimenti della sera precedente. Ormai si cercava sempre di dimenticare gli eventi più brutti, come se non fossero mai avvenuti.

- Sarebbe bello… dimenticare.- L’ironia della sorte non smetteva di assillare Nashi. Rivolse lo sguardo a Fujima, intenta a parlare con Nishizaka e Zayasu con il sorriso sulle labbra.

 

A colazione finita, il ragazzo aiutò Kumagai ed Umezawa a sparecchiare i tavoli, per poi dirigersi al Secondo Piano: una boccata d’aria fresca era tutto ciò gli serviva, o almeno di ciò era convinto.

Uscendo dalla palestra, la luce solare che illuminava gli steli d’erba del prato lo accolse con un calore di cui pensava di essersi dimenticato da tempo.

Osservò a distanza le nuvole agitarsi placide nel cielo azzurro, venendo trascinate da un vento abbastanza forte, ma che in quella conca della torre non lo sfiorava minimamente.

- Chissà… non ho mai visto piovere da quando sono qui. Eppure dovremmo essere in Ottobre, ed il tempo è sempre così bello.- A distrarlo da quei pensieri fu una voce familiare la quale lo richiamò.

“ Nashit !” Fujima lo salutava dal prato ondeggiando le braccia al cielo.

“ Forse questo nomignolo è un po’ troppo offensivo !” Ribatté il bruno, avvicinandosi.

L’Ultimate Toxicologist era inginocchiata sul prato con il petto poggiato sulla schiena di Zayasu, completamente preso nella lettura di qualcosa sul suo e-Handbook.

 

“ Che fate di bello ?” Domandò, incuriosito da quella coppia che non aveva mai visto prima insieme nel tempo libero.

Un istante dopo però si ritrovò a pensare a quanto i due si fossero avvicinati negli ultimi giorni, specialmente dalla scoperta del laboratorio di chimica.

“ Stavo valutando se raccogliere le idee che mi sono venute in mente ultimamente e trasformarle in una nuova fanfiction.” Rispose l’albino, tanto concentrato da non alzare minimamente lo sguardo dallo schermo.

“ Ed io gli do i miei pareri !” Esclamò Fujima, stringendo le braccia attorno al collo di Zayasu, il quale per poco non soffocò istantaneamente.

“ Ma non stavi già scrivendo due nuove storie ?” Domandò Nashi.

“ In realtà attualmente ho ventisette fanfiction in corso. Capita a noi scrittori.” Ammise l’albino con una punta di imbarazzo, al che il bruno deglutì a fatica un nodo alla gola.

- E pensare che io non riesco nemmeno a fare due cose contemporaneamente, come leggere ed ascoltare la musica …- Pensò, vergognandosi di se stesso.

Decise di sedersi sull’erba accanto ai due, sbirciando gli appunti dei numerosi documenti di testo nell’e-Handbook di Zayasu. Non avrebbe mai creduto che qualcuno potesse sfruttare così tanto le proprietà di quel dono di Monokuma, ma forse semplicemente perché non aveva così tante idee o semplicemente creatività.

Mentre l’altro sfogliava attraverso pagine e pagine, gli cadde l’occhio su qualcosa, ed immediatamente la memoria lo riportò indietro di qualche giorno.

“ Come va con l’horror su cui stavi lavorando ?” Chiese, e Fujima sembrò altrettanto curiosa.

“ Un horror ?” Domandò la ragazza con gli occhi spalancati, sporgendosi ancor di più sulla spalla del ragazzo.

L’Ultimate Fanfiction Writer si grattò nervosamente il collo, mostrando un po’ di esitazione prima di parlare.

“ Penso che lo lascerò così.”

 

Dopo aver parlato per tutta la mattinata con Zayasu e Fujima di fan fiction, Nashi si accorse che l’ora di pranzo era ormai vicina.

I tre scesero al Primo Piano, dove già qualcuno era intento ad apparecchiare la tavola. I ragazzi si sedettero dopo solo qualche minuto, iniziando a mangiare.

Akagi e Nishizaka continuavano a discutere di videogiochi, mentre Zetsu sembrava star importunando Kigiri.

“ Fidati di me, tu sei a tutti gli effetti una waifu  !” Insisteva il ragazzo dai capelli verdi.

La ragazza sospirò seccata, cercando di terminare la discussione.

“ Non credo proprio.” Disse, fredda.

“ Ma guardati! Hai tutte le carte in regola: vestiti attillati, minigonna, treccine, fiocco, carattere un po’ tsundere e un po’ kuudere. Ti mancano solo gli occhiali e forse… no, aspetta, prova a metterti i miei.” Zetsu si sfilò gli occhiali, porgendoli a lei con un sorriso colmo di trepidazione.

Di tutta risposta, Kigiri gli rivolse uno sguardo tagliente, il quale bastò a far arretrare il ragazzo in preda ai brividi.

 

Quando ormai il pranzo era sul punto di concludersi, Nashi non poté evitare di posare lo sguardo su Takejiro: anche quel giorno il ragazzo sedeva da solo al tavolo più vicino alla porta di ingresso.

Mangiava mentre il suo sguardo era completamente puntato sulla maniglia, come se al suo minimo movimento sarebbe stato pronto a scattare.

Eppure Nashi comprendeva che non potesse continuare in quel modo. In quella caccia, sia cacciatore che preda si stavano lasciando distruggere a vicenda.

Lilith non aveva tempo di mangiare, sentendosi braccata, mentre Takejiro impiegava tutte le sue forze nel cercarla ovunque in quella torre senza alcun riposo.

- Non è questo che ho promesso di ottenere.- Decise il ragazzo, mentre la sofferenza per i suoi compagni gli esplodeva nel petto.

Si alzò, dirigendosi a passo deciso verso il corvino. Gli si sedette di fianco senza dire nemmeno una parola. E prendendosi la faccia tra le mani iniziò a fissarlo.

Non ci volle molto prima che Takejiro si voltasse verso la sua direzione. I suoi occhi rossi erano placidi e stanchi, e a stento sembravano reagire a quell’azione tanto inaspettata.

“ Che vuoi ?” Chiese soltanto, con voce spenta.

“ Non devi più pensare di uccidere Lilith.” Rispose immediatamente il bruno, cercando di apparire il più categorico possibile.

Takejiro rimase immobile per qualche secondo, un po’ stupito e sorpreso. Inarcò un sopracciglio e l’ombra di un sorriso si formò sulla sua guancia destra.

“ Se non lo fa qualcun altro sarò costretto ad ucciderla con le mie stesse mani.” Disse, come se fosse la risposta più ovvia del mondo.

Nashi scosse la testa fermamente.

“ Non ha senso farlo, che sia tu o qualcun altro! Uccidere porterà soltanto ad un’altra spirale di morte e sofferenza… lo sai già, conosci come funzionano i Class Trial.”

“ Però se uccidiamo Junko Enoshima, allora tutto questo sarà finito.” Il tono mortalmente serio e lo sguardo sostenuto di Takejiro nel pronunciare quelle parole furono come una scarica di dolore e sofferenza che colpì il ragazzo dritto nel cuore.

“ No …” Provò a rispondere, quando un rumore di passi alle sue spalle lo interruppe.

 

“ Lascialo stare, Nashi. Se gli stai vicino ti trascinerà soltanto nei guai.” Mormorò Umezawa, poggiandogli le mani sulle spalle. Quando il bruno sollevò la testa, notò come l’Ultimate Stuntman stesse guardando il corvino con uno sguardo duro.

Takejiro scrollò le spalle, accennando un sorriso divertito.

“ Sono contento che tu abbia di nuovo stretto amicizia con Nashi, Umezawa… soprattutto dopo che solo due giorni fa hai creduto che fosse un traditore.”

Quella provocazione fu molto efficace su Umezawa, il quale immediatamente digrignò i denti fissando Takejiro, tentando ancora per poco di controllarsi.

“ Che cosa vorresti insinuare? Sei stato tu il primo a dire che non ti fidavi di Nashi !”

L’Ultimate Memory avrebbe voluto fermare quella discussione prima che Umezawa reagisse in modo sbagliato, eppure Takejiro non accennava a fermarsi: dopo due giorni di sfiancante ricerca, probabilmente provocare qualcuno lo stava facendo divertire di nuovo come un tempo.

“ Sì… diciamo che l’ho fatto per dare un po’ più di azione a queste giornate noiose. E poi, se ci dovesse essere davvero un traditore, sarebbe di certo qualcuno di così stupito da essere praticamente insospettabile… tipo tu.”

Nel momento in cui l’Ultimate Liar terminò quella frase con un ghigno beffardo sulle labbra, l’Ultimate Stuntman sentì tutti i freni inibitori del suo corpo spezzarsi.

Il rosso caricò un pugno fin dietro la sua testa, ed in un attimo si avventò sul corvino colpendolo al viso.

“ Bastardo !” Il suo grido rimbombò nel Salone, attirando le attenzioni di tutti.

 

Ciò che gli studenti videro, spostando l’attenzione su quel tavolo isolato, fu Yonamine Genjo che afferrava saldamente il polso di Umezawa, prima che questi potesse raggiungere con un pugno Takejiro.

L’Ultimate Actress mostrava un volto cupo, con i suoi occhi chiari che risplendevano freddamente nella penombra. Persino l’Ultimate Liar era rimasto sconvolto dall’inaspettato susseguirsi degli eventi, e non poteva fare a meno di fissare la ragazza con sospetto e timore.

“ Ci eravamo ripromessi di non far morire più nessuno, o sbaglio ?” La voce di Yonamine vibrò nell’aria come una lama che fende il vuoto. Il suo sguardo si posò dapprima su Umezawa, ed infine su Takejiro.

“ Perciò basta stuzzicarvi a vicenda, mantenete la calma ed il sangue freddo! Riusciremo ad andare avanti soltanto convivendo pacificamente.”

Nashi ascoltò queste parole, e non poté fare a meno di ripensare a tutte le volte in cui qualcuno di loro aveva espresso lo stesso desiderio.

Solo Lilith e Takejiro si opponevano a tutto ciò, ciascuno nel nome del proprio desiderio di sopravvivenza.

Non si trattava di speranza o disperazione, ma per l’appunto di mera sopravvivenza.

L’Ultimate Liar si alzò dalla sedia, rivolgendo un’ultima occhiata colma di sospetto alla ragazza.

“ Tu… ti muovi parecchio bene per essere una semplice attrice.” Insinuò, allontanandosi ben presto dal Salone.

 

A fine pranzo Nashi si ritrovò a vagare senza una meta in giro per il Primo Piano.

Una sensazione di tristezza non accennava a lasciarlo dal suo incontro con Takejiro. In cuor suo sentiva che sarebbe andata a finire così, e forse proprio per questo motivo nei giorni precedenti aveva evitato di parlargli.

Eppure, se non l’avesse mai fatto, non avrebbe potuto comprendere ancor meglio i suoi sentimenti.

“ Ti vedo un po’ scosso.” Una voce saltata fuori dal nulla lo sorprese mentre era a bordo del suo treno di pensieri.

Voltandosi, il ragazzo trovò Yonamine appoggiata sullo stipite della porta della sua stanza, intenta a guardarlo con un leggero sorriso.

Lui non poté fare altro se non annuire, rilasciando un sospiro che rappresentava perfettamente tutta la tensione accumulata.

“ Già c’è Monokuma che non ci dà pace, se manca la fiducia tra di noi non usciremo mai di qui vivi.” Accennò con tono scherzoso agli avvenimenti degli ultimi giorni, in realtà tra i più bui e drammatici a cui avesse assistito.

- Dubitare di noi stessi …- Pensò con crudele ironia, sentendosi subito in colpa di aver pronunciato quelle parole.

- Ancora non riesco a capire se sto accettando o meno la presenza di un mastermind tra noi !-

“ Fortunatamente c’è Kigiri che sa tenere a bada la situazione meglio del previsto.” Rispose l’attrice, sollevata.

L’Ultimate Memory non riusciva a smettere di pensare a ciò che era successo poco prima, e di come la ragazza che adesso gli si parava di fronte, addirittura più bassa e minuta di lui, avesse fermato un pugno di Umezawa materializzandosi tra di loro in un istante.

 

“ Anche tu prima hai saputo gestire molto bene il litigio tra Umezawa e Takejiro, Yonamin- …”

“ Masuku.” Lo interruppe lei, sorridendo.

“ Eh ?” Il ragazzo non era certo di aver compreso bene, e si soffermò sull’espressione sollevata dell’Ultimate Actress con molta confusione.

“ Il mio vero nome non è Genjo, ma Masuku: Yonamine Masuku. Chiamami pure così, da ora in poi.”

Sul volto di Nashi si dipinse una maschera di puro disorientamento.

“ Ma… cosa ?”Riuscì appena a balbettare, non riuscendo a spiegarsi se la ragazza lo stesse prendendo in giro o meno.

“ Hai appena detto tu che se manca la fiducia non usciremo vivi di qui, quindi sono stata sincera.” Senza dubbio l’attrice era molto contenta di starsi dichiarando in quel modo, come se improvvisamente un grosso macigno le si stesse scostando di dosso.

“ E poi, sicuramente il mio passato verrà a galla tra poco, grazie a Monokuma.” Sospirò, scostando lo sguardo e fissando il vuoto con aria pensierosa.

Nashi intuì allora che gli stesse venendo detta la verità, e così lo accettò senza provare a metterlo minimamente in dubbio.

Sicuramente la ragazza con cui stava parlando gli aveva mentito in passato, ma in quel momento non aveva nemmeno in considerazione quella prospettiva.

“ Per caso il tuo falso nome ha a che fare con il fatto che hai mentito a tutti sul tuo sesso ?” Domandò il ragazzo, semmai adesso ancor più curioso riguardo tutto ciò che lei gli aveva tenuto nascosto.

Yonamine Masuku annuì, smorzando tuttavia il suo sorriso.

“ Anche se non era un falso nome… in realtà apparteneva a colui che mi ha salvato la vita.” Rivelò, portando con la sua voce un carico di tristezza e malinconia così evidente da venir percepito istantaneamente dallo stesso Nashi.

“ Yonamine Genjo …” Mormorò lui, atono.

Tutto ciò che sapeva di Yonamine Genjo era che fosse l’attore più acclamato in Giappone, tanto da essersi goduto il titolo di Ultimate Actor e con quello l’ingresso alla Hope’s Peak Academy.

La sua pausa di riflessione durò poco, perché infatti l’attrice iniziò a parlare con la stessa sofferenza nella voce di poco prima.

“ Ero solo un’orfana sul ciglio della strada quando lui mi ha trovato… aveva la mia stessa età, ed era molto gentile. Siamo cresciuti insieme, appassionandoci della recitazione e di tutto ciò che piace ai ragazzini, come se fossimo fratelli.”

Nashi comprese come quella storia fosse ardua da raccontare per Masuku, e si stava sinceramente pentendo di averla involontariamente costretta a rievocare forse dei tormenti del passato.

“ Lui …” Provò a domandare, ma uno sguardo colmo di pena da parte di lei lo interruppe.

“ Morì.” Lo anticipò secca e fredda quanto l’aria in quel momento nel corridoio.

“ Mentre mi abbandonava, il suo ultimo desiderio fu che io continuassi a recitare. Così, per tutti questi anni… Genjo non è mai morto per nessuno.” Terminò, portandosi una mano agli occhi per asciugare delle piccole lacrime.

“ Ho interpretato il suo ruolo fin’ora. Una volta per tutte mi libero dalla sua maschera.”

Nashi era rimasto turbato da quel racconto, ed il ricordò di una frase detta da Mitsuko Atsuki prima della sua morte gli tornò in mente:

 

“ Nel cuore di Genjo Yonamine leggo ancora che ha paura di aprirsi alla fiducia… ”

 

“ Sai …” Mormorò allora con voce rotta.

“ Mitsuko avrebbe tanto voluto che tu ti fossi liberata di questo peso.” Il ricordo dell’Ultimate Hexer nell’ultima discussione avuta gli procurava un dolore immenso.

Soltanto in quel momento comprese quanto le persone potessero desiderare la speranza e la felicità altrui, e di quanto fosse bello poter esaudire quei desideri. Ripensò a Mitsuko con un dolce sorriso sulle labbra, venendo ricambiato da parte di Masuku.

“ Spero… di andare comunque d’accordo con tutti voi. Qualunque sia il vostro passato, qualunque siano i vostri segreti, io accetterò tutto.” Dichiarò l’Ultimate Actress, parlando finalmente con il cuore

L’Ultimate Memory sentì per la prima volta qualcuno ripetere ciò che provava come se fossero sue parole, commuovendosi per la gioia di aver raggiunto quel traguardo.

 

La giornata trascorse senza altri intoppi fino all’ora di cena, quando tutti gli studenti si radunarono in Salone.

Al loro ingresso, poterono notare l’inaspettata presenza di Monokuma seduto su di un tavolo centrale con aria placida.

“ Chi ha invitato lo sgorbio ?” Domandò stizzita Kumagai, passando accanto all’animale e dirigendosi verso la cucina senza degnarlo di un’occhiata di troppo.

L’orso, di tutta risposta, scoppiò in un fiume incontrollato di risolini, coprendosi il muso con le zampette rotonde.

“ Cosa trovi di così divertente ?” Gli domandò allora Zetsu, piegandosi con le mani sulle ginocchia per poterlo fronteggiare con sguardo serio.

L’altro smise improvvisamente di ridere, rimanendo paralizzato con il suo mezzo ghigno.

“ Perché è così spassoso …” Mormorò trattenendo altre risate, per poi rivolgersi a Nashi, appena dietro il suo amico dai capelli verdi.

“ È così spassoso distruggere le vostre speranze! Figuriamoci quando ridurrò a pezzetti colui che si considera il portatore di speranza in grado di tenermi testa !”

L’Ultimate Memory trasalì.

“ Cosa intendi ?” Domandò, per quanto volesse sembrare il più distaccato e coraggioso possibile.

“ Adoro gli Ultimate Students Backstories! Sono un mezzo così ingegnoso per farvi soffrire e sgretolare fino alla disperazione !” Monokuma esplose infine in un’ultra, ancor più chiassosa, risata di disprezzo.

Scomparve poco dopo, lasciando il bruno con il suo sconforto.

 

I ragazzi cenarono senza aprir bocca. Le attenzioni di tutti erano rivolte proprio all’Ultimate Memory, il quale consumava il proprio pasto con molto sforzo.

“ Ehi… non dobbiamo guardarlo per forza. Andiamo tutti a dormire e facciamola finita.” Disse Zetsu quando ebbe finito di mangiare, affiancando l’amico e posandogli una mano sulla spalla con fare confortante.

“ Il mio passato …” Mormorò l’altro, senza nemmeno rivolgersi a lui.

La mente di Nashi era in balia della confusione, in quanto davvero non aveva alcuna idea di cosa aspettarsi.

- Io non ho passato… non ho famiglia, ed i miei unici amici sono qui con me adesso. In che modo Monokuma ha intenzione di convincermi a cedere alla disperazione ?- Questo atroce dubbio metteva ancora una volta in evidenza la pericolosa imprevedibilità di Monokuma, ovvero il più grande ostacolo che avesse affrontato.

“ Vuoi davvero sapere cosa voglia mostrarti Monokuma ?” Una voce del tutto inaspettata lo tirò fuori dalle sue preoccupazioni.

Ebisawa Shoko si stagliava in tutta la sua altezza, guardandolo con un’espressione seria e composta.

Il bruno non riuscì a credere a quanto stesse vedendo, eppure la freddezza dell’Ultimate Radio Host era più vera che mai.

Senza aggiungere altro, Ebisawa gli diede le spalle e si incamminò con le mani nella tasca della giacca viola verso la Sala Computer.

“ C-Che gli prende? Non stava male appena stamattina ?“ Si chiese sbalordita Amari, cercando di raggiungere il ragazzo con passo affrettato.

Mossi dalla curiosità di quel comportamento completamente fuori dal comune, tutti i ragazzi ben presto si accinsero a seguire il radio host.

 

“ Ho capito cosa credi di aver fatto, Ebisawa !” Esclamò Monokuma, apparendo davanti alla porta della stanza prima che gli studenti potessero varcarla.

“ Ti ho visto stamattina mentre cercavi di disattivare tutti i computer. Purtroppo per te, io ho il completo controllo della tecnologia qui nella torre, quindi mi basta uno schiocco di artigli per farli ripartire.” Annunciò gonfio in petto.

Davanti a sé, il ragazzo con le cuffie nelle orecchie non fece una piega, e rispose con una smorfia saccente:

“ Davvero ?“

E con uno sbalzo di prepotenza, aprì la porta.

Al centro della Sala Computer, sul pavimento, troneggiava una matassa di cavi di tutti i tipi, staccati dai rispettivi computer ed attorcigliati con molteplici nodi.

A questa visione, l’orso di peluche spalancò la bocca munita di denti, stringendosi il volto tra le zampe dal terrore.

“ Nooo !” Ululò sofferente, mentre tutti gli studenti osservavano con terrore, ma altrettanto rispetto, quell’opera di caos.

“ Immaginavo che potessi controllare i computer. Purtroppo per te, il più grande problema legato all’informatica è quando i cavi si attorcigliano tra di loro… ti servirebbe un equipe di backliner per risolvere quel disastro in circa due ore. Buona fortuna !” 

Dopo aver pronunciato quelle parole con l’orgoglio di un vero eroe, Ebisawa si voltò verso i suoi compagni a testa alta.

Rivolse il suo sguardo a Nashi, il quale lo fissava con occhi colmi di stupore, spalancando un ghigno vittorioso.

“ Ancora ce l’ho con te per avermi detto che dormo sempre nello scorso Class Trial! Spero che almeno così ti abbia fatto capire quanto io sia figo.” Rise, pieno di sé.

A distanza, Amari aveva delle cascate di bava che gli fuoriuscivano dalla bocca, mentre sulla sua testa le orecchie da gatta finta si arricciavano ad intermittenza.

“ Amo quando gli stupidi che dormono sempre e sembrano inutili fanno i fighi !” Squittì, soffocando un gemito di piacere.

“ Lo stai più insultando che altro !” Le fece notare Nishizaka, un po’ in disaccordo.

Tuttavia, Nashi ispirò a pieni polmoni prima di aprir bocca.

“ Grazie, Ebisawa.” Disse con un sorriso sornione in viso, sentendosi onorato dell’amicizia del ragazzo di fronte a sé.

 

Mentre Monokuma piangeva a dirotto, cercando di sbrogliare i cavi, gli studenti lo chiusero dentro anche stavolta senza pensarci due volte.

L’Ultimate Memory girò la chiave, tirando un sospiro di sollievo.

- E anche la giornata di oggi è finita.- Osservò i suoi compagni andarsene verso le proprie camere, e fu contento di potersi ritirare anch’egli con la serenità nel cuore.

Quando dovette attraversare il Salone, però vide che qualcuno era rimasta da solo, lì seduto.

“ Takejiro …” Lo richiamò il ragazzo, sorpreso dal trovarlo ancora in Salone.

Il corvino sollevò la testa dal tavolo, ed il cappuccio si scostò appena dal volto per mostrare i suoi occhi scarlatti.

“ Ehi …” Sospirò con molta stanchezza.

Per Nashi non era una novità come l’altro ormai mancasse di flemma, eppure lo sentì ancor più abbattuto che mai.

Senza esitare si sedette al suo fianco, poggiando il capo tra le braccia incrociate sul tavolo.

Sentì come il ragazzo lo stesse guardando dall’alto con sospetto, ma poi si tranquillizzò e lasciò poggiare la testa sullo schienale della sedia.

“ Come ti va? Stai passando dei brutti momenti a quanto pare, e Monokuma ce l’ha con te.” Domandò con sottile ironia l’Ultimate Liar, tirando in su le ginocchia.

“ Già. Non c’era un detto, tipo “se tutti mi vogliono uccidere è perché sono forte” ?” Mormorò il bruno con la voce soffocata tra le braccia.

Takejiro fece una smorfia di indifferenza.

“ Forte? Tu? Mah… se vogliamo contare che chi è sopravvissuto fin’ora sia forte, forse ti puoi considerare tale. Però Monokuma ti vuole spezzare per quel tuo modo di fare un po’ troppo, come dire… ?”

E mentre cercava le parole giuste, Kigiri sopraggiunse con la sua solita silenziosità.

“ Speranzoso ?” Suggerì, apparendo senza alcun preavviso e facendo sobbalzare sulle sedie sia Takejiro che Nashi.

“ Ma perché tutti hanno l’abitudine di avvicinarsi di soppiatto ?!” Sbraitarono all’unisono i due ragazzi, con il battito cardiaco così forte da risuonare in tutto il Salone.

La criminologa trattenne un sorriso per gentilezza, e si sedette tra di loro.

 

“ Allora, volendo ipotizzare che ci sia un osservatore in combutta con Tabata Bussho tra di noi, chi credete che sia ?” Domandò di punto in bianco non appena il silenzio sembrava esser tornato a far da padrone.

Gli studenti, colti a bruciapelo, le rivolsero un’occhiata sbigotti.

“ Lilith.” Rispose Takejiro non appena si fu ripreso, tornando a sedersi in modo composto.

Nashi arricciò il naso, guardando il compagno con molta tristezza.

“ Non lo so …” Rispose infine a Yoko, senza riuscire a fronteggiare il suo sguardo.

La ragazza annuì comprensiva, ma non espresse alcun commento.

“ Secondo voi come si dovrebbe comportare un infiltrato del mastermind ?” Continuò allora.

“ In che senso ?” Chiese Takejiro, mortalmente serio.

“ In che modo dovrebbe presentarsi e relazionarsi con noi, mentre finge di essere uno studente rapito ?” Insistette lei, ed a quel punto fu Nashi a rispondere per primo.

“ Non dovrebbe minimamente dare l’impressione di essere un infiltrato, ovvero dovrebbe comportarsi esattamente come noi altri.” Realizzò il ragazzo, alzando finalmente il capo.

“ Ehi, ehi !“ Li interruppe Takejiro, per nulla d’accordo.

“ State forse insinuando che, proprio perché Lilith è sospetta, in realtà non è in combutta con il mastermind? E allora perché sa più di noi riguardo cos’è successo alla Hope’s Peak, o riguardo Junko Enoshima ?”

Kigiri si prese un attimo di respiro, portando indietro la schiena per poi rivolgere un profondo sguardo al corvino.

“ Eppure ci sono altre persone qui che hanno altri ricordi precedenti al nostro arrivo qui.” E posò i suoi occhi lilla sull’Ultimate Memory, il quale strinse le labbra, consapevole di cosa volesse dire.

“ Io ricordavo il nome di Nashi… Nashi stesso sa tutto ciò che è successo fino all’avvento de La Tragedia, compresa la nostra vita scolastica. E tu, Takejiro …”

Con un secondo sguardo, stavolta molto più intenso, la ragazza sembrò perforare da parte a parte l’Ultimate Liar, inchiodandolo alla sedia con un’espressione tesa in volto.

“ Tu sai chi è Junko Enoshima, vero? È stato due giorni fa, mentre tutti noi sembravamo averla sentita per la prima volta, tu in qualche modo l’hai riconosciuta. Anche tu hai dei ricordi legati a quanto ci è successo …”

Spiegò con tono fermo, mentre la faccia del ragazzo di fronte a sé si faceva sempre più cupa.

“ C’è soltanto …” Furono le sue prime parole, pronunciate con tono grave ed inspiegabilmente tetro.

“ C’è soltanto terrore nella mia testa quando penso a Junko Enoshima. Non ho idea di chi sia, ma ricordo soltanto… un’angoscia e una sofferenza che non vorrei più riprovare.”

L’Ultimate Liar si racchiuse in silenzio per qualche istante, sentendosi addosso lo sguardo sorpreso dei due. Sbatté violentemente i pugni sul tavolo con un gesto improvviso, ed un ghigno divertito si aprì tra le sue guance.

“ Siete liberi di non credermi, tuttavia! Anzi, questo mi rende soltanto uno dei possibili sospettati per essere un traditore, no ?” Sghignazzò beffardo, quanto cinico.

D’un tratto però, si accorse del silenzio che aleggiava in quella sala, e fin troppo racchiuso nell’attesa di sapere cosa stesse succedendo sollevò la testa.

Trovò soltanto lo sguardo immutato di Kigiri, e gli occhi colmi di fiducia di Nashi.

“ Non credo proprio.” Prese parola proprio l’Ultimate Memory, rivolgendosi a lui.

“ Mi fido della tua memoria! Se davvero hai associato a Lilith una sensazione così terribile, capisco ora perché senti di volertene liberare: ci vuoi mettere in salvo da ciò che hai provato nei tuoi ricordi.”

Sentendosi dire tutto ciò, l’Ultimate Liar scostò lo sguardo, mordendosi il labbro.

Nonostante ciò, sentiva ancora Nashi guardarlo con fare così compassionevole, e non poté fare a meno di serrare i pugni con forza.

“ L-Lasciami stare! Non è come dici tu !” Sbottò, frapponendosi con un braccio per distanziare il bruno mentre ancora evitava il contatto visivo.

Questa volta Kigiri sorrise davvero.

“ Ti ci metti anche tu, adesso ?!“ Si lamentò esasperato il corvino, fino a quando persino Nashi non scoppiò a ridere, divertito dal suo comportamento.

“ La volete piantare ?!” Urlò per l’ultima volta, completamente rosso in viso. Quando notò che i due non accennavano a tornare seri, si alzò dalla sua sedia borbottando tra sé e sé.

 

 

Giorno 11

 

Nashi si svegliò di soprassalto, probabilmente messo a disagio dalla sua posizione di sonno.

Nel momento in cui spalancò gli occhi si rese conto di trovarsi sul pavimento della propria camera, ed il freddo contatto con il suolo gli faceva battere i denti.

Si sollevò di scatto, così confuso da urtare contro il letto alle sue spalle. Barcollò inciampando, fino a quando non si fermò con una mano poggiata sulla parete.

Era ricoperto di sudore, ed il suo cuore non smetteva di pulsare a ritmo della sua agitazione crescente.

 

- No… !- Si disse soltanto, mentre un sensazione di angoscia e timore, forse il vero motivo dei suoi brividi, lo pervadeva dalla testa ai piedi senza dargli tregua.

Come un lampo si fiondò sulla porta, spalancandola e saltando in corridoio. Le pareti sibilavano attorno a lui, mentre si lanciava in una disperata corsa verso il Salone.

Irruppe nella stanza, ed immediatamente con i suoi occhi privi di pace alcuna iniziò a scandagliare la folla dei suoi compagni.

“ N-Nashi ?” Lo richiamò Nishizaka, preoccupata dal suo comportamento così inusuale.

Il ragazzo non perse nemmeno un istante, e dopo aver accertato ciò che doveva, corse verso la porta del bagno.

“ Aspetta, Nashi !” Urlò Kigiri per fermarlo, ma quando lo vide sparire oltre la soglia del bagno comprese che fosse diretto verso l’ascensore.

Decidendo prontamente cosa fare, nonostante la tensione rallentava di poco i suoi pensieri,  si diresse verso l’ascensore nel rispettivo bagno.

 

Nel momento in cui Nashi eruppe dalla palestra al Secondo Piano, seguito poco dopo dalla criminologa, lo attese una visione alla quale non avrebbe potuto credere altrimenti.

Takejiro Kurisu e Lilith Kurenai erano avvinghiati in lotta sul prato, mentre il corvino sollevava un pugnale cercando in tutti i modi di ferire la rossa.

“ Muori !” Sibilò nello sforzo l’Ultimate Liar, ricevendo come risposta solo un ghigno contratto dalla fatica di Lilith.

Immediatamente i due studenti che stavano assistendo a tutto ciò puntarono il braccio armato di Takejiro, bloccandolo con tutte le loro forze.

“ Basta, Takejiro !” Ordinò Kigiri, cercando di trascinare il ragazzo, aiutata dal bruno. Nonostante fossero in due, l’altro scalciava e si opponeva con la forza di una furia.

Non appena ne ebbe l’opportunità, Lilith balzò all’indietro, distanziandosi immediatamente. Atterrò al sicuro, riassumendo un sorriso a dir poco estasiato.

“ Miei salvatori !” Esclamò con falsa ammirazione verso i due.

Nashi, tuttavia, non aveva il suo sguardo puntato né su di lei, e tantomeno su Takejiro. I suoi occhi avevano individuato qualcosa a distanza: un colore che da tempo sperava di non rivedere più.

Nonostante sentisse le forze abbandonarlo, mosse un passo in avanti. Poi un altro.

Takejiro e Kigiri videro ciò lui aveva visto, e semplicemente lo seguirono con lo sguardo in attesa. Lilith lo lasciò passare senza aprir bocca, seppur avesse un sorriso di nefasta gioia in volto.

 

In fondo al prato, appena sotto la statua in pietra di Monokuma, c’era un drappo avvolto attorno a qualcosa. Lì affianco era distesa per terra una testa di gomma con disegni di muscoli, nervi ed ossa, sicuramente appartenente al manichino anatomico del laboratorio.

Il dettaglio più nauseante però, era che la zona d’erba attorno a questi elementi fosse colorata di un rosso sporco ma intenso, il quale emanava un odore pungente sotto il sole mattutino.

Anche il telo, finalmente riconoscibile come il drappo di una bandiera dell’ufficio della presidenza, era impregnato di quel colore. Addirittura, dal tessuto si stava dilagando una chiazza viscosa proprio sotto lo sguardo atterrito del ragazzo.

Nashi sapeva di cosa era circondato: sangue.

Si accasciò sul prato, non avendo più delle gambe che riuscissero a sostenere il peso del suo corpo. Mosse una mano tremante verso la bandiera, scostandola appena.

“ Cosa… ?” Fu sul punto di domandargli Kigiri, sopraggiungendo, quando anch’ella ebbe modo di assistere alla vista che aveva appena tolto il fiato dal ragazzo.

 

Avvolta dalla bandiera insanguinata, giaceva una testa, questa volta umana. La base del collo era stata recisa, riducendosi a lembi di carne violacea. Il viso, o dove ce ne sarebbe dovuto essere uno, era ricoperto da un’ustione scura che sembrava aver carbonizzato la pelle fino ai muscoli facciali.

Non presentava più nemmeno un capello, ma solo sottili tagli lungo tutto il cranio.

La criminologa trasalì, non potendo nemmeno lei rimanere impassibile di fronte ad un tale orrore.

Uno squillo interruppe il silenzio, risuonando all’aperto.

“ Pim pom pam pom ! È stato ritrovato un cadavere. Trascorso un breve periodo di tempo libero si terrà un Processo di Classe.”

Nessuno prestò attenzione al monitor sulla parete quando apparve Monokuma per dare il tremendo annuncio.

L’Ultimate Majokko aveva spezzato il suo ghigno, e si limitava a fissare i due studenti davanti alla testa mozzata in attesa di una loro prossima risposta.

Alle sue spalle, Takejiro fremeva ancora dalla rabbia, ma il coltello gli era stato preso da Kigiri, e forse per questo esitava ad attaccare Lilith anche se rappresentava un bersaglio così facile.

 

“ Nashi …” Prese parola la criminologa, seppur il peso di quella scoperta le rendesse difficile anche solo parlare.

Posò una mano sulla schiena del bruno, il quale rimase immobile come una statua, anche se era fragile come una lastra di vetro.

“ Il manichino anatomico e la bandiera… provengono dal Terzo Piano. Dobbiamo andare lì, prima di tutto.”

“ Cosa intendi dire ?“ Ringhiò l’Ultimate Liar, avanzando verso di loro.

“ Abbiamo la risposta sotto gli occhi stavolta! La colpevole è sicuramente Lilith, l’ho trovata qui prima che voi arrivaste !” Nonostante stesse sfidando la lilla con uno sguardo truce, questa non si scompose per niente.

“ Colpevole per aver ucciso chi ?“ Domandò allora lei, sottolineando l’ultima parola.

Il corvino si ritrovò spiazzato da quella domanda, non comprendendone il significato. Successivamente, volse la sua attenzione verso la testa.

Non c’erano né capelli né tratti somatici riconoscibili. Era la testa di nessuno.

“ Il resto del cadavere non può essere lontano …” Aggiunse Kigiri, stavolta stringendo la giacca di Nashi con forza.

 “ E se al Primo Piano non abbiamo sentito alcuna puzza di sangue, deve per forza trovarsi al Terzo Piano. Se non identifichiamo il cadavere, come possiamo anche solo iniziare l’investigazione e decidere chi è il colpevole ?!” Forse per la prima volta da quando era lì, l’Ultimate Criminologist usò un tono di voce più alto del normale.

Il corvino si ammutolì, mentre il ragazzo ai suoi piedi venne attraversato come da una scossa elettrica.

L’Ultimate Memory non aprì bocca, ma si alzò immediatamente al fianco di Kigiri.

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo d’intesa, seppur colmo di tristezza: rimanere lì non avrebbe avuto senso.

Così, per scoprire a chi appartenesse quella testa, corsero verso gli ascensori, diretti al Terzo Piano.

 

I cinque minuti per Nashi passarono in un secondo. Quando emerse dal bagno lo accolse un odore ancor più disgustoso del sangue stesso.

Non riuscì immediatamente a comprendere cosa fosse quella puzza che appestava l’aria, e comunque non ci volle prestare molta attenzione. Ritrovò Kigiri non appena svoltò per imboccare il corridoio nord, e poté notare come tra di loro ci fosse un percorso formato da macchie di sangue, il quale proseguiva sotto la porta della Sala Musica.

Si stavano probabilmente perdendo altri dettagli, ma la curiosità mista all’immagine terrificante di quel cranio sfigurato accecava ogni loro intenzione secondaria.

Dovevano proseguire.

Si ritrovarono entrambi davanti al portone chiuso, così con una spinta lo aprirono.

Una corrente d’aria accompagnò il loro ingresso, agitando le tende del sipario come braccia protese per accoglierli. L’ululato del vento pareva una voce, così come uno squillo meccanico proveniente da lontano.

- Squillo… meccanico ?- Si chiese Nashi, il quale non avrebbe mai pensato di sentire qualcosa del genere.

 

Avanzando verso la fonte di quel rumore, ovvero dietro le quinte, un dettaglio inaspettato fece capolino dall’archivio della sua memoria.

 “ Sappiate che i Monokuma Bangle si possono usare una sola volta, e su di una sola persona… e se chi li indossa muore, inizieranno a suonare all’impazzata …”

Queste erano state le ultime indicazioni di Monokuma riguardo i Monokuma Bangle.

 

Quel rumore poteva davvero essere …?

Il ragazzo fu grato alla sua memoria, forse per una delle poche volte nella propria vita: poter intuire da dove provenisse il suono avrebbe reso senza dubbio la sorpresa meno drammatica.

- Giusto ?- Domandò a se stesso, complice della più grande bugia che avesse mai raccontato.

Nulla lo avrebbe mai preparato alla scena che si trovò di fronte.

 

Dalla porta aperta del balcone sul retro fluiva la corrente di vento che trascinava quel rumore incessante. Non appena i ragazzi volsero lo sguardo verso l’alto, aspettandosi di trovare il sole, vennero ricompensati da una sagoma nera nel cielo.

Un corpo umano giaceva immobile, sostenuto da dei pali conficcati nel suo torace, i quali si incastravano perfettamente con i bordi del balcone permettendo la stabilità di quella mostruosa marionetta.

Non c’era testa sostenuta da un collo ancora sanguinante.

Nashi aveva pregato invano che quel cadavere appartenesse a nessuno dei suoi compagni, e che fosse irriconoscibile come il volto al Secondo Piano, eppure il destino voleva che gli unici a dover soffrire in quell’inferno fossero solo loro: gli studenti prigionieri.

Una sciarpa rossa svolazzò nel cielo, liberandosi dal corpo decapitato dell’Ultimate Actress Masuku Yonamine, resa riconoscibile grazie ai suoi soliti vestiti.

Il Monokuma Bangle al suo polso non smetteva di squillare.

 

 

 

Angolo Autore:

Welcome back!

Bhe, e con questo fanno 3 capitoli in un mese! Mi sento davvero, davvero soddisfatto ^^!

Autocompiacimenti a parte… è morto qualcuno, dopo ben 6 capitoli di distanza dal decesso di Arima e Mitsuko. Ve lo aspettavate? Avete già dei sospetti sul killer?

Credo sia anche il caso di fare una domanda che ormai Nashi e Kigiri si pongono da due capitoli: Secondo voi, chi è il mastermind tra gli studenti?

Sono curioso di leggere le vostre opinioni! I prossimi capitoli arriveranno a Marzo!

In questo Angolo Autore ho intenzione di fare una pubblicità diversa, ma molto, MOLTO sentita. Parlo di un progetto fangame di Danganronpa appartenente ad un autore italiano (anche se il gioco è in lingua inglese), e forse non molto conosciuto come i soliti progetti.
Si chiama Danganronpa H20: Abandon All Hope. Ho avuto modo di giocare il Chapter 2 (diviso in due episodi, l'ultimo concluso ieri sera), durante la stesura di questi miei ultimi capitoli... e devo dire che mi ha lasciato davvero sorpreso.
Un lavoro capace di diventare sorprendentemente più affascinante e profondo ad ogni aggiornamento, al punto da provocarmi emozioni davvero intense e sincere (mi rivolgo principalmente all'inizio dell'episodio 3).
Nel link provvisto potrete scaricarvi tutti gli episodi fin'ora rilasciati. Sul serio, ogni episodio non pesa praticamente nulla, ed è giocabile persino dal dinosauro che ho al posto del mio computer... fateci un salto!
Continuerei a parlarne per pagine e pagine, purtroppo non mi sembra il luogo adatto. Magari, per chi avrà accettato il mio consiglio, potremo discuterne a riguardo.

 

Alla prossima!

P.S: Questo è il video dello shiba che piange a cui Amari accennava ad inizio capitolo: https://youtu.be/Vghfv34qO-w

Dopo questo, penso sia uno dei pochi video che mi salvano dal diventare un essere vuoto :3

 





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