- Titolo: Compiere un
gesto avventato certe volte porta buoni risultati
Fandom:
Prince of tennis
Paring:
Kaidou x Momoshiro
Pacchetto: Non
ti scordar di me
Genere:
Romantico, Sentimentale, Angst
Rating:
Verde
- Storia
partecipante
al contest ‘Di fiori, amori e passioni – 2°
Edizione’ indetto
da Emanuela.Emy sul forum di efp
-
Compiere
un gesto avventato certe volte porta buoni risultati
-
Capitolo
uno
- Per
diverse settimane Kaidou aveva percepito lo sguardo di qualcuno
addosso, ma non gli era nemmeno sfiorato in mente che a osservarlo
potesse essere una ragazza, almeno fin quando Momoshiro glielo aveva
fatto notare qualche settimana prima.
- «Una
ragazza ti sta osservando».
- «Sarà
solo la tua immaginazione».
- Gli
parve impossibile che una ragazza lo avesse osservato durante gli
allenamenti e per questo non diede così tanto peso alle
affermazioni
del compagno, e tornò a casa togliendosi presto dalla mente
il breve
scambio avuto.
- Però,
quel pomeriggio, quando ormai tutti i suoi compagni di scuola erano
tornati a casa, si era ritrovato di fronte una studentessa del
secondo anno.
- Il
suo nome era Misawa Yuuko.
- Era
considerata una delle più belle fanciulle che frequentavano
la
Seishun Gakuen e, grazie ai tratti dolcissimi del viso e agli occhi
più espressivi che si fossero intravisti fra i corridoi
della
scuola, era amata dalla maggior parte dei ragazzi
dell’istituto.
- Molti
di loro avevano dichiarato i loro sentimenti, ma la ragazza aveva
finito con il rifiutarli tutti. Queste erano solo voci giunte alle
orecchie di Kaidou, ma, anche se fossero state vere, ormai gli era
chiaro perché lei avesse respinto tutti i pretendenti: era
innamorata di lui.
- «Kaidou-senpai,
mi piaci tantissimo!».
- Non
è che non si sentisse lusingato che una kouhai
così popolare
potesse provare interesse nei suoi confronti, ma come poteva
spiegarle che lui non avrebbe mai potuto provare nulla per lei?
- Di
certo non voleva illuderla dandole false speranze: e se si sarebbe
fatta idee sbagliate? Fra di loro non ci sarebbe potuto essere nulla,
perché lui non avrebbe potuto ricambiare in nessun modo
l’interesse
per quella ragazza, perché lei non era Momoshiro.
- Le
doveva spiegare come stessero le cose? No, dirle che gli piaceva un
ragazzo forse sarebbe stato troppo per lei, meglio rivelarle che
c’era qualcuno che gli piacesse senza andare nel dettaglio.
- Kaoru
era certo che l’avrebbe ferita, perché in
qualsiasi modo l’avrebbe
respinta, il suo cuore ne sarebbe uscito distrutto e lui sapeva a
proprie spese cosa questo significasse.
- Sapere
che il proprio amore non sarebbe mai stato corrisposto, era un vero
tormento che nessuno sarebbe mai stato in grado di sopportare.
Sicuramente Misawa si sarebbe sentita disperata, avrebbe avvertito
delle fitte strazianti desiderando sicuramente di staccarsi il cuore
perché era certa che in questo modo la sofferenza sarebbe
stata meno
atroce.
- Quelle
erano le stesse sensazioni provate da egli stesso ogni volta che
poggiava lo sguardo sul compagno di squadra o quando udiva la sua
voce. Aveva dimenticato ormai anche le volte in cui avesse desiderato
sparire nel nulla, magari in un luogo lontano dove nulla
l’avrebbe
raggiunto, nemmeno il ricordo di Momoshiro.
- Nonostante
nella sua mente, Kaidou, avesse cercato di lavorare un discorso
cortese, giusto per dare meno sofferenza alla ragazza, invece, gli
uscì una frase opposto a quello che avesse ideato:
«Non sei il mio
tipo!».
- Aveva
combinato un bel pasticcio, se ne rendeva conto perfettamente, ma
Kaoru non era mai stato un tipo capace di esternare i propri
sentimenti, mostrando sempre il lato peggiore di sé. Era
stato
davvero troppo brusco e la kouhai non meritava un simile
comportamento. La cosa lo faceva sentire davvero in colpa,
soprattutto dopo aver visto la reazione della ragazza che era finita
con lo scappare via con il volto coperto dalle lacrime.
- Quante
probabilità c’erano che avrebbe raccontato
l’accaduto alle sua
amiche? Di certo l’avrebbe descritto come un ragazzo
insensibile,
burbero, capace di spaventare una ragazza. Era quella
l’impressione
che avrebbe dato anche a un passante, con molta probabilità.
- Sinceramente
Kaoru non riusciva a capire come avesse suscitato l’interesse
di
Misawa, magari aveva intravisto in lui qualcosa di migliore? Non lo
sapeva, ma se davvero fosse stato così, avrebbe tanto
desiderato che
anche Momoshiro si accorgesse di quanto sensibile fosse in
realtà.
- “Per
lui sarò solo il compagno di squadra con il quale va meno
d’accordo”
disse fra sé e sé.
- Nei
paraggi non sembrava esserci nessuno, non che alla fine la cosa gli
interessasse, aveva già una brutta reputazione alla Seigaku
e di
certo non bastava semplicemente quest’ultimo accaduto a
catalogarlo
come un tipo poco raccomandabile. La cosa che però
più interessava
al ragazzo era solo che Momoshiro non lo giudicasse per ciò
che non
fosse una volta saputo degli avvenimenti.
- “Non
ci posso far nulla” pensò Kaidou mentre si
dirigeva verso l’uscita
dell’edificio.
- Era
impossibile per lui che qualcuno potesse scorgere il lato
più
sensibile del suo cuore, ma anche impegnandosi al massimo, non
sarebbe mai riuscito a mostrarsi per quello che fosse.
- “Non
potrò mai migliorare”pensò.
- Proprio
in quell’istante avvertì qualcuno afferrarlo per
un braccio e non
fu affatto difficile per lui capire di chi si trattasse, d'altronde
come avrebbe fatto a non riconoscere le mani di Momoshiro? Ormai fra
gli allenamenti e le partite, che dovevano disputare ripetutamente
per decidere chi dovesse diventare il titolare della Seigaku, era
stato costretto a toccarla così tante volte da aver imparato
a
riconoscerla.
- Cosa
ci faceva ancora a scuola? Kaidou era assolutamente certo che Takeshi
fosse già tornato a casa, lo aveva visto con i propri occhi
allontanarsi, ma con molta probabilità l’aveva
spiato dopo aver
visto che Misawa gli si era avvicinato.
- «Cosa
diamine vuoi da me?».
- Si
rendeva conto di quanto doloroso fosse per lui averlo così
vicino?
Perché non riusciva a capire quanto gli facesse male la sua
presenza? Avrebbe voluto sbarazzarsi di quelle sensazioni, ma non
avrebbe mai potuto gettarle via e, convivere con quell’amore
a
senso unico, diventava sempre più difficile.
- Da
quando l’aveva visto baciare quella ragazza, se ricordava
bene era
una studentessa che frequentava il terzo anno nella stessa classe di
Momoshiro, tutto era finito. Era un dato di fatto ormai che lui fosse
etero e da quel giorno il dolore non gli diede più tregua.
- Per
Kaidou era stato impossibile non provare un forte senso
d’invidia e
probabilmente era la prima volta che lo provava con una così
forte
intensità. Come altro poteva definirla? Aveva sempre
desiderato
assaggiare quelle labbra che gli erano sempre sembrate assai
invitanti, ma Takeshi non avrebbe mai accettato di essere baciato da
un ragazzo.
- Kaoru
voleva assolutamente scrollarsi dalle memorie quella scena
perché
non avrebbe mai e poi ma ricambiato il suo amore: un etero non
avrebbe mai provato nulla per un gay!
- «Perché
hai fatto piangere Yuucchan?».
- “Yuucchan”
si ripeté nella mente Kaidou.
- Era
così che gli “ammiratori” chiamavano
Misawa e il modo cui
Momoshiro le si fosse riferito, era segno che anche lui fosse tra i
giovani studenti caduti ai piedi della ragazza.
- «Non
sono affari tuoi!».
- «Ti
sembra questo il modo di trattare una ragazza?».
- Era
per caso venuto lì, per rinfacciargli quanto fosse stato
crudele?
- «Misawa
si è dichiarata e io l’ho respinta, tutto
qui».
- Il
compagno di quadra allentò la presa dal suo braccio e, dopo
essersi
piazzato di fronte, incominciò a scrutarlo con
severità come se
volesse rimproverargli i modi bruschi avuti nei confronti della
kouhai.
- «“Non
sei il mio tipo!” Le hai detto così, no? Non ti
sembra di essere
stato un tantino duro?».
- Stava
andando esattamente come Kaidou aveva immaginato, ma cosa poteva
farci? Ormai era andata così e non avrebbe potuto farci
nulla, in
fondo le sue parole erano state esposte con pochissimo garbo e ormai
non poteva di certo rimangiarsele.
- Era
più forte di lui, quel lato della sua personalità
era
incontrollabile. era come se il suo vero io fosse sepolto in
quell’aggressività e faticasse a emergere.
- Non
voleva essere giudicato in quel modo da Momoshiro, ai suoi occhi
sicuramente era apparso come un morso e avrebbe tanto voluto riuscire
ad aprirsi facilmente, perché era una persona migliore di
quanto
apparisse a uno sguardo poco attento.
- «Avresti
dovuto essere meno sgarbato».
- Credeva
che per lui fosse facile? Quanto avrebbe voluto che Takeshi potesse
entrare dentro la sua mente, perché quello era
l’unico modo per
fargli capire quello che in realtà provasse, ma era una cosa
impossibile.
- «E
poi, dai come fa a non piacerti Yuucchan? Hai visto
com’è carina?
Posso provarci io con lei, cosa ne dici?»
- «Mica
tutti i ragazzi della Seigaku possono essere invaghiti di
lei!»
- Era
infastidito dal comportamento di Momoshiro, gli stava rinfacciando di
avere dei bruschi modi quanto lui non riusciva a capire quanto lo
stesse ferendo: alla fine anche lui avrebbe dovuto moderare le sue
parole!
- «E
per la cronaca io sono già innamorato!»
- Sentiva
che con quelle parole stava correndo un grosso rischio, ma ormai
aveva completamente perso le staffe e per lui era praticamente
impossibile controllarsi.
- “Mamushi
è innamorato?”
- Takeshi
non riusciva quasi a credere alle proprie orecchie, forse
perché mai
aveva pensato che un tipo burbero come Kaidou potesse essere
interessato a una ragazza ed era curioso sapere chi potesse piacere
al compagno.
- «Chi
è?»
- Quante
probabilità c’erano che potesse reagire male? No,
quello era una
cosa concreta. Aveva imparato a conoscere troppo bene Mamushi in quei
tre anni alla Seigaku. Le sue reazioni brusche fin dagli inizi
avevano complicato il loro rapporto, anche se egli ultimi mesi le
continue liti erano finite con l’attenuarsi.
- «Chi
è? Dai Mamushi dimmelo!». La curiosità
in quel momento era più
forte che mai e decise di correre qualsiasi rischio.
«Frequenta
questa scuola? La conosco? Quale anno? È Sakuno? Tomoka?
Frequenta
un’altra scuola? Non dirmi che si tratta di An?»
- «Chiudi
il becco!»
- In
quell’istante Momoshiro si rese conto di quanto fosse ferito
quello
sguardo, era lo stesso che poco prima aveva visto negli occhi di
Yuucchan, anche i sentimenti del compagno non dovevano essere
corrisposti.
- «Mamushi
io…».
- Kaidou
scappò via allontanandosi verso l’interno
dell’edificio
scolastico, come se volesse nascondersi da lui.
- “Devo
aver esagerato in qualche modo?” si domandò
Takeshi fra sé e sé.
- «Mamushi,
aspetta!»
- Voleva
scusarsi con il compagno, era stato così invadente da non
capire
quanto profonda fosse la sua ferita, evidentemente una ragazza doveva
avergli spezzato il cuore.
- Non
fu difficile raggiungerlo, ma quegli occhi sofferenti incominciarono
a scrutarlo da capo a piedi, come se avesse voluto rinfacciargli che
fosse colpa sua di tutta la sua angoscia.
- “Mica
mi avrà visto baciarmi con Ayumi?”
- Come
poteva spiegarli che fra loro non c’era niente? Quel bacio
era
stato lei a darglielo e non aveva alcun significato.
- “Dev’essere
innamorato di lei?”
- «Vorrei
scusarmi con te, Mamushi. Non pensavo che per te fosse così
doloroso
parlarne. Se posso fare qualcosa per te sappi che con me puoi
parlarne».
- «Non
ho bisogno della tua compassione!»
- Perché
le parole di Momoshiro erano così amichevoli? Per quale
motivo non
riusciva a comprendere quanto gli facesse male il fatto che fra loro
due ci potesse essere solo amicizia? Per lui era così
difficile
accettare quella situazione.
- Un
tempo forse, prima che di rendersi conto di quanto fosse innamorato
del compagno, lo aveva sempre considerato uno dei suoi più
cari
amici, nonostante all’epoca non facessero altro che litigare,
ma
tutto era mutato quando aveva visto quel bacio. Il dolore aveva preso
il sopravvento e il rapporto che aveva con Takeshi non sarebbe mai
tornato quello di un tempo.
- Kaidou
si voltò verso il compagno di squadra incrociando i suoi
occhi con
l’altro.
- «Sparisci!»
urlò sperando di fargli capire quanto la sua vicinanza gli
facesse
male, ma Momoshiro sembrò non comprenderlo,
perché le sue braccia
lo cinsero.
- «Un
amico c’è sempre nel momento del bisogno e
sfogarti con me ti farà
sentire meglio».
- Sfogarsi
l’avrebbe fatto sentire peggio, altro che meglio! Quanto
avrebbe
voluto spingerlo via e liberarsi da quelle braccia, ma in qualche
modo non riusciva a prendere l’iniziativa perché
in fondo aveva
sempre desiderato la vicinanza dell’altro.
- «Mi
dispiace che tu stia così male, scusami».
- Fu
in quell’istante che trovò finalmente la forza di
sciogliersi da
quell’abbraccio e, osservando con ostilità il viso
di Momoshiro,
non poté controllare la propria voce.
- «Le
tue scuse non mi servono!». Sapeva che probabilmente
rischiava di
rovinare tutto, ma ormai non riusciva più a pensare con
lucidità
visto la rabbia che gli ribolliva dentro di sé.
«Sai quello che
provo ogni volta che ti vedo? Quanto forte sia la mia sofferenza?
Ogni volta che ti sto vicino, sto così male che vorrei poter
gettare
il mio cuore sperando che tutto il mio dolore possa svanire. Sei tu
la causa di tutto!»
- «Non
sapevo che a te piacesse Ayumi».
- «Ayumi?»
- L’altro
lo squadrava come se non riuscisse a capire quello che avesse appena
detto, possibile che non avesse compreso il senso delle sue parole.
Era meglio così in fondo.
- «Ci
hai visto baciarci, giusto?»
- Avvertì
quasi il calore divampare sulla sua pelle, e l’imbarazzo era
così
forte da non poterlo mascherare in nessun modo e distolse lo sguardo
dal compagno.
- Non
era in grado di guardare Momoshiro negli occhi. Era completamente
imbarazzato dal fatto che sapesse che li aveva visti, ma allo stesso
tempo il cuore gli doleva del fatto che avesse confermato quel bacio.
- «È
stata le a baciare me, non due non stiamo insieme. Se a te piace
Ayumi, sei liberissimo di provarci con lei».
- Non
sapeva cosa stesse facendo, il suo corpo in quel momento sembrava
muoversi da solo e si ritrovò senza sapere come a
strattonare
l’altro per il bavero della divisa scolastica.
- «Possibile
che tu non capisca nulla?!»
- Kaoru
attiro verso di sé il compagno e, in preda al delirio del
momento,
non potette resistere alla tentazione di baciare quelle labbra.
- Era
stato un gesto terribilmente avventato e questo Kaidou lo sapeva, ma
quella situazione gli era completamente sfuggita di mano e nulla
avrebbe potuto cancellare gli avvenimenti di quella sera.
- Note
- Era
da anni che avevo scritto la bozza di questo capitolo di
questa mini long, ma non ho mai avuto lo stimolo giusto per
riscriverlo, ma la voglia di terminarla mi è tornata dopo
aver visto
i prompt del pacchetto perché tutti mi sembrano adattissimi
alla
fanfiction
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