La caduta degli dei
LA CADUTA DEGLI DEI
… e nelle azioni di tutti gli uomini, e
massime de’ Principi, dove non è giudizio a chi reclamare, si guarda al fine.
Facci adunque un Principe conto di vivere e mantenere lo Stato; i mezzi saranno
sempre giudicati onorevoli, e da ciascuno lodati…
Il Principe, cap XVIII
Dove era la luce? Forse non
era mai esistita.
O forse esistevano varie
sfumature, varie facce che nascondevano la vera luce facendo emergere
l’oscurità; ma, dopo vent’anni di lotta il buio era diventato compagno fedele;
infatti, non era nella luce che aveva trovato risposte, aiuti, ma in quel lato
che aveva giurato di combattere.
Dove erano finiti i grandi
ideali? La democrazia?
Una favola che si
raccontavano per non vedere il sangue sulle loro mani, sangue che non riuscivano
a far finire di scorrere.
Quante volte aveva promesso
a sé stesso di guidare, non comandare le persone accanto a lui?
Eppure era così semplice:
chiedere ed ottenere, scavalcare l’Alto Consiglio in virtù del suo nome, dei
suoi ideali. Non che gli interessasse avere il potere, ma doveva ammettere che
era molto utile… e soddisfacente sapere che le azioni da lui ordinate andassero
a buon fine.
C’era, però quella piccola
parte di lui che si chiedeva, se ne valesse la pena; se non ci sarebbero state ripercussioni
per il loro ignorare la coscienza.
Ma alla fine, non contava,
l’importante era il risultato, tutto il resto era sacrificabile, come pedoni in
una scacchiera, intercambiabili per fare scacco al re.
Quando aveva iniziato a non
essere più lui? A cadere?
Lui che aveva sempre
ripugnato la guerra come strumento per risolvere le crisi aveva votato a favore
dell’utilizzo e creazione di un’armata della Repubblica. Oh si ricordava bene,
l’impotenza, la sconfitta e la paura nel vedere le truppe di cloni da
combattimento sfilare sotto di lui, quasi fosse un’esibizione di uno spettacolo
finito in tragedia. Che strano ripensare alla sua amata Repubblica, che con il
suo arrendersi era bruciata. Era spaventoso e terribilmente ironico sapere che
quei cloni che tanto avevano aiutato e protetto i cittadini della Galassia si
fossero rivoltati contro.
In quel momento, però,
sembrava la cosa giusta da fare, anzi era la soluzione più immediata e si,
corretta, da prendere.
Come decidere di prendere
posizione contro la stessa Repubblica, in particolare contro il cancelliere
tanto da gettare i semi per un’organizzazione per la restaurazione della
democrazia. Difendere la democrazia, la pace con le armi. Controsenso inevitabile.
Ricordava ancora il discorso
fatto in occasione del Trattato Corelliano di fondazione dell’Alleanza per la
restaurazione della Repubblica
«Siamo
d'accordo che il tempo per la diplomazia e la politica è
passato. Ora è tempo di agire ... quindi lascia che sia una
dichiarazione ufficiale di ribellione! Oggi tutti facciamo voto di
cambiare la galassia, e un giorno la galassia sarà davvero
libera!»
E la gente aveva pure applaudito, aveva
ragione Padme, che la democrazia muore sotto scroscianti applausi. Intenti così
nobili, farciti da parole di pace, di libertà, da bravo animale politico, che
avrebbero convinto anche il più scettico sulla possibilità di rovesciare il
legittimo potere, quello che avevano permesso di insediarsi. Dolci parole
ingannevoli.
La verità è che più di una
volta era stato costretto ad imporsi su Mon Mothma e Bel Iblis per prevenire
divisioni interne. Però era stato necessario, sennò non avrebbero avuto chance
contro l’Impero.
Come non ce ne erano neanche
ora, eppure quel discorso sulla speranza come fondamento lo aveva riacceso, gli
aveva fatto ricordare emozioni, ideali che si erano persi nel lento e sempre
più oscuro scorrere degli anni. Aveva lenito il dolore cupo e persistente,
dolore di ricordi perduti e sensazioni offuscate dal tempo, di sogni
impossibili e fantasie infrante.
Era come se fosse ritornato
al 32 BBY, quando era entrato in politica, l’innocenza e il desiderio di
cambiare, di migliorare la situazione per tutti i cittadini, indistintamente
dalla razza o sesso. Non che ignorasse la corruzione dilagante, ma c’era quel
senso di giustizia che prevaleva su tutto.
Per un attimo si era
dimenticato di tutti i compromessi a cui era sceso, di tutte le vite che erano
state prese anche per colpa sua, di tutte quelle volte che aveva manipolato e
portato l’Alleanza a muoversi come lui riteneva più giusto, di tutti i segreti
che si sarebbe portato con sé nella tomba.
Eppure, aveva capito, anche
questa volta avrebbe agito in piena coscienza, mandando la flotta a proteggere
lo squadrone rogue one, perché era giusto, perché ogni scelta aveva dei rischi
e questa ne aveva veramente tanti, però non c’erano alternative e per questo
avrebbe scavalcato la decisione dell’Alto Consiglio, un’altra volta.
Forse, queste alternative, non
le voleva vedere e trovare?
No. A volte la strada da
percorrere è quella che fa a pugni con la tua morale, che la lacera come se non
valesse nulla.
Meglio mandare a morte certa
quella flotta mal sortita e messa su per puro miracolo che lasciarsi sfuggire
una remota possibilità di vittoria.
Che vittoria amara,
macchiata di sangue.
Combattere, tentare di
vincere utilizzando azioni di guerriglia, terrorismo, massacrando soldati
dell’Impero che era sicuro che non fossero solo cloni, ma anche cittadini come
loro. Che diritto aveva per prendere le loro vite, quando lavoravano per
guadagnarsi da vivere?
Sospirò pesantemente, mentre
si massaggiava la testa. Prima o poi sarebbe esplosa, sarebbe crollato e tutto
sarebbe andato in rovina. Neanche la vista del suo pianeta natale lo fece
sentire meglio.
Dopo la caduta della
Repubblica questo era il momento che temeva di più, tornare per annunciare che si
sarebbero schierati apertamente contro l’impero. Follia allo stato puro,
neanche la Forza li avrebbe aiutati in questo. Avrebbero pagato tutti per colpa
sua, perché non era stato abbastanza forte per opporsi quasi vent’anni fa.
La discesa fu qualcosa di
estenuante, vedere sua moglie e tutti i consiglieri che lo aspettavano con
trepidazione per avere ansia notizie incoraggianti sull’Alleanza. Cosa offriva
loro? Solo un futuro di dolore, di paura, di morte solo che questa volta tra
loro e l’imperatore non ci sarebbe stato nulla, neanche lui e il suo carisma
avrebbero potuto fare nulla.
Non era un eroe, solo
qualcuno che aveva cercato di sopravvivere e di riportare la luce.
«Da oggi Alderaan si unirà
ufficialmente e pubblicamente con l’Alleanza per la restaurazione della
Repubblica contro l’Impero» poche e crude parole che sapevano di sconfitta,
rassegnazione.
Il suo fallimento, la sua
caduta erano complete ora.
Tic, toc… Il conto alla
rovescia per una morte annunciata era partito.
Ciao a tutti, eccomi di nuovo con una nuova storia su
Bail Organa (si sono fissata con lui poverino XD). Per chi avesse letto altre
mie storie su di lui può notare benissimo il cambio di prospettiva: qui viene
descritto un uomo sconfitto dalla vita che ha perso i suoi ideali, fare scelte moralmente grigie e persino
moralmente nere. Per esempio di fronte alla realtà che l'Alto Consiglio non
autorizzerà la flotta a rubare i piani della Morte Nera, Bail li circonda e
assicura che la flotta venga inviata comunque. Aveva ragione a fare quelle
scelte? Sì. Noi, come il pubblico, possiamo vedere che le scelte fatte da Bail
sono le scelte giuste da fare. Ma quelle scelte erano buone? No. No, non lo
erano. Erano manipolatori, pericolosi e spesso persino in diretto contrasto con
gli ideali per i quali combatteva. E questa è la tragedia di Bail Organa.
Perché Bail Organa è un uomo morale e retto - ma è
un uomo morale e retto che è costretto a rompere e persino, in un modo, a
diventare corrotto per il bene di ciò in cui crede.
Bail Organa è costretta a diventare - o, almeno, a
fare delle scelte che rispecchiano - la stessa cosa che ha venduto la sua vita
alla sconfitta: un leader potente, manipolatore e intrigante con potere
assoluto (o non controllato). Ma sapete una
cosa? Penso che Bail lo sappia. Lui sa cosa ha fatto. Lui sa cosa sta
diventando. E questa è la più grande tragedia di tutti. Perché abbiamo un uomo
morale e retto che, poiché è morale e retto, è disposto a vendere la sua anima
per sconfiggere il male.
Quindi ho cercato di mettere in luce
questo nuovo aspetto emerso in Rogue One (per quanto non vada pazza per
il
nuovo canon, non posso negare che è un vero film di star wars
con tutti i suoi
difetti che però dissacra un pò l'aura di santità
attorno all'Alleanza) che lo porta a “cadere” dal
piedistallo di eroe su cui è stato messo
più volte (da qui il titolo). Spero di aver espresso i suoi
dubbi e rimpianti
di essere diventato ciò che aveva giurato di sconfiggere.
La citazione in corsivo è preso da starwars.wikia.com (appartenente al legends)
Pensando a lui in questi termini mi è
venuto in mente “Il Principe” di Machiavelli a cui appartiene la citazione
iniziale. Ok queste note stanno diventando più lunghe del testo, quindi vi
ringrazio per la pazienza di essere arrivati fino a qua, vi invito a commentare
(mi fareste molto felice xd) e se vi va di leggere le altre storie sul fandom
che ho scritto mi farebbe molto piacere.
A presto
Blacky98
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