La Vera Magia Del Natale

di Yurha
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CAPITOLO 32

«Dio mio, è così dannatamente semplice..» disse Mike, che  si buttò indietro sul divano, passandosi entrambe le mani sul volto.
«Vorresti spiegare anche a me?» chiese lei andandosi a sedere sulla poltrona nera del suo capo.
«Connie, è una cosa così logica.. Quinn, come noi due, era un funzionario statale e come tale, per legge non poteva riscuotere alcuna ricompensa personalmente ma quei soldi gli servivano disperatamente. Avrebbe messo a posto i suoi debiti e la sua famiglia per un bel pò di tempo.» disse guardandola compiaciuto.
«Oh.. Vuoi dire che così tirò in ballo Higgins, convinendolo ad essere l’uomo di facciata per la riscossione, magari promettendogli che non l’avrebbe più toccato e che avrebbe avuto la sua quota. Ecco perchè aveva tutte quelle brochure di viaggio e quelle riviste immobiliari..» disse Connie prendendo degli appunti. sul blocco di Mike.
«Però forse Higgins divenne avido, decidendo che il malloppo doveva essere tutto suo.» continuò Mike piegandosi in avanti, appoggiando le braccia sulle ginocchia. «Così, decise anche di uccidere il Detective Quinn.» concluse sorridendo soddisfatto che la sua teoria filasse liscia.
«Devo dirti che appoggio in pieno questa conclusione.» rispose Connie guardando in basso. «Dobbiamo solo capire come ha fatto Quinn a sapere di Carl Regan e collegarlo allo Strangolatore.»
«Ed ecco il grosso ostacolo.» rispose lui guardando le sue mani incrociate sulle ginocchia. «Faremo bene a trovare la risposta giusta prima che Lupo e Bernard sappiano di questa storia.»
«Allora tutto ciò che abbiamo è l’ipotetico movente che ha spinto Higgins ad uccidere Quinn ma non abbiamo nessuna prova a supporto di ciò.» disse lei mentre faceva rigirare lentamente a destra e sinistra la poltrona nera del suo capo.
«Esattamente e non possiamo nemmeno collegarlo direttamente allo Strangolatore.»
La stanza rimase nel silenzio per qualche istante, ripensando a tutta quella storia, poi Mike sospirò e si alzò dal divano beige. «Bene.» disse in fine. «Non penso che si possano fare altri progressi per questa sera. Direi che possiamo andare a casa, che ne dici?»
Connie odiava andarsene a casa dopo aver passato le serate belle come quella, specialmente dopo le loro strane vicende ma stava diventando davvero tardi.
«Concordo. Domattina dobbiamo essere qui presto.» rispose riluttante.

Quella notte, Connie continuava a rigirarsi nel suo letto, guardando di tanto in tanto la radio-sveglia sul comodino.
Sospirò. “Le due.. Anche questa notte..”
Molti pensieri non le facevano chiudere occhio, come ad esempio le conclusioni su quei due casi così complicati ma anche su altre cose.
Per torturarla ancora un pò, la sua mente cominciò a pensare cosa provasse veramente per Mike, ricordandosi dell’abbraccio di lui, quando erano seduti sul divano del Dr. Trevor.
Sorrise lievemente al pensiero di essergli stata così vicina, del cuore di lui che batteva all’impazzata mentre fingeva una completa nonchalance, del calore del suo corpo che la portò lentamente perfino ad addormentarsi tra le sue braccia.
Scosse la testa e, girandosi sul lato, chiuse forzatamente gli occhi ma facendo questo, vide chiaramente il momento in cui lui le si avvicinò prima all’orecchio, poi voltarsi per darle quel dolce e leggero bacio sulla guancia per poi rivivere pienamente, come se stesse succedendo in quel momento, il bacio che lei diede a lui.
Senza accorgersi, si portò due dita sulle labbra, ricordandosi anche del modo in cui lui ricambiava.
Quello, per Connie, fu l’ultimo pensiero prima che si addormentasse con un dolce sorriso sul volto.





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