Fandom: Harry
Potter
Rating: 14 anni.
Personaggi: Bellatrix
Lestrange, Rodolphus Lestrange, Barty Crouch Jr., Rabastan
Lestrange.
Tipologia: One-Shot.
Lunghezza: 1.221, 2 pagine,
capitolo unico.
Avvertimenti: Violenza.
Spoiler! // nessuno //
Genere: Generale,
Drammatico.
Disclaimer: Personaggi,
luoghi, nomi e tutto ciò che
deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia,
non mi
appartengono ma sono di proprietà di JK Rowling che ne
detiene tutti i diritti.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e,
viceversa, gli elementi
di mia invenzione, non esistenti in Harry Potter, appartengono solo a
me.
Credits:
// nessuno //
Note
dell'Autore: fiction scritta
per il concorso del Writer’s Arena,
‘Weather Foes’
lo scorso settembre e
classificatasi quarta. Basato sull’opzione 1, Nebbia.
La storia è ambientata pochi mesi dopo la caduta di Lord
Voldemort nel 1981, alla fine della prima guerra, quando i coniugi
Longbottom
furono catturati e torturati dal gruppo di Mangiamorte capitanato da
Bellatrix
Lestrange, marito e compagnia bella[nota da Wiki: Subito dopo la nascita del loro figlio
Neville, pochi mesi dopo la caduta di Voldemort, i Paciock furono
individuati
da un gruppo di seguaci di Voldemort: Bellatrix Lestrange, una delle
più
efferate Mangiamorte, suo marito Rodolphus, suo cognato Rabastan e
Barty Crouch
Jr.].
Ho mantenuto i cognomi originali, li
preferisco a quelli italiani.
Introduzione
alla Fan's Fiction: “E soprattutto lei, sua fidata
seguace, ancora incredula. Non poteva- non voleva- credere che il suo
Signore
fosse morto, scomparso.
Il paesaggio invernale era avvolto da
un’irreale nebbia biancastra che,
come un muro, isolava lei e i suoi compagni.
Si guardò per un attimo intorno, mentre
Alice riprendeva fiato a terra.”
ROAD TO INSANITY
Bellatrix odiava lo
sguardo di quella donna.
Quella
notte c’era la
nebbia, questa fu una delle poche cose che Alice Longbottom
riuscì a cogliere
prima di perdere i sensi. C’era anche odore di terra umida,
un odore pungente
che si era impregnato ai suoi vestiti, ai suoi capelli.
C’era
suo marito, Frank,
rivolto accanto a lei, immobile e privo di conoscenza, ma ancora vivo.
E
c’erano loro. Quattro
figure nere, incappucciate, che non si erano ancora rassegnate alla
caduta del
loro Signore e che continuavano la loro missione.
E
soprattutto lei, sua
fidata seguace, ancora incredula. Non poteva- non voleva-
credere che il suo Signore fosse morto, scomparso.
Il
paesaggio invernale era
avvolto da un’irreale nebbia biancastra che, come un muro,
isolava lei e i suoi
compagni.
Si
guardò per un attimo
intorno, mentre Alice riprendeva fiato a terra.
- Crucio.- sussurrò
con voce
profonda nell’oscurità della notte.
Una luce
rossa si accese,
dalla punta della bacchetta che la donna aveva in mano, e si spense,
come era
già accaduto quella notte. Alice Longbottom, sdraiata ai
suoi piedi, urlò per
la terza volta in quella notte di terrore.
La
mangiamorte sopra di
lei la osservò agitarsi a terra e un ghigno le
increspò le labbra.
Distolse
la bacchetta,
facendo spezzare l’incantesimo.
Una
figura nera si avvicinò
alla donna. - Dov’è tuo figlio?- chiese, con voce
dura.
Nessuna
risposta. La
mangiamorte sbuffò e levò la bacchetta, ma si
fermò subito dopo.
Lanciò
uno sguardo verso
l’uomo che si era avvicinato a lei.
- Bellatrix.- sussurrò
l’uomo prima di farle un cenno con la testa,
come per darle il permesso di continuare.
-
Rispondi, donna!- urlò
Bellatrix, sferrandole un calcio nello stomaco, mentre con
l’altra mano le
teneva puntata la bacchetta addosso.
Alice
boccheggiò per un
attimo, senza fiato. Lanciò uno sguardo pieno
d’odio alla Lestrange che la
fissava a sua volte, con occhi folli. Bellatrix odiava lo sguardo di
quella
donna. Non erano occhi di chi si stava rassegnando. Erano diversi.
Una
strana luce glieli
illuminava. Speranza.
Bellatrix
ridacchiò. Speranza
di vivere? Povera illusa.
- Mai.- sussurrò Alice, con voce
spezzata.
- Lo hai
voluto tu,
donna.- replicò Bellatrix. - Crucio!-
urlò, e l’aria si riempì nuovamente
della luce rossa dell’incantesimo e
dell’urlo della donna.
Quando la
tortura finì,
Alice rimase per qualche secondo immobile, in attesa.
Bellatrix
avanzò di un
passo verso di lei e la fulminò.
- Alzati,
donna.- ordinò.
Alice
restò a terra, senza
ricambiare il suo sguardo. La mangiamorte fece un cenno alle due figure
dietro
di lei, che si avvicinarono e tirarono in piedi di peso Alice,
prendendola per
le spalle.
-
Rabastan, Bartemius.- i
due risposero con un cenno del capo. - Insegnatele le buone maniere.
Bellatrix
si allontanò,
mentre i due eseguivano gli ordini. Alice venne colpita da Rabastan con
un
pugno nello stomaco, mentre il giovane Bartemius sfilava la bacchetta,
pronto
per un nuovo Crucio.
- Non
parlerà.- disse il
quarto mangiamorte, non appena Bellatrix si fermò di fronte
a lui.
- Lo so,
Rodolphus, lo
so.- sospirò lei, scuotendo leggermente la testa. -Ma non
credere che la
lascerò andare tanto facilmente.- aggiunse, decisa.
- Moglie,
è una pazzia.
Rischiamo troppo.
-
Dobbiamo portare a
termine gli ordini dell’Oscuro Signore.- replicò,
con tono quasi solenne.
- Anche
se questo ci porterà
dritti ad Azkaban?
Bellatrix
annuì.
- Anche
se questo ci
porterà dritti ad Azkaban.
L’urlò
di Alice accompagno
le parole della mangiamorte. Bellatrix si voltò, pronta a
tornare dalla donna.
Ad ogni passo affondava nel terriccio umido di pioggia. La nebbia non
era
ancora svanita, anzi, era diventata più fitta.
Bellatrix
ispirò
profondamente, prima di rivolgersi alla Longbottom e il pungente odore
di terra
bagnata le pizzicò il naso.
Si
abbassò verso Alice,
che dopo i colpi subiti da Rabastan e Bartemius giaceva a terra,
agonizzante.
Bellatrix la prese per i capelli, per alzarle il volto.
- Hai
un’ultima
possibilità, donna.- sussurrò, a qualche
centimetro dal suo volto.
- Moglie, è una pazzia.-
bisbigliò piano Rodolphus Lestrange, più a
sé stesso che alla consorte, senza staccare gli occhi da lei.
- Dicci
dov’è.- la voce
dura di Bellatrix sovrastò quella del marito.
- Non servirà più a nulla.
E’ finita.- continuò l’uomo,
sfiorandosi
piano l’avambraccio sinistro.
La
mangiamorte appoggiò la
punta della bacchetta al collo di Alice. Nonostante i graffi sul viso e
una
profonda ferita sopra all’occhio destro, nei suoi occhi
brillava ancora quella luce.
La stessa
luce che faceva
infuriare Bellatrix. Spinse a terra la donna.
- Crucio!-
urlò nuovamente.
- Sei una folle, moglie. Una folle.
Alice
Longbottom gridò
ancora. Per l’ultima
volta. Bellatrix
tenne puntata la bacchetta per qualche minuto, prima di decidersi a
bloccare
l’incantesimo.
La donna
si accasciò a
terra, priva di sensi.
Rimase
immobile a terra,
con gli occhi spalancati e lo sguardo vuoto.
Vuoto come il corpo, che era come se fosse stato svuotato della sua
anima.
Bellatrix
la guardò
indifferente, con sguardo quasi annoiato.
- Neville.
La
sentì sussurrare piano,
prima di voltarsi.
- Neville.- gli occhi della donna erano
puntanti verso il cielo,
oscurato dalla nebbia.
La Lestrange si
allontanò da lei. Lo sguardo della mangiamorte
cadde sul giovane Crouch, che fissava la donna con disgusto.
- Sarebbe
meglio ucciderla.-
propose, senza distogliere gli occhi.
- No.-
rispose secca
Bellatrix. - Sarebbe inutile. E’ stata una perdita di tempo.
Sbuffò
spazientita.
- Neville.- sussurrò di nuovo
Alice.
-
Ma…- si lamentò il
giovane Crouch.
- Niente
ma, ragazzino. Ce ne andiamo.-
replicò dura
la mangiamorte, fulminando Crouch con lo sguardo.
Rabastan
si avvicinò ad
Alice e la riversò di lato, facendola finire con il viso a
terra. Rodolphus
rimase dov’era, aspettando sua moglie.
Quando
Bellatrix gli fu di
fronte, parlò.
- Te
l’ho detto, moglie.
E’ una pazzia.
- Sono
ordini dell’Oscuro
Signore.
-
L’Oscuro Signore è stato
sconfitto.
Bellatrix
gli scoccò
un’occhiata gelida.
- Lui tornerà.-
affermò, decisa. - E io sarò qui ad aspettarlo.
Sono
la sua fedele seguace.
- Sei
folle a crederlo,
moglie.
- Quando
tornerà saprà ricompensarmi.-
continuò lei, ignorandolo.
- Folle, moglie.
La
mangiamorte lo superò,
chiudendo così la discussione.
Alzò
lo sguardo, verso il
cielo che, a causa della nebbia fitta, non si vedeva.
- Morsmordre.- sussurrò,
puntando la bacchetta verso l’alto.
L’enorme teschio
verde apparve sbiadito sopra di loro, semi nascosto dalla nebbia, e
illuminò leggermente
in modo spettrale il paesaggio sotto di sé.
Bellatrix
Lestrange si
toccò istintivamente l’avambraccio sinistro, anche
se il marchio non era più
visibile da tempo.
La
missione affidata loro
dall’Oscuro Signore non era ancora stata portata a termine.
Lei lo avrebbe
fatto, giurò, anche a costo di dover passare la vita ad
Azkaban.
Era
pronta a tutto per lui.
Folle,
l’aveva chiamata
Rodolphus. Non sapeva quanto ci fosse di vero in quella parola e quanto
suo
marito avesse ragione. Ma lei non lo ascoltò.
La sua
incondizionata
adorazione per l’Oscuro Signore l’avrebbe presto
portata vicino alla follia.
Lanciò
un’ultima occhiata
dietro di sé e al marchio, prima di andarsene insieme ai
suoi compagni,
lasciandosi dietro Alice e Frank Longbottom.
Bellatrix
sparì nel muro
bianco. Come unico segno della sua presenza e dei suoi compagni, rimase
il
teschio verde dalla cui bocca usciva il serpente ad aleggiare sopra i
due corpi
privi di conoscenza, avvolti nella nebbia.
I corpi
di due innocenti,
torturati sino alla follia.
Due corpi
svuotati delle
loro anime.
I corpi
di due pazzi.
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