La mia versione sui pensieri di
Rebby, dopo aver scoperto la relazione fra Alberto e Albina. Sono
indecisa se lasciarla così, o continuare con altri capitoli,
magari da punti di vista di altri personaggi. Se volete, accetto
suggerimenti!
BROKEN
CAPITOLO
1
Dio no, ti prego, fa che non sia reale. Fa che sia solo un brutto sogno
dal quale sto per svegliarmi. Fammi aprire gli occhi, per vedere, come
prima cosa, il braccio di Alberto che mi cinge dolcemente. Non farmi
più sentire questo dolore profondo al cuore, che quasi mi
impedisce di respirare. Dio, non può essere reale.
Perché, se così fosse, vorrebbe dire che sono
stata tradita meschinamente da due delle persone più care
che mi sono rimaste al mondo. Come può essere veramente
successo? Come può, Albina, la mia migliore amica, che
sapeva tutto, che mi faceva da confidente, essersi messa con Alberto? E
come può lui, il mio fidanzato, il mio principe delle fiabe,
avermi fatto credere che stessimo per sposarci, mentre, invece, mi
stava tradendo con la mia migliore amica? Ed io, posso essere stata sul
serio così cieca da non accorgermi di niente? Non cieca,
Rebby, innamorata. Già, mi sono innamorata di Alberto quando
avevo tredici anni e, da allora, non ho mai smesso di amarlo. Quando
è avvenuto quello che mai avrei creduto possibile, ossia
quando ci siamo messi finalmente insieme, ero convinta che niente e
nessuno avrebbe mai potuto separarci. Ero convinta che io e Alberto
fossimo anime gemelle. Evidentemente, non era così.
Altrimenti non sarebbe stata di sicuro la prima arrivata a mandare in
fumo tutto. Che poi... Magari fosse stata la prima arrivata! Oh,
Alberto! Perché proprio con Albina? Vorrei tanto poter
chiudere gli occhi e far sparire tutto. Non voglio più
sentire niente. Cos’è questo rumore? Ah, il
cellulare che vibra. E’ di nuovo Maria. Non voglio
rispondere. Non ho la forza per rispondere. So che chiama
perché è preoccupata per me. D’altronde
da quando Ave si è lasciata sfuggire la verità,
sono salita sul taxi e ho lasciato fuori il resto del mondo. Alberto
non si è ancora fatto vivo. E’ ancora ignaro, non
sa che adesso so tutto. Però dovrebbe sapere che, a
quest’ora, io dovrei già essere arrivata da
Milano. Probabilmente sarà con Albina. Il taxi si ferma.
Sono sotto casa. Prima di scendere, sbircio fuori dal finestrino per
capire se Alberto è in casa. Sono stata per diverse ore in
giro per Roma, avevo bisogno di stare da sola. Adesso che ho deciso di
andare a casa, non ho il coraggio di salire su. Però la
macchina di Alberto non c’è, quindi lui non
dovrebbe essere in casa. Ad un tratto, prima che possa decidermi a
scendere dal taxi, il mio cellulare inizia nuovamente a vibrare.
Stavolta è Alberto. Si è ricordato di me, oppure
ha appreso che adesso so tutto? Non ho proprio la forza di parlare con
lui, in questo momento. Pago il taxista e scendo dall’auto,
avviandomi verso il palazzo. Una volta entrata in casa,
d’istinto metto il chiavistello al portone. Voglio lasciare
tutto il mondo fuori. Vado in camera per posare il borsone che avevo
portato con me a Milano e lì, qualcosa scatta dentro di me,
e,come una diga che rompe gli argini, sento le lacrime scendere sulle
mie guance e i singhiozzi scuotermi il petto.
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