Spiragli

di Shiki Ryougi
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- II -
 
- 9 –
Mi osservi ma non riesci a capire.
Sono qui solo per te, dopo aver sognato infinite volte il tuo cuore.
Tra noi due esiste un muro invalicabile.
Sorridendo, comincio a colpirlo; il dolore cresce insieme all’intensità dei pugni.
Non posso fermarmi, non posso sfuggire. Non posso smettere di sorridere.
Ma dentro sono vuota. Tu mi hai uccisa.
 
- 10 –
Non posso mangiare, non posso vivere, non posso respirare.
La mia anima resta incatenata.
Sogno quelle risate che nel buio si allungano come artigli. Mi hanno serrato lo stomaco.
Desiderate che io muoia ma non sono nemmeno più qui, in questo incubo chiamato Vita.
 
- 11 –
Danzo in un mondo fatto di sogno da cui non riesco a fuggire.
Ho dimenticato il reale sapore dell’aria, per questo ballo senza sosta, simulando una vita che non mi appartiene.
Tutto del mio corpo fa male a causa del continuo forzo ma fermarsi equivarrebbe a morire.
O uscirò da questo miraggio o non smetterò mai di danzare.
 
- 12 –
Non oso chiudere gli occhi perché facendolo non sarò al sicuro dalle ombre.
Posso assaggiare il sapore del letto caldo, avvolta dal silenzio della notte, ferma in un incanto dove il tempo non esiste.
I sogni, rifugi lontani, sono diventati un miraggio; non posso nemmeno toccarli. Ma la stanchezza mi attanaglia ogni muscolo, come un morbo improvviso e incurabile.
I miei occhi presto si chiuderanno in attesa del sole del mattino.
 
- 13 –
Tra la folla credo di essere sola.
All’interno di quella cacofonia di voci, il mio urlo rimane muto.
Voglio fuggire ma vengo seguita ovunque vada.
Penso di essere sola ma in realtà mi trovo semplicemente al buio.
 
- 14 –
A volte mi ricordo di vivere al di là del muro della vita.
Sono confinata nel mio spazio illusorio dove ombre circolari ruotano intorno a me, soffocandomi.
Posso osservare il tempo scorrere scrutando attraverso il vetro, ma non ne faccio parte. Sono stata esclusa dalle mie stesse paure, che come orribili incubi danzano su di me nella notte. Questo però non è un sogno perché non posso svegliarmi. È un limbo dove a volte la mia mente precipita.
L’abisso che ho nel petto pulsa come un cuore rabbioso, chiamandomi a sé. Lo assecondo solo in parte, per sopravvivere e varcare di nuovo quel muro, in attesa del momento in cui cadrò ancora, in un mondo divenuto piatto e senza colore.
 
Sono qui.
Ma dove è qui?
Divento un’attrazione, invisibile come essere umano.




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