1
EPILOGO
Lycaon
cadde in ginocchio non appena lo scenario attorno a sé riacquistò
le sembianze reali.
Lo
scintillio dei suoi occhi cremisi si affievolì lentamente per
lasciare lo spazio alle sue particolari iridi color malva che tanto
lo distinguevano dalla massa. Un nodo alla gola minacciava di
soffocarlo da un momento all'altro, esattamente come il macigno che
si ritrovava nel petto, ormai troppo gonfio a seguito di tutte quelle
emozioni contrastanti che stava provando.
Cosa
sentiva dentro? Non lo sapeva neanche lui.
Tristezza
per non essere riuscito a salvare la sua famiglia.
Incredulità
per essere venuto a conoscenza di una verità fin troppo crudele
anche per lui stesso.
Frustrazione
e rabbia per non aver capito di essere stato manipolato come
un burattino da Grindelwald, dalla stessa persona che reputava come
un secondo padre e di cui si fidava ciecamente.
Ridacchiò
con delusione quando il cervello realizzò quello che la mente gli
aveva appena suggerito: essere stato manipolato come un burattino.
Già. Come uno di quegli insulsi maghi o streghe senza speranza che
ripugnava con tutto se stesso. Ed ora che ci rifletteva più
attentamente anche lui non poteva considerarsi tanto diverso da
questi stessi maghi: trattato come un reietto dalla società magica e
messo nelle condizioni di dover dipendere da qualcuno pur di avere la
sua vendetta.
Rise
amaramente prendendosi il viso fra le mani.
Anche
lui non valeva niente agli occhi di Gellert, esattamente come tutti
gli altri suoi seguaci che si divertiva ad illudere, a donar loro una
fievole luce in quella vita di oscurità che li circondava, per poi
buttarli come oggetti consunti, fregandosene di loro, dopo essere
riuscito nel suo intento.
Che
razza di idiota sono stato!
Le
lacrime gli rigarono il volto senza neanche che se ne rendesse conto.
In un attimo anche le ginocchia gli cedettero, facendolo accasciare
al suolo di lato, in una posizione fetale, esattamente come era
abituato a fare quando era piccolo e si sentiva perso e lasciava
fuoriuscire la paura e la tristezza perché il suo corpo era troppo
gracile per contenere tutto quel dolore.
Gracile
e piccolo, ecco come si sentiva in quel momento.
Il
cuore minacciò di dilaniargli la carne, tanta era la voglia di
lasciar fuoriuscire tutto. E, a quel punto, lasciò che le emozioni
lo sopraffacessero per una volta nella sua vita.
Una
sola e misera volta, da quando aveva perso la sua famiglia, che si
potesse concedere di essere debole. E di far prevalere il cuore,
sulla ragione.
Ansimò
forte prima di rilasciare un urlo disumano. E poi un altro. Ed un
altro. Ed un altro ancora.
Le
sue urla riecheggiarono per tutta la Foresta Proibita, così come le
sue lacrime bagnarono il terreno per non si sa quanto tempo.
La
vegetazione assistette a quel momento di pura agonia in silenzio,
esattamente come i presenti tutti attorno a lui.
Non
c'erano parole che potessero essere di conforto.
E,
difatti, non ce ne furono affatto.
Un
mese dopo...
Le
note del Danubio Blu di Strauss incitarono tutti i presenti a farsi
coraggio per scegliere un compagno.
La
mano affusolata di Mino si allungò in direzione di Cecilya, in un
implicito invito a ballare. Invito che la bionda accettò più che
volentieri.
Entrambi
i grifondoro presero posto in mezzo alla sala, seguiti a ruota dai
loro ex compagni di scuola, specie: Dimitri e Nora da una parte e
Candice e Ted dall'altra.
Dopo
essere venuto a conoscenza di quello che Gellert gli aveva fatto,
Lycaon aveva deciso di rinunciare a portare avanti l'ideale di un
folle che non si meritava la sua lealtà ed aveva provveduto ad
aggiustare alcune questioni in sospeso relative alla scuola.
Aveva
applicato lui stesso il famoso incantesimo romano - che aveva
condannato tutti loro alla cancellazione della loro esistenza -
estendendolo ai ricordi delle persone che erano passate a miglior
vita in quella battaglia senza senso. Persone come Adam e Matt ne
erano solo un esempio e, nonostante loro fossero già stati
dimenticati dai loro cari, lo stesso non si poteva affermare nei
confronti di persone come Florence ed Erin. E tutte quelle che ne
erano seguite.
Lya
ancora riviveva la scena come se fosse successa pochi minuti prima.
Lycaon
si alzò dal suolo dopo ore e solo quando il macigno che sentiva
dentro sembrava essersi leggermente scostato dalla sua gabbia
toracica.
Si
asciugò le lacrime in un rapido gesto prima di riferirsi ai presenti
con il tono più calmo che riuscì generare, dopo il suo ininterrotto
pianto.
La
voce gli tremò parecchio, ma alla fine le parole riuscirono ad
uscire dalla sua gola.
“Se
mi permettete, prima che gli Auror mi portino ad Azkaban, vorrei
rimediare ad un piccola parte delle mie azioni sconsiderate”
Mino
prese Lya per la vita e la sollevò in aria, facendola volteggiare.
“E
cosa vorresti fare?” gli aveva domandato un Kalos a dir poco
dubbioso delle sue parole. Ma come se non l'avesse neanche sentito,
Lycaon continuò il suo discorso imperterrito:
“I
ragazzi che ho trasformato in lupi mannari possono tornare ad essere
dei normali esseri umani”
Dimitri
strabuzzò gli occhi per la sorpresa. Quindi gli domandò:
“E
come?”
“Esiste
un rimedio per riconvertire un umano trasformato al suo stadio
originario, ma per farlo serve il sangue del lupo mannaro di razza
pura che l'ha trasformato. E visto che sono stato io l'artefice di
tutto...” si ferì entrambe le vene dei polsi con gli artigli e
mostrò il suo operato ai ragazzi, dopo aver fatto apparire decine e
decine di ampolle fluttuanti con un incantesimo non verbale “...
prendetene in dosi massicce e preparate la pozione che vi indicherò.
Dopodiché, chiunque sia stato trasformato da me, potrà tornare ad
essere un semplice essere umano. Senza alcun tipo di complicazione”
Victoria
atterrò sul liscio pavimento della Sala Grande con un sorriso a
trentadue denti stampato sul volto. Davanti a lei, Louis la guardava
con gli occhi carichi di dolcezza e con la medesima felicità nel
petto.
Si
rimisero in posizione e, mentre una mano prendeva posto sulla vita
della ragazza, l'altra si intrecciò alla sua, stringendola
leggermente e con delicatezza. Poi il tassorosso le si avvicinò e le
sussurrò all'orecchio:
“Vic,
mia dolce Vic... Non immagini quanto abbia atteso questo momento. Sei
meravigliosa”
Victoria
sorrise ancora di più prima di bloccare entrambi e prendere il viso
di Louis fra le mani per baciarlo con trasporto.
Le
sue labbra soffiarono sopra quelle del tassorosso quando sentì la
necessità di riprendere fiato e, dopo avergli depositato un leggero
bacio all'angolo della bocca, gli rispose:
“Non
potevo chiedere di meglio che avere te nella mia vita”
Gli
occhi di Louis si illuminarono di gioia nell'udire quelle parole
dalla ragazza di cui era innamorato praticamente da sempre.
“Ti
amo Victoria. Ti ho sempre amata fin dal nostro primo incontro. E
credo che ti amerò per sempre”
Per
questo la sua confessione gli uscì senza indugi dalle sue labbra.
Ormai
non era più il ragazzo timido ed impacciato che si era sempre
vergognato anche solo a rivolgere la parola.
No,
di quel Louis ormai non c'era più traccia.
O
meglio, Louis era sempre Louis, solo con una naturalezza tale che non
era mai riuscito completamente a mostrare.
Victoria
gli sorrise raggiante per via di quella confessione e, come se non ci
fossero che loro due all'interno della Sala Grande, si riavvicinò al
ragazzo per riappropriarsi delle sue labbra il prima possibile.
“Ti
amo anch'io, Louis” fu tutto ciò che riuscì a pronunciare prima
di intrecciargli le dita fra i morbidi capelli di lui ed iniziare una
particolare danza con le loro lingue.
“E
vorrei rimediare anche per quanto riguarda la chiusura della scuola”
Eleonore
guardò Lycaon con sguardo dubbioso, dopo aver terminato di chiudere
tutte le ampolle, mentre passava la sua bacchetta sulle ferite del
ragazzo per medicarlo.
“E
come pensi di fare? L'ordine viene dal Ministero, non credo che una
cosa del genere si possa aggiustare”
“Al
contrario, io credo di sì. Il Ministero ha deciso di chiudere la
scuola a seguito, soprattutto, delle morti avvenute al suo interno.
Ma se nessuno si ricordasse di tale avvenimento, forse potrebbero
anche mantenerla aperta”
“Ma
i nomi delle persone che sono morte non possono essere cancellati
così, dal nulla, come se non fossero mai esistite”
“Invece
sì, se utilizzassimo la Damnatio Memoriae sul ricordo della loro
persona”
La
grifondoro sbatté gli occhi chiari in un'espressione dubbiosa e di
puro stupore.
“Intendi...
eliminarli per sempre dalle vite dei loro cari?”
“Per
forza Eleonore”
“Ma...
è un'atrocità!”
“Eppure,
se vogliamo che la scuola non chiuda, mi sembra l'unica soluzione
possibile”
“Io...
credo di doverti ringraziare”
“A
sì? E per quale motivo dovresti farlo?”
“Beh,
per essere venuto a salvarmi sia la notte di Halloween sia nella
Foresta Proibita, mi pare ovvio”
“Ho
fatto quello che avrebbe fatto chiunque, non devi ringraziarmi”
Ted
lasciò la presa di Candice giusto il tempo di scambiarsi di posto
con il cavaliere alla sua sinistra, fare due passi di danza con la
dama di turno ed infine ritornare al suo posto accanto alla
serpeverde.
Nell'esatto
istante in cui i polpastrelli di Candice rivennero a contatto con
quelli di Ted, una strana sensazione all'altezza dello stomaco prese
forma in lei, così come una scarica di elettricità la percorse da
capo a piedi.
Era
sempre stato così con lui, fin dal loro primo incontro, e dubitava
che, a lungo andare, le cose sarebbero cambiate.
O
sarebbe meglio dire, le sensazioni sarebbero potute cambiare.
Una
volta la ragazza aveva letto un qualcosa del genere in un vecchio
libro della biblioteca. Non ne ricordava il nome e – onestamente –
neanche quasi l'intero contenuto, ma ricordava alla perfezione la
parte che descriveva l'incontro di due anime gemelle.
Destinate
ad incontrarsi e a mai più separarsi. Sempre e comunque.
E
da quel che aveva capito dal testo del libro, quando una persona
incontrava la propria anima gemella non poteva far altro che
soccombere a tutte le sensazioni che essa comportava: agitazione,
felicità, irritabilità ed una certa tendenza a riuscire sempre a
trovarsi, in qualsiasi situazione. Per l'appunto: Sempre e
comunque. Esattamente come era avvenuto fra lei e Ted.
Erano
anime gemelle, ne era più che convinta e niente e nessuno l'avrebbe
più separata da lui. Maledizioni dimenticate ed oscuri incantesimi
romani inclusi.
Si
avvicinò talmente tanto a lui da poter sentire il suo profumo sul
collo e rimase così, ferma, per un attimo ad inebriarsi di
quell'odore muschiato.
I
suoi occhi azzurri le caddero sulle labbra carnose di lui e,
mordendosi leggermente le proprie, gli sussurrò a fior di labbra:
“Ma
io voglio ringraziarti perché, senza di te, non si sa cosa ne
sarebbe stato di me” si passò al volo la lingua sul labbro prima
di avvicinarglisi sempre di più “Quindi grazie davvero, Ted” ed
annullare quella lieve distanza con un caldo bacio intriso dei suoi
sentimenti più profondi.
Ci
era voluto quasi un mese per aggiustare il maggior numero di cose
possibili. I ragazzi che erano stati trasformati in lupi mannari da
Lycaon erano stati guariti grazie alla pozione ed al sangue che gli
aveva concesso. Mentre i ricordi dei ragazzi che erano tragicamente
morti in quella circostanza, erano stati cancellati dalla faccia
della terra ed anche dalla memoria dei loro cari; a tal proposito
Dimitri e Kalos si erano proposti di far visita ad ogni parente
esistente per assicurarsi un incantesimo di memoria impeccabile,
anche grazie all'aiuto dell'Oblivion. E, visto che i ragazzi infetti
erano stati curati e visto che non risultava più alcun morto
all'appello, la scuola venne riaperta senza troppe complicazioni.
La
McGranitt si era presa una bella strigliata dal Ministro che l'aveva
praticamente costretta ad alzare le difese della scuola senza troppi
giri di parole, ma almeno aveva potuto perseguire il lustro della
stessa.
Lycaon
era stato processato ed imprigionato ad Azkaban, senza alcun tipo di
opposizione da lui stesso, fino a data da destinarsi e tutto era
quasi tornato alla normalità.
In
vena di festeggiamenti, la McGranitt aveva deciso di risollevare gli
animi con un ballo di riapertura anche sotto consiglio di Dante e
Killian i quali erano stati più che felici di avere – finalmente –
quello che avevano sempre agognato fin dall'inizio dell'anno
organizzando una festa a dir poco maestosa.
Ed
infine i ragazzi del 1925, assieme a quelli del 2025 che avevano
preso parte alla battaglia, erano stati accolti come eroi dai loro
coetanei e la preside della scuola aveva tenuto a precisare che la
festa era dedicata interamente a loro ed alle loro gesta eroiche.
“Credo
che partirò per il Giappone”
Lya
corrugò la fronte per l'inaspettata confessione di Mino e lo guardò
nelle iridi scure, cercando di captare qualche informazione in più a
riguardo, ma non capendo il ragionamento del suo migliore amico. Alla
fine tutto ciò che riuscì a dire fu solo un:
“Quando?”
“Domani.
Non penso di voler continuare a frequentare questa scuola. Ho dei
parenti in Giappone, da parte della famiglia di mia madre, e forse
loro potranno aiutarmi a sciogliere gli effetti della Damnatio
Memoriae”
“Ma...
Lycaon ha detto che è impossibile annullare un simile incantesimo”
“E'
vero, però mi rifiuto di credere che non esista una soluzione. Deve
pur esserci un modo per tornare indietro... non so se mi spiego... ed
io non mi darò per vinto tanto facilmente. Il clan dei Soga possiede
centinaia di antiche pergamene nella biblioteca della magione di
famiglia e sono sicuro che lì riuscirò a trovare qualcosa”
La
grifondoro si fermò e si allontanò leggermente da lui per poter
riflettere sul da farsi. Mino era il suo migliore amico, esattamente
come lo era Eleonore, ma al solo pensiero di doversi separare da lui
improvvisamente, da un giorno all'altro, le suscitava una sensazione
che non aveva quasi mai provato in vita sua. Ansia, angoscia,
timore... paura. Paura di perderlo per sempre e non far più parte
della sua vita. No, non l'avrebbe accettato.
Non
sapeva ancora dare un nome a quella strana sensazione che
l'attorcigliava dentro, ma non era disposta a vivere una vita senza
Mino. E le parole le uscirono dalle labbra senza che se ne rendesse
conto:
“Allora
vengo te”
“COS-”
Mino strabuzzò gli occhi e quando si rese conto di aver alzato
involontariamente la voce, se la schiarì e continuò: “Sei... sei
sicura di quello che dici?”
“Sicurissima”
“Potrebbe
non essere un viaggio breve, anzi... ed ancora non ho pensato a come
presentarmi ai miei vecchi parenti, a dire il vero”
“Non
importa e sono sicura che qualcosa ci inventeremo sicuramente”
rispose prontamente lei, senza dargli la possibilità di replicare e,
a giudicare dalla fermezza che trapelava dalle sue iridi verdi, Mino
dovette intuirlo visto che non si oppose ulteriormente.
“Bene,
partiremo domani verso le otto. Utilizzeremo una passaporta per
muoverci con discrezione”
“Perfetto,
non vedo l'ora”
Certo,
nessuno avrebbe mai potuto annullare la Damnatio Memoriae che erano
stati costretti a subire – visto che era un incantesimo non
programmato per avere un “ritorno” alla condizione passata – ed
anche se era stata dura da accettare – specie per i cugini Nott –
alla fine tutti loro si erano dovuti adeguare a questa nuova
situazione. Avrebbero terminato il loro ultimo anno scolastico come
dei normali adolescenti, nonostante avessero anagraficamente più di
100 anni, e si sarebbero diplomati e poi... e poi?
Beh,
sarebbero andati avanti ed avrebbero continuato a vivere.
“Senti
Ellie, stavo pensando...”
“A
cosa Dim?”
“Ti
ricordi quella promessa che ti feci quando eravamo piccoli?”
“Quale
di preciso? Sai, me ne hai fatte talmente tante”
Eleonore
ridacchiò leggermente per la battuta da serpeverde che le era appena
uscita, quasi fiera di essere stata in grado di rispondere con la
stessa medaglia a Dimitri e già se lo immaginava mentre rispondeva
prontamente con la sua solita lingua tagliente. Ma quando la risposta
tardò ad arrivare, la grifondoro iniziò a preoccuparsi.
Si
voltò all'indietro notando solo in quel momento che il ragazzo si
fosse bloccato, in mezzo al corridoio, ad osservarla con un insolito
sguardo serio in volto.
Allora
iniziò ad allarmarsi leggermente.
“Ehy,
Dim, tutto ben-”
“Mi
riferisco al fatto che ci saremmo sposati”
Quelle
parole le trafissero il cuore come lame affilate, facendola
sussultare ed arrossire di botto. Eleonore abbassò lo sguardo
trovando stranamente interessanti le pieghe della sua gonna e,
spostando il peso da un posto all'altro, iniziò ad accarezzarsi una
ciocca con le mani, in un gesto nervoso.
Non
pensavo che se lo ricordasse.
Fece
per emettere un suono, ma il serpeverde non le diede il tempo e parlò
prontamente:
“Intendo
onorare la mia promessa...” le si avvicinò con poche falcate e le
prese le mani con le sue, dopodiché la baciò sulla guancia con un
gesto carico d'affetto.
“Sempre
che tu lo voglia ancora...”
“Certo
che lo voglio!”
Come
ridestata da un sogno, Eleonore si affrettò a rispondergli, forse
con un po' troppa enfasi, facendo ridacchiare sonoramente Dimitri.
“Ehy,
che ti ridi! sono seria io a differenza tua!”
“Guarda
che anche io lo ero fino a poco fa, ora non farmi passare per quello
che non lo era”
“Vuoi
litigare, Nott ?”
“Dipende
se tu lo vuoi o meno, Grindelwald”
Eleonore
assottigliò gli occhi e si scostò dal suo tocco, dopo essere stata
chiamata in quel modo. Poi si portò entrambe le braccia sotto il
seno, conserte, ed alzò un sopracciglio, iniziando a guardarlo
dall'alto verso il basso, prima di aggiungere:
“Futura
Signora Nott, prego”
In
un gesto teatrale, Dimitri si portò al volo una mano sul petto e
l'altra sulla fronte, imitando una scena di pura sofferenza.
“Merlino
che dolore! Credo che il mio cuore non potrà reggere la botta. Sono
ancora in tempo per tirarmi indietro, vero?”
“Certo
che no!”
In
un baleno Eleonore si avventò su di lui e, prendendolo per il
colletto della camicia, gli soffiò a fior di labbra:
“Non
sfuggirai più al mio controllo, Nott. Puoi scommetterci quello che
ti pare”
“E'
una minaccia Grindelwald?”
“Certo
che sì”
“Bene”
le sussurrò lui a due passi dalle sue labbra e, senza distogliere lo
sguardo da esse aggiunse:
“Perché
io non ho più intenzione di allontanarmi da te” prima di cingerle
le braccia attorno alla schiena e baciarla passionalmente.
Dopo
il diploma...
Il
fragore delle onde era tutto quello che riusciva a sentire attorno a
sé in quel momento.
Si
levò il casco della moto incantata solo per assaporare a pieni
polmoni l'aria salmastra del luogo ed inspirò, lentamente, chiudendo
gli occhi per godersi quel momento quasi paradisiaco. Poi sussurrò:
“Che
magnifica sensazione. Erano anni che non vedevo il mare con i miei
stessi occhi”
“Beh,
fratello, ci credo! Dopo quello che hai passato... Merlino, se
ripenso che te ne stavi là, rinchiuso in quella stanza asettica,
come un malato mentale... brrrr, mi vengono quasi i brividi”
Douglas
guardò suo fratello, davanti a lui, con un leggero sorrisetto sulle
labbra mentre si levava il casco e scendeva dalla moto rosso fuoco
che aveva comprato proprio la settimana prima.
Quando
gli avevano comunicato che qualcuno aveva firmato per farlo
uscire dal San Mungo per prendersi cura di lui in un ambiente
adeguato al suo rango, aveva stentato a crederci. Dopo decenni
qualche Nott dal buon animo si era ricordato della sua esistenza ed
aveva deciso di prendersene cura, ma quando aveva capito quale
fosse il Nott in questione il cuore aveva minacciato di fermarsi,
tanta era la gioia in quel momento.
Suo
fratello maggiore era andato a prenderlo, anzi sarebbe meglio dire:
suo fratello Dimitri era andato e riprenderselo e non l'aveva
abbandonato al triste destino con il quale era stato costretto a
vivere tutti quegli anni.
Non
l'avrebbe mai ammesso, ma Douglas non riusciva a contare quante
fossero state le volte che aveva sognato un momento simile da quando
l'avevano rinchiuso là dentro. Ed infatti la prima cosa che aveva
fatto era stata quella di versare lacrime di gioia, nel vedere il suo
sogno realizzato.
Quello
sarebbe stato il secondo giorno più bello di tutta la sua vita.
Il
primo era indubbiamente quando era venuto a conoscenza del fatto che
suo fratello fosse ancora in vita. Ed ora che ci pensava i suoi
giorni più belli erano quelli trascorsi in sua compagnia, anche
quando era solo un ragazzino.
Nonostante
avessero più di dieci anni di differenza, Dimitri si era sempre
comportato come un perfetto fratello maggiore, viziandolo a più non
posso e riservandogli dosi massicce d'affetto che non serbava per
nessun altro, oltre che ad Eleonore. Per questo un piccolo Douglas
non poteva fare a meno di ammirarlo: lo vedeva come una sorta di eroe
che avrebbe combattuto per lui e l'avrebbe salvato da qualsiasi
situazione di pericolo, per renderlo felice, ed in un certo senso...
anche se a distanza di più di cento anni... era esattamente quello
che aveva fatto.
Perché
la Damnatio Memoriae su di lui non aveva funzionato?
Perché
Douglas amava troppo suo fratello per poterselo dimenticare. E
probabilmente quell'incantesimo su di lui non avrebbe mai funzionato,
né ora né mai.
“Allora?
Che vuoi fare?”
La
voce squillante di Dimitri lo riportò alla realtà. Seduto sul retro
della sella, Douglas si sistemò leggermente per potergli parlare
meglio, scostandosi di dosso il mantello costoso che il serpeverde
gli aveva regalato, assieme a tutti i nuovi abiti che indossava.
“A
dire il vero... non saprei... tu che vorresti fare?”
“Io
avevo intenzione di guardare il mondo!”
Davanti
lo sguardo luccicante di Dimitri, Douglas scoppiò a ridergli in
faccia.
“Allora
che me lo chiedi a fare se hai già degli obiettivi?”
“Era
per coinvolgerti! Per non farti sentire solo ed accantonato nei miei
progetti”
“Wow
ti ringrazio, adesso che sì che mi sento meno solo”
“Che
fai mi prendi per il culo? Ti ricordo che sono tuo fratello maggiore.
Portami rispetto nanerottolo!”
“Nanerottolo?
Ma se sono più alto di te! Tsè... ma tu senti questo... quando ero
in piena pubertà ero praticamente una stanga! Tutte le ragazze mi
morivano dietro proprio per questo”
“Eppure
in vecchiaia non mi sembri tutta 'st'altezza”
Douglas
lo fulminò con lo sguardo. Le iridi glaciali ridotte a due fessure
minuscole.
“Senti,
ragazzino, sarai pure più grande di me di ben 11 anni, ma in
questo momento il più anziano fra i due sono io. Portami
rispetto tu, piuttosto”
Dimitri
gli scoppiò a ridere in faccia.
“Ti
senti inferiore Doug?”
“Al
contrario, sto rimarcando la mia posizione. E visto che sono il più
vecchio d'aspetto fra i due, pretendo di avere la facoltà di
scegliere la nostra prima destinazione”
“E
dove vorresti andare? Sentiamo” A quella domanda, gli occhi di
Douglas saettarono di entusiasmo prima di aggiungere:
“Voglio
andare in Egitto e vedere le piramidi! Ti ricordi quello che ci
diceva sempre la nonna riguardo le origini della sua famiglia? Pare
che gli Shafiq fossero stati, per generazioni, i maghi preferiti dai
faraoni e che i loro ritratti siano raffigurati persino nei
geroglifici delle tombe egizie. Io partirei da lì. Quindi vedi di
portarmici e poi potremmo andare dopo ti pare”
Dimitri
inarcò un sopracciglio.
“Perché
il tuo volere suona tanto un comando?”
“Perché
è un comando, quindi salta in sella e vediamo di partire oggi
stesso. Ho già perso troppo tempo nella mia vita e non ho intenzione
di perderne altro”
Dimitri
scosse la testa come per dire “sei senza speranza”, ma per tutta
risposta Douglas si sistemò meglio il mantello addosso e si issò
dritto sulla schiena, in attesa che suo fratello si decidesse ad
accontentarlo. Cosa che, ovviamente, fece dopo pochi istanti.
“Agli
ordini capo!” difatti gli rispose, allegro. Dopodiché, il
serpeverde, si aggiustò il giubbotto di pelle, si rinfilò il casco
e, dopo essersi seduto sulla modesta sella di pelle ed aver sistemato
Douglas dietro di sé, iniziò a dare gas alla moto incantata.
Con
un'abile mossa si girò verso destra e sfrecciò nel limpido cielo
azzurro dopo aver attraversato il molo senza esitazione.
Scomparvero
fra le nuvole celesti, nel nulla, senza lasciare traccia.
Fine
Angolo
Autrice e Ringraziamenti:
Ebbene
sì, FINALMENTE siamo arrivate/i alla fine di questa storia.
Ammetto
di aver faticato parecchio a scriverla e di aver messo più e più
volte in discussione la sua fine, ma sono lieta di averla
conclusa. Anche se ci ho messo anni per terminarla, sono
comunque felice di non averla lasciata “in sospeso” (dato che
detesto lasciare le cose a metà, visto che mi capita di farlo quasi
sempre... ma vabbè...).
Vi
chiedo ancora scusa per avervi fatto penare tanto per tutto questo
tempo e spero che un giorno possiate perdonarmi per i miei colossali
ritardi nella pubblicazione dei capitoli.
In
ogni caso vi ringrazio tantissimo per essere rimasti come fino alla
fine. A tal proposito ringrazio tantissimo sia le persone che si
iscrissero in quel lontano 2015, quali: Gin24, scarlett_dream,
Phebe Junivers, unvuotoaperdere, ed Oceano2_0;
Sia
le persone che sono “subentrate” in seconda battuta, quali:
ana_fremione, _FireStar_55 e sa_sped_02.
Ed
ovviamente, anche se scomparse, ringrazio anche le persone che hanno
creato i vari personaggi della storia che, purtroppo, hanno fatto una
brutta fine, quali: Adam di pink sweet, Anncharlotte di Carolina
Sophia Granger, Matt di I LOVE RAPH, Erin di Inazumiana01, Cody di
_Maleo_ e Florence di _endlessy_.
Per
alcuni di loro mi è dispiaciuto tantissimo doverli tagliare dalla
storia e non vi nascondo che la loro scomparsa ha compromesso
parecchio la trama. Per esempio, Adam doveva avere un ruolo
importante, invece sono stata costretta ad ucciderlo con mio
disappunto e rammarico.
In
ogni caso vi ringrazio per avermi incoraggiata, con le vostre
recensioni, a non mollare mai del tutto la storia.
Ringrazio
anche le 18 persone che l'hanno aggiunta fra le seguite,
quali:
Grazie
anche alle 2 persone che l'hanno messa fra le ricordate,
quali:
E
grazie anche alle 10 persone che l'hanno messa fra le
preferite, quali:
Ed
ovviamente, un grazie enorme anche a chi ha solo letto ed ha
dedicato minuti del proprio tempo per questa storia.
In
più, un ringraziamento particolare, va a Signorina Granger ed
Ellygattina per aver trovato il tempo di commentare anche solo
un capitolo nonostante non partecipassero alla storia.
Davvero,
grazie a tutti voi dal profondo del mio cuore.
Spero
che la storia vi sia piaciuta, anche se all'inizio l'avevo
strutturata diversamente e, nel corso del tempo, ho dovuto cambiare
un po' di cose. Probabilmente la rileggerò e la revisionerò nel
caso dovessero esistere delle incongruenze (visto che l'ho veramente
scritta “a pezzi”), ma per ora – ancora – GRAZIE.
Alla
prossima.
Baci,
Vic
^^
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