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di DewoftheGalaxy
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Peur et Savoie ne se sont jamais rencontrée 

 

"La paura e i Savoia non si sono mai incontrati"

 

È questa la frase che Maria Clotilde pronuncia ora, a testa alta, mentre, con i cristalli della carrozza abbassati attraversa quella città devastata dalla rivolta che ora è Parigi.

Tutti i nobili sono fuggiti, persino l’Imperatrice Eugenia, ma lei ha deciso di fuggire per ultima.

Ha ascoltato la sua solita messa, ha visitato i suoi prediletti infermi nell’ospedale vicino casa, e allora, solo allora, Maria Clotilde è fuggita.

Con la carrozza scoperta e le sue insegne ben in vista.

Lei è una Savoia. È figlia delle nevi alpine e del caldo sole italiano. È una cristiana devota e fedele.

È la figlia primogenita di Vittorio Emanuele II e di Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena.

Della dolce e paziente Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena.

Una madre che le è stata accanto per appena 12 anni ma che le ha tramesso insegnamenti che le sono rimasti impressi per tutta la vita. Una fede salda, una grande propensione al sacrificio ed all’aiuto del prossimo. Maria Clotilde è questo è molto di più. 

Chechina. La chiamavano le dame della corte sabauda e i suoi fratellini, quei fratellini alla quale ha dovuto fare da seconda madre. 

Umberto l’erede, il vivace Amedeo, l’intelligentissimo ma malato Oddone e la piccola Maria Pia.

E quei tre piccoli mai cresciuti, rimasti per sempre fermi alla culla: Carlo Alberto e i due Vittorio Emanuele.

Si è sacrificata fin da subito, così come aveva scritto il giorno della sua Prima Comunione. Ma il sacrificio più grande è stato quello del talamo nuziale. Quello per Napoleone Gerolamo Bonaparte.

Un matrimonio con un marito infedele ma che è stato compensato da tre splendidi figli: Vittorio, Luigi e Letizia. E dalla fede, dall’aiuto per i poveri, dall’essere oggetto dell’antipatia dell’imperatrice Eugenia.

“Voi dimenticate, signora, che io sono nata a corte” aveva risposto all’imperatrice una volta quando quest’ultima le aveva suggerito di saltare il ricevimento dei funzionari perché forse “troppo faticoso per lei”.

E a quella corte ora fa ritorno.

Fuori dalla carrozza i parigini la guardano immobili e rispettosi, si inchinano al suo passaggio e non proferiscono parola. 

Maria Clotilde guarda avanti, decisa. Nelle sue vene scorre il sangue di una dinastia di conquistatori e regnanti, ora dei regnanti d’Italia, del Paese delle Meraviglie.

Non ha alcun timore, perché:

 

“La paura e i Savoia non si sono mai incontrati”.

 

 

 





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