Capitolo secondo-10 Settembre
Era la stessa cosa tutti gli anni. Aun certo punto,
nella notte del 9 Settembre, il suo capitano sarebbe sparito. Anche se
Ichimaru spariva molto spesso, l’unica sua sparizione
prevedibile era
quella del 9 settembre. Era anche l’unica in cui Kira sapeva
dove
sarebbe andato. Secondo Hinamori, esattamente a mezzanotte Ichimaru
sarebbe comparso nelle stanze di Aizen. I due uomini non parlavano per
nulla al di fuori di Aizen che augurava un buon compleanno a Ichimaru
quelle poche volte che Hinamori era presente, o per aiutare il suo
capitano a finire qualche rapporto o semplicemente per stargli vicino.
Aizen avrebbe quindi dato a Ichimaru il suo regalo. Di solito si
trattava di qualche rompicapo che Ichimaru avrebbe risolto sul momento
prima di andarsene con un sorrisetto divertito, mentre anche Aizen gli
sorrideva. Hinamori non aveva mai capito il significato nascosto che i
due uomini sembravano conoscere, ciò la rendeva
infinitamente gelosa ed
era probabilmente il motivo principale per cui disprezzava
così tanto
Ichimaru.
La seguente destinazione di Ichimaru era la decima
divisione, la stanza di Matsumoto Rangiku. Kira non avrebbe mai saputo
cosa succedeva tra loro una volta chiuse le porte, ma poteva
immaginare. Il 10 e il 29 Settembre erano i due giorni in cui Matsumoto
non andava al lavoro, che fosse riuscita a prendere ferie o meno.
Hitsugaya aveva rinunciato a cercare di costringerla ad andare al
lavoro in quei due giorni già pochi anni dopo aver assunto
il comando.
Hitsugaya sapeva che il 29 era il compleanno di Matsumoto, ma
nonostante fosse un genio, non aveva la minima idea del
perchè
Matsumoto non ci fosse neanche il 10. Non era neanche conscio
dell’esatta natura della relazione tra Ichimaru e Matsumoto.
In
effetti, non lo erano molte persona al di là degli amici
più stretti di
Matsumoto. Ma dopo tutto, pensò Kira, bisognava veramente
sforzarsi per
vedere quei segnali subdoli che per lui erano tanto ovvi, e a Hitsugaya
non importava molto di cosa facesse Matsumoto nella privacy,
finchè non
andava a influire sul suo lavoro o sulla sua salute. Inoltre, era
veramente troppo piccolo per notare relazioni amorose.
Kira
sorrise a se stesso mentre lasciava il suo regalo perfettamente
impacchettato sulla scrivania del suo capitano. Era un libro che
Ichimaru aveva menzionato di voler leggere. Kira sperava che il suo
capitano fosse ancora interessato a quel libro, che quando
l’avesse
sfogliato gli sarebbe piaciuto. Probabilmente non prima
dell’11. Ma
Kira sperava anche che non gli sarebbe piaciuto tanto da decidere di
prendersi ferie anche l’11, solo per leggerlo. Conoscendo
Ichimaru, era
molto probabile. Sfortunatamente, avevano una montagna di lavoro da
sbrigare e alcune forme potevano essere compilate solo da Ichimaru.
***
Grugnì
in appagamento mentre annusava il suo grosso, morbibo seno. Era
così
bello e caldo. Avrebbe volentieri passato il resto dei suoi giorni
così. Lei is lasciò sfuggire un gemito quando lui
lasciò scivolare
fuori la lingua e la leccò, solo un pochino. Ma il suo
divertimento
ebbe una brusca fine quando dita lunghe, pallide e ossute lo presero
per il collo e lo scagliarono contro il muro. “Allontanati da
lei
Shinso! Brutto kitsune pervertito!” Gin disse a denti
stretti, cercando
in ogni modo di non svegliare Rangiku.
“Baciami le 9 code d’argento, Gin!”
ribattè Shinso. “Stavo passando una
così bella mattinata finchè non ti sei
svegliato!”
Gin
istintivamente strinse Rangiku a se e tirò su le coperte per
coprirla.
“Vattene Shinso! O giuro che ti porto dal capitano 12 a farti
castrare!”
Shinso
ringhiò ma lasciò comuncue il mondo materiale.
Come tutte le zampakuto,
Shinso aveva terribilmente paura del Capitano Kurotsuchi, conosciuto
per le cose orribili fatte ad alcune zampakuto sotto la scusa di
“migliorarle” o “ripararle”.
Shinso non aveva l aminima intenzione di
finire tra la mani del Capitano Kurotsuchi Mayuri.
Dopo che
Shinso fu sparito, Gin si sdraiò nuovamente e
affondò la testa nei
capelli di lei. Odorava di buono, come i crisantemi in fiore. La
baciò
gentilmente dietro le orecchie. “hmmm…
Gin…” sussurrò. Bene, si stava
svegliando, “Buon Compleanno,” disse lei mentre si
voltava per
guardarlo.
Gin sorrise, “Mi dai il regalo adesso…”
chiese mentre la baciava.
“Non
sono io il tuo regalo, Gin. Ho prenotato un’intera giornata
al Centro
Benessere degli Shinigami, nella nuova ‘area
coppie’. Abbiamo la vasca
idromassaggio tutta per noi e poi massaggi, pedicure, manicure e
massaggi facciali! E ci passeremo la notte! Domain, ti sentirai come
nuovo!”
“Ma questo significa che dobbiamo alzarci da letto adesso.
Rangiku!” si lamentò Gin.
“Gin!”
Gridò Rangiku un po’ divertita e un po’
esasperata. “Ti prometto che
non ti pentirai di alzarti dal letto ora, o di andarci
stasera…”
aggiunse con un sorriso malizioso sulle labbra. Ciò pose
fine alla
discussione. Gin si also dal letto a velocità record e poco
dopo si
stavano incamminando verso il Centro Benessere. Matsumoto fu molto
sorpresa quando si accorse che Gin aveva lasciato Shinso nella sua
stanza, “Gin, non ti porti Shinso?”
“Pensi che dovremo combattere Hollow o qualcosa di simile al
centro benessere, Rangiku? Chiese Gin con divertimento.
“No, voglio dire, è abbastanza raro vederti senza
la tua zampakuto.” Gli fece notare Rangiku.
“Si, beh, quel pervertito di un kitsune deve imparare a non
leccare ciò che non deve.” Momorò Gin.
“Che hai detto?”
“Niente,
niente, manderò un messaggio a Izuru di andare a prendere
Shinso più
tardi e portarlo al Capitano Dodici. Voglio che gli facciano un
check-up molto dettagliato.” Disse Gin con un ghigno ancora
più cattivo
del solito.
“Qualcosa non va con Shinso?” domandò
Rangiku. La
zampakuto di uno shinigami è il suo stesso spirito. Se viene
danneggiata in qualche modo o non lavora come dovrebbe, per lo
shinigami è un problema grosso. Il rimedio usuale
è mettersi in
comunione con la zampakuto e aspettare che il problema si risolva da
solo. A meno che lo shinigami non ha fretta. In quel caso il Capitano
Kurotsuchi è la persona a cui affidarsi. Lui, insieme ai
vari servizi
classici per le zampakuto, offriva anche operazioni di cambiamento di
sesso.
“Nah, voglio solo che lo pungano un po’.”
Replicò Gin con
un Sorriso decisamente malvagio. Rangiku decise di lasciar stare
l’argomento.
***
Matsumoto
Rangiku non era una persona che si faceva prendere dalla depressione.
Ma ultimamente, ultimamente aveva cominciato a mostrare i segni di una
depressione molto seria. Per prima cosa, si ritrovava spesso a piangere
per nessuna ragione apparente. Aveva perso ogni interesse e sempre
più
spesso trovava difficile fare pensieri felici, figurarsi sorridere. Gli
unici momenti in cui si sentiva veramente felice erano quelli in cui
stava con Gin. Quando la stringeva come adesso, col viso nel suo ampio
seno. Semplicemente a coccolarla. A Gin piacevano le coccole, e a lei
piaceva coccolarlo. Era successo durante il loro primo inverno insieme,
quando si erano ritrovati a stringersi per tenersi caldi, che avevano
capito quanto gli piaceva stare abbracciati stretti. Rangiku si era
sentita molto angosciata quando il suo seno aveva cominciato a crescere
oltre i limiti della normalità. Non le piaceva come gli
uomini le
lanciassero sguardi maliziosi o quello che le donne presumevano di lei
solo per questo. Ciò che la fece accettare il suo seno e che
la fece
sentire a suo agio nel suo corpo fu le felicità di Gin per
l’aumento
del potenziale coccoloso del suo corpo. Non la guardava maliziosamente,
non presumeva niente, era solo felice di avere “I cuscini
più soffici
del mondo tutti per me.” Lo amava. Lo amava così
tanto che faceva male.
E
infatti, ora stava male. Non poteva più andare avanti
così. Non poteva
stare con lui sapendo che non avevano un futuro. Tutto ciò
che avevano
era un passato, e il presente. Prendevano tutto un giorno alla volta,
sempre un giorno alla volta, e non ne poteva più. Voleva
qualche cosa
che assomigliasse alla stabilità. Un qualche segnale che lui
ci sarebbe
stato nel suo futuro. Voleva un impegno serio. Solo gli stupidi credono
che il matrimonio simboleggi l’amore. All’interno
della Seiretei I
nobili si sposavano tra loro per avere più potere, per
alzarsi di rango
e per molte alter ragioni che nulla avevano a che fare con
l’amore.
Però, il matrimonio simboleggia il desiderio di affrontare
insieme il
futuro e questo è quello che voleva da Gin. Voleva che le
desse qualche
segno che il futuro che aveva pianificato la includeva. Ma, in fondo,
sapeva che non era così. Lo sapeva e basta e questo soltanto
la
deprimeva infinitamente.
“Qualcosa non va?” chiese Gin, dandole un leggero
bacio sulla guancia. “ Perché stai piangendo,
Rangiku?”
“Niente.”
Mentì. “Niente di niente! È solo che
ultimamente mi sono sentita così
stanca. È bello avere finalmente la possibilità
di rilassarsi.”
Sorrise. “So che questo è il tuo regalo di
compleanno ma penso che
avessi bisogno di questa giornata più di te!”
“Non esserne così
sicura.” Replicò Gin, sentendosi troppo pigro al
momento per prendere
la sua risposta come qualcosa di falso. “Non sei
l’unica che ha
montagne e montagne di noioso lavoro da sbrigare.”
Matsumoto rise. “Come se te lavorassi!”
“Saresti sorpresa da che bravo Capitano sono.”
“Oh
si, lo sarei.” Annuì Rangiku. “ Lo sarei
davvero.” Disse mentre lo
baciava. Oggi non era il giorno per pensare a se stessa or per mettere
in azione il piano disperato per avere una qualche sembianza di pace a
cui pensava da un po’. Oggi era il suo giorno e lei non
gliel’avrebbe
rovinato.
|