Cage
of Drabbles
Raindrops –
Piangeva, Rion. Le lacrime
sgorgavano copiose dai suoi occhi bui e stanchi, mentre
camminava lenta sotto quel temporale estivo, allontanandosi dal riparo
di quelle che loro chiamavano "case". Sperava solo che le gocce di
pioggia si mischiassero alle lacrime, così da camuffarle e nasconderle.
Perché sapeva che lui si
sarebbe accorto della sua assenza e lei non poteva permettere che Akira
la vedesse in quello stato: Rion era la sua donna, la sua forza. Se lei
fosse crollata, anche lui non sarebbe riuscito a reggere il peso di
tutto quello che stava accadendo – il peso della loro nuova vita.
FanFiction partecipante al "COW-T
9" e al "Sillabario" indetti dalla community Lande di Fandom
- Titolo: Cage of Drabbles
- Autore: XShade-Shinra
- Fandom: Cage of Eden/Eden no
Ori
- Personaggi: Un po' tutti
- Prompt COW-T 9, W6, M3:
pure!drabble, tema libero
- Genere: Introspettivo,
Sentimentale (principali)
- Rating: Tra Verde e Giallo
- Warning: MM/WI, Spoiler!, Het (coppie canon)
- Capitoli: Oneshot (26x100
drabble)
- Disclaimer: Tutti i
personaggi
di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono
esistiti realmente, come d'altronde i fatti in essa narrati. Inoltre
questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà
dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo
di lucro ma solo per puro divertimento.
- Note: Era da anni che avevo
in cantiere questo progetto e, con la scusa della settimana delle
pure!drabble sul COW-T, finalmente ho creato questa FF per il
Sillabario!
Sostanzialmente la storia è divisa in 26 drabble, tra loro slegate, che
come prompt hanno una parola che inizia con una lettera dell'alfabeto
dalla A alla Z.
Ci sono vari generi e personaggi all'interno di questa raccolta, e
molte delle drabble sono ambientate durante il time-skip dell'ultimo
capitolo (ancora spoiler per chi segue il manga ita).
Buona lettura! ^^
Cage
of Drabbles
Adulthood
Tutti i professori avevano detto loro che quella gita a Guam sarebbe
stata indimenticabile e che sarebbero tornati a casa diversi, cambiati,
con qualcosa in più rispetto a quando erano partiti.
Non avevano sbagliato in niente, si erano solo dimenticati di
specificare che non tutti avrebbero fatto ritorno.
L'Isola li aveva fatti diventare adulti, mostrando loro quanto potesse
essere dura la vita, soprattutto quando quella di altre persone
dipendeva dalla scelta di uno, ma alla fine Sengoku e i suoi amici
rimanevano solo dei ragazzini cresciuti troppo in fretta, e a volte
toccava ai veri adulti prendersi cura di loro.
Blood
Se la morte si potesse disegnare, non sarebbe ritratta con del
carboncino nero, ma con la testa spappolata di qualcuno contro la
tela.
C'erano dei momenti in cui, ovunque si girassero, i superstiti del volo
351 vedevano solo il colore rosso attorno a loro e su di loro – e il
panico era così indomabile che si faticava a capire se fosse il proprio
sangue o quello di un compagno o della bestia che li aveva attaccati.
Poteva esserci un bellissimo mare cristallino, rigogliose foreste e un
cielo terso, ma era il rosso sangue il colore primario che tingeva
quell'isola.
Chimaera
Il gruppo di Sengoku aveva visto solo parte delle chimere presenti in
quell'Isola, rimanendo del tutto ignaro del fatto che ce ne fossero
molte altre nelle gallerie sotto la torre.
L'unica che ne era al corrente era Yuki, e spesso il suo pensiero si
volgeva ad Arita e Hades, che erano rimasti lì sotto. Non li aveva più
visti – né loro, né le chimere – e si chiedeva che fine avessero fatto
e se mai un giorno si sarebbero incontrati di nuovo, ma ben ricordava
le parole di Kouhei ed era certa che li avrebbe protetti da quelle
bestie.
Disease
Nishikiori era stato il primo ad aver capito che, in un ambiente come
quello, la figura del medico era colui che avrebbe detenuto il potere.
Nel corso degli anni, molti dei superstiti dovettero superare diverse
malattie – oltre a infortuni e a mali di stagione.
Il dottor Mutou era sempre pronto a prestare loro soccorso e a non
vergognarsi di chiedere aiuto se non fosse stato in grado di gestire la
situazione da solo a causa del troppo sangue.
Era una fortuna che la vita di tutte quelle persone fosse nelle mani
gentile e umili di un uomo come lui.
Eradicate
Era la seconda volta che il gruppo di Sengoku rischiava la decimazione
non per colpa di uno dei mammiferi che abitavano Raika, ma per colpa di
esseri ancora più piccoli – e mortali.
Quelle maledette zecche sarebbero tornate a ogni battito d'ali dei
Thunderbird e non c'era modo di sconfiggerle. Scoperto cosa aveva
ucciso i loro compagni, compresero che solo il fuoco avrebbe potuto
purificare quel luogo (non potevano rischiare che un altro gruppo lo
trovasse e si stanziasse lì) e distrussero completamente il loro
accampamento, e con esso i parassiti che non si erano ancora attaccati
alle loro carni.
Friendship
C'era solo una cosa che aveva permesso ai superstiti di arrivare fino
all'ultimo edificio.
Non erano stati l'istinto, lo spirito d'adattamento, la paura o il
coraggio, ma una cosa molto più rara e preziosa: era stata l'amicizia
che li legava. Non era il sottile filo rosso dell'anima gemella, ma una
robusta gomena capace di tenerli stretti l'uno all'altro per evitare
che qualcuno cadesse.
Sengoku sapeva che i sentimenti di amicizia nel suo gruppo si erano
estesi anche ai membri degli altri, e ora che i loro cuori battevano
tutti all'unisono erano pronti a scoprire il mistero dell'isola in
quell'ultima tappa.
Grave
Non tutti avevano avuto la loro tomba.
Delle volte era stato preferibile bruciare i cadaveri, ma il più delle
occasioni i corpi erano stati mangiati dalle bestie.
Raika era così impietosa che anche morire tra le braccia delle persone
care era un lusso che non tutti potevano permettersi.
Sarebbe stato bello avere un cimitero, un posto collettivo dove riporre
i cadaveri, dando loro degna sepoltura e offrendo ai vivi un luogo per
poter riversare il proprio dolore. L'unica cosa che riuscirono a fare,
fu una stele commemorativa, per tutti quelli che non ce l'avevano fatta
– una piccola tomba comune.
Hell
Yukina Sengoku voleva che l'isola Raika fosse un paradiso, ma qualcuno
la trasformò in un inferno.
Akira e i suoi amici non seppero mai con esattezza cosa accadde:
avevano capito solo che, qualsiasi cosa fosse accaduta al centro di
ricerca, era stata una strage organizzata, e che qualcuno era riuscito
a scappare dall'isola portandosi dietro qualcosa di prezioso e letale.
Mentre caricavano le ultime provviste sulla nave, Mariya pensava se
valesse davvero la pena ritornare in Giappone, senza sapere cosa
aspettarsi, ma si disse che, dopo un inferno del genere, non avrebbero
dovuto temere nulla, finché fossero rimasti tutti uniti.
Imprison
Nessuno, ormai, si fidava di Nishikiori, nonostante non potesse più
nuocere.
La questione venne messa ai voti e il falso dottore venne imprigionato.
Il gruppo addetto all'esplorazione della scuola trovò una stanza munita
di sbarre sia alla porta che alla finestra, perfetta per
quell'evenienza, e la chiave venne affidata a turno solo ai più intimi
tra gli amici di Sengoku.
Nessuno provò a liberarlo, consci che, se scoperti, avrebbero seguito
il suo triste destino di isolamento – e già quell'isola stessa era una
gabbia.
Quasi pensarono di lasciarlo là, prima di partire, ma loro non erano
dei mostri come lui.
Jumanji
Quella giungla gli ricordava un vecchio film americano: Jumanji.
Mariya lo aveva visto diverse volte e aveva capito che non era molto
lontano dalla realtà che stavano vivendo: una giungla che non aveva
altro scopo se non uccidere gli esseri umani. A coronare il tutto,
anche lì c'era un essere umano che andava contro la propria specie,
rappresentato da Nishikiori.
Mariya guardò il proprio programma per lanciare dadi che aveva sul
computer. Sarebbe stato bello poter uscire dall'Isola Raika se fosse
comparso un cinque o un otto, ma la loro vita non aveva scappatoie
facili come quelle di un gioco.
Kill
Uccidi, prima di essere ucciso.
Quella sembrava l'unica legge che valesse su quell'isola, dove Maya e
Aya avevano trovato il loro habitat naturale.
Erano da sempre state portate per il combattimento, soprattutto il
corpo a corpo, e lì avevano potuto mettere le loro capacità a
disposizione del gruppo, aiutando i più deboli o facendo da
spalla ai più forti.
Separate erano potenti, insieme erano indistruttibili.
Ecco perché nessuno andava a bussare alla porta della loro casetta se
qualche mattina facevano tardi: erano temute da tutti, perfino da
Yarai, e questo non faceva altro che gonfiare il loro ego da guerriero.
Library
Yarai era certo che l'avrebbe trovata: era esattamente lì, dove l'aveva
lasciata prima di partire per Guam.
Terzo piano, in fondo a destra.
Forse non avrebbe dovuto andare da solo – e sapeva che dei tipi come
Mariya o la professoressa Kurusu lo avrebbero accompagnato volentieri
–, ma gli sembrava una cosa talmente stupida andare a cercare proprio
un luogo del genere, che preferiva avere un po' di privacy.
C'era una cosa che gli era mancata lì sull'isola: leggere. E quando
aprì la porta della biblioteca scolastica, trovando le scansie colme di
libre, poté distendere le labbra in un sorriso.
Marriage
Tutti sapevano che, prima o poi, quel momento sarebbe giunto, e la
notizia fu accolta con felicità mista a un'alzata di spalle. Quando
Rion e Akira annunciarono la loro volontà di volersi sposare là
sull'isola, prima di partire alla volta del Giappone, la frase più
carina che venne porta ai due fu un "era ora", sbuffata da Mariya.
Volevano seguire il rito buddista, e Seigou sarebbe stato perfetto
(nonché unico) per celebrare, anche se tutti ben sapevano che
quell'unione non aveva valenza, se non affiancata al rito civile.
Era una cosa intima, solo per loro, per celebrare il loro amore.
Nightmare
I loro sogni erano presi d'assalto dai peggiori incubi ogni notte,
anche se cercavano di non parlarne con nessuno.
I corpi martoriati dei loro compagni facevano da protagonisti in quei
sogni tinti di sangue.
Sapevano bene che, se mai fossero riusciti a tornare a casa, quegli
incubi difficilmente li avrebbero lasciati in pace, una volta lontani
da tutto quello.
Era come se nemmeno il ristoro del sonno fosse sufficiente per dare
loro qualche ora di riposo, lontano dagli incubi della vita vera che si
trovavano ad affrontare durante il giorno.
Potevano solo aspettare che passassero, sperando di non impazzire
prima.
Outdoors
Pochi di loro avevano dormito all'aperto, prima di quell'esperienza su
Raika.
Un tetto fatto di stelle era ciò che spesso li attendeva, quando non
riuscivano a trovare un rifugio sicuro per la notte. Stavano lì, tutti
insieme, con il naso per aria a contare le stelle fino a prendere
sonno.
Nishikiori aveva detto che era possibile orientarsi guardando le
stelle, ma nessuno di loro ne era capace: l'unica cosa che trasmetteva
loro sicurezza guardando quegli astri, era che si trattava ancora del
loro cielo, nonostante quell'isola non fosse il loro mondo. C'era
ancora una speranza di poter tornare a casa.
PC
Mariya aveva sempre odiato la natura.
A lui piaceva stare davanti al computer, sentire il rumore delle
ventole che salivano di giri (non il vento che gli scompigliava i
capelli e ricopriva di polvere gli occhiali da vista) e vedere la luce
azzurrognola del suo schermo (non il sole a picco che gli faceva venire
mal di testa).
Fu in un moto di disperazione che mise nel bagaglio per Guam il
ricaricatore manuale del computer, nel caso si fosse scaricato mentre
erano in spiaggia.
Non poteva sapere che quel gesto gli avrebbe salvato la vita molto più
di quanto credeva.
Quetzalcóatl
Miina e Mariya stavano guardando insieme l'enciclopedia degli animali
estinti, sfogliandola scheda per scheda, sperando così che l'erede
degli Isurugi si ricordasse qualcosa.
Il giovane nerd rimase sconvolto quando la ragazzina più piccola lo
fermò, dicendogli che dalla P alla R aveva saltato una lettera.
Mariya tremò a quella possibilità: l'unico mostro che gli venisse in
mente con la lettera Q era il Quetzalcóatl (e, dopo i Thunderbird, non
si sarebbe meravigliato di quell'eventualità).
Controllarono più e più volte, ma pareva che non ci fosse nulla alla Q.
Mariya non se la sentì comunque di tirare un sospiro di sollievo.
Raindrops
Piangeva, Rion.
Le lacrime sgorgavano copiose dai suoi occhi bui e stanchi, mentre
camminava lenta sotto quel temporale estivo, allontanandosi dal riparo
di quelle che loro chiamavano "case". Sperava solo che le gocce di
pioggia si mischiassero alle lacrime, così da camuffarle e nasconderle.
Perché sapeva che lui si
sarebbe accorto della sua assenza e lei non poteva permettere che Akira
la vedesse in quello stato: Rion era la sua donna, la sua forza. Se lei
fosse crollata, anche lui non sarebbe riuscito a reggere il peso di
tutto quello che stava accadendo – il peso della loro nuova vita.
Survivor
Imparare a sopravvivere era stato molto difficile: solo mettendo
insieme le conoscenze l'uno dell'altro, il gruppo era riuscito ad
andare avanti per anni.
Avevano utilizzato il cortile interno della scuola per farne la loro
nuova base, trovando un territorio non ostile e che teneva lontani gli
animali grazie all'alta recinzione.
Erano riusciti a costruire le loro casette di legno e, con lo stesso
materiale, un'arca abbastanza grande e robusta dal poterli contenere
tutti quanti e, forse, scampare al Basilosauro attorno all'isola.
Erano sopravvissuti e ne andavano fieri; non si sarebbero lasciati
uccidere proprio ora che stavano salpando finalmente verso casa.
Trust
Tutti avevano fiducia in Akira Sengoku. Non importava che i gruppi si
fossero infine riuniti: Akira rimaneva il leader indiscusso.
Appena precipitato su Raika, non pensava di possedere qualcosa di
speciale, e invece si era ritrovato a essere la chiave di volta grazie
alla quale i suoi amici potevano stare al sicuro, confidando in lui.
Mai nessuno sarebbe stato lasciato indietro, finché ci fosse stato
Akira al comando, e, ormai, questo suo modo di pensare era diventato
talmente radicato nel gruppo che, ne era certo, se fosse venuto a
mancare, anche il futuro leader avrebbe fatto proprio quel silente
giuramento.
Unite
L'oscurità era fitta e densa da soli, anche per il Re degli Inferi.
Ecco perché avevano deciso di restare, l'uno per l'altro.
Hades non avrebbe mai ammesso che, scoperte le chimere, i tunnel che
erano il suo regno gli facessero paura. Arita era ormai da solo e aveva
perso la percezione a dolore e paura, nati come campanello di allarme
per salvare le persone.
Si ritrovarono a condividere quello spazio: Kouhei difendeva anche
Hades dai pericoli dell'isola, e questi gli donava quell'umana
compagnia che aveva deciso di accantonare per vegliare su Akira.
Hades e Persephone sarebbero rimasti uniti oltre l'inverno.
Volleyball
Akira e Kouhei erano due assi nella pallavolo. Adoravano quello sport,
soprattutto perché, grazie ad esso, si erano conosciuti ed erano
diventati amici in quei tre anni di scuola superiore.
Avrebbero volentieri continuato a giocare per sempre insieme, ma la
vita aveva scelto diversamente per loro, separandoli. Ora erano dalle
due parti opposte del campo, divisi da un'alta rete di cadaveri, ma,
nonostante ciò, la loro amicizia era così forte che si tendevano a
vicenda la mano, pronti ad aiutarsi l'un l'altro se uno di loro cadeva
a terra.
Qualunque cosa fosse accaduta, non avrebbero mai smesso di essere
amici.
Wolf
Incontrarono Ernest qualche mese dopo, quando tornarono nel suo
territorio.
Era assieme alla sua lupa, attorniato dai loro cuccioli, tutti sani e
giocosi.
Akira e Rion sapevano bene che non tutti sarebbero sopravvissuti su
Raika, ma sperarono che almeno i più forti ce la facessero. Erano
felici per il loro "amico" e la sua famiglia.
Ernest non ringhiò verso di loro, quando si avvicinarono,
riconoscendoli, ma i due umani rimasero saggiamente a distanza di
sicurezza dalla cucciolata. Quasi senza accorgersene, si presero per
mano, dolci, sorridendo appena.
Quell'inferno non aveva solo separato le persone, ma le aveva anche
unite. Profondamente.
Xenophobia
È normale avere paura: è un istinto che serve per sopravvivere,
sviluppato e affinato in millenni.
Raika faceva paura, ad ogni rumore, ad ogni vibrazione, fino ad ogni
visuale.
Non era un'isola fatta per gli uomini, ecco perché tutto per loro era
così alieno e terrorizzante. Oltre che mortale.
Se volevano sopravvivere dovevano vincere la paura di ciò che non
conoscevano, cercando così di capire come difendersi o come starci alla
larga.
Sarebbe stata dura e molti non avrebbero superato quel test fornito da
madre natura, ma non era forse questa l'evoluzione della specie, dove
vincono solo i più forti?
Yen
Quando Eiken trovò degli yen nella propria borsa, gli venne quasi da
ridere. Si era dimenticato di possederli ancora.
Erano parecchi soldi – li aveva portati apposta per poter comprare
nastri o dei pezzi di ricambio della videocamera nel caso si fosse
rotta – e ora non erano altro che dischetti di metallo di diversa
densità e pezzi di carta colorata. Inutili.
Su Raika Island non ci si poteva far niente con i soldi, ma decise di
tenerli lo stesso, come se fossero parte della speranza che, prima o
poi, sarebbe tornato a casa in Giappone insieme ai propri amici.
Zodiac
I poteri da profeta di Mami erano stati messi spesso in discussione –
soprattutto dai più realisti del gruppo, come Mariya –, ma c'era
qualcuno che le credeva ciecamente, soprattutto tra le ragazze, e una
volta le si avvicinarono per chiederle l'oroscopo.
Una richiesta bizzarra, contando che non tutti erano d'accordo su che
giorno fosse – o che anno! –, ma Mami era una persona gentile, che
cercò di accontentarle, anche se quella volta inventò tutto di sana
pianta, dicendo loro quello che sapeva volessero sentirsi dire,
offrendo così né speranze né gioie, ma solo più fiducia in loro stesse.
Fine
XShade-Shinra
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