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di SpamShipper
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Seattle

Erano già due anni che l'appartamento era vuoto, silenzioso, senza il suono della risata di sua sorella e dei suoi amici. Spencer passava le giornate tutte allo stesso modo, ma lavorava, riusciva a guadagnare parecchio anche se il suo frigo senza Sam era costantemente troppo pieno. Usciva da solo oppure con Freddie, andavano al solito Groovy Smoothie, molto spesso per ricordare quando Carly era ancora in America.

Ogni giorno telefonava sua sorella per sapere come stava, se amava il cibo italiano, se le piaceva la nuova scuola. Si sentiva meno solo quando ascoltava la sua voce, gli mancava averla a casa.

L'unica di cui aveva perso le tracce era Sam. Aveva provato a telefonarle il giorno dopo la partenza di Carly, ma lei non aveva risposto alle sue chiamate nè ai suoi messaggi. Venne poi a sapere da Freddie che aveva lasciato la città, senza dire niente a nessuno.

E Spencer si pentì di averle regalato la moto. Cioè, era contento di averlo fatto, Sam la meritava davvero, ma non per farla andare via. E lei non lo aveva neanche salutato... non che si aspettasse chissà cosa, ma loro c'erano sempre l'uno per l'altro, lui l'aveva aiutata con il suo incubo, lei gli aveva insegnato a mentire.

Spencer accese il computer e controllò le sue e-mail, molto spesso lo contattavano lì per le sculture. Lesse gli ultimi messaggi e poi aprì Google in cerca di qualcosa che potesse distrarlo. Annoiato scorse fino a fondo pagina, stava per alzarsi quando apparve un piccolo spazio pubblicitario al lato della pagina.
"Sam&Cat super fantastiche spumeggianti babysitter solo per voi" Spencer lo fissò per qualche istante, alla fine curioso ci cliccò su.

"Cosa..." guardò lo schermò "oh Dio"

Los Angeles

Sam stava bene, aveva davanti l'amore della sua vita, la pizza. Amava questa nuova vita, era contenta di essere partita comunque, nonostante un pezzo del suo cuore fosse rimasto nello studio di iCarly. Proprio per questo non voleva sentire più nessuno, se lo avesse fatto sarebbe tornata lì, ne era consapevole.

Tanto lì stava bene, sul divano, con la tv, c'era il frigo pieno anche lì, c'era il lavoro, c'era Cat, e ormai si era affezionata a lei.

Sentì il telefono squillare.

"Caaaaaaat, rispondi" urlò. La rossa fu lì in pochi secondi e accettò la chiamata.

Sam nel frattempo finì l'ultimo pezzo di pizza e si pulì le mani sui pantaloni, cambiando poi canale della tv.

"Salve, no, io sono Cat" sentì la sua amica rispondere mentre si avvicinava anche lei al divano "...sì, esatto, ha bisogno che badiamo al suo bambino?"

Sam roteò gli occhi. Sapeva che avrebbe dovuto essere felice perchè lavoro voleva dire soldi, e soldi voleva dire altra pizza, ma i bambini la spazientivano, e non poco. Guardò la sua amica e chiese "come si chiama?"

Cat ripropose la domanda al telefono e  seguirono secondi di silenzio, poi rispose perplessa "Spencer mi manchi Sam Shay"

Sam rimase ferma, incerta su cosa fare.

Cat aggiunse ingenuamente "non penso sia un nome vero"

Sam le prese il telefono dalle mani "dammi" rimase qualche istante in silenzio prima di parlare "okay, come hai fatto?"

Sentì ridacchiare "Questo numero è sul web Sam!" aveva ragione, non ci aveva pensato "non avrei mai immaginato che ti saresti occupata di bambini... cioè, forse solo dei tuoi... voglio dire, se mai li avrai con qualcuno... beh, non volevo aprire questo discorso in realtà"

"Sei ancora stupido eh?" Sam scosse la testa "comunque non chiamarmi ogni giorno adesso, sono impegnatissima e non ho tempo per-"

"Impegnatissima?"

"Sì, ma non nel senso che pensi tu, sai quali sono i miei tipi di impegni, cucinare le costine comporta tempo e fatica" Sam sorrise e guardò Cat, che continuava a non capire.

"Mh" Spencer annuì "comunque, quella moto ha combinato guai, lo sai, Los Angeles è molto lontana"

Sam si rilassò sul divano e prese una ciocca di capelli biondi arricciandoli con un dito "alla fine non ho perso nulla, non è così?"

"Beh..." si inceppò qualche attimo "dipende, a me manchi" fece una pausa, forse aspettando una sua risposta, che alla fine non arrivò "a te mancano i miei Spaghetti Tacos?"

Sam sorrise e si morse il labbro, cercando di rimanere seria "dai, non comprarmi col cibo, stai barando"

"Dammi una risposta"

"Sì, contento?"

"Molto" sorrise "sul vostro sito c'è anche il tuo indirizzo lo sai? Sarò lì domani mattina"

Sam sgranò gli occhi "No Spencer, riempio la porta di lucchetti"

Sentì ridacchiare "E allora? Tu in cinque anni me ne hai rotti centinaia Sam, dobbiamo pareggiare i conti"

Silenzio.

"Mhm, solo per gli Spaghetti Tacos..." sorrise e poi chiuse la chiamata guardando Cat, che la fissò piena di domande.

Sam sorrise "Lui non l'ho mai dimenticato"








 




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