io
Nell’
oscurità della notte le persone si perdono,si abbandonano ai
propri
istinti e cercano con bramosia di realizzare i propri sogni,di sentirsi
liberi
dal peso opprimente della realtà. Si dice che la notte sia
complice degli
amanti, in essa questi trovano un rifugio nel quale possono esternare
il loro
amore e la loro bruciane passione,ma per me,amante infelice,la notte ha
sempre
rappresentato un continua lotta contro i sogni che essa mi donava, con
questi
io mi sentivo solamente disperato perché al risveglio mi
facevano provare solo
un senso di frustrazione e la consapevolezza che ciò che la
mente si permette
di immaginare nel buio è solo vaga illusione.
Ma
adesso è tutto
cambiato,noi siamo cambiati, il mondo che ci circonda è
cambiato in modo
radicale….io non sono più quel giovane
spensierato e felice di venti anni
fa…….la sofferenza e il tempo hanno forgiato il
mio carattere rendendomi triste
e rassegnato a ciò che il destino ha tenuto in serbo per me.
Si dice che la
speranza sia il sogno di chi è sveglio ma io ho perso anche
quella perché non
ho trovato più in me la forza per inseguire i miei sogni. E
così ho lasciato
che la vita vivesse per me,senza più cercare di prenderne le
redini vivendo i
giorni in un’ unica e
straziante attesa
di lei.
Il
tempo come un
fiume congelato rimaneva sospeso,tuttavia le stagioni si succedevano le
une
alle altre,l’ autunno dopo l’ estate, la primavera
dopo l’ inverno,sono stato
svegliato all’ improvviso da questo letargo infinito in un
modo
straziante,provocato solamente da me stesso,subendone ancora le
conseguenze in
una specie di limbo di non trovo e non voglio trovare l’
uscita. L’ unico
sollievo è quello di poterle stare ancora accanto e di
poterla contemplare
anche se da lontano. Io sono l’ ombra che impedisce alla luce
di irradiarsi
completamente, che veglia sui suoi passi,che la protegge dalla violenza
del
mondo. Ma adesso anche la luce mi sta abbandonando, lasciando spazio
solo ad un
buio crescente,la cui forza alcune volte mi impedisce anche di
respirare. Prima
cercavo la luce di gioia che leggevo nei suoi occhi quando qualche
volta
riuscivo a farla ridere ma adesso ciò non è
più possibile e la luce che ancora
mi da un po’ di conforto per continuare a sopravvivere
è quella del sole che
riesco a distinguere quasi a stento.
Lei
è l’unica che
potrebbe liberarmi da questa tortura ma io non mi aspetto
più niente da lei, è
già tanto che io continui a stare accanto a lei. Giorni e
mesi si susseguono e
io in silenzio soffro i danni del tempo (1).
Qualcosa
sembra
cambiato,non voglio sbagliarmi ma adesso sembra che si respiri
meglio,forse
perché la vita non stringe più con tanta forza i
lacci su di me. Lei ha
iniziato a perdonarmi, il dolore si sta attenuando ma ormai il buio
della notte
è diventato anche un compagno costante del giorno.
Accetto
questa
tortura con serenità, mi basta la consapevolezza che lei
respiri ancora e che
il calore del sole riempia ancora i suoi splendidi occhi. La vita in
caserma è
dura ma col tempo ci si abitua come un automa che deve svolgere sempre
gli
stessi movimenti.
Dopo
quel tragico
episodio nell’ armeria i soldati mi lasciano stare,forse hanno capito che io non sono qui
per spiarli ma per
ragioni che riguardano solo me e il mio cuore. Il dolore di quel giorno
provocatomi dalla rissa,non era nulla confrontato a che sentivo in
me…lei si
sarebbe sposata….mia nonna me lo aveva detto con occhi colmi
di felicità ma
anche di dolore per la mia condizione di amante non
corrisposto……..sono corso
via non vedendo neanche dove le mie gambe mi stavano portando e
così
improvvisamente mi sono trovato coinvolto in una rissa in cui dovevo
combattere
da solo per la mia incolumità;mi sono difeso con tutta la
rabbia e il dolore
che ho trovato in me ma all’ improvviso un colpo violento
alla testa mi ha fatto
cadere a terra svenuto , ho accettato con serenità
quell’ oscurità, in essa ho
trovato un po’ di pace.
Ricordi
vaghi si
affollano nella mia mente,il più chiaro è quello
del volto di Oscar
inginocchiato davanti a me che mi aiuta a fatica a rialzarmi.
“Andrè
io non credo che mi sposerò tanto presto
”….Queste parole sussurratemi quasi mentre
raggiungeva il ballo che il generale
Bouillè aveva dato in suo onore;mi hanno rincuorato e mi
hanno liberato di un
peso troppo grande da sopportare da solo.
I
giorni che ne sono seguiti sono stati più
tranquilli,la punizione di cui ero stato l’ artefice sembrava
meno dura.
Oscar
ha iniziato a rivolgermi la parola non solo
per impartirmi ordini o per darmi informazioni di servizio,stranamente
vuole
anche l’ accompagni in tutte
le sue
missioni,come un tempo.
La
notte di Saint Antoine è stata terribile,la
rabbia del disperato popolo parigino si è abbattuta su di
noi come una
tempesta incontrollabile..
Il
dolore dei colpi subiti,la paura che mi ha
assalito quando non ho visto più Oscar, il terrore di quel
cappio che era stato
preparato per me,la consapevolezza della morte e l’
improvviso intervento di
Fersen che mi ha sottratto dall’ oblio della morte.
Dopo
miracolosamente io e Oscar siamo riusciti a
tornare a casa anche se feriti. Ho notato in lei uno strano sguardo che
in
quegli ultimi tre giorni ha iniziato a rivolgermi,era come preoccupato
o in
ansia ma forse era solo un illusione che creava la mia mente.
Dopo
avergli comunicato che Fersen era salvo ,mi ha
invitato davanti a
quella finestra che
era il riflesso di una notte di pioggia,a bere una cioccolata con
lei,quell’
invito era stato formulato quasi con timidezza e
insicurezza….ho dovuto
rifiutare per una volta non volevo vedere riflesso nell’
azzurro dei suoi occhi
il suo triste amore per Fersen.
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