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Bakugo tentò di liberarsene con un calcio, ma abile il suo
avversario lo evitò saltando sul posto, spingendosi indietro
per allontanarsi, l'oggetto conteso tenuto ancora saldo fra le mani,
ben distante da quelle del biondino che lo puntava.
- Muoviti a crepare! - lo invitò mostrando denti e gengive,
in una smorfia minacciosa che preludeva il botto,
- Questa non sembra affatto una frase da prohero - lo derise in
risposta, accennando ad un sorriso irritante ed enigmatico, difficile
da decifrare a causa della pelle mancante. Il labbro inferiore,
così come la parte sottostante del viso e del collo lasciati
a mostrare la carne viva, di un colore violaceo.
Né Dabi, né Bakugo si sarebbero mai aspettati, da
come era avvenuto il loro primo incontro, durante il rapimento del
più giovane durante il ritiro estivo del suo primo anno alla
Yuuei, che sarebbero finiti a quel modo. Eppure erano lì, a
sfidarsi faccia a faccia dai lati opposti della stanza, separati a
studiare un contrattacco, i nervi tesi, i muscoli rigidi e un velo di
sudore freddo a bagnare la fronte.
Dabi sapeva di essere in vantaggio, il tesoro che si contendevano
stretto nel suo palmo, il sorriso che mostrava era però solo
una copertura. Per quanto detestasse riconoscerlo, l'altro non era da
sottovalutare. Non poteva abbassare la guardia.
- Mi bastano i rimproveri del comitato genitori-insegnanti, non ti ci
mettere anche tu, villan bastardo - gli ringhiò contro
Bakugo additandolo rabbioso, i pugni stretti e lo sguardo inferocito.
Lo irritava essersi fatto cogliere impreparato. Non era stato in grado
di prevedere cosa sarebbe accaduto e ora rischiava di perdere
ciò che desiderava. Non aveva per nulla preso in
considerazione l'eventualità di poter essere preceduto. -
Guarda che non ci metto nulla ad ammazzarti! - lo avverti, furioso
più con se stesso che con il villan manipolatore delle
fiamme.
- Oh, che paura - fece Dabi ironico, grattandosi con la punta
dell'indice una delle graffette con cui saldava la parte sana del suo
viso a quella deturpata. Aveva preso un'aria annoiata, sperando di
irritarlo abbastanza da non fargli notare come stesse portando l'altro
braccio dietro la schiena.
- Ehi! Non provare a nascondertelo addosso, stronzo! - lo
ammonì interrompendo d'improvviso quel loro scrutarsi a
vicenda, gettandosi su di lui compiendo un balzo con cui
riuscì a coprire l'intera ampiezza del soggiorno. - Non puoi
monopolizzarlo! -
- Impediscimelo! - lo sfidò Dabi chinandosi un poco per
prendere lo slancio, riuscendo a sgusciare con agilità
dall'angolo in cui l'hero rischiava di chiuderlo. - Ormai mi
è rimasto ben poco altro da fare - rise con una nota
irritante e un poco folle, fuggendo per la stanza inseguito dall'altro,
saltando sullo schienale del divano per scavalcarlo.
- Quanto sei caduto in basso - commentò Bakugo schioccando
la lingua seccato, sentendosene preso in giro: cos'è stavano
giocando a rimpiattino?
- E la colpa di ch-? - non ebbe modo di rispondergli per le rime che
una piccola detonazione gli riempì i timpani, bruciandogli i
capelli sul retro della nuca ed interrompendo la sua corsa, facendolo
finire lungo disteso per terra. - Bastardo, hai usato il quirk -
imprecò dolorante, - Un hero che gioca sporco -
borbottò mentre Bakugo con calma si chinava a sfilargli
quello che teneva nella tasca posteriore dei pantaloni.
- Perché dovrei giocare corretto con un villan agli arresti
domiciliari? - replicò sfrontato, scavalcandolo con
indifferenza nel prendere posto sul divano, stravaccandosi occupandolo
tutto. Si notava appena la luce rossa fissa del bracciale che stringeva
la caviglia del villan, bloccandone il quirk.
In segno di vittoria Katsuki levò il telecomando verso il
televisore, ottenendone il totale controllo per quella sera.
Inespressivo Todoroki rimaneva seduto al tavolo della cucina,
silenzioso osservatore della scena fra il fratello Touya e il compagno
(marito) Katsuki, fra le mani una tazza di caffè ormai
vuota. Si chiedeva perché ogni mercoledì sera
quei due dovessero fare sempre tante storie per chi dovesse tenere il
telecomando, alla fine entrambi volevano vedere la replica della stessa
sit-com.
Non comprendeva il motivo di tutte quelle scenate, ma capiva fosse
venuto il momento di cercarsi seriamente un appartamento. Ora che si
era sistemato, per quanto il lavoro faticasse ancora ad ingranare, non
volendo usufruire del supporto del padre, doveva lasciarsi alle spalle
"casa Todoroki" al più presto possibile.
- No, cretina non farlo! -
- Come puoi tradirlo in quel modo!? - esclamavano intanto un
(neo)prohero ed un villan ai domiciliari nell'altra stanza, entrambi
fin troppo esaltati dalle immagini trasmesse dallo schermo acceso.
Quasi-quasi, visto come vi si era adattato, era disposto a lasciare
lì anche Bakugo.
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Grazie per aver letto!
Questa long-fic è pensata come una raccolta di one-shot
(più o meno lunghe) demenziali sulla famiglia
Todoroki, gli eventi saranno per la maggior parte no-sense, sul genere
di My Hero Academia SMASH! (credo di possa considerare una FutureAU),
quindi non vi stupite che ad un villan come Dabi siano stati dati SOLO
i domiciliari. Per il futuro penso di coinvolgere anche gli altri
villan, ovviamente aspettatevi che siano coinvolti TUTTI i membri della
Todoroki Family, questo è un capitolo per rompere il
ghiaccio (battutona idiota!), dal prossimo verranno coinvolti tutti i
suoi componenti, i quali non fuggiranno ad eventi sempre più
imbarazzanti! E se ve lo state chiedendo: Hawks ovviamente non
mancherà di fare la sua apparizione
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