David e il Salmo 22

di Ciuffettina
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David si accinse a rileggere il Salmo, che in futuro sarebbe stato denominato come numero 22, che aveva appena composto. Si era nascosto in una grotta per sfuggire ai soldati di re Saul che voleva ucciderlo però era riuscito a procurarsi tutto ciò che gli serviva per scrivere.
Quando componeva, andava in estasi e quasi non si accorgeva delle parole che si formavano mentre la cannetta correva sul papiro.
Mentre leggeva, aggrottò la fronte: ma che cosa aveva scritto?
I primi versi esprimevano esattamente quello che aveva nel cuore: la sua angoscia nel sentirsi abbandonato da Dio da quando era stato costretto a scappare ma anche la sua speranza e fiducia che alla fine Lui l’avrebbe liberato. “‘Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano dalla mia salvezza’: sono le parole del mio lamento. Mio Dio, invoco di giorno e non rispondi, grido di notte e non trovo riposo. Eppure, Tu abiti la Santa Dimora, Tu, lode d’Israele. In Te hanno sperato i nostri padri, e Tu li hai liberati; a Te gridarono e furono salvati, sperando in Te non rimasero delusi.”
Ma poi c’erano dei versi che non avevano niente a che fare con la situazione in cui si trovava: “Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo. Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: ‘Si è affidato al Signore, Lui lo scampi; lo liberi, se è Suo amico’”. E poi: “Un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi; hanno forato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano, mi osservano: si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte.”
D’accordo, era perseguitato e braccato da re Saul ma non gli era mai successa una cosa del genere. Ciò che aveva scritto era del tutto esagerato!
Stava per cancellare quei versi così sproporzionati, quando comparve una mano dal nulla a fermarlo.
«No, fermo, non farlo!» strillò una voce concitata.
Dopo il primo attimo di spavento, David capì che si trattava del suo angelo custode, Cervill. Sbuffò mentalmente: mai che comparisse quando lui lo chiamava! L’unica cosa che gli piaceva del suo guardiano celeste era che faceva parte dei Principati, non dei normali Custodi, questo non significava forse che lui era destinato a un futuro glorioso? Comunque, perché doveva comparire sempre così all’improvviso? «Oh sei tu… Mi hai spaventato.»
«Mi dispiace» replicò l’angelo contrito, «ma non potevo permettere che quel salmo venisse mutilato.»
«Non capisco perché» disse David perplesso. «Voglio solo cancellare alcuni versi perché non hanno senso, sto soffrendo, è vero, ma sono sofferenze morali non fisiche.»
«Ancora non lo sai ma tu hai alcune doti profetiche e quei versi, che un giorno avranno senso per tutta l’umanità, ti sono stati ispirati direttamente da Dio.»
«Doti profetiche?» si stupì David, rilesse quanto aveva scritto e impallidì. «Intendi dire che quanto ho scritto, mi succederà davvero?»
«No, non a te. Succederanno a Colui che, in un certo senso, sarà il tuo germoglio.»
David rilesse ancora. «“…hanno forato le mie mani e i miei piedi…” Ma sono sofferenze atroci… Che cosa farà per meritare una pena simile?»
«Sarà condannato senza alcuna colpa e, pur potendo discolparsi, non lo farà» rispose Cervill, molto serio.
«Ma è terribile!» esclamò David. «Hai detto che sarà un mio discendente, forse potrei metterlo in guardia, impedire che gli succeda una cosa così tremenda. Se tu mi dicessi…»
L’angelo scosse la testa con un sorriso mesto. «Non puoi, nessuno può, sarà una Sua libera scelta. Lo farà per amore di voi umani…» s’interruppe e guardò verso l’alto come se ascoltasse una voce che poteva sentire soltanto lui. «Mi dispiace, non posso dirti di più. Comunque, anche se, in un certo senso, sarà un germoglio del tuo ceppo, Lui non sarà né tuo figlio né tuo abiatico(1). In effetti passeranno circa nove dei vostri secoli prima che Lui discenda sulla Terra. Devo andare ora, tieni da conto quel salmo. Probabilmente ti capiterà ancora di scrivere versi che, per te, non avranno senso, non ti preoccupare e tienili tutti da conto.» S’involò.
David rimase a fissare il papiro. “Un mio discendente che si sacrificherà e soffrirà atrocemente per amore degli uomini ha detto Cervill” pensò. “Peccato che non lo potrò conoscere, chiunque sarebbe fiero di avere un figlio così.
 
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1) Nipote di nonno.
Buona Pasqua a tutti!




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