Sopra Le Nuvole, Il Sole

di FoxFire
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Preparations

 
22/09/2016

Giuly’s Pov.
 
Un rumore assordante mi svegliò dalla mia dormita profonda. Stupida sveglia. Allungai di malavoglia il braccio per spegnerla. Quel suono era stranamente troppo assordante rispetto alle altre volte, o forse lo sembrava a causa del mio mal di testa provocato dalla serata precedente. Non avevo mai amato alla follia le discoteche, anzi addirittura mi scocciava andarci, ma una volta dentro bastava una canzone ritmata per farmi scatenare in pista.
E poi diciamocelo, una cosa tira l’altra e tra il dire e il fare c’è di mezzo… l’alcol.
Naturalmente non mi ero ubriacata, ero giusto un po’ brilla, quel giusto da avermi fatto venire un terribile mal di testa. Era stata una serata divertente, ricordo di aver ballato i balli di gruppo con Louis mentre gli altri ci facevano video imbarazzanti per prenderci in giro, o ancora di aver fatto il trenino in pista e di essermi inciampata parecchie volte. Il ricordo più bello però fu quando il DJ mise la canzone “Perfect” di Ed Shreeran e tutti noi ci stringemmo in un abbraccio di gruppo per cantarla a squarciagola e Liam in quell’abbraccio era vicino a me, si avvicinò e mi diede anche un bacio sulla guancia. Risi ripensando a tutto ciò, presi un’aspirina e mi affrettai, alle 8:00 avrei avuto lezione. Scesi in salotto e salutai a gran voce, ma in casa non c’era anima viva.
Trovai solo un foglietto in sala che lasciava scritto:
“Giulietta;
  Nichi;
  ragno;
  urla;
  scopa rotta…
  Ti spieghiamo dopo ciaooooooo”
Ok, non ne volevo sapere niente.
Mi cambiai velocemente e dato che i miei capelli erano tutti scompigliati, passai la piastra col mio panino al burro e marmellata in bocca, da sempre la mia colazione preferita. Entrai in cucina per prendere le chiavi e vidi veramente una scopa rotta… bah. 7:50, ero in orario.
Uscii di casa chiudendomi la porta alle spalle e mi incamminai verso scuola assolta dai miei pensieri, o forse dovrei dire dal mio unico pensiero. Liam. Non potevo fare altro che pensare a lui, così bello, così dolce, simpatico, premuroso, goffo e pasticcione. Anzi quella pasticciona ero io, però non potevo farci niente perché quando si avvicinava sentivo di non avere più aria nel corpo: il cuore iniziava a battermi all’impazzata e la bocca diventava d’un tratto secchissima, iniziavo a sentire solo il battito del mio cuore rimbombarmi nelle orecchie, e quando proprio non mi aspettavo di vederlo le mie gambe sembravano diventare poltiglia e dovevo usare il poco autocontrollo che ho per cercare di non cadere a terra.
Non riuscivo però a capire se voleva essere gentile con me solo come amico o qualcosa di più ed io non mi azzardavo a chiedere, anche se la sera prima avevo visto le occhiate gelide e glaciali che mandava a chiunque ci provava con me. Era troppo tenero. Ero ormai arrivata al grande edificio azzurro e bianco quando la campanella suonò: filosofia mi aspettava. Arrivata in classe presi posto ai primi banchi vicino a Grace, l’amica di Josephine, anche se la sera prima non mi aveva dato una buona impressione. Non mi sembrava molto simpatica, e bisognava essere proprio stupide per tirare fuori l’argomento “Harry” con Fede dopo quello che le era successo. Chiara mi confessò di aver pensato la stessa cosa ed io non potevo che essere d’accordo con lei. Non appena iniziò la lezione iniziammo a chiacchierare, nè io nè lei amavamo quella materia. Parlavamo allegramente del ballo che ci sarebbe stato di lì a poco. Mi spiegò che ci sarebbe andata col suo ragazzo, Logan, ma alla sua domanda:
<< E tu? >>
LIAM.
Quel nome entrò come un camion nella mia mente, mi sarebbe davvero piaciuto andarci con lui.
Nella mia testa si fece spazio la sua immagine con addosso uno smoking; le spalle larghe strette nella camicia bianca e le gambe magre fasciate perfettamente da uno strato leggero di stoffa nera.
Il respiro stava già iniziando ad accelerare quando qualcuno alla porta bloccò i miei pensieri.
Non ci potevo credere. Parli del diavolo e spuntano le corna.
Teneva le mani nascoste dietro la schiena, come fanno i vecchietti che si mettono a fissare i cantieri e lo trovai molto buffo, ma il suo viso era comunque più bello che mai.
<< Buongiorno Payne, ti serve qualcosa di urgente? >> chiese la professoressa divertita cercando di guardare cosa il castano nascondeva dietro la schiena.
<< Vorrei parlare con G-Giulia… può uscire un attimo dalla classe? >> rispose indicandomi timidamente con un cenno di testa a cui io avvampai mentre Gre mi dava un colpetto col ginocchio.
Se quando l’avevo visto il mio respiro si era fermato, ora stava andando in tachicardia.
La professoressa spostò lo sguardo da me a Liam divertita ed io stavo impazzendo.
Quella era pazza, lo era sempre stata, non a caso la sua classe era piena di colori e lei aveva anche un bonsai che si portava sempre in giro per migliorare il suo karma.
Quando la prof. decise di spiccare parola rimasi sconvolta dalle sillabe che le uscirono dalla bocca:
<< Non c’è niente che tu non possa dire qua davanti a tutti >>
<< Ma >>
<< Niente ma, Liam, stai disturbando la mia lezione. O fai veloce o esci >>
<< Scusi professoressa. Volevo chiederle se voleva venire al ballo con me >> disse poi guardandomi.
Sbam.
Sentivo che in quel momento sarei potuta morire, un cazzo di fastidioso fischio persuadeva le mie orecchie, la bocca mi si aprì ma non riuscii ad emettere suono.
L’unico rumore che c’era era un “Oooh” che si alzava nella classe, quando la professoressa intervenne
<< Beh tutto qui? Glielo dici così? >>
Quella pazza stava godendo a mettermi in imbarazzo. Sarei voluta andarle davanti e strangolarla come Homer Simpson faceva con suo figlio Bart.
“Prendo quel bonsai e glielo ficco in bocca.” pensai subito.
Io lo fissavo.
Lui mi fissava.
La classe CI fissava.
La prof. rideva.
Quella situazione era a dir poco snervante, non sapevo come uscirne, volevo parlare ma ero paralizzata.
Si decise ad interrompere il silenzio entrando nella classe ed andando verso la cattedra.
“Ecco, cosa vuole fare ora?!” pensai ancora, era già abbastanza imbarazzante così.
Salì in piedi sulla cattedra, rischiando di far cadere anche il bonsai, per poi abbassarsi in ginocchio e portare in avanti le mani da dietro la schiena, tenevano in mano un mazzo di rose rosse e viole.
<< Hem hem. Giuly: le rose sono rosse, le viole sono blu, la mia accompagnatrice al ballo vuoi essere tu? >>
E la classe scoppiò in una rumorosa risata, ma non per prendere in giro, era una risata vera e liberatoria, forse per il silenzio di prima.
<< Così va meglio professoressa? >> chiese girandosi a guardarla
<< Perfetto direi >>
E mentre loro chiacchieravano allegramente io ero in panico. Dovevo rispondere. Io. Con il mio carattere estremamente riservato e timido. Lì. Davanti a tutti. Davanti a Gre che mi guardava complice, davanti alla prof., davanti a Liam.
Scoppiai in una risatina nervosa, quelle di quando non sai cosa fare ed esce quasi isterica.
E “ridevo” abbassando la testa per nascondermi, tanto che andai a sbatterla contro il tavolo.
Risate. Solo sane e rumorose risate echeggiavano nell’aula mentre io passavo dal rosso al viola al giallo al verde per l’imbarazzo. Avrei potuto far concorrenza a un camaleonte, davvero.
Se quel ragazzo aveva avuto il coraggio di fare una cosa del genere, doveva essere ricambiato in un modo migliore rispetto a una risata isterica in faccia.
Lui si stava avvicinando a me, voleva una risposta, ed il mio interminabile silenzio lo stava massacrando; potevo accorgermene dall’espressione preoccupata che prese il sopravvento sul suo volto.
Allora presi un respiro profondo, mi morsi il labbro, guardai in basso e annuii.
Tutti si misero ad applaudire e Liam scese dalla cattedra venendo vicino a me dandomi il mazzo di fiori e facendo un meraviglioso sorriso.
Si porse verso il mio orecchio e abbassando tanto la voce sussurrò:
<< Ti passo a prendere alle 20:00 >>
Si fermò apposta facendo un caldo respiro che mi fece venire la pelle d’oca e continuò
<< Vestiti di rosa >>.
Si alzò, fece un inchino alla prof. ed uscì.
Io feci un sospiro di sollievo, mi sentivo troppo in imbarazzo ed il mio autocontrollo era ai minimi storici. Incrociai le braccia e ci infilai la testa mentre tutti scoppiarono a ridere, ancora, e Gre mi accarezzò mentre feci un mugolio esasperato. In quel momento la campanella suonò.
<< Giulia muoviti o finisce la pizza alla mensa e Nichi da di matto, poi quello che ci perde sono sempre io, non capisco perché debba picchiare sempre me poi succed… >>
<< ARRIVO GIO BASTA HO CAPITO >> .
Spunta un secondo in classe e già rompe. Andai con Gio in mensa prendendolo a braccetto e ripensando alla sena di prima sorridendo involontariamente. Provai ad immaginarmi già con un vestito rosa a ballare abbracciata a Liam, e arrossii subito dopo. Arrivati in mensa aprii la bocca di stucco quando vidi Chiara con già 8 fette di pizza sul piatto che litigava con la cuoca che non gliene voleva dare altre.
<< CHE PALLEEEE >> sbottò tornando al tavolo con le braccia incrociate e una faccia che minacciava di morte.
<< Chiara… hai 8 cazzo di fette! >> le fece notare Gio
<< Embhè?! >>
<< Sono come dire… TANTE?! >>
<< La senti tu Nichi se gli porto solo 4 fette per pranzo? >>
<< Ok hai ragione, anche io sarei spaventato >>
Ridemmo alle spalle della nostra amica e mangiammo tutti insieme.

***

Stesso giorno 

Nichi’s Pov.
 
La mattina successiva alla discoteca decisi di rimanere a casa, per un pelo la notte seguente evitai di vomitare e al mio risveglio la testa ancora mi girava, per non parlare del fatto che ero così giù di morale che avrei evitato volentieri di vedere qualsiasi essere umano che non fosse Harry, per qualche assurdo motivo. Avrei dovuto odiarlo per quello che aveva fatto alla mia migliore amica, ma tra noi si era stretta un’amicizia così complice che sentivo di volermi aprire solo con lui in quel momento, specialmente dopo la sera prima. Impegnai la mia mattinata in un film comico proprio adatto a me in quel momento: “Single ma non troppo”, l’attrice Rebel Wilson la trovavo fantastica e con lei sullo schermo non potevo fare a meno di ridere. Nonostante ciò, controllai più volte il cellulare. Mi aspettavo quanto meno un messaggio da parte sua, anche solo di chiarimento, mi sembrava più che normale e rispettoso. Niall invece non aveva fatto altro che evitarmi come i codardi. Dovevo ammettere che da una parte ne ero grata, sarebbe stato imbarazzante. Questa volta sapevo di non essere nel torto, è stato un suo gesto; sapeva perfettamente che ero ubriaca e che non avevo le capacità di intendere le cose in modo giusto e razionale. Forse è stata questa la cosa che mi ha distrutto di più, mi ha usata dato che non sarei riuscita a reagire, e ne stava per approfittare bellamente. Decisi di non rimuginarci troppo sopra, la testa mi faceva ancora male e avevo solo bisogno di sonno ed acqua. Erano ormai le 15.00 (3.00 p.m.), gli altri erano tornati da un pezzo portandomi anche qualche fetta di pizza per pranzo, gesto che apprezzai molto, non avevo nessuna intenzione di mettermi a cucinare. Ci preparammo per uscire a fare compere per il ballo e dovevo ammettere che ero agitata. Sembrava che le ragazze non aspettassero altro, stavano tutto il giorno a parlare tra di loro; invece i ragazzi cercavano a tutti i costi di essere accettati dalle ragazze, chi con richieste faccia a faccia, chi con bigliettini, chi come Harry a cui bastava un’occhiata per far svenire chiunque. Ma la cosa invece assurda, era stata l’iniziativa dei docenti. Essendo una scuola artistica, hanno messo in palio crediti extra per i 10 studenti che avrebbero davvero sfoggiato la vena più bizzarra nelle proposte, tanto che alcuni studenti osavano addirittura con cartelloni, radio scolastica, striscioni con l’aereo nel cielo e chi più ne ha più ne metta. E anche le ragazze più coraggiose buttavano all’aria gli stereotipi facendo le proprie proposte fantasiose. Stan, un ragazzo del 5° anno, aveva addirittura imbrattato la parete più nascosta dell’istituto con un graffito, e la parte allucinante stava nel fatto che nessun professore si era arrabbiato ma, anzi, complimentato! Sicuramente Liam era stato originale da come ce lo ha raccontato Giuly, ma non penso sarebbe entrato nella top 10 studenti a cui spettavano i crediti.
Fede era su di giri, Zayn mi piaceva perché è un gran bel figo, ma era l’unico del gruppo ad essere ancora tanto chiuso; un lato positivo era che mi sembra meno stronzo di Harry e a differenza sua non credo l’avrebbe mai fatta soffrire.
Un’altra differenza era anche che Harry aveva dei gravi problemi mentali: il minuto prima è tutto un “lei mi piace veramente” e il minuto dopo se ne esce con quelle cazzate di lanciare frecciatine e mettere il broncio a tutti. Si vedeva che era geloso, che carino, ma non era comunque quello il modo di comportarsi.
Cercavo di tenere la mente occupata ancora, ma era inevitabile e continuava a venirmi in mente la scena del giorno precedente. Mi sentivo una merda, lui sen era andato da lei, per lei. Non so cosa mi aspettassi, ma sicuramente non questo. Mi era capitato di mi immaginare il nostro primo bacio quando fantasticavo tra me e me, e nella mia mente era stato così semplice, nessuno dei due si sarebbe aspettato che succedesse così, di colpo. E forse era un stato un bene che Barbara ci avesse interrotto prima che accadesse.
Passai davanti alla camera di Giuly e la vidi sdraiata per terra mentre perfezionava il disegno di Liam. Lei e Payne erano perfetti per stare insieme, sembravano usciti da una favola, speravo solo che al ballo andasse tutto bene: conoscendo Giuly, sarebbe potuta svenire in pista tra le braccia di Liam da un momento all’altro. Da quando era tornata a casa aveva iniziato a parlare come se non ci fosse un domani, nessuno sarebbe riuscito a spegnerla ed infine, dopo averci fatto una descrizione dettagliata dei capelli di Liam, si era chiusa in camera a disegnare.
Questo è quello che succede quando metti degli artisti tutti insieme, non sai mai quello che potrebbe accadere.
Scesi in salotto e mi sedetti sul divano con Gio, noi non avevamo segreti e infatti capì subito il mio strano stato d’animo. Mi mise un braccio dietro al collo e mi tirò vicino a sè abbracciandomi. Fede comparve dalla scala e si unì al nostro abbraccio a cipolla. Ne avevamo passate tante ma alla fine ne uscivamo sempre più forti di prima. Chiara fece finta di commuoversi vedendo il nostro abbraccio e scoppiammo tutti a ridere.
Qualcuno suonò alla porta, ci staccammo e Chiara andò ad aprire. Sulla soglia spuntarono le due testoline di Josephine e Grace pronte per far compere. Fede e Giuly, che ci aveva appena raggiunti, urlarono:
<< SHOPPING >> e notai con la coda dell’occhio Gio che si metteva le mani nei capelli solo al pensiero di cosa gli sarebbe aspettato.
Cinque ragazze, un ballo, un centro commerciale ed un pomeriggio libero, questo sì che doveva far paura. Salimmo sul taxi diretti ai negozi, chiacchierando per tutto il tempo e sparlando della pazza professoressa di filosofia, eravamo tutte d’accordo sul fatto che probabilmente, Liam avesse chiesto il suo aiuto per la realizzazione della proposta, e per quello lei era stata al gioco tutto il tempo.
Arrivammo alla struttura incredibilmente alta sei piani del centro commerciale, entrammo e ci trovammo davanti un’enorme scala mobile. Sui lati c’erano delle gigantesche vetrine, alcune contenenti libri, altre scarpe ed altre ancora vestiti. Iniziammo ad entrare nel primo negozio.
Io iniziai a guardare le felpe, mentre Fede e Chiara facevano le cretine con un vestito striminzito e pieno di brillantini. Le ragazze inglesi nel negozio continuavano a guardarle male quindi io Josie e Gre ci scambiammo uno sguardo d’intesa per poi scoppiare a ridere.
Uscimmo dal negozio di fretta ed entrammo subito in quello accanto, che guardammo velocemente perché era più un negozio sportivo, quelli pieni di scarpe da tennis e bellocci che non perdono mai occasione di mostrare la loro virilità. Salimmo le scale mobili ed andammo nel reparto dedicato interamente ai vestiti. La parte sinistra era piena di marche low cost; invece quella destra era dedicata alle marche più costose. Vedemmo qualche ragazzo della scuola, ma era naturale dato che era il centro commerciale più vicino al campus. Entrammo nel primo negozio a sinistra, ma non c’era niente di speciale, erano tutti troppo bomboniera, con troppe piume e troppi brillantini. Josephine e Grace trovarono però due vestiti carini, uno bordeaux con lo scollo a V e spalline sottili, molto lungo ma allo stesso tempo fine e leggero, che risaltava la carnagione di Josie; ed un altro color prugna molto semplice per Gre, era senza spalline e aderiva perfettamente al suo corpo, tranne la parte finale in cui la fine della gonna diventava poco più ampia.
Anche Gio prese un completo niente male: dei pantaloni e una giacca nera che abbinò ad una semplice maglietta grigia. Niente di particolare, ma gli donava moltissimo.
Lì di fianco c’era un negozio dedicato esclusivamente a vestiti per cerimonie e balli scolastici.
Andammo a curiosare e ci inoltrammo nelle corsie del negozio. Non potevo fare altro che perdermi in quel paradiso.
Gli scaffali erano pieni di vestiti divisi per colore, alcuni erano lunghi, molti altri più corti, alcuni con lo strascico, altri con un irresistibile corpetto a cuore.
Mi sentivo come catapultata nel paese di Alice e per una volta non pensavo ai i miei fiduciosi e comodi leggings.
Dovevo essere sincera: quanto mi sarebbe piaciuto andare con Niall.
La mia mente iniziò a vagare, vedevo il biondino con uno smoking che mi tendeva la mano, eravamo in una bellissima sala da ballo, mi diedi un’occhiata, indossavo un bellissimo vestito lungo blu notte con il corpetto fatto di fasce di tessuto che si sovrapponevano, la gonna del vestito era lunga e anch’essa molto leggera, formata da semplice tulle che cadeva lungo le gambe facendosi man mano più ampio. Era bellissimo. Continuai a sognare: mi avvicinai a Niall che mi teneva la mano, portandomi al centro della sala, vuota. Guardai le nostre mani intrecciate e sorrisi, lui mi prese delicatamente tra le mani il mio viso io e lo portò vicino al suo per baciarlo… e successe. In modo spontaneo, naturale, ma pieno di voglia. Era appunto così che mi immaginavo il nostro primo bacio, se mai ci fosse stata occasione di averlo.
Sentii un dolore lancinante alla testa, mi guardai in giro e mi resi conto di essere ancora dentro il negozio. Come avevo potuto immaginarmi tutto? Sembrava così reale, quando l’unica cosa reale era lo scaffale dove andai a sbattere nel bel mezzo del mio sogno ad occhi aperti. Soffrivo di disturbo dell’attenzione, l’ADHD, e ciò mi portava spesso a distrarmi ed allontanarmi dalla realtà, immergendomi nei miei pensieri che diventavano così fitti da esternarmi dall’ambiente esterno, sia visivo che uditivo. Sospirai sconsolata e iniziai a cercare gli altri, ma mi fermai di colpo posando lo sguardo sulla sezione azzurra del negozio, spalancando completamente la bocca. L’avevo trovato. Non avevo mai visto un vestito così bello in vita mia e non c’era altro che avrei voluto indossare quella sera. Non era lo stesso vestito che mi ero immaginata, ovviamente. Sarebbe stato pressoché impossibile, la buona notizia era che era ancora più bello. Il corpetto era stupendo, con una scollatura a cuore e senza spalline. Il tessuto era semi trasparente sulla parte stretta che avvolgeva la pancia. Scendeva poi ampio, con uno spacco sulla gonna che non risultava assolutamente volgare, essendo comunque il vestito molto pomposo. Era tutto decorato con fiorellini sul corpetto e farfalle lungo tutta la gonna. Il colore era di un azzurro cielo stupendo, e sul mio biondo doveva starci bene.
Era proprio un vestito da cenerentola, sicuramente un vestito che mai avrei indossato in vita mia, se non in quell’unica occasione dove era tutto così formale.
Gli passai dolcemente una mano sopra.
Fede mi osservò per tutto il tempo, sorrise prendendo il vestito spingendomi nei camerini per provarlo, dandomi una poderosa pacca nel culo che fece ridere tutte e due.
<< Non lo posso comprare Fede >>
<< Vuoi una sberla? >>
<< È un abito bellissimo, ma siamo sinceri, non è adatto a me! Farei ridere, suvvia. È troppo fine ed elegante, chiunque mi vedrà con questo addosso mi prenderà in giro, sono tutti abituati a vedermi come un maschiaccio. E soprattutto non sono stata invitata da nessuno, non ci dovrei neanche venire al ballo >> si avvicinò e mi puntò lo sguardo dritto negli occhi, pensavo in una reazione arrogante per farmi svegliare fuori, ma mi stupii di vedere il contrario:
<< Senti Nichi, non sei più alle medie né tantomeno alle superiori. Non sei nemmeno in Italia, siamo a Londra per fare una nuova esperienza e vivercela al 100%, che siano momenti di tristezza o di gioia. Lasciati il passato alle spalle. Per anni hai sofferto credendo alle parole di tutti quelli che ti prendevano in giro perché nella vita non avevano di meglio da fare. Eri un bersaglio facile: una ragazza insicura e ai tempi troppo debole per tenergli testa. Col tempo sei cambiata, hai iniziato a farti rispettare, ma con ciò non concludi niente se prima non impari a rispettare te stessa. Sei una ragazza veramente bellissima e con un carattere invidiabile, perciò, per una volta, vuoi deciderti ad osare e fregartene del parere altrui? È troppo elegante per una come te da felpe e scarpe DC? Dimostra il contrario. E nel caso ti iniziassero a prendere in giro fregatene e viviti la serata col vestito più bello che tu abbia potuto desiderare. Non hai nessuno a cui dedicarlo? Mettilo per te stessa. Mostra questo lato di te e sarai più bella che mai >>.
Ascoltandola le lacrime mi rigarono le guance, non sapevo cosa dire, semplicemente mi tuffai in un abbraccio pensando che forse non aveva tutti i torti, dovevo quanto meno provarlo. Era solo un vestito.
<< Grazie >> e prendendo il vestito che mi stava passando, andai nel camerino a provarlo.
Mi guardai allo specchio e intravidi sotto un paio di unghie laccate rosse (Fede) passarmi un paio di scarpe argento brillantinate, con un tacco non troppo vertiginoso. Le misi e mi sentii come nel mio pseudo-sogno, il vestito si alzò di qualche cm e arrivò raso raso a terra. Mancherebbe solo un bellissimo irlandese con gli occhi azzurri. Non ebbi il coraggio di uscire, volevo tenerlo per me, quindi mi cambiai, sospirai, e infine uscii.
Vidi Gio, Fede, Grace e Josie aspettare che si aprissero gli altri due camerini, finché uscirono in tutta la loro bellezza Giuly e Chiara.
La prima era stupenda, anche se non avrei mai messo quell’ abito rosa spento così aderente, con il corpetto stretto da una cintura di brillantini e la gonna di tulle, ma a lei donava moltissimo.
L’altra invece aveva un vestito che le fasciava perfettamente il corpo, era rosso o con una fascia di strass sul il corpetto che partiva da un’unica spalla, arrivando anche questo ai piedi.
Sapevo che era ancora scossa per quello che era successo con Gio, me credo che con quel vestito non avrebbe avuto problemi a trovare qualcun altro.
Gio si mise due dita in bocca strappando un fischio che fece scoppiare noi ragazze in una risata divertita.
<< Siete Per- Fet- Te >>dice Fede facendo schioccare le dita a ritmo.
Prese un paio di scarpe argento per Chiara e gliele diede, poi invece un altro paio un po’ più basso per Giuly, che la ringraziò con lo sguardo per averle prese più basse, sappiamo tutti che con un paio più alte sarebbe potuta cadere ed uccidersi. Avevano una fascetta che stringeva la caviglia. Andammo a pagare i nostri vestiti ed uscimmo dal negozio.
<< Ora manchi solo tu >> dissi a Fede prendendola a braccetto.
<< Non voglio, sai che i vestiti non fanno per me >>
<< Anche io ho rinunciato ai miei felponi, e poi non puoi andare in pantaloncini al ballo, specialmente dopo il discorso che mi hai fatto >>
<< Che palle, dai>>
<< No cara, non esiste che predichi bene e razzoli male, ora ne cerchiamo uno e stai anche zitta! >> dissi facendo una linguaccia.
Mi fermai un attimo guardandomi in giro e scorgendo il negozio preferito di Fede, “Prada”, suggerii:
<< Entriamo a dare un’occhiata >> non se lo fece ripetere due volte che si era già catapultata nel negozio. Iniziò a toccare tutto ciò che era di pelle, molte volte cade nel prevedibile.
Alzai gli occhi e rimasi senza fiato nel vedere un bellissimo vestito lungo beige.
Cioè WOW.
Non rientrava sicuramente nel suo genere, ma sapevo benissimo che le sarebbe piaciuto.
Chiesi alla commessa di darmelo, poggiandolo subito poi nelle mani di Fede, che cercò di dire qualcosa, ma la spinsi nel camerino.
Mentre aspettavo, sentii una risata familiare… fin troppo familiare. Niall.
“Adesso sento anche la sua voce, dovrò andare da uno psicologo” pensai, ma quando mi girai vidi lui e la combriccola fuori dal negozio. Mi sarebbe piaciuto tanto sapere che cazzo aveva da ridere.
Sentii Fede che già iniziava a lamentarsi, allora mi venne una brillante idea.
Uscii di corsa dal negozio.
<< Venite ma state zitti >>
<< Ciao anche a te >> disse Lou guardandomi male mentre gli facevo segno di chiudersi il forno, mentre Niall fece finta di ignorarmi.
Li feci sedere nelle poltrone di pelle rossa davanti ai camerini.
Fede e i vestiti bonbon non sono mai andati d’accordo, ma quel vestito era spettacolare e con tutti quei ragazzi davanti non poteva dire di no.
Guardai i due che mi interessavano, Zayn era appoggiato allo stand e Harry era seduto sul divanetto che parlava a bassa voce con Louis seduto sul bracciolo.
<< No Nichi non mi sta bene poi è anche... >>
Fede uscì senza finire la frase, si sentì solo l’urlo di Louis sbattuto giù dal bracciolo da una manata di Harry.
La sua faccia quando era uscita era impagabile, la mano gli era partita all’indietro senza neanche rendersene conto, la bocca era ancora aperta e la chiuse dopo circa 15 secondi, gli occhi erano più scuri.
Si girò verso Zayn e gli lanciò uno sguardo da “adesso ti faccio realmente fuori”.
Zayn fortunatamente non lo notò, non riusciva a togliere gli occhi da Fede.
Forse era l’unica volta nel suo sguardo dove non vidi indifferenza, aveva un sorriso vittorioso, anche se non riuscivo ancora bene a leggergli le emozioni.
<< Ma che cazzo?! TU! >> disse Fede indicandomi mentre cercavo un posto dove scappare, ringrazio il cielo che Gio e Niall fecero segno di andare da loro che mi avrebbero nascosto. Un momento, Niall? Feci finta di non pensarci.
<< NON TI NASCONDERE >> disse venendomi incontro
<< Stai stra bene! >> si intromise Chiara, ma Fede era troppo occupata a pensare ad un modo per uccidermi.
<< Se non lo avessi fatto non lo avresti preso trovando mille scuse >>
<< Infatti non lo prendo >>
<< No, perché? Stai da Dio >> disse Louis sincero
<< Perché sembro un’idiota >> rispose seccata Fede girandosi, con un tono di voce ovvio
Louis si strofinò la mano nel bernoccolo e aggiunse:
<< Sembri tante cose, ma di sicuro non ridicola >>
Fede spalancò la bocca per replicare ma si fermò e si guardò subito poi allo specchio.
Colsi l’occasione per dire:
<< Chi vuole che lo prenda? >>
Tutti alzarono le mani, Zayn sempre con il sorriso, Liam che prima ha guardato Giuly come per chiederle il permesso, Niall alt.. non voglio guardarlo, Louis con una mano dietro la testa ancora per il dolore ed una in alto.
Harry era imbambolato a guardare qualcosa.
<< Credo che anche ad Harry vada bene dato che ti fissa le tette >> disse Chiara maliziosa
Fede arrossì di botto e abbassò lo sguardo, ma sbiancò da lì a poco guardando l’etichetta.
<< Comunque non posso prenderlo, costa 1400 £ e non ho tutti questi soldi, quindi mi dispiace per i vostri ormoni maschili in subbuglio ma verrò coi miei pantaloni e un top >>
Disse entrando nel camerino. Rimasi senza parole, per lei quel vestito era troppo perfetto.
Fede uscì dal camerino e la seguimmo fuori dal negozio; stavo camminando proprio davanti a Zayn e a Fede con accanto a me Harry.
<< Comunque stai benissimo anche così >> le disse il pakistano portando il braccio sulle spalle della mia amica, non potevo fare a meno di guardare Harry che all’apparenza poteva sembrare normale, ma dai suoi occhi capivo che era incazzato nero.
Davanti a me c’erano gli amabili Liam e Giuly che conversavano, fin quando Giuly non gli mostrò il vestito e Liam le diede un bacio sulla guancia. “No Liam non farlo che poi sviene la poveretta” pensai, come credo fecero tutti. Dietro invece sentivo Louis e gli altri scherzare.
Erano solo le cinque di pomeriggio, ma tornammo a casa per prepararci per il ballo nonostante sarebbe stato alle 23.
Sinceramente a quel punto stavo prendendo la decisione di non andare al ballo in considerazione, ma ci ripensai subito dopo, non posso dargliela vinta nemmeno per un milione di euro. Dovevo fargli vedere che ero forte e non mi aveva ferito, anche se non mi aveva parlato per tutto il giorno e aveva cercato di evitarmi il più possibile. E poi diciamocelo, ormai avevo comprato il vestito.
Prendemmo il taxi ed arrivammo a casa.
 
***

Sospirai per la centesima volta quel giorno e vidi tutte con una specie di pappetta verde in faccia che ascoltavano la musica per aspettare che si asciugasse quel coso.
La presi pure io me la misi sul viso cercando di pensare ad altro, non ero abituata alle beauty routine ma volevo distrarmi. Erano passati ormai 20 minuti e dopo aver tolto e sciacquato per bene la maschera e aver messo una crema idratante, era tempo delle unghie.
Decisi di mettere uno smalto della stessa tonalità di indaco del vestito, mentre qualcuno suonò il campanello della porta. Fede si alzò e andò ad aprire: era l’unica che aveva lasciato lo smalto rosso di quel pomeriggio che le donava e di conseguenza non doveva aspettare che si asciugasse. La vidi aprire la porta e fissare l’uscio con un’espressione confusa per poi abbassarsi e prendere una scatola da terra.
<< Non guardatemi tutti, ne so quanto voi >> disse appoggiandola al tavolo ed aprendola.
Rimanemmo tutti senza parole nel vedere le mani di Fede tremare prendendo un tessuto beige.
<< Ma è il vestito! >> disse Chiara, molto stupita.
Fede tolse anche un paio di scarpe nere con la base rossa.
La sua faccia sbiancò mentre le guardava:
<< COSA?! Sono Lou-Lou-Louboutin?! >> chiese retorica sussurrando incredula.
Capii tutto in quel momento: ecco perché nel salutarci mi aveva chiesto il suo numero di scarpe, e io non capendolo gli diedi scherzosamente del feticista.
Prese il bigliettino e scoppiò a ridere nel leggere:
“Mi dispiace. Non ti fisserò più le tette, o meglio non lo farò senza la tua approvazione
                                                                                                      -H-’’
 
 
_______________________
SPAZIO AUTRICE      
 
  

Ciao!
Ricordo a chi può sembrare una storia un po' strana o bizzarra, che è comunque una storia d'amore ma anche comica, lo avevamo (e lo ribadisco oggi) messo anche nella descrizione della storia.
Ogni cosa che vi sembra troppo strana e surreale verrà spiegata nei prossimi capitoli!
Sembreranno forzature? Può essere, ma ripeto, eravamo piccole e io mi sto occupando solo di finirla, lasciando comunque la trama decisa 10 anni fa.
Preferisco non mettere le immagini dei vestiti per lasciarvi la sorpresa al prossimo capitolo!
Sono molto belli!
A presto, vi lascio al vecchio spazio autrici.
Buona giornata!
Baci, Nichi
 
 
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SPAZIO AUTRICI        

Ciao ragazze :)
allora, volevamo innanzitutto scusarci per il ritardo.
scusateci se sono circa due mesi che non siamo attive, ma è estate per tutti.
allora passiamo al capitolo.
ci è voluto un sacco per inventarlo e trascriverlo tutto,
ma secondo noi è essenziale.
nel 4° capitolo abbiamo avuto solo 2 recensioni, come mai? :(
ci tenevamo un sacco a quel capitolo, vabbè.
oh ragazzuole il prossimo capitolo parla del ballo *-*
seguiteci per scoprire tutte le novità del gruppo.
Abbiamo creato il trailer della nostra storia, potete trovarlo in Youtube, ecco il link:

http://youtu.be/nTEubql5afk

 Baciii.
-Nichi & Fede




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